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Autore: MileyPotterWeasley_95    05/12/2013    2 recensioni
Dal Capitolo 8
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“Ci speravo..” sussurai.
“Che riuscissi a debuttare?”
“No.. che tu venissi qui. Come quando eravamo piccoli ricordi?”
Non si aspettava per niente la mia affermazione, almeno quello riuscivo a capirlo.
“Niall, ricordi quando prendevo, mi isolavo e dopo un po’ che non tornavo venivi a cercarmi? Sapevi esattamente cosa avevo e con un abbraccio passava tutto”.
Era un amico fantastico, e io mi ero comportata da vera stronza con lui.
“Si, ricordo. Ma ora è tutto diverso” era tornato freddo e distaccato.
“Sei tu che vuoi che sia diverso” ribattei cercando di mantenere la calma.
“E sei tu quella che se n’è andata senza dire niente!” il tono della sua voce si era fatto leggermente più alto.
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Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Finalmente!” Esclamò Summer impaziente fuori l’aula di Biologia.
“Muoviti il professore ancora non è arrivato” mi incitò Marissa con la mano facendomi segno di entrare.
Rossa in volto e con il fiatone presi posto in mezzo alle mie amiche mentre mi guardavano severe. Il professore era entrato subito dopo di me chiudendo la porta dell’enorme stanza.
“Che c’è?” domandai “Stavo sognando torte, pizza e pasta e non ho sentito la sveglia!” cercai di giustificarmi goffamente affondando la faccia nella mia cartella per tirare fuori il quaderno degli appunti e una penna e ovviamente le frittelle.. avevo troppa fame per aspettare due ore di pausa per la colazione.
Gli occhi di Marissa e Summer si addolcirono e scoppiarono in una fragorosa risata attirando l’attenzione di alcuni compagni di corso e i richiami del professore che aveva appena cominciato a spiegare.

“Sono stanca morta” sbuffai mentre saltellavo per raggiungere la mensa il più velocemente possibile, seguita dalle mie due amiche che ridacchiavano per i miei buffi saltelli.
“Ti sei accorta che quei due ragazzi ci stanno seguendo da prima?” mi fece notare Summer mentre si sedeva accanto a me con il suo vassoio.
Di risposta alzai lievemente la testa mugolando un “mmh” e lanciando uno sguardo di sottecchi ai due ragazzi, senza farmi notare per poi rituffarmi nel mio piatto di patatine fritte e hamburger.
“Guarda si stanno avvicinando” Marissa diede una gomitata a me e a Summer.
Mandai giù il mio boccone per sottolineare il fatto che sicuramente quei due si stavano avvicinando per chiedere il numero alle mie amiche, così non curante della situazione comincia a ingurgitare di nuovo grosse quantità di patatine quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Scusa” una voce maschile mi sbuffò nell’orecchio.
Senza pensare al fatto che avevo la bocca piena e sicuramente mi usciva del Ketchup dai lati delle labbra, mi girai trovandomi a pochi centimetri di distanza dalla faccia del ragazzo: la mia espressione rimase impassibile mentre tentavo di mandare giù un boccone esageratamente grosso per i miei parametri.
Il ragazzo cambiò espressione da dolce a disgustato e si allontanò da me rimettendosi dritto e schiarendosi la voce senza dire nulla.
Ci credo che aveva assunto quell’espressione, dovevo sembrare un mezzo vampiro uscito da chissà quale film comico o dell’orrore. Sapevo riconoscere il fatto che quando mangiavo facevo paura persino a me stessa. Chi mi conosceva sapeva che era meglio starmi alla larga quando ero affamata o mentre stavo mangiando.
“Bèh?” sputacchiai tra un boccone e l’altro rivolta ai due ragazzi mentre le mie amiche ridevano sotto i baffi.
Il ragazzo arrossì e abbassò lo sguardo, era carino sì, ma decisamente non era il mio tipo.
“ehm..” disse guardando l’amico a sua volta imbarazzato dalla situazione.
“Io volevo sapere se..” il suo tono di voce si fece più incerto quando si accorse che avevo preso il piatto di patatine in mano mi ero girata e lo stavo guardando come si guarda un film con i pop corn al cinema.
“Magari ripasso un’altra volta e ti lascio mangiare in pace eh che ne dici?”
Ingoiai per l’ennesima volta e finalmente mi uscì un sorriso, la tenzione del ragazzo sembrò calare.
“Ti va di lasciarmi il tuo numero?” disse improvvisamente.
Inizialmente ero contraria, ma convinta dalle mie amiche riluttante gli scrissi il mio numero su un tovagliolo lo accartocciai e glie lo lancia sperando che sparisse e mi lasciasse finire il mio pranzo in pace.
Prima di andarsene mi sorrise timidamente e girandosi di spalle sentii i due amici commentare “Certo che è proprio carina” “Sì è vero ma fa paura quando mangia” “Durante le lezioni invece sembra così dolce”.
Sbuffai prendendo un pezzo di torta al cioccolato.
“Sai..” cominciò Summer “Hanno ragione! Sei veramente carina quando non ti abbuffi in quel modo. Potresti essere un po’ più aggraziata e comportarti da signorina o da ragazza normale visto che hai 18 anni!”.
Grugnii di tutta risposta.

Le ore passarono veloci e dopo scuola, quel ragazzo non si era più avvicinato a me, mi aveva solo inviato un messaggio per dirmi che si chiamava Seth e che quello era il suo numero. Un po’ per pigrizia e un po’ perché non mi importava molto, non salvai nemmeno il suo numero.
Io, Summer e Marissa decidemmo di andare a fare un po’ di sano shopping, visto che era venerdì e il giorno dopo saremmo state libere.
“Propongo di andare a mangiare un gelato!” urlai pimpante con le buste piene di vestiti in mano. Summer e Marissa annuirono, così ci dirigemmo verso la mia gelateria preferita all’interno di un bellissimo parco.
“Pensavo..” disse Marissa improvvisamente, prendendo un foglio e puntando gli occhi su di esso “Valerie, perché non provi a fare un provino per un film? Hai tutte le qualità sei bella, simpatica, mangi e non ingrassi. Oppure perché non una cantante?”
Ok, la mia amica si era decisamente bevuta il cervello. Io una cantante? Io un’attrice? Io che non riuscivo a ricordarmi di aver lasciato la divisa, il giorno prima, in cucina e non nella mia stanza, io che riuscivo a malapena ad arrivare in orario a scuola, io che volevo fare trecento cose e poi mi limitavo a farne mezza? Summer evidentemente pensò la stessa identica cosa perché ci scambiammo uno sguardo frustato prima di tornare a guardare Marissa. Cercai di scorgere le figure nel manifesto che stringeva in mano ma vidi solo la matassa bionda di Summer che mi si mise davanti
“Marissa?” Summer sfiorò il braccio della roscia, per poi guardare il manifesto.
“Effettivamente, Mar ha ragione” annuì Summer lasciandomi di stucco.
“Forse vi state scordando con chi state parlando, ragazze” dissi io saggiamente mentre presi a camminare verso la gelateria, mancava veramente poco ormai.
“Potresti incontrare tante celebrità.. e magari cantare con i One Direction” continuò Summer venendomi dietro.
“Sisi è la giusta direzione, guarda siamo arrivate” dissi io distrattamente e presa dall’odore di cioccolato che cominciava a farsi sentire. Sentii delle risatine provenire dalle mie amiche.
“Che c’è?” esclamai mentre chiesi al cameriere se era possibile avere un tavolo per tre fuori dal balcone.
“One Direction Valerie! Ma in che mondo vivi?”
One Direction, non mi veniva nulla in mente.
“A quanto pare non nel tuo stesso mondo” dissi prima di sparire dietro il listino dei dolci.
“I One direction sono la famosa band formata da 5 ragazzi bellissimi e bravissimi più o meno della nostra età, che hanno in poco tempo scalato tutte le classifiche e sono conosciuti in tutto il mondo” spiegò Marissa tutta d’un fiato.
Ora mi tornò chiaro, ecco cosa stava guardando nel manifesto e perché aveva avuto quella malsana idea della pop star. Non avevo mai visto questi ragazzi ma dovevano essere veramente belli se avevano fatto fare un’osservazione così priva di senso e azzardata alla mia amica. One Direction, effettivamente sì, avevo sentito parlare di loro, ma non mi ero interessata molto alla loro musica, o al loro aspetto. Avendo origini Italiane e sentendo la mancanza dell’Italia preferisco ascoltare canzoni della mia lingua originaria. E sicuramente non mi importava nemmeno della loro bellezza, come si era potuto capire dal mio precedente incontro con Seth, non avevo la minima voglia di legarmi a qualcuno, semplicemente non mi andava di pensarci, non dopo tutte le delusioni o gli addii che ho dovuto affrontare, e poi, fino ad ora nessun ragazzo era stato veramente in grado di farmi perdere la testa, almeno non come il mio ultimo ragazzo, quello di tre anni fa con il quale è finita malissimo e con un ennesimo addio.
Scacciai i pensieri dalla mia testa quando il cameriere mi mise sotto il naso una bella coppa di cioccolato, pistacchio e panna. Mentre Marissa e Summer mangiavano educatamente una coppetta di gelato alla frutta discutendo di smalti e gingilli vari per le unghie io avevo finito il mio gelato in un batti baleno e mi alzai per sgranchirmi un po’ le gambe andandomi ad affacciare al balcone della gelateria per avere l’intera visuale del parco: c’era chi correva immerso nei suoi pensieri con un paio di cuffiette nelle orecchie, chi faceva una passeggiata romantica con il proprio ragazzo mano nella mano, bambini che giocavano tra di loro e scoiattoli che si rincorrevano veloci sugli alberi. La mia attenzione venne catturata da un ragazzo, che camminava a zig zag in cerca di qualcosa, vestito in un modo alquanto bizzarro, se voleva passare inosservato, non ci stava riuscendo: avevo un buffo cappello da pescatore, un mantello nero che lo ricopriva lasciando vedere solo le mani e la parte dalle ginocchia in giù e un paio di buffi occhialoni gli coprivano il volto.
Passò sotto al balcone della gelateria e come una scema mi ritrassi pensando dopo che lui non poteva vedermi, non a quell’altezza e conciato in quel modo, tirai un sospiro e mi sporsi di nuovo vedendolo svoltare l’angolo. La mia attenzione fu catturata da un aereoplanino d’argento attaccato ad un ramo, tentai di prenderlo ma evidentemente mi sporsi un po’ troppo perché sentìì il terreno mancare da sotto i piedi.
Chiusi gli occhi e strinsi la collanina al petto. Sentìì le mie amiche urlare il mio nome e le sedie che avevano strusciato per terra, quando si erano alzate per lo spavento.
Attesi il tonfo per terra preparandomi al dolore, ma questo non successe, al contrario quando aprìì gli occhi mi ritrovai tra le braccia forti e muscolose di un ragazzo.
“Tutto bene?” mi chiese lui. La sua voce era calda e roca.
Ci misi un po’ per mettere a fuoco il suo viso, ma quando lo vidi il mio respiro si spezzò: era il ragazzo più bello che avessi mai visto e mi sorpresi nel rendermi conto che era lo stesso ragazzo bizzarro di prima.
Il cappello gli era scivolato dalla testa forse per lo scatto fatto per venirmi a prendere, così facendo permise ad una cascata di riccioli castani di contornare il suo bel viso. Gli occhialoni scuri avevano rivelato un paio d’occhi verde smeraldo lucenti e le sue labbra rosse e carnose si aprirono in un sorriso spaventosamente perfetto quando annuii timida.
Mi posò giù, era di una decina di centimetri più alto di me. Spostò lo sguardo dal mio viso alle mie mani, stringevo ancora forte l’aereoplanino d’argento.
“Quello è mio, lo stavo cercando. Grazie per avermelo ritrovato” il sorriso gentile non aveva abbandonato il suo bel viso.
Ancora incapace di spiccicare parola allungai una mano per porgergli la collana, lui allungò la sua per prenderla: aveva delle belle mani grandi, che le mie a confronto sembravano quelle di un neonato.
“Come ti chiami?” mi disse raccogliendo il cappello e gli occhiali che gli erano caduti durante la corsa per recuperarmi al volo.
“Valerie..” finalmente riuscìì a riacquistare l’uso della parola.
“Valerie” ripetè lui “Come posso ringraziarti?”
Rimasi nuovamente incantata dal suo sorriso. Scossi la testa.
Avanti Valerie riprenditi, che ti succede?  Ti sei rammollita tutta insieme? Su dimostragli che non sei così imbranata come sembri..
“Ma no..” iniziai balbettando e scuotendo le mani “No, no, non c’è bisogno che mi ringrazi, anzi sono io a dover ringraziare te per avermi salvata, dico davvero” Sorrisi a mia volta.
Lui mi guardò pensieroso, si morse il labbro inferiore per poi bagnarlo con la lingua, successivamente cominciò a rovistarsi le tasche finchè non ne tirò fuori un pezzo di carta rettangolare e me lo porse.
“So che non è molto, ma fortunatamente mi è rimasto un biglietto. Quella catenina per me è molto importante e in qualche modo devo sdebitarmi. Ti aspetto”.
Sorrise, di nuovo, in realtà non aveva mai smesso di sorridere. Presi il biglietto titubante, senza leggere cosa ci fosse scritto e lo guardai rimettersi cappello e gli occhiali prima di sparire tra la folla facendomi un cenno con la mano.
Intanto Marissa e Summer mi avevano raggiunto.
“Valerie tutto bene?”
“Chi era quello?”
“E che cosa hai in mano?”
Mi tempestarono di domande, io ancora guardavo il punto dove il misterioso ragazzo era scomparso.
Riuscì a dire solo “Ho trovato il ragazzo perfetto” prima che tutte e tre abbassammo lo sguardo sul biglietto:  One Direction, ore 17.30, O2 Arena, Londra, Domenica 22 Aprile.

SPAZIO AUTRICE
Hi! Niente questa ff non riesco a pubblicarla in un orario decente ahah
Ehm che dire? Valerie è sempre più imbranata e oh oh attenzione un nuovo personaggio nella storia.. Ma chi sarà mai? Chi lo sa xD
Ringrazio tutti quelli che hanno letto/recensito/seguito/mandato a quel paese questa ff e niente vado a fare le ninne che se mi sveglio di nuovo alle due del pomeriggio è la volta buona che mi sbattono fuori di casa a calci nel sedere :D
Peace&Love <3

 
  
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