INFINITE SCUSE PER IL MEGA
RITARDO!
Ma ormai
credo l’abbiate capito: l’ispirazione per questa fic mi colpisce
all’improvviso, e non so mai quando.
Alla fine,
per gli interessati, piccolo annuncio.
Caputolo
di pura transizione.
Non per
questo meno importante.
Chap. 8
Fear and other stupid things
Written by Mao chan
Socchiuse
appena gli occhi, facendo filtrare nella sua mente una luce metallica e
malsana, che le trafisse il cervello, annebbiandole la vista.
«
Finalmente ti sei ripresa, mia cara. »
Quella voce
viscida e fastidiosa la raggiunse strisciante.
Richiuse
gli occhi, tentando di chiamare a sé gli ultimi
ricordi.
La
missione, certo. Il suo obbiettivo l’aveva sorpresa durante uno dei suoi sfoghi
notturni.
Quel lurido
ibrido dagl’occhi rosso sangue…
La voce di Ryo nelle orecchie, il dolore.
E poi, il
nulla.
Tentò di
muoversi, ma qualcosa le bloccava i polsi e le caviglie a
un inferriata.
« Mi
dispiace, tesoro, sei immobilizzata. So che non saresti mai fuggita, intendiamoci… Ma sai, non sarei uno
scienziato se non prendessi delle precauzioni,
nel mio lavoro. »
Qualcosa le
sfiorò il fianco nudo.
Somigliava
terribilmente a un dito.
Zakuro
voltò lentamente il capo, sforzandosi di mettere a fuoco la stanza.
Scorgeva
diversi monitor, e le pareti grigie odoravano schifosamente di una qualche
sostanza chimica.
« Chi sei? »
Parlare le risultò più difficile di quanto immaginasse.
La testa le
pulsava, e si sentiva le membra intorpidite.
« Mi hai
drogata? »
La risatina
lasciva che seguì le sue domande le diede il voltastomaco,
ma allo stesso tempo, la fece rabbrividire.
« Ogni cosa
a suo tempo, dolcezza. Io mi chiamo Nii Jeni, sono uno scienziato, e non vedo l’ora di condurre interessanti esperimenti su di te.
Tranquilla, sono sicuro che apprezzerai. »
E, chissà
perché, Zakuro non ne fu affatto sicura.
*
«
Spiegamelo di nuovo. » cominciò Sanzo. Sulla guancia, una vena che pulsava pericolosamente. « Perché dovremmo astenerci dal proseguire il nostro poco
piacevole viaggio verso ovest, e restare qui a fare da balia a degli
angioletti? »
Il bonzo
era appoggiato al bancone del locale (o almeno, di ciò che ne rimaneva), le
braccia incrociate e i capelli dorati ad adombrargli
il volto.
Davanti a
lui, stavano un Gojyo dall’espressione
paradossalmente conciliante, un Goku confuso, e un Ryo vagamente annoiato.
Nelle
stanze superiori, Ichigo, Retasu
e Mint, che erano state le
prime a riprendersi, con la collaborazione di Keiichiro
e Tasuku, avevano medicato efficientemente le
compagne ferite e Hakkai, tuttavia ancora costretti a
letto.
« Beh, Sanzuccio, davvero non capisco perché tu faccia tante
storie. Si tratta solo di trovarli, scambiare un paio di paroline amichevoli con
Kou, farci ridare la ragazza e magari anche qualche Sutra, e il gioco è fatto! »
« Sono io
che non capisco, idiota di un kappa. Perché? »
« Non
abbiamo bisogno del vostro aiuto. » asserì Ryo.
In ogni caso, non
credo ci sia più nulla da fare.
« Oh, sì
che ce l’avete, invece!
» lo rimbeccò il rosso in tono sprezzante, poi tornò a rivolgersi a Sanzo.
« Un
tentativo. Almeno per capire. Potrebbe rivelarsi un’arma pericolosa per noi!
Ricordi il periodo in cui Koujaiji aveva subito il
lavaggio del cervello*? Non è stata una battaglia felice… Chi ci assicura che
non possano usarla nello stesso modo? »
Il biondo
lo scrutava truce.
« E anche se fosse? »
Gojyo
cercò disperatamente di richiamare alla mente un qualsiasi pretesto per portare
avanti le sue argomentazioni, ma arrampicarsi sugli specchi non era mai stato il suo forte. Troppo scivolosi.
« Uffa, io
ho fame. E mi annoiate. Perché
non ammetti che quella ragazza ti piace, pervertito di un kappa? Almeno la
finiamo con questi discorsi inutili. » si lamentò Goku,
sospirando.
Gli sguardi
dei due biondi si diressero all’improvviso sul ventiduenne.
Dannato
ragazzino.
« E va bene, va bene! » si affrettò a dire lui, imbarazzato «
Ammetto di essere parecchio frustrato. Non sono
riuscito a sedurla, se proprio volete saperlo. Se non
dovessi riuscirci, sarebbe una macchia indelebile sul mio onore! »
« C’è anche
un’altra cosa che forse dovresti sapere, Sanzo. »
La voce di Hakkai era giunta strana alle loro orecchie, a causa della
ferita al collo, ma perfettamente riconoscibile.
L’uomo era sulle scale, accanto a lui c’era Retasu
nella sua forma umana, con indosso la divisa del cafè.
« Hakkai! Come ti senti? »
« Meglio,
grazie Goku, non preoccuparti. » rispose questo,
sorridendo.
« Cos’altro dovrei sapere? »
Il moro
scese gli ultimi gradini, sempre accompagnato da una silenziosa Retasu.
« In
privato. »
Sorrise
dolcemente all’espressione di disappunto di Gojyo.
Sanzo gettò un’occhiata al mezzo demone, poi si appartò qualche
istante con Hakkai.
Per un
attimo, un lampo di disappunto percorse i suoi occhi.
Ryo li
osservò, all’erta, cercando di coglierne i gesti e le parole.
« Allora è
per questo? » chiese il monaco, indirizzando un’occhiataccia al capellone.
« Ma che diavolo…? »
« Cos’è?
Solidarietà tra le minoranze? » commentò acido, di nuovo rivolto ad Hakkai.
« Ehi! » esclamò
Gojyo « Si può sapere di che diavolo state parlando? »
« Se andiamo a prendere questa ragazza, smetterai di rompere? »
« Sì, ma… »
Sanzo
sospirò.
« Che mi tocca a fare a causa dei compagni di squadra che mi
hanno rifilato i Sanbutsushin! »
« Grazie,
Occhi-Suadenti! »
« Vuoi
morire? »
« Sì,
anch’io ti voglio bene. »
Il
proiettile si conficcò sul muro alle spalle del demone biondo.
Ha…sparato davvero?!
*
Mint
srotolò lentamente le bende dalla spalla di Berii,
per poi impregnare quelle pulite in una vaschetta di disinfettante poggiata sul
comodino.
La bionda
mugolò leggermente.
«
Tranquilla, sei fuori pericolo. » sussurrò l’altra, applicandole la nuova
fasciatura.
Erano
quattro giorni che Berii non si riprendeva, ma grazie
le conoscenze mediche di Hakkai e Keiichiro,
erano riusciti a fermare le varie emorragie, esterne e non, per poi
prescriverle degli antidolorifici, che non le permettevano si riaversi
completamente.
Era davvero conciata male, doveva aver subito un attacco orrendo.
« Mi
dispiace. » aveva detto Goku, con occhi spenti,
mentre guardava la sagoma di Keiichiro affaccendarsi
attorno al letto dell’angelo.
« Mi
dispiace, io… Non ho capito più nulla quando ho visto Hakkai a terra, sanguinante, e… »
« Non ti
devi scusare. » sorrise l’uomo. « Siamo avversari, lei ha
quasi ucciso un tuo compagno. Non ti devi scusare. »
La
ragazza-lorichetto guidò lo sguardo verso il cielo soleggiato, perso.
I
cinguettii degli uccelli la raggiungevano allegri e cristallini, e la stanza
era inondata di luce. Non vi era nemmeno una nuvola.
« Vorrei
che Zakuro potesse vedere questo cielo, adesso. »
mormorò, la mente smarrita nei raggi di sole che le schiarivano gli occhi blu
mare.
« Non ha
mai visto una mattina primaverile? »
Mint
sussultò, indietreggiando di parecchi metri dall’entrata.
Istintivamente,
si portò una mano tra le scapole, pronta a sganciare il Dispositivo di
Controllo che le permetteva di mantenere la sua forma umana.
« Sha Gojyo. » ringhiò, in
direzione del mezzo demone. « Che diavolo vuoi? »
« Ehi, ehi, calmati. Non siamo in guerra, adesso. »
« Non siamo in guerra ancora, vorresti
dire. »
Lui scrollò
le spalle.
« Come ti
pare. » accennò alla figura di Berii, priva di sensi.
« Come sta? »
Mint
lasciò ricadere le bracci lungo il corpo, ma continuò
a scrutarlo con sguardo ostile.
« Si
riprenderà. »
Il silenzio
s’impadronì nuovamente della stanza.
L’angelo era tesa, nervosa, pronta a scattare all’attacco al
più piccolo segno di aggressività da parte del rosso.
Ma c’era
una domanda che la divorava da dentro, una domanda a cui aveva ricevuto solo
risposte insoddisfacenti, e sapeva che lui era l’unico in grado di colmare quel
dubbio snervante.
E poi,
voleva sapere com’era andata davvero.
« Che è successo quella notte? »
Sorpreso
dalla frase improvvisa, Gojyo la guardò perplesso.
« La notte in cui hai combattuto contro Zakuro. Che è successo?
»
Il ragazzo
afferrò una sedia, e vi si lasciò cadere sciattamente, estraendo dalla tasca un
pacchetto di sigarette e un accendino.
« Abbiamo
fatto sesso sfrenato finché non ci hanno poco gentilmente interrotto. »
Furente, la
ragazza avanzò decisa verso di lui, e con un gesto secco della mano, gli
strappò la sigaretta dalle labbra.
« Non hai
letto i cartelli? In questo locale è vietato fumare! »
Gojyo,
sconcertato da tanta rapidità, rimase con l’accendino a mezz’aria ancora per
qualche secondo.
« E ora, se non ti dispiace, dimmi com’è andata veramente. »
Sottolineò
l’ultima parola con un che di minaccioso, e lui decise di non contraddirla più.
« Er… Abbiamo… discusso, diciamo così, per un’oretta. Dopo di che, quando
il clima ha cominciato sul serio a scaldarsi… - occhiata lasciva – lei è
svenuta. Non so cosa sia successo, è accaduto tutto troppo velocemente. »
ammise.
Mint
abbassò gli occhi.
Lei sapeva.
Fu solo per un secondo, poi tornò a fronteggiarlo con espressione strafottente. Ma quell’esitazione non sfuggì al demone, che ne prese
mentalmente nota.
« Poi sono
giunte delle vecchie conoscenze. Il mio fratellastro, sai. È un tipo davvero
strano… Ovviamente, stava accompagnando il suo principino,
quel Kougaiji. »
« Kougaiji? Il figlio di Gyumaho? »
chiese Mint, impressionata.
« Sì,
proprio lui. »
« Che…? »
« Non lo
so. » la interruppe il rosso, sospirando esasperato. « Non ne ho idea. Ha detto
delle cose strane, del tipo “Questa ragazza giace priva di sensi ai miei
piedi”, e poi l’ha sollevata e l’ha portata via. »
Mint lo
guardò disgustata.
« E tu non hai fatto niente per impedirlo, giusto? »
« Che avrei potuto fare! » disse lui, scandalizzato. « Ho
provato a reagire, ma Dokugaku mi ha impedito di
avvicinarmi, e si sono dileguati velocemente. »
Sguardo
scettico di lei, un sopracciglio curato scattò verso l’alto.
« Hai
sfondato una vetrata. »
Tono
solenne di lui.
« Beh, sono
cose che succedono. »
*
« Ora che
siamo soli, puoi dirmi la verità, venerabile
Sanzo. Perché hai deciso
di aiutarci? »
Il monaco non
rispose, limitandosi ad aspirare dalla sua sigaretta, gli occhi viola fissi sul
paese, al di là della vetrata rotta.
« Un locale
tanto pregiato, sfigurato in questo modo. Darete nell’occhio,
immagino. Non temete che vi salti la copertura? »
Ryo
scrollò le spalle, chino su alcuni monitor portatili, poggiati sul bancone.
« Demoni. »
disse distrattamente, digitando una password. « Cose che succedono, no? »
« Mh. »
Il bonzo si
avvicinò, prendendo posto su uno dei tavoli ancora integri.
Tranquillamente,
caricò la shoreiju.
« Continuo
a chiedermi cosa ci faccia un demone in un posto come questo. »
Il ragazzo
ridacchiò.
« Ci
lavora. »
« Me ne
domando la ragione. »
« Sai,
bonzo, contrariamente a quanto tu possa pensare, non
c’è nessun secondo fine. »
« Non ci
crederei nemmeno se ne andasse nella mia vita. »
« E io non credo che tu abbia accettato di aiutarci solo
perché il tuo amico si è preso una sbandata per Zakuro.
»
«
Ragionevole. »
In quel
momento, Keiichiro entrò nel salone.
« Ryo! »
Sul viso
gli si leggeva un misto di rabbia e incredulità. Un goccia
di sudore brillò sulla sua fronte.
« Ryo, devi venire. Subito. »
« Che succede? »
« Un
messaggio dal Regno Angelico. Scendi. »
Il demone
si fece serio. Annuì.
« Mi
dispiace lasciarla sola, sua eccellenza! » disse ironicamente, rivolto al
monaco. « Sarò da lei quanto prima, si senta libero di fare come fosse a casa
sua. »
Ma non ficchi troppo il naso in giro.
« Mh. Che rompiscatole. »
*
« Signor Hakkai, come si sente? »
« Bene, grazie signorina Midorikawa. »
« Mi chiami
Retasu. »
« Grazie, Retasu. »
Ichigo
guardò la ragazza, infastidita.
C’era
davvero bisogno di entrare in confidenza? Dopotutto, loro erano pur sempre il nemico, e il nemico,
prima o dopo, va eliminato.
Non si
trattava che di una tregua momentanea, nonostante ciò la innervosisse molto.
« E le vostre compagne? »
« Purin si è ripresa completamente. Berii
non ancora, ma ormai è solo questione di tempo. »
« Ne sono
felice. » rispose lui, sorridendo.
Le porte
della cucina, lì accanto, si spalancarono.
Ne uscirono
una Purin e un Goku decisamente sazi.
« Purin, accidenti! » la chiamò la leader, fingendosi arrabbiata e recuperando un po’ del suo buon
umore.
« Ti sei
sporcata tutta! Vieni qui. »
Le pulì
affettuosamente il viso impiastricciato di soba e okonomiyaki (che poi non
capiva come si potessero accostare due pietanze simili),
mentre quella se la rideva beata.
« Ah, Goku, anche tu non sei stato da meno. » constatò
serenamente Hakkai.
Il giovane
demone lo guardò con la sua classica aria idiota.
Sorprendentemente,
Ichigo gli si accostò, e prese a strofinare anche i
contorni della sua bocca, sebbene meno delicatamente.
« Siete due
scimmie! »
Era più
alto di lei, e quindi la ragazza dovette alzarsi in punta di piedi per
completare l’opera, ma in poche strofinate, anche in viso di Goku fu come nuovo.
« Grazie. »
tentò lui, un po’ confuso.
« Non è un
problema. Per un po’ faremo squadra, giusto? »
Lei sorrise
e trotterellò via.
*
«
Fantastico. Davvero fantastico. » commentò Ryo,
nell’oscurità dello scantinato.
« Cosa facciamo? »
Il demone
scaricò un pugno su un tavolino di legno, che si schiantò a terra sul colpo.
« Ryo… »
« Non
cambia assolutamente niente! » gridò lui, tentando si trattenere l’ira. «
Niente. Facciamo ciò che ci eravamo prefissati. »
« Ma il Mondo Angelico… »
« Chi se ne
fotte degli angeli! »
« Non
saranno disposti a tollerare… »
Il biondo
si voltò di scatto, facendo zittire l’altro.
« Non starò
ai loro ordini. Non questa volta. Vengano pure a prenderci, se gli pare. »
« Cosa ne faccio del messaggio? »
« Buttalo.
Ormai non vale più nulla. »
*
Zakuro
era stata drogata di nuovo, e di nuovo si svegliò con
la testa che sembrava scoppiarle per il dolore.
Questa
volta, fortunatamente, era sola.
Sola in
quel fottuto laboratorio informatico, pieno di apparecchi
elettronici e le loro fottutissime luci al neon che le trafiggevano gli occhi
come lame, nonostante la penombra circostante.
Faceva
freddo.
Se fosse
stata una ragazza normale, probabilmente avrebbe urlato, pianto.
Ma lei
non era una ragazza normale.
Lei era Mewzakuro.
Percepì di
essere tornata alla sua forma normale.
Cercò di
guardarsi l’ombelico, per vedere se qualcuno le aveva applicato
il Dispositivo di Controllo, ma fu colta dai conati di vomito, e rinunciò.
Non le importava di morire, pensò.
Infondo, non era mai stata viva. Morire non
avrebbe fatto alcuna differenza.
Ciò che non
voleva assolutamente, era perdere la propria dignità.
Ma
sentiva che, in quel lurido posto, l’avrebbero spogliata di tutto.
*
« Domani andremo a
cercare Zakuro. »
« Domani andremo a
stanare Kougaiji. »
Nonostante
non riuscisse a capire perché i due leader biondi del gruppo demoniaco e di
quello angelico si ostinassero a contraddirsi ogni volta che ne
esisteva la possibilità, Tasuku aveva intuito
che quelle due frasi avevano circa lo stesso significato.
Si sentì
quasi un genio.
Tuttavia,
il troppo rifletterci sopra lo privò dell’equilibrio:
perse il controllo dei roller e cadde a terra,
mandando tutte le stoviglie che trasportava a schiantarsi sul pavimento.
« Giusto,
questo posto non era già abbastanza distrutto. » sospirò Ichigo,
esasperata. « Ma per fortuna ci sei tu, Tasuku! »
« Mi
dispiace! » si scusò lui, raccogliendo velocemente i cocci.
Gojyo
entrò nella stanza, la sigaretta accesa tra le labbra.
La ragazza
sorrise, raccolse un frammento di ciò che una volta era stato un piatto e
glielo scaraventò contro.
Il demone
si gettò di lato appena in tempo.
« Ma se
scema?! »
« In questo
locale NON-SI-FUMA! » scandì lei, urlando.
« Okay,
okay. »
Il rosso
spense la sigaretta.
Il fumo le manda fuori
di testa.
Ichigo
incrociò le braccia sul petto, con aria contrariata.
« Voi
demoni mi fate venire il nervoso! Ve ne fregate sempre di tutto! »
Afferrò la
giacca e aprì la porta del locale.
I
campanellini rotti trillarono in modo stonato.
« Ichigo…? »
« Vado a
prendere un po’ d’aria. »
La porta
sbatté alle sue spalle.
« Mio Dio.
Come fai a sopportare questa gente? » chiese Gojyo,
accendendosi una sigaretta.
« Suppongo
che dopo un po’ ci si abitui. » rispose Tasuku, con
un sorriso.
L’altro si
sedette a un tavolo.
« Tu sei
umano? »
« Già. »
« E cosa ci fai qui? »
Il
ragazzino smise di raccogliere le stoviglie rotte.
« Sono il
fidanzato di Berii. »
« Berii è la ragazza ancora priva di sensi? »
« Sì… »
Per un
attimo, sul volto di Tasuku passò un
ombra.
« Comunque si riprenderà del tutto. »
Rimasero in
silenzio per un po’, uno concentrato sul fil di fumo
che gli saliva dalle labbra, l’altro intendo a non lasciare frammenti di vetro
sul pavimento.
« Tu invece
sei un demone, giusto? »
Gojyo
aspirò.
« Non
esattamente. »
« Sei un
meticcio? »
« Cosa te lo fa pensare? »
Tasuku si
sedette a terra, lo sguardo rivolto verso il suo interlocutore, l’espressione
serena.
« Ho
sentito dire che le vie di mezzo si distinguono dal colore degli occhi e dei
capelli. E tu hai dei capelli davvero particolari. Anche gli occhi, ora che li vedo meglio. »
Gojyo non
rispose. Si limitò ad osservarlo.
Il
ragazzino sembrò sprofondare nei suoi pensieri.
« Non
l’avevo capito subito, in realtà. Credevo che il colore della proibizione fosse
il viola. »
« Cosa
devi dirmi, Hakkai? »
« Viola…? »
Nella mente
del mezzo demone, qualcosa cominciò a prendere forma.
« Sì,
esatto. Ma Retasu mi ha
spiegato che si tratta di una cosa diversa. Come Zakuro.
»
Quegli
occhi d’ametista, così freddi…
« Che c’entra Zakuro? »
E i
capelli.
Lunghi,
lisci…
Viola.
« Credo di conoscere il motivo per il quale Gojyo
è tanto attratto da quella ragazza. Anche
se, probabilmente, lui non se ne rende conto. »
« Come, non
lo sai? »
Tasuku
era sorpreso.
« Credevo
fosse questo il motivo per cui insistevi tanto per
aiutarci a trovarla. »
Il rosso
lasciò cadere la sigaretta.
« Che motivo? Dannazione, spiegati chiaramente! »
« Spiegati
chiaramente, Hakkai. »
« Certo, scusami Sanzo. Tempo fa ne avevo sentito
parlare, ma mi è tornato in mente solo ora. »
« Zakuro… »
« Quella ragazza… »
« …è una
figlia della proibizione come te. »
« Il viola simboleggia
il sacrilego incrocio tra la natura angelica e quella demoniaca. »
« Stai dicendo che è
una figlia del tabù al pari di Gojyo? »
« Sì. Esattamente
questo. »
Gojyo si
lasciò ricadere contro lo schienale della sedia.
« Sapevo che non eri
un'umana. »
« Ma
che bravo... ed ora riesci ad indovinare la mia natura? »
« Sembri un demone...
ma... »
« Facciamo
così... Se
riuscirai ad uccidermi lo saprai. Ma se vincerò io, oltre che a morire, dovrai
rassegnarti a guardare in faccia i tuoi amici mentre
muoiono. »
« Cosa
accresce in te tanto odio? »
« Questo non lo saprai mai. Qualunque sia il vincitore.
»
« Che stupida… »
Non era
cosa poi troppo difficile da indovinare.
Continua…
*Lo ricorderanno coloro che seguono/hanno
seguito il manga di Saiyuki Reload,
vero?^^
AA. La scena
in cui Ichigo [
Strawberry ] strofina
la bocca di Goku, in cui chi vuole può vedere
qualcosa e chi non vuole può tranquillamente
farne a meno, è dedicata a una persona in particolare,
che probabilmente non leggerà mai questa fic.
Solo, volevo che ci fosse.
Special Thanks
to:
Kaho_chan: Grazie mille
per le bellissime recensioni che mi lasci, mi caricano ogni volta al massimo!
Le impressioni dettagliate che mi offri ogni volta
sono impareggiabili, sul serio.
Per la
coppia, beh, leggi a fondo pagina. =) Anch’io amo
assurdamente il pairing Gojyo/Zakuro,
anche perché ogni volta è una sfida farli interagire, essendo loro così diversi… Ma mi intrigano terribilmente, non ci posso fare
nulla. ù_u Tornerò anche sul rapporto Doku-Gojyo, mi è sempre piaciuto
pure quello.
Così come
amo giocare sul Mint-Ichigo. Mi piacciono tutti
insomma. U_U
Nemmeno io
amo molto la neko girl, ma in questo capitolo l’ho
lasciata in pace, quanto meno per accontentare anche i suoi fan! XD
Ultima
cosa, lo prometto: sto amando la tua Shika/Tema. Appena
finisco di leggerla, commenterò.
Killkenny: Un
incredibile grazie anche a te! Ho letto la tua fic, è mi è davvero piaciuta
(perché l’hai interrotta?? ç_ç
nooooo!), e ora la tua opinione, per me, vale ancora
di più! A-DO-RO leggere le supposizioni che fai alla
fine di ogni capitolo, mi entusiasma davvero! Quindi,
ti prego, continua a farle!^^
Per quanto
riguarda il Mondo Angelico, beh, un accenno c’era anche in questo capitolo… E
presto approfondirò la questione!
You’re right,
ringraziamo il caro Kou per l’alleanza, ma non il
dottor Nii per ciò che seguirà.
Io lovvo Zakuro… e pure Gojyo…
Chissà
perché i personaggi che adoro, sono sempre quelli che torturo di più…! *smirks*
AyaCere: Una Mint/Sanzo? Ti dirò che l’idea
m’incuriosisce! XD Vedremo dove mi porterà questa storia!
Mi dispiace, alla fine ho deciso di non uccidere Berii… almeno non ancora. :evil grin:
Tornerò a
giocare sul rapporto Mint-Ichigo, ma se devo essere sincera, non vedo proprio l’ora di dedicarmi
approfonditamente alla Gojyo/Zakuro!
XD
Grazie
davvero delle recensioni, mi fanno felice ogni volta!^^
Un “grazie” anche a
tutti quelli che leggono.
Vi chiedo comunque un commentino, anche piccolo, per farmi sapere cosa
ne pensate, cosa volete da questa fic, e migliorarmi sempre!
Ultima cosa.
Qualcuno mi ha chiesto se poteva scrivere qualcosa sul pairing Gojyo/Zakuro.
La risposta è sì.
Non solo: mi piacerebbe davvero lo faceste.
Amerei scoprire come altre persone
renderebbero la coppia e il crossover.
Quindi, l’invito è aperto a tutti.
Se avete intenzione di farlo,
avvertitemi, e io correrò a leggere la vostra storia.
Per gli Spin off (o missing moments) di questa fanfic, la risposta
è ugualmente sì.
Purché mi avvisiate ovviamente.^^
Ora ho davvero finito.