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Autore: Mao chan    07/05/2008    2 recensioni
Siamo nell'epoca Sengoku.
Nulla è ciò che sembra, tutto può rivelarsi un'illusione. Io uccido senza provare pietà. Lo faccio senza una ragione. Nulla mi tiene legat* alla vita.
Era l'unico modo per sfogare l'odio che teneva in corpo.
L'unico modo…
I capelli completamente viola… Lo sguardo completamente viola… Grandi orecchie e coda da lupo, a simboleggiare la sua natura angelica, voglie nere sul volto a simboleggiare quella demoniaca.Il fischio della frusta nel vento demoliva alberi e rocce. Il piacere di saettare nell'aria, e il vento che le scompigliava gli empi capelli.
«Così è questo il motivo per cui non potevi venirmi a trovare sta notte.»
Si fermò improvvisamente e si girò di scatto, le liquide iridi d'ametista atterrite.
Era stata scoperta.

Questa è la storia di anime guidate dal destino. Chi non ha mai pianto imparerà a piangere, e chi non ha mai amato forse imparerà ad amare.
Crossover con Saiyuki.
Genere: Azione, Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zakuro Fujiwara/Pam
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Socchiuse appena gli occhi, facendo filtrare nella sua mente una luce metallica e malsana, che le trafisse il cervello, annebb

INFINITE SCUSE PER IL MEGA RITARDO!

Ma ormai credo l’abbiate capito: l’ispirazione per questa fic mi colpisce all’improvviso, e non so mai quando.

Alla fine, per gli interessati, piccolo annuncio.

 

Caputolo di pura transizione.

Non per questo meno importante.

 

Chap. 8

Fear and other stupid things

Written by Mao chan

 

Socchiuse appena gli occhi, facendo filtrare nella sua mente una luce metallica e malsana, che le trafisse il cervello, annebbiandole la vista.

« Finalmente ti sei ripresa, mia cara. »

Quella voce viscida e fastidiosa la raggiunse strisciante.

Richiuse gli occhi, tentando di chiamare a sé gli ultimi ricordi.

La missione, certo. Il suo obbiettivo l’aveva sorpresa durante uno dei suoi sfoghi notturni.

Quel lurido ibrido dagl’occhi rosso sangue…

La voce di Ryo nelle orecchie, il dolore.

E poi, il nulla.

Tentò di muoversi, ma qualcosa le bloccava i polsi e le caviglie a un inferriata.

« Mi dispiace, tesoro, sei immobilizzata. So che non saresti mai fuggita, intendiamoci… Ma sai, non sarei uno scienziato se non prendessi delle precauzioni, nel mio lavoro. »

Qualcosa le sfiorò il fianco nudo.

Somigliava terribilmente a un dito.

Zakuro voltò lentamente il capo, sforzandosi di mettere a fuoco la stanza.

Scorgeva diversi monitor, e le pareti grigie odoravano schifosamente di una qualche sostanza chimica.

« Chi sei? »

Parlare le risultò più difficile di quanto immaginasse.

La testa le pulsava, e si sentiva le membra intorpidite.

« Mi hai drogata? »

La risatina lasciva che seguì le sue domande le diede il voltastomaco, ma allo stesso tempo, la fece rabbrividire.

« Ogni cosa a suo tempo, dolcezza. Io mi chiamo Nii Jeni, sono uno scienziato, e non vedo l’ora di condurre interessanti esperimenti su di te. Tranquilla, sono sicuro che apprezzerai. »

E, chissà perché, Zakuro non ne fu affatto sicura.

*

« Spiegamelo di nuovo. » cominciò Sanzo. Sulla guancia, una vena che pulsava pericolosamente. « Perché dovremmo astenerci dal proseguire il nostro poco piacevole viaggio verso ovest, e restare qui a fare da balia a degli angioletti? »

Il bonzo era appoggiato al bancone del locale (o almeno, di ciò che ne rimaneva), le braccia incrociate e i capelli dorati ad adombrargli il volto.

Davanti a lui, stavano un Gojyo dall’espressione paradossalmente conciliante, un Goku confuso, e un Ryo vagamente annoiato.

Nelle stanze superiori, Ichigo, Retasu e Mint, che erano state le prime a riprendersi, con la collaborazione di Keiichiro e Tasuku, avevano medicato efficientemente le compagne ferite e Hakkai, tuttavia ancora costretti a letto.

« Beh, Sanzuccio, davvero non capisco perché tu faccia tante storie. Si tratta solo di trovarli, scambiare un paio di paroline amichevoli con Kou, farci ridare la ragazza e magari anche qualche Sutra, e il gioco è fatto! »

« Sono io che non capisco, idiota di un kappa. Perché? »

« Non abbiamo bisogno del vostro aiuto. » asserì Ryo.

In ogni caso, non credo ci sia più nulla da fare.

 

« Oh, sì che ce l’avete, invece! » lo rimbeccò il rosso in tono sprezzante, poi tornò a rivolgersi a Sanzo.

« Un tentativo. Almeno per capire. Potrebbe rivelarsi un’arma pericolosa per noi! Ricordi il periodo in cui Koujaiji aveva subito il lavaggio del cervello*? Non è stata una battaglia felice… Chi ci assicura che non possano usarla nello stesso modo? »

Il biondo lo scrutava truce.

« E anche se fosse? »

Gojyo cercò disperatamente di richiamare alla mente un qualsiasi pretesto per portare avanti le sue argomentazioni, ma arrampicarsi sugli specchi non era mai stato il suo forte. Troppo scivolosi.

« Uffa, io ho fame. E mi annoiate. Perché non ammetti che quella ragazza ti piace, pervertito di un kappa? Almeno la finiamo con questi discorsi inutili. » si lamentò Goku, sospirando.

Gli sguardi dei due biondi si diressero all’improvviso sul ventiduenne.

Dannato ragazzino.

« E va bene, va bene! » si affrettò a dire lui, imbarazzato « Ammetto di essere parecchio frustrato. Non sono riuscito a sedurla, se proprio volete saperlo. Se non dovessi riuscirci, sarebbe una macchia indelebile sul mio onore! »

« C’è anche un’altra cosa che forse dovresti sapere, Sanzo. »

La voce di Hakkai era giunta strana alle loro orecchie, a causa della ferita al collo, ma perfettamente riconoscibile.

L’uomo era sulle scale, accanto a lui c’era Retasu nella sua forma umana, con indosso la divisa del cafè.

« Hakkai! Come ti senti? »

« Meglio, grazie Goku, non preoccuparti. » rispose questo, sorridendo.

« Cos’altro dovrei sapere? »

Il moro scese gli ultimi gradini, sempre accompagnato da una silenziosa Retasu.

« In privato. »

Sorrise dolcemente all’espressione di disappunto di Gojyo.

Sanzo gettò un’occhiata al mezzo demone, poi si appartò qualche istante con Hakkai.

Per un attimo, un lampo di disappunto percorse i suoi occhi.

Ryo li osservò, all’erta, cercando di coglierne i gesti e le parole.

« Allora è per questo? » chiese il monaco, indirizzando un’occhiataccia al capellone.

« Ma che diavolo…? »

« Cos’è? Solidarietà tra le minoranze? » commentò acido, di nuovo rivolto ad Hakkai.

« Ehi! » esclamò Gojyo « Si può sapere di che diavolo state parlando? »

« Se andiamo a prendere questa ragazza, smetterai di rompere? »

« Sì, ma… »

Sanzo sospirò.

« Che mi tocca a fare a causa dei compagni di squadra che mi hanno rifilato i Sanbutsushin! »

« Grazie, Occhi-Suadenti! »

« Vuoi morire? »

« Sì, anch’io ti voglio bene. »

Il proiettile si conficcò sul muro alle spalle del demone biondo.

Ha…sparato davvero?!

*

Mint srotolò lentamente le bende dalla spalla di Berii, per poi impregnare quelle pulite in una vaschetta di disinfettante poggiata sul comodino.

La bionda mugolò leggermente.

« Tranquilla, sei fuori pericolo. » sussurrò l’altra, applicandole la nuova fasciatura.

Erano quattro giorni che Berii non si riprendeva, ma grazie le conoscenze mediche di Hakkai e Keiichiro, erano riusciti a fermare le varie emorragie, esterne e non, per poi prescriverle degli antidolorifici, che non le permettevano si riaversi completamente.

Era davvero conciata male, doveva aver subito un attacco orrendo.

 

« Mi dispiace. » aveva detto Goku, con occhi spenti, mentre guardava la sagoma di Keiichiro affaccendarsi attorno al letto dell’angelo.

« Mi dispiace, io… Non ho capito più nulla quando ho visto Hakkai a terra, sanguinante, e… »

« Non ti devi scusare. » sorrise l’uomo. « Siamo avversari, lei ha quasi ucciso un tuo compagno. Non ti devi scusare. »

 

La ragazza-lorichetto guidò lo sguardo verso il cielo soleggiato, perso.

I cinguettii degli uccelli la raggiungevano allegri e cristallini, e la stanza era inondata di luce. Non vi era nemmeno una nuvola.

« Vorrei che Zakuro potesse vedere questo cielo, adesso. » mormorò, la mente smarrita nei raggi di sole che le schiarivano gli occhi blu mare.

« Non ha mai visto una mattina primaverile? »

Mint sussultò, indietreggiando di parecchi metri dall’entrata.

Istintivamente, si portò una mano tra le scapole, pronta a sganciare il Dispositivo di Controllo che le permetteva di mantenere la sua forma umana.

« Sha Gojyo. » ringhiò, in direzione del mezzo demone. « Che diavolo vuoi? »

« Ehi, ehi, calmati. Non siamo in guerra, adesso. »

« Non siamo in guerra ancora, vorresti dire. »

Lui scrollò le spalle.

« Come ti pare. » accennò alla figura di Berii, priva di sensi. « Come sta? »

Mint lasciò ricadere le bracci lungo il corpo, ma continuò a scrutarlo con sguardo ostile.

« Si riprenderà. »

Il silenzio s’impadronì nuovamente della stanza.

L’angelo era tesa, nervosa, pronta a scattare all’attacco al più piccolo segno di aggressività da parte del rosso.

Ma c’era una domanda che la divorava da dentro, una domanda a cui aveva ricevuto solo risposte insoddisfacenti, e sapeva che lui era l’unico in grado di colmare quel dubbio snervante.

E poi, voleva sapere com’era andata davvero.

« Che è successo quella notte? »

Sorpreso dalla frase improvvisa, Gojyo la guardò perplesso.

« La notte in cui hai combattuto contro Zakuro. Che è successo? »

Il ragazzo afferrò una sedia, e vi si lasciò cadere sciattamente, estraendo dalla tasca un pacchetto di sigarette e un accendino.

« Abbiamo fatto sesso sfrenato finché non ci hanno poco gentilmente interrotto. »

Furente, la ragazza avanzò decisa verso di lui, e con un gesto secco della mano, gli strappò la sigaretta dalle labbra.

« Non hai letto i cartelli? In questo locale è vietato fumare! »

Gojyo, sconcertato da tanta rapidità, rimase con l’accendino a mezz’aria ancora per qualche secondo.

« E ora, se non ti dispiace, dimmi com’è andata veramente. »

Sottolineò l’ultima parola con un che di minaccioso, e lui decise di non contraddirla più.

« ErAbbiamo… discusso, diciamo così, per un’oretta. Dopo di che, quando il clima ha cominciato sul serio a scaldarsi… - occhiata lasciva – lei è svenuta. Non so cosa sia successo, è accaduto tutto troppo velocemente. » ammise.

Mint abbassò gli occhi.

Lei sapeva.

Fu solo per un secondo, poi tornò a fronteggiarlo con espressione strafottente. Ma quell’esitazione non sfuggì al demone, che ne prese mentalmente nota.

« Poi sono giunte delle vecchie conoscenze. Il mio fratellastro, sai. È un tipo davvero strano… Ovviamente, stava accompagnando il suo principino, quel Kougaiji. »

« Kougaiji? Il figlio di Gyumaho? » chiese Mint, impressionata.

« Sì, proprio lui. »

« Che…? »

« Non lo so. » la interruppe il rosso, sospirando esasperato. « Non ne ho idea. Ha detto delle cose strane, del tipo “Questa ragazza giace priva di sensi ai miei piedi”, e poi l’ha sollevata e l’ha portata via. »

Mint lo guardò disgustata.

« E tu non hai fatto niente per impedirlo, giusto? »

« Che avrei potuto fare! » disse lui, scandalizzato. « Ho provato a reagire, ma Dokugaku mi ha impedito di avvicinarmi, e si sono dileguati velocemente. »

Sguardo scettico di lei, un sopracciglio curato scattò verso l’alto.

« Hai sfondato una vetrata. »

Tono solenne di lui.

« Beh, sono cose che succedono. »

*

« Ora che siamo soli, puoi dirmi la verità, venerabile Sanzo. Perché hai deciso di aiutarci? »

Il monaco non rispose, limitandosi ad aspirare dalla sua sigaretta, gli occhi viola fissi sul paese, al di là della vetrata rotta.

« Un locale tanto pregiato, sfigurato in questo modo. Darete nell’occhio, immagino. Non temete che vi salti la copertura? »

Ryo scrollò le spalle, chino su alcuni monitor portatili, poggiati sul bancone.

« Demoni. » disse distrattamente, digitando una password. « Cose che succedono, no? »

« Mh. »

Il bonzo si avvicinò, prendendo posto su uno dei tavoli ancora integri.

Tranquillamente, caricò la shoreiju.

« Continuo a chiedermi cosa ci faccia un demone in un posto come questo. »

Il ragazzo ridacchiò.

« Ci lavora. »

« Me ne domando la ragione. »

« Sai, bonzo, contrariamente a quanto tu possa pensare, non c’è nessun secondo fine. »

« Non ci crederei nemmeno se ne andasse nella mia vita. »

« E io non credo che tu abbia accettato di aiutarci solo perché il tuo amico si è preso una sbandata per Zakuro. »

« Ragionevole. »

In quel momento, Keiichiro entrò nel salone.

« Ryo! »

Sul viso gli si leggeva un misto di rabbia e incredulità. Un goccia di sudore brillò sulla sua fronte.

« Ryo, devi venire. Subito. »

« Che succede? »

« Un messaggio dal Regno Angelico. Scendi. »

Il demone si fece serio. Annuì.

« Mi dispiace lasciarla sola, sua eccellenza! » disse ironicamente, rivolto al monaco. « Sarò da lei quanto prima, si senta libero di fare come fosse a casa sua. »

Ma non ficchi troppo il naso in giro.

« Mh. Che rompiscatole. »

*

« Signor Hakkai, come si sente? »
« Bene, grazie signorina Midorikawa. »

« Mi chiami Retasu. »

« Grazie, Retasu. »

Ichigo guardò la ragazza, infastidita.

C’era davvero bisogno di entrare in confidenza? Dopotutto, loro erano pur sempre il nemico, e il nemico, prima o dopo, va eliminato.

Non si trattava che di una tregua momentanea, nonostante ciò la innervosisse molto.

« E le vostre compagne? »

« Purin si è ripresa completamente. Berii non ancora, ma ormai è solo questione di tempo. »

« Ne sono felice. » rispose lui, sorridendo.

Le porte della cucina, lì accanto, si spalancarono.

Ne uscirono una Purin e un Goku decisamente sazi.

« Purin, accidenti! » la chiamò la leader, fingendosi arrabbiata e recuperando un po’ del suo buon umore.

« Ti sei sporcata tutta! Vieni qui. »

Le pulì affettuosamente il viso impiastricciato di soba e okonomiyaki (che poi non capiva come si potessero accostare due pietanze simili), mentre quella se la rideva beata.

« Ah, Goku, anche tu non sei stato da meno. » constatò serenamente Hakkai.

Il giovane demone lo guardò con la sua classica aria idiota.

Sorprendentemente, Ichigo gli si accostò, e prese a strofinare anche i contorni della sua bocca, sebbene meno delicatamente.

« Siete due scimmie! »

Era più alto di lei, e quindi la ragazza dovette alzarsi in punta di piedi per completare l’opera, ma in poche strofinate, anche in viso di Goku fu come nuovo.

« Grazie. » tentò lui, un po’ confuso.

« Non è un problema. Per un po’ faremo squadra, giusto? »

Lei sorrise e trotterellò via.

*

« Fantastico. Davvero fantastico. » commentò Ryo, nell’oscurità dello scantinato.

« Cosa facciamo? »

Il demone scaricò un pugno su un tavolino di legno, che si schiantò a terra sul colpo.

« Ryo… »

« Non cambia assolutamente niente! » gridò lui, tentando si trattenere l’ira. « Niente. Facciamo ciò che ci eravamo prefissati. »

« Ma il Mondo Angelico… »

« Chi se ne fotte degli angeli! »

« Non saranno disposti a tollerare… »

Il biondo si voltò di scatto, facendo zittire l’altro.

« Non starò ai loro ordini. Non questa volta. Vengano pure a prenderci, se gli pare. »

« Cosa ne faccio del messaggio? »

« Buttalo. Ormai non vale più nulla. »

*

Zakuro era stata drogata di nuovo, e di nuovo si svegliò con la testa che sembrava scoppiarle per il dolore.

Questa volta, fortunatamente, era sola.

Sola in quel fottuto laboratorio informatico, pieno di apparecchi elettronici e le loro fottutissime luci al neon che le trafiggevano gli occhi come lame, nonostante la penombra circostante.

Faceva freddo.

Se fosse stata una ragazza normale, probabilmente avrebbe urlato, pianto.

Ma lei non era una ragazza normale.

Lei era Mewzakuro.

Percepì di essere tornata alla sua forma normale.

Cercò di guardarsi l’ombelico, per vedere se qualcuno le aveva applicato il Dispositivo di Controllo, ma fu colta dai conati di vomito, e rinunciò.

Non le importava di morire, pensò.

Infondo, non era mai stata viva. Morire non avrebbe fatto alcuna differenza.

Ciò che non voleva assolutamente, era perdere la propria dignità.

 

Ma sentiva che, in quel lurido posto, l’avrebbero spogliata di tutto.

*

 

« Domani andremo a cercare Zakuro. »

 

« Domani andremo a stanare Kougaiji. »

 

Nonostante non riuscisse a capire perché i due leader biondi del gruppo demoniaco e di quello angelico si ostinassero a contraddirsi ogni volta che ne esisteva la possibilità, Tasuku aveva intuito che quelle due frasi avevano circa lo stesso significato.

Si sentì quasi un genio.

Tuttavia, il troppo rifletterci sopra lo privò dell’equilibrio: perse il controllo dei roller e cadde a terra, mandando tutte le stoviglie che trasportava a schiantarsi sul pavimento.

« Giusto, questo posto non era già abbastanza distrutto. » sospirò Ichigo, esasperata. « Ma per fortuna ci sei tu, Tasuku! »

« Mi dispiace! » si scusò lui, raccogliendo velocemente i cocci.

Gojyo entrò nella stanza, la sigaretta accesa tra le labbra.

La ragazza sorrise, raccolse un frammento di ciò che una volta era stato un piatto e glielo scaraventò contro.

Il demone si gettò di lato appena in tempo.

« Ma se scema?! »

« In questo locale NON-SI-FUMA! » scandì lei, urlando.

« Okay, okay. »

Il rosso spense la sigaretta.

Il fumo le manda fuori di testa.

Ichigo incrociò le braccia sul petto, con aria contrariata.

« Voi demoni mi fate venire il nervoso! Ve ne fregate sempre di tutto! »

Afferrò la giacca e aprì la porta del locale.

I campanellini rotti trillarono in modo stonato.

« Ichigo…? »

« Vado a prendere un po’ d’aria. »

La porta sbatté alle sue spalle.

« Mio Dio. Come fai a sopportare questa gente? » chiese Gojyo, accendendosi una sigaretta.

« Suppongo che dopo un po’ ci si abitui. » rispose Tasuku, con un sorriso.

L’altro si sedette a un tavolo.

« Tu sei umano? »

« Già. »

« E cosa ci fai qui? »

Il ragazzino smise di raccogliere le stoviglie rotte.

« Sono il fidanzato di Berii. »

« Berii è la ragazza ancora priva di sensi? »

« Sì… »

Per un attimo, sul volto di Tasuku passò un ombra.

« Comunque si riprenderà del tutto. »

Rimasero in silenzio per un po’, uno concentrato sul fil di fumo che gli saliva dalle labbra, l’altro intendo a non lasciare frammenti di vetro sul pavimento.

« Tu invece sei un demone, giusto? »

Gojyo aspirò.

« Non esattamente. »

« Sei un meticcio? »

« Cosa te lo fa pensare? »

Tasuku si sedette a terra, lo sguardo rivolto verso il suo interlocutore, l’espressione serena.

« Ho sentito dire che le vie di mezzo si distinguono dal colore degli occhi e dei capelli. E tu hai dei capelli davvero particolari. Anche gli occhi, ora che li vedo meglio. »

Gojyo non rispose. Si limitò ad osservarlo.

Il ragazzino sembrò sprofondare nei suoi pensieri.

« Non l’avevo capito subito, in realtà. Credevo che il colore della proibizione fosse il viola. »

 

« Cosa devi dirmi, Hakkai? »

 

« Viola…? »

Nella mente del mezzo demone, qualcosa cominciò a prendere forma.

« Sì, esatto. Ma Retasu mi ha spiegato che si tratta di una cosa diversa. Come Zakuro. »

Quegli occhi d’ametista, così freddi…

« Che c’entra Zakuro? »

E i capelli.

Lunghi, lisci…

Viola.

 

« Credo di conoscere il motivo per il quale Gojyo è tanto attratto da quella ragazza. Anche se, probabilmente, lui non se ne rende conto. »

 

« Come, non lo sai? »

Tasuku era sorpreso.

« Credevo fosse questo il motivo per cui insistevi tanto per aiutarci a trovarla. »

Il rosso lasciò cadere la sigaretta.

« Che motivo? Dannazione, spiegati chiaramente! »

 

« Spiegati chiaramente, Hakkai. »

« Certo, scusami Sanzo. Tempo fa ne avevo sentito parlare, ma mi è tornato in mente solo ora. »

 

« Zakuro… »

 

« Quella ragazza… »

 

« …è una figlia della proibizione come te. »

 

« Il viola simboleggia il sacrilego incrocio tra la natura angelica e quella demoniaca. »

« Stai dicendo che è una figlia del tabù al pari di Gojyo? »

« Sì. Esattamente questo. »

 

Gojyo si lasciò ricadere contro lo schienale della sedia.

 

« Sapevo che non eri un'umana. »

« Ma che bravo... ed ora riesci ad indovinare la mia natura? »

« Sembri un demone... ma... »

« Facciamo così...  Se riuscirai ad uccidermi lo saprai. Ma se vincerò io, oltre che a morire, dovrai rassegnarti a guardare in faccia i tuoi amici mentre muoiono. »

« Cosa accresce in te tanto odio? »

« Questo non lo saprai mai. Qualunque sia il vincitore. »

 

« Che stupida… »

Non era cosa poi troppo difficile da indovinare.

Continua…

 

 

 

*Lo ricorderanno coloro che seguono/hanno seguito il manga di Saiyuki Reload, vero?^^

 

 

AA. La scena in cui Ichigo [ Strawberry ] strofina la bocca di Goku, in cui chi vuole può vedere qualcosa e chi non vuole può tranquillamente farne a meno, è dedicata a una persona in particolare, che probabilmente non leggerà mai questa fic.

Solo, volevo che ci fosse.

 

Special Thanks to:

 

Kaho_chan: Grazie mille per le bellissime recensioni che mi lasci, mi caricano ogni volta al massimo! Le impressioni dettagliate che mi offri ogni volta sono impareggiabili, sul serio.

Per la coppia, beh, leggi a fondo pagina. =) Anch’io amo assurdamente il pairing Gojyo/Zakuro, anche perché ogni volta è una sfida farli interagire, essendo loro così diversi… Ma mi intrigano terribilmente, non ci posso fare nulla. ù_u Tornerò anche sul rapporto Doku-Gojyo, mi è sempre piaciuto pure quello.

Così come amo giocare sul Mint-Ichigo. Mi piacciono tutti insomma. U_U

Nemmeno io amo molto la neko girl, ma in questo capitolo l’ho lasciata in pace, quanto meno per accontentare anche i suoi fan! XD

Ultima cosa, lo prometto: sto amando la tua Shika/Tema. Appena finisco di leggerla, commenterò.

 

Killkenny: Un incredibile grazie anche a te! Ho letto la tua fic, è mi è davvero piaciuta (perché l’hai interrotta?? ç_ç nooooo!), e ora la tua opinione, per me, vale ancora di più! A-DO-RO leggere le supposizioni che fai alla fine di ogni capitolo, mi entusiasma davvero! Quindi, ti prego, continua a farle!^^

Per quanto riguarda il Mondo Angelico, beh, un accenno c’era anche in questo capitolo… E presto approfondirò la questione!

You’re right, ringraziamo il caro Kou per l’alleanza, ma non il dottor Nii per ciò che seguirà.

Io lovvo Zakuro… e pure Gojyo

Chissà perché i personaggi che adoro, sono sempre quelli che torturo di più…! *smirks*

 

AyaCere: Una Mint/Sanzo? Ti dirò che l’idea m’incuriosisce! XD Vedremo dove mi porterà questa storia!

Mi dispiace, alla fine ho deciso di non uccidere Berii… almeno non ancora. :evil grin:

Tornerò a giocare sul rapporto Mint-Ichigo, ma se devo essere sincera, non vedo proprio l’ora di dedicarmi approfonditamente alla Gojyo/Zakuro! XD

Grazie davvero delle recensioni, mi fanno felice ogni volta!^^

 

Un “grazie” anche a tutti quelli che leggono.

Vi chiedo comunque un commentino, anche piccolo, per farmi sapere cosa ne pensate, cosa volete da questa fic, e migliorarmi sempre!

 

Ultima cosa.

 

Qualcuno mi ha chiesto se poteva scrivere qualcosa sul pairing Gojyo/Zakuro.

La risposta è sì.

Non solo: mi piacerebbe davvero lo faceste.

Amerei scoprire come altre persone renderebbero la coppia e il crossover.

Quindi, l’invito è aperto a tutti.

Se avete intenzione di farlo, avvertitemi, e io correrò a leggere la vostra storia.

 

Per gli Spin off (o missing moments) di questa fanfic, la risposta è ugualmente sì.

Purché mi avvisiate ovviamente.^^

 

Ora ho davvero finito.

  
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