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Autore: RedMarauder    05/12/2013    18 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Questo capitolo è dedicato a una ragazza molto speciale
Una ragazza che ha scoperto questa storia
E ha deciso di sostenermi, ma
Cosa più importante,
ha deciso di condividere con me una cosa bellissima: l’amicizia
grazie Hoon21
 
 
 
 
Capitolo 13
Hogwarts: Teatro di Complotti
 
 
 
 
 
 
 
Hogwarts era sempre stata un teatro di complotti. Hermione aveva imparato a convivere con questa consapevolezza fin dal primo anno, quando un professore, la cui testa era condivisa con Lord Voldemort, aveva tentato di rubare la Pietra Filosofale. Durante il suo secondo anno, era stata pietrificata da un Basilisco che vagava per i corridoi tentando di ammazzare i Mezzosangue. Il terzo anno era stato il teatro della fuga clamorosa di quello che ormai lei considerava con un parente un po’ pazzo, ma sempre pronto a schierarsi dalla parte giusta e coraggioso quanto lo stesso Godric Grifondoro. Durante il Torneo Tremaghi era stata assillata da una giornalista che lei stessa aveva ricattato e imprigionato.
Ormai, Hermione Granger era consapevole del fatto che, a Hogwarts, non si potesse passare un anno tranquillo. Perciò aveva fondato l’ES assieme a Harry e Ron senza preoccuparsi troppo e aveva dato inizio a quello che sarebbe stato un ennesimo anno contornato di complotti, guerre, fughe e avventure.
Aggiungi Fred Weasley e otterrai l’anno più strano della tua vita in questa scuola!
Hermione pensò che più di così non potesse peggiorare. Ma si sbagliava!
Perché quello fu l’anno di complotti peggiori di quelli di Raptor, o di Barty Crouch Jr., o della Umbridge e del Ministero. Fu l’anno in cui gli studenti divennero i protagonisti dei complotti!
L’azione spregevole di Tiger era avvenuta sotto gli occhi dell’intera scuola. I Grifondoro e i Serpeverde, già nemici per principio, entrarono in guerra aperta. Corvonero e Tassorosso si schierarono dalla parte dei Grifondoro, specialmente i membri dell’ES. Furono molti gli studenti che si astennero dal prendere posizioni decisive, ma a nessuno di loro venne in mente di difendere Tiger. Il ragazzo, per la cronaca, uscì nei corridoi durante la cena del martedì. Il suo ingresso in Sala Grande fu accolto da un improvviso silenzio. Camminando a testa bassa, scortato da Goyle, Zabini e Malfoy, Tiger prese posto al tavolo dei Serpeverde e non parlò per tutta la sera. I suoi compagni di casa, al contrario, tenevano la testa alta e sfidavano con lo sguardo il resto della scuola, come a dimostrare che erano lì per difenderlo e che non avrebbero esitato a contrattaccare. I professori trattennero il fiato, consapevoli che il loro intervento sarebbe potuto diventare necessario. Sorprendendo tutti, gli studenti tornarono a chiacchierare tranquilli, pensando ognuno ai fatti propri. Tranne George e Lee, che Ron, Harry, Dean, Seamus e Neville dovettero afferrare per braccia e gambe, costringendoli a starsene buoni sulla panca.
Tiger l’aveva scampata a cena, ma non fu così per il resto della settimana. Durante l’esercitazione del mercoledì sera, l’ES passò quasi metà del tempo a pensare a un modo per farla pagare a Tiger. Il silenzio di Hermione fu incoraggiante. Nemmeno lei era contenta del fatto che Tiger potesse vagare ancora sereno per i corridoi. Sapeva anche le ragioni che avevano portato Silente a quella conclusione e lo ricordò a Harry. Insieme, decisero che i membri  dell’ES dovevano essere tenuti allo scuro dei dettagli, ma comunque avvisati: qualunque vendetta si tramasse per Tiger, doveva essere qualcosa di contenuto. Harry usò la scusa dei punti, della Coppa delle Case e del rischio di essere espulsi. Nessuno ebbe qualcosa da ridere. A parte George e Lee..
Fred continuava a starsene solo in infermeria. Le ossa erano ricresciute, la ferita era stata rimarginata e rimaneva solo una cicatrice pallida dell’incidente avvenuto. Madama Chips lo costrinse a rimanere fino al venerdì mattina, perché continuava a dire che era troppo debole, pallido e che aveva bisogno di riposo. La verità era che Fred rimaneva sveglio quasi tutte le notti e non per il dolore..
Hermione gli portava i compiti tutti i pomeriggi, quasi sempre accompagnata da un membro dell’ES che voleva salutare Fred, cosa che lo indisponeva da morire. Poi, sgattaiolando sotto il Mantello dell’Invisibilità (Harry se ne uscì più volte con esclamazioni simili a “Silente doveva regalarlo a te!”) tornava in infermeria per passare la notte con lui. Stavano insieme per ore, discutevano perché Fred si rifiutava di bere le pozioni contro il dolore, parlavano di tutto ciò che accadeva fuori dalle mura dell’infermeria e..be’ Fred era decisamente guarito! Hermione si sorprese: insomma, era stato disarcionato da un Bolide solo qualche giorno prima, eppure la sua prestanza fisica sembrava non averne risentito! Non che la cosa le dispiacesse..
Ma le notti insonni passate con lui in infermeria ebbero le loro conseguenze. Mentre mezza scuola si divertiva a muovere guerra ai Serpeverde, Hermione Granger crollava addormentata praticamente ovunque. Durante la ricreazione del martedì, si addormentò sulla spalla di Harry. Non prese appunti durante storia della magia e, se non fosse stato per Lee, sarebbe stata travolta in pieno da un secchio di lumache carnivore che un gruppetto del terzo anno di Grifondoro aveva scagliato contro Daphne Greengrass e Pansy Parkinson. Lee passò quasi una settimana a vantarsi dei suoi riflessi pronti e Hermione passò quasi una settimana a ripetere che sarebbe riuscita a evitarlo da sola, anche se non era vero. Era talmente stanca da non accorgersi quasi di niente.
Fortunatamente, Harry, Ron, Ginny e gli altri la tenevano aggiornata su ogni vicissitudine. La sera, in Sala Comune, non si parlava d’altro. Allo scadere della settimana, la Casa Serpeverde aveva perso molti studenti!
Tiger, e gli era andata decisamente bene, portava i segni di un’indigestione di Fondenti. George ammise di essere riuscito a trasfigurarli in dolcetti e di aver aggiunto alla formula iniziale del Pus di Bubotubero, altamente infiammante. Hermione ricordava benissimo il dolore provocato dal Pus e sorrise soddisfatta al pensiero di ciò che doveva aver provato Tiger.
Malfoy era svenuto durante Astronomia, apparentemente per pura coincidenza. Si scoprì, invece, che il merito era stato di alcuni studenti di Corvonero del quinto anno che, durante la lezione, erano riusciti a somministrargli una potente Pozione Soporifera brevettata da loro. Madama Chips impiegò ben quattro giorni per svegliarlo.
Montague svanì. In senso letterale! Nessuno sapeva dove fosse finito. I professori andarono su tutte le furie. La McGranitt tallonava i Grifondoro prima e dopo le sue lezioni, continuando a ripetere che chiunque avesse informazioni su Montague avrebbe dovuto parlare. Gli insegnanti arrivarono dalle suppliche alle minacce, poi tornarono alle suppliche. Una sera, Silente ricevette un gufo. Su una pergamena era stato scritto che Montague era entrato, per caso, in un Armadio Svanitore. Fu ritrovato e portato in infermeria in stato confusionale. Silente lo annunciò il giovedì sera a cena, precisando che il colpevole non era stato catturato. Ma Hermione, Harry e Ron videro il Preside avvicinarsi a George fuori dalla Sala Grande e sussurrargli: - Signor Weasley, la prossima volta non mandi Errol a consegnare il messaggio!-
Con un sorriso benevolo e un occhiolino, Silente si congedò. George voltò lo sguardo verso il trio e scosse le spalle con un sorriso divertito.
- Non so di che parla!- borbottò, ma ammiccò nella loro direzione.
Warrington scivolò, per sbaglio, su una buccia di banana stregata che continuava a seguirlo e a infilarsi sotto la sua scarpa. Il risultato furono due fratture del bacino e una della gamba. Fu costretto a due giorni di Ossofast. (“Questa sì che è una vendetta!” aveva commentato Fred, quando Hermione glielo aveva raccontato.)
Una delle scene più disgustose avvenne durante il pranzo del venerdì, a poche ore dalle dimissioni di Fred dall’infermeria. Inspiegabilmente, il piatto di carne di Goyle si trasformò in un groviglio di vermi, insetti, ragni e scarafaggi. La professoressa McGranitt intervenne subito, mentre un Goyle terrorizzato sveniva ai piedi della panca. Mentre Piton raccoglieva Goyle dal pavimento, la McGranitt camminò rapida verso il tavolo dei Grifondoro, con la scusa di avvisare gli studenti del terzo anno che avrebbero dovuto portare un vecchio libro alla sua lezione. Quando raggiunge il tavolo, li squadrò tutti uno per uno, fece il suo annuncio per il terzo anno e poi rivolse un’occhiata a Hermione e amici vari.
- Non so chi sia stato di voi..ma complimenti: almeno ora so che imparate qualcosa durante le mie lezioni!- mormorò. Dopo un mezzo sorriso, si voltò di scatto e tornò al suo tavolo.
I ragazzi si guardarono sorpresi fra di loro, cominciando a chiedersi se la McGranitt fosse impazzita.
- Peccato non sia stato davvero uno di noi!- esclamò Seamus. – Per una volta che quella donna ci fa un complimento..-
Hermione sorrise e abbassò lo sguardo, la bacchetta era appena svanita nella tasca interna del mantello..
Alzando lo sguardo, Hermione vide George guardarla con un’espressione allibita e fiera al tempo stesso. Hermione gli rivolse un rapido occhiolino, facendolo ridere.
Altri studenti di Serpeverde furono protagonisti di strani avvenimenti, come tappeti stregati che slittavano sotto i loro piedi, o gradini che scomparivano, o porte che non si aprivano. Qualcuno ricevette una cascata di fegati di rane in testa. Altri furono inseguiti da scope stregate che li picchiavano con il bastone. Altri furono attaccati da stormi di pipistrelli.
E nessuno fu punito. I colpevoli erano abili a nascondersi. La Umbridge diventava sempre più nervosa e infuriata, tanto che arrivò a punire una classe intera, sbraitando che fosse certa che uno di loro avesse attaccato ingiustamente una ragazza di Serpeverde che passava in quel momento. In realtà, punì le uniche persone che non avevano fatto niente perché la ragazza era scivolata realmente per sbagliato!
Nonostante le minacce della Umbridge, la guerra non si placò fino al venerdì sera, quando Silente prese parola a cena, annunciando che l’infermeria era piena di studenti, Serpeverde e non, e che il signor Weasley era uscito, sano come prima. Non aveva senso continuare in quel modo. Promise che non ci sarebbero state conseguenze per i vari attacchi subiti fino a quel momento, ma che, d’ora in poi, ogni studente sarebbe stato punito con l’espulsione se fosse stato beccato a fare qualcosa di simile.
Da quel giorno, la guerra cessò.
 
 
Fred fu riaccolto in Sala Grande con un frastuono degno di una partita di Quidditch. Hermione alzò gli occhi al cielo, pensando all’esagerazione di applausi e grida, ma si ritrovò a battere le mani sorridendo.
In Sala Comune, Fred fu costretto a salutare tutti e a ricevere abbracci festanti anche da bambini alti la metà di lui. Colin Canon chiese addirittura una foto da mandare ai suoi genitori, a cui avrebbe scritto che l’eroe di Grifondoro era sano e salvo. Harry prese in giro Fred per quasi due giorni.
Le quattro oche del terzo anno avevano perfino scritto una lettera a Fred mentre era in infermeria. Hermione fu tentata di bruciarla, ma avrebbe solo scatenato l’ego già smisurato di Fred, il quale, comunque, non le risparmiò una certa dose di battute.
Fred riuscì a liberarsi dei suoi ammiratori solo verso le undici. Hermione e gli altri erano radunati sulle poltrone accanto al fuoco. Li raggiunse con un sorriso così raggiante che Hermione desiderò di essere assorbita dal libro di Trasfigurazione.
- E’ bello avere degli ammiratori!- esclamò, sedendosi fra lei e George.
Il gemello sorrise. – Ti ammirano perché sei cascato come un idiota da una scopa. Non c’è più religione!-
Lee scarabocchiò qualcosa sul suo tema di Pozioni e poi alzò la testa. – Comunque la Umbridge è fuori di sé. Il discorso di stasera di Silente ha calmato le acque prima che lei potesse punire qualcuno!-
Harry scosse la testa. – Tanto se la prenderà con me prima o poi!-
Ron gli diede una pacca sulla spalla. – Sta tranquillo, Harry. Insomma, tu non hai fatto niente questa volta! Non può prendersela con te, no?-
Hermione alzò lo sguardo. – Sicuramente sarà più vigile del solito! Se solo rimandassimo..-
- No Hermione!- gridarono tutti insieme, all’unisono.
Ginny sorrise al broncio di Hermione e le disse. – La festa non si rimanda!-
- Ma..- tentò lei di nuovo.
- Granger, bisogna festeggiare il mio ritorno!- commentò Fred.
- Non ti pare di aver già festeggiato abbastanza?- sbottò lei, prima di potersi trattenere.
George, Ginny e Harry passarono lo sguardo da Hermione a Fred, indecisi se ridere o peggiorare la situazione. Fu George a prendere una decisione, ovviamente proprio quella che Hermione si aspettava.
- Quando avrebbe festeggiato, scusa?-  chiese, con una malizia che Lee e Ron non notarono.
Hermione arrossì e Ron, sempre il solito ficcanaso, aggiunse: - E’ vero! Infondo non lo abbiamo festeggiato come si deve!-
Hermione parve riprendersi. – E’ uscito vivo dall’infermeria, non ha vinto un encomio speciale per i Servigi Resi alla Scuola!- sbottò. Miracolosamente, riuscì a sviare l’argomento. Perché lei e Fred avevano festeggiato il suo ritorno. Ma a nessuno dei presenti, tranne loro due, era dato sapere il come!
Fred scrollò le spalle. – Eppure ero sicuro che Silente me ne dedicasse uno!-
Lee alzò gli occhi al cielo. – Ti hanno mai detto che sei un tantino egocentrico?-
Fred ghignò. – Oh sì, c’è chi me lo ripete ogni giorno!-
Ammiccò in direzione di Hermione, ma lei non si scompose di un millimetro.
- Evidentemente non serve a molto!-
- Dietro le critiche si nasconde sempre un complimento, Granger!-
- Ne dubito, se la critica riguarda te, Weasley!-
- Era esattamente quello che intendevo! In realtà mi hai appena elogiato!-
Hermione lo fissò allibita. – Tu hai segatura al posto del cervello!-
- Ok, questa era una critica e basta!- ammise, annuendo divertito.
Tutti scoppiarono a ridere, tranne Ron. Hermione lo fissò con sommo orrore. Guardava lei e Fred, la confusione traboccante dai suoi occhi azzurri.
- Da quando voi due vi punzecchiate in questo modo?-
Hermione non ricordava ciò che aveva provato quando il Basilisco l’aveva pietrificata, ma doveva essere veramente molto simile a quello che stava provando in quel momento!
Fred, impassibile come sempre, rispose: - E’ un Prefetto! Siamo praticamente nemici per natura!-
Ron aprì bocca per parlare, ma Harry, deciso a tergiversare, si alzò in piedi e afferrò un foglio di pergamena sul quale erano stati scritti i nomi delle persone che avrebbero partecipato alla festa e un elenco di tutte le cose che sarebbero servite.
- Ora basta perdere tempo, abbiamo alcune cose da definire per domani!- disse il Prescelto.
I sospetti di Ron furono seppelliti dall’argomento “Festa” e Hermione provò l’innato impulso di mettersi a ridere per il sollievo. Ron e Lavanda erano ufficialmente una coppia, eppure Hermione nutriva il sospetto che se Ron avesse scoperto cosa succedeva realmente fra lei e Fred, la guerra con i Serpeverde di quella settimana, a confronto, sarebbe sembrata un’innocente partita a scacchi!
Mentre il resto del gruppo si concentrava sulla festa, Fred rivolse a Hermione uno sguardo carico di significati. Sospirò sollevato e le sorrise. Lei alzò gli occhi al cielo e tornò a concentrarsi sul libro di Trasfigurazione, ignorando gli sguardi divertiti di Ginny.
Dopo quasi un’ora, il gruppo si disgregò per raggiungere le stanze e andare a dormire. Poco prima di salire le scale, Fred mormorò all’orecchio di Hermione. – Io e te ci vediamo fra poco!- . Lei annuì e salì le scale con Ginny. Attese fino  all’una e poi tornò in Sala Comune. Fred la aspettava su una poltrona davanti al camino ormai quasi spento. Le sorrise e, senza dire niente, la prese per mano. Uscirono dalla Sala Comune e presero la strada che portava al ripostiglio nascosto che Fred aveva scoperto con George.
- Dovresti ringraziarmi, Granger!- disse Fred, chiudendo la porta. – Ti ho salvata da morte certa!-
- Ron è innamorato di Lavanda!- ribatté lei.
- Benissimo, allora perché non gli dici di noi?- la provocò.
Quel “noi” scatenò in lei una serie imprevista di emozioni contrastanti. Decise di sorvolare sulle implicazioni di quella semplice parola e sul perché lui l’avesse usata. Hermione si appoggiò alla parete con le braccia incrociate e si prese qualche minuto per riflettere, concentrandosi per capire come avrebbe potuto reagire Ron a una notizia del genere. Alla fine ammise: - Perché ci ucciderebbe!-
Fred allargò le braccia in modo eloquente e le sorrise. – E poi le cose fatte di nascosto sono le migliori!- mormorò, avvicinandosi.
- Oh sì certo!- sbottò lei con sarcasmo. – Soprattutto se gli unici a saperlo sono il tuo gemello e tua sorella!-
- George non lo direbbe mai a nessuno!- lo difese lui.
- Nemmeno Ginny, non è questo il punto!-
Fred scoppiò a ridere. – Be’ George ha una certa raccolta di battute che si è preparato, ma le sta riservando per i momenti migliori!-
Hermione chiuse gli occhi e sprofondò sul pavimento, strisciando contro la parete. Adesso sì che poteva stare tranquilla!
Fred si inginocchiò davanti a lei e sorrise.
- Avanti Granger! Prendila con serenità!-
Lei lo fulminò con lo sguardo, senza rispondere. Sempre sorridendo, Fred si avvicinò e la baciò dolcemente.
- Odio mentirgli!- borbottò Hermione, quando Fred scese sul suo collo.
- Tecnicamente, non stai mentendo a Ron: il tuo è una specie di segreto!- mormorò lui sulla sua pelle.
- Tecnicamente, è la stessa cosa!- sbottò Hermione.
- No Granger! È diverso!- ribatté lui, fra un bacio e l’altro.
- Ci ucciderà..- si lamentò lei, trattenendo un sospiro quando la lingua di Fred passò sotto il suo orecchio. Lui nemmeno le rispose. Continuò a baciarle il collo, mentre le sue mani risalivano i fianchi e si insinuavano sotto il maglione.
- Sempre se non lo farà prima la Umbridge..- aggiunse Hermione, chiudendo gli occhi.
- Andrà tutto bene..- sussurrò lui, continuando a torturarle il collo.
- No, non andrà tutto bene! Verremo espulsi..- si lamentò.
Fred morse la sua pelle. Un sospiro.
- Dovrò tornare a casa..-
La sua lingua scese lungo il suo collo.
- Mi spezzeranno la bacchetta..-
Un altro morso leggero sulla pelle. Un altro sospiro.
- Dovrò tornare fra i Babbani e..-
Con un sospiro teatrale, Fred strinse i denti sulla sua pelle e poi succhiò lentamente il suo collo. Il respiro di Hermione si fermò e un’improvvisa vertigine la travolse.
- Finalmente sono riuscito a tapparti la bocca!- mormorò lui, l’ombra di un sorriso nella voce. – E poi ti lamenti di me..-
- Io mi lamenterò sempre di te!- sussurrò lei, chiudendo gli occhi e sorridendo. – E’ una questione di principio!-
Ridendo, Fred risalì lungo il suo collo e tornò sulle sue labbra.
- Pensi di poter rimandare le lamentele a più tardi?- sussurrò sulla sua bocca.
Sorridendo, Hermione rispose. – Proverò a fare questo sacrificio..-
Fu davvero molto semplice. Hermione si ritrovò stesa sul gelido pavimento di pietra, il corpo di Fred a contatto con il suo. Come sempre, i pensieri di Hermione si spensero e l’oblio la avvolse. Era superfluo pensare che potesse esserci spazio per altro che non fossero le sue mani, o le sue labbra, o il suo corpo. Ogni cosa era superflua, punto e basta. Slacciò lentamente i bottoni della sua camicia e accarezzò la sua pelle. Come poche ore prima, si ritrovò a passare le dita sulla cicatrice pallida che riluceva sul suo torace. Era tutto ciò che rimaneva di quel brutto incidente, eppure Hermione provò una fitta di paura al ricordo. Una paura che venne scacciata quando le labbra di Fred scesero sulla sua pelle nuda. Quando le aveva tolto la camicia? Hermione non si soffermò più di tanto a pensarci. Era vivo. Stava bene. Stava molto bene, a giudicare da ciò che le sue labbra stavano facendo. Era inutile preoccuparsi. Scacciò ogni cosa dalla sua mente e lasciò che l’oblio tornasse. Persa in quel vortice di desiderio e passione, dimenticò il freddo del pavimento, la durezza della pietra e il sibilo del vento che scuoteva il castello, all’esterno. Dimenticò di essere in un ripostiglio segreto, nel bel mezzo di un corridoio di Hogwarts. Le mani di Hermione cercarono i suoi capelli. Sorrideva ogni volta che pensava alle sue dita bianche fra quelle strie rosse. Immaginava, ogni volta, di passare le mani fra le fiamme vive, che le restituivano il calore cercato. Era come se potessero veramente scaldarla. Era così strano e magico da non necessitare di una spiegazione logica. Fred tornò a baciarla e le mani di Hermione scesero a spogliarlo del tutto. Le sue dita accarezzarono i suoi muscoli tesi e si soffermarono di nuovo sulla cicatrice. Questa volta, non provò nessuna paura. Sorridendo a se stessa, strinse la presa sul suo corpo e lo avvicinò al suo. Fred la baciò e le accarezzò un fianco. Le sue dita disegnarono un cerchio invisibile sulla sua pelle, poi la strinsero e la sua mano scivolò dietro la schiena. La stava proteggendo dal pavimento duro e freddo. Quel gesto, per quanto apparentemente semplice, colpì Hermione con la stessa forza di un uragano. Perché era un gesto premuroso, perché era dolce, perché..non lo sapeva nemmeno lei il perché. E quando Fred entrò in lei, smise di pensarci. Non aveva senso. Sentì la mano di Fred scaldarsi sulla sua pelle. Non riusciva ancora ad abituarsi a quella sensazione unica che l’avvolgeva ogni volta che lo sentiva dentro di sé. Era un senso di appartenenza unico, un’emozione perfetta. Si sentiva completa. Non sarebbe mai stata così completa con nessun altro, Hermione ne era sicura. Come poteva? Fred era perfetto..era perfetto quando la baciava, era perfetto quando la toccava,quando la accarezzava, quando si muoveva in lei..e quella perfezione era come ossigeno per lei. Ne aveva bisogno, per quanto le costasse ammetterlo. E lui lo sapeva. Fred lo sapeva. Nonostante scherzassero, entrambi sapevano di non poterne fare a meno.
Hermione non aveva bisogno di dirlo a voce alta. Fred poteva capirlo dai suoi baci, dal suo tocco, dal suo abbraccio. Poteva capirlo da tante cose. Riusciva a vedere la verità dietro le bugie. Hermione mentiva con la bocca e rivelava con lo sguardo. Ed era consapevole che lui potesse leggere quella verità. Quindi che senso aveva dirla a voce alta? Tanto valeva nascondere la sua insicurezza dietro a una menzogna e lasciare che lui, con un sorriso, cogliesse quella verità.
Perché, in realtà, Hermione non aveva veramente nulla di cui lamentarsi..
 
 
 
 
Tornarono nella Sala Comune quasi un’ora dopo. Invece di salire nel dormitorio, rimasero seduti su una poltrona molto vicina al fuoco. O meglio, Fred aveva afferrato la prima poltrona che aveva trovato e l’aveva avvicinata al fuoco, poi si era seduto e aveva trascinato Hermione su di sé, imprigionandole un polso. Seduta a cavalcioni su di lui, Hermione lanciava continui sguardi alle scale e aguzzava l’udito ogni volta che poteva, intenta a cogliere strani suoni o segnali di movimento. Effettivamente, Hermione pensò che, se qualcuno fosse sceso all’improvviso, lei non sarebbe stata abbastanza veloce da uscire da quella posizione compromettente! Nel caso in cui si fosse trattato di Ron, pensò, avrebbe usato un incantesimo. Magari se ne sarebbe pentita. O magari no!
Fred stava chiacchierando tranquillo, ma si interruppe, quando la vide adocchiare le scale con lo sguardo per l’ennesima volta.
- Granger rilassati! Non scenderà nessuno!- borbottò Fred, posandole un bacio sotto l’orecchio.
- Perché sottovaluti sempre le situazioni?-
- Non le sottovaluto, affronto semplicemente tutto a testa alta!- rispose beffardo. Hermione alzò gli occhi al cielo.
– Comunque, avevo ragione su Montague: lo trasferiranno al San Mungo!-  proseguì Fred.
Hermione trattenne una smorfia preoccupata. – Ma guarirà?-
Fred la fissò allibito. – Granger dici sul serio?-
- Insomma è che..è pur sempre uno studente e..- tentò di spiegarsi, poi sbuffò. – Guarirà sì o no?-
- E’ solo confuso, gli passerà! Hanno guarito di peggio, al San Mungo!- rispose lui, poi sorrise. – Se ti preoccupi così per quella zucca vuota, non oso immaginare cosa ti è successo quando è stato il mio turno!-
Quell’insinuazione divise la mente di Hermione fra rabbia crescente e paura selvaggia. Hermione gli rivolse un’occhiata spavalda, fingendosi padrona della situazione.
- La tua vanità sta sfiorando livelli preoccupanti, Weasley!-
- Stai tergiversando, Granger!-
- Ero preoccupata!- rispose tranquilla. – Come tutti!-
Fred le sorrise, ma non aggiunse altro. Sollevò la testa dallo schienale, avvicinandosi a lei, e la baciò. C’era qualcosa di profondamente significativo in quel bacio, ma Hermione non riuscì a capire di cosa si trattasse. Fred aveva evitato commenti sprezzanti e imbarazzanti, non l’aveva presa in giro e non aveva scherzato. La stava semplicemente baciando. Doveva essere un messaggio. O forse Hermione stava vaneggiando.
Lentamente, Fred si allontanò dalle sue labbra e le sorrise.
- Non preoccuparti per me, so cavarmela!-
Hermione aggrottò la fronte. – Oh sì, ho notato..- borbottò
Fred rise piano e la baciò di nuovo. – Non mi farò ammazzare da un Bolide, te l’ho già detto Granger!-
Hermione scosse la testa esasperata. – Non so se te ne sei accorto, Weasley, ma la cosa non mi preoccupa più di tanto!- mentì lei.
Fred ghignò ma si astenne dal commentare. – A proposito di preoccupazioni, ne abbiamo una piuttosto importante!- aggiunse serio.
Hermione trattenne il fiato e attese leggermente nervosa che proseguisse.
- Domani!- disse Fred, semplicemente.
Le sopracciglia di Hermione si sollevarono. Fred era preoccupato per la festa. Fred Weasley era preoccupato per il fatto che avrebbero infranto le regole. Forse Madama Chips si era sbagliata! Non era guarito! Aveva subito gravi danni al cervello e nessuno se n’era accorto!
Fred aprì la bocca e Hermione posò due dita sulle sue labbra, interrompendolo.
- Tu sei preoccupato per la festa di domani?-
- No, non per la festa!- sbottò, inorridito.
Hermione sospirò di sollievo. – Santo cielo, è stato peggio di vederti precipitare dalla scopa!- esclamò, portandosi una mano sul cuore.
- Molto divertente, Granger!-
- Non stavo scherzando!-
- Come vuoi! Non sono preoccupato per la festa in sé..-
- Per cosa allora?- chiese scettica.
Il ghigno malizioso che le rivolse, le gelò il sangue.
- Mi preoccupo per te!-
- Per me?- chiese lei, perplessa.
- Granger, sei incredibile! Tu che esci di testa sempre per ogni minima cosa....non riesci a vedere una situazione potenzialmente pericolosa nella festa di domani?-
- Espulsione a parte?- commentò sarcastica.
- Granger saremo tutta la notte chiusi nella Stanza delle Necessità!-
Hermione lo fissò con un’espressione confusa. Non capiva davvero dove stesse andando a parare.
Fred alzò gli occhi al cielo e aggiunse: - Saremo chiusi nella Stanza. Dormiremo vicini..al buio..ma non da soli..- azzardò, contando ogni punto sulle dita di una mano.
Hermione passò lo sguardo dalla sua mano al suo viso e sorrise tranquilla. – Ti preoccupi davvero per questo?-
- Mi prendi in giro? Tu non sei preoccupata?- chiese allibito.
- Certo che no!- rispose lei, beffarda, mentre la sua mente brillante cominciava a visualizzare  veramente il quadro completo. – Tanto per cominciare non dormiremo vicini. Anzi, probabilmente non dormiremo affatto. E anche se accadesse, comunque saprei trattenermi!- aggiunse spavalda, incrociando le braccia al petto.
Fred le rivolse uno sguardo carico di sarcasmo. – Sei davvero brava a trattenerti, Granger! Infatti il viaggio dall’infermeria alla Sala Grande è stato piuttosto breve. Non siamo capitati per sbaglio in nessuna aula vuota!-
- Ok, piantala!- sbottò lei offesa.
Ghignando, Fred le accarezzò i fianchi e risalì la sua schiena. La stava palesemente provocando. Hermione strinse i denti con forza, cercando di impedire al suo corpo di reagire.
Resta concentrata!
- Quindi se io minassi improvvisamente alla tua forza di volontà, tu riusciresti a resistermi?- chiese, fingendosi serio.
Hermione scosse le spalle ma strinse con più forza le braccia. – Certo!-
Con un sorriso, Fred insinuò le dita sotto la camicia di Hermione. Le sue mani fredde sollevarono la pelle d’oca sulla sua pelle e un brivido le risalì la spina dorsale. Hermione impedì ai muscoli di contrarsi, impedì al suo corpo di reagire. Ci riuscì per puro miracolo!
- Se mi avvicinassi a te, nel buio più completo, e cominciassi ad accarezzarti?- la provocò, la voce bassa e suadente.
Lei sorrise, un sorriso talmente teso che persino Fred capì quanto le fosse costato. – Non mi lascio certo sconvolgere da una carezza!-
Con l’indice, Fred risalì lentamente la spina dorsale di Hermione, mentre la mano sinistra le slacciava la camicia.
- E se ti spogliassi?-
- Non mi farebbe né caldo né freddo, Weasley!-
Pessima scelta di parole, Hermione!
Perché era quello che provava ogni volta che lui la toccava. Caldo e freddo. Fuoco e brivido. Davvero una pessima risposta, dovette ammetterlo! E fu peggio vedere un senso di vittoria farsi strada negli occhi di Fred.
- E se ti baciassi?- continuò, mormorando.
Le sue labbra scesero sul suo collo e la sua lingua risalì la sua pelle fino all’orecchio. Hermione chiuse gli occhi, aggrappandosi alla sua razionalità. Chiese al cervello di rimanere vigile, ma sembrava un’impresa impossibile. Chiudere gli occhi aveva peggiorato la situazione, perché, privati dello sguardo, gli altri sensi si amplificarono.
Bella mossa, Hermione!
L’udito colse più vivamente il crepitio di ciò che rimaneva del fuoco acceso nel camino. Riuscì a sentire il profumo dei capelli di Fred: un misto di neve fresca, erba tagliata e qualcosa di dolce che a Hermione ricordava una torta. Tutti i Weasley profumavano sempre di torta, Hermione se ne stupiva ogni volta che le capitava di avvicinarsi a loro e sentire quell’odore. La pelle rabbrividì quando la lingua di Fred la accarezzò, ogni sua cellula assimilò quel contatto. Chiudere gli occhi l’aveva isolata dal resto della stanza. Il buio della sua mente era stato pervaso da quelle sensazioni. E cedere stava diventando la soluzione più facile. Non era vigile.
Vigilanza costante!
Quelle parole risuonarono nella sua mente, riecheggiando in ogni angolo e scacciando temporaneamente il calore. Malocchio! Hermione arricciò le labbra disgustata, più con se stessa che con la situazione in generale. Pensare a Malocchio, aggrapparsi a quel pensiero, mentre Fred le accarezzava la schiena e le baciava avidamente il collo...era un affronto bello e buono! Era come violare una legge molto importante, la cui unica condanna poteva essere solo l’ergastolo ad Azkaban! Ma doveva fare qualcosa, doveva rimanere sveglia, doveva controllarsi.
Perché? A pensarci bene, non lo sapeva..
Fallo e basta!
- Grattastinchi ti ha mangiato la lingua?- sussurrò Fred, al suo orecchio.
Vigilanza costante! Pensa a Malocchio...pensa a Grimmauld Place...alle teste mozzate degli Elfi..
- Oh scusa, è che mi sono distratta..pensavo al tema di Aritmanzia!- disse Hermione, più tranquilla di quanto lei stessa si aspettasse.
Ridendo, Fred cercò il suo sguardo. Incatenò gli occhi a quelli di Hermione, che si sentì letteralmente spogliare dal suo sguardo.
- Pensi di poter resistere?- chiese lui, sfidandola con gli occhi.
Hermione sorrise. – Devo essermi persa nei miei pensieri. Di cosa stavamo parlando?- ribatté lei.
Hermione quasi si pentì di averlo sfidato. Effettivamente, ormai, avrebbe dovuto capire che Fred Weasley non andava sfidato, per nessuna ragione al mondo! Ma Hermione aveva la testa dura e il suo orgoglio Grifondoro, spesso, parlava prima della razionalità.
Con un ghigno malefico, Fred rapì la sua bocca in un bacio ardente che la scosse nel profondo. Aveva abbandonato i gesti lenti e misurati. Non aveva senso torturarla lentamente. L’avrebbe trascinata semplicemente sull’orlo della follia. Hermione si aggrappò spaventata alle sue spalle, quando Fred scattò improvvisamente in piedi. Le afferrò le gambe e la tenne saldamente stretta a sé. Hermione istintivamente strinse le gambe attorno ai suoi fianchi. Il braccio di Fred risalì lungo la sua schiena, proteggendola mentre si inginocchiava sul tappeto. La abbandonò delicatamente sulla stoffa ruvida e salì su di lei, baciandola con più intensità.
Hermione impiegò qualche secondo a riprendersi. Le girava la testa. Molto forte.
Grimmauld Place..le teste degli Elfi...Fierobecco...volare...hai paura di volare!
Richiamò a sé le immagini di quando era salita sul dorso dell’animale, o su una scopa. Ricordò la sensazione di terrore che aveva provato. Venne spazzata via quando la mano di Fred percorse la sua gamba nuda. Uscendo dallo stanzino del corridoio, non si era preoccupata di rimettersi le calze.
Altra saggia mossa, Hermione!
Senza esitare, le dita di Fred risalirono la coscia e arrivarono sotto la gonna.
Il Tranello del Diavolo sta cercando di uccidere i tuoi migliori amici...
Un morso sul suo collo e  poi le dita di Fred scivolarono dentro di lei..
Voldemort è tornato...
Una fiamma esplose in lei, travolgendola. Istintivamente, afferrò il polso di Fred con la mano tremante, mentre impediva a se stessa di lasciarsi sfuggire un gemito. Strinse le labbra con forza, cercando di calmare il suo stesso respiro.
La Umbridge minaccia di torturarvi..
Le dita di Fred la torturarono senza pietà, senza esitazioni, calde, passionali..non poteva resistere. Non poteva sottrarsi a lui. La stava trascinando sempre di più nell’oblio più completo. E non si sarebbe fermato. Avrebbe continuato fino a farla impazzire. Hermione lo sapeva, ne era consapevole. Non avrebbe resistito ancora per molto..
Poi, improvvisamente, tutto cambiò.
Sorridendo sulle sue labbra, Fred la accarezzò lentamente, lasciandole il tempo di respirare, di riprendersi. Lasciandole il tempo di arrendersi..
Hermione si aggrappò a quella tregua con tutte le sue forze. La sua mano tornò a stringere il polso di Fred e lo allontanò da sé. Azzardò un sorriso, che si perse fra i sospiri e lo guardò, sfidandolo per l’ennesima volta. Sbagliando, per l’ennesima volta. Col senno di poi, Hermione capì che, dietro quella sfida, c’era solo il desiderio di provocarlo a dare davvero il meglio di sé. Dietro l’orgoglio, si nascondeva il desiderio perverso che la tormentava. Infondo, era proprio così che tutto era cominciato..
Con un rapido scatto, Hermione spinse Fred di lato e invertì le posizioni. Poi lo afferrò con forza per i lembi della camicia e lo obbligò a sollevare la schiena. Stringendo saldamente la stoffa fra le dita, lo baciò. Le sue mani le circondarono i fianchi e la strinsero. Hermione sentì la sua erezione pulsare fra le sue gambe, ma riuscì a non distrarsi.
- Non mi sto arrendendo..- mormorò Hermione sulle sue labbra, sospirando.
Fred le prese il viso fra le mani e l’attirò di nuovo a sé, baciandola con passione. Hermione strinse le dita attorno alle sue spalle. Il suo bacino si mosse involontariamente e strisciò contro il suo. Una scossa le attraversò le vene.
- Ne sei sicura?- sussurrò lui, scendendo sul suo collo.
Hermione sorrise. – Mi sto semplicemente prendendo ciò che voglio..- ammise.
Le labbra di Fred si fermarono. Hermione sapeva che lui aveva capito. A volte si chiedeva se Fred potesse praticare la Legilimanzia anche senza bacchetta..
Il vero significato della parole di Hermione era chiaro: lo voleva, ma non poteva arrendersi a lui, perché era troppo orgogliosa per farlo. Eppure quel desiderio era talmente incessante e logorante da non lasciarle altra scelta. Perciò doveva sfidarlo. Doveva essere Fred a infrangere quella barriera di orgoglio. Come aveva sempre fatto..
- E’ la stessa cosa, Granger!- la prese in giro, ricominciando a baciarle il collo.
Fra i sospiri, Hermione riuscì a dire. – No, non è la stessa cosa..-
- Sì, lo è..-
- Weasley chiudi quella bocca...- mormorò.
Fred sorrise e risalì la sua pelle, fino a trovare le sue labbra. La baciò con un’intensità che travolse Hermione come un’ondata di acqua calda. La testa le girava. Con mani tremanti, spinse Fred verso il basso. Ormai non importava più chi stesse giocando, chi stesse conducendo quella sfida, né chi si stesse arrendendo. Gli ultimi vestiti caddero e rimasero semplicemente loro, continuamente sedotti da quello strano gioco che avevano iniziato, continuamente attratti l’uno verso l’altra. Hermione non si preoccupò nemmeno del fatto che erano in Sala Comune, dove chiunque avrebbe potuto vederli. Perché, in realtà, era come se non ci fossero. Quello era il loro momento, il loro istante..
Il bagliore labile del fuoco rifletté la sua luce color tramonto sulla loro pelle. E mentre un fuoco si stava spegnendo, un altro venne acceso e arse più di ogni altro. In quello spazio, esistevano solo loro, scaldati dalle fiamme.
Non poteva esistere nient’altro..
 
 
 
 
 
Hermione capì che alzarsi da quel tappeto sarebbe stata una vera impresa. Lo immaginò al primo tentativo, quando Fred la afferrò per i fianchi e la strinse di nuovo a sé, baciandole una spalla. Lo pensò al secondo tentativo, quando Fred finse di aiutarla ad allacciare la camicia, ma approfittò di quel momento per accarezzarle ogni centimetro di pelle scoperta. Lo capì del tutto al terzo tentativo, quando Fred la aiutò ad alzarsi, ma solo per afferrarla di nuovo e stendersi sul divano con lei sopra.
Al quarto tentativo, Hermione minacciò di pietrificarlo.
- Sei una guastafeste!- borbottò lui divertito.
- Sono le tre del mattino!- ribatté lei.
In Sala Comune regnava il buio più completo. Una fiamma evocata da Hermione volteggiava pigramente accanto a loro. La sua luce azzurrina rischiarava solamente il divano e una parte del tappeto. Hermione posò lo sguardo sul ruvido tappeto e scosse la test, afflitta.
- Domani è sabato, possiamo dormire!- le ricordò Fred.
- Domani dovremo essere svegli e vigili o ci ritroveremo espulsi, così!- gemette lei, schioccando le dita.
Fred sorrise e si alzò dal divano, portandola con sé. Era incredibilmente forte, Hermione cominciava a rendersene conto. Quando furono finalmente in piedi, si chinò a baciarla.
- Non riuscirai a starmi lontana!- disse con un ghigno, riprendendo un discorso che sembravano aver affrontato mille anni prima.
Hermione lo fissò con un sorriso beffardo. – O forse, sarai tu non a riuscirci!-
- Non sfidarmi, Granger!-
- E tu non sottovalutarmi, Weasley!- 
Si sorrisero contemporaneamente e si avvicinarono.
- Sto per dire una cosa di cui mi pentirò per sempre!- mormorò Fred.
Hermione rimase immobile, il cuore improvvisamente spento.
Oh cielo..
- E sarebbe?- chiese, nascondendo il terrore dietro ad un tono apparentemente sicuro.
Fred sorrise e le accarezzò la guancia. Si chinò leggermente e sfiorò le sue labbra. Era un tocco leggero, delicato, così lento che Hermione pensò che il tempo si fosse fermato.
Poi gli occhi di Fred cercarono i suoi. Le sorrise di nuovo.
- Resisterti è più difficile di quanto pensassi!- confessò.
Quelle parole furono come un fulmine in pieno petto. Il suo cuore riprese a battere rapidamente. Prima che potesse controllarle, le sue labbra si stesero in un sorriso. Hermione sentì il suo corpo più leggero e una strana, calda sensazione di beatitudine la invase. Fred la guardò con un’intensità che la fece arrossire. Si sentì ridicola. Sapeva di avere un’espressione del tutto idiota, ma non se ne preoccupò più di tanto.
La baciò un’ultima volta, poi si allontanò, camminando all’indietro verso le scale.
- Buonanotte, Granger!-
- Buonanotte, Weasley!- rispose lei.
Appena lo vide sparire, si diresse verso le scale del dormitorio femminile. Si infilò sotto le coperte, del tutto vestita. Non aveva voglia di cambiarsi. Voleva semplicemente chiudere gli occhi e addormentarsi, cullata da quella sensazione che continuava ad aleggiare nella sua mente. E nel suo cuore.
Prima di scivolare nel sonno, Hermione si accorse che, quella sensazione magica, era pura e semplice felicità!
 






 
Dice l’Autrice:
 
 
Salve :)
Capitolo un po’ più corto del solito, lo so! Ma non volevo dilungarmi troppo, anche perché i prossimi capitoli saranno piuttosto lunghi! Questo capitolo è dedicato in particolare a Hoon21 e anche a tutti voi, che continuate a seguire le mie follie e a sostenermi! Grazie davvero di cuore, perché senza il vostro calore questa storia non esisterebbe!
Lascio a voi i commenti e..be’ grazie ancora! :)
Un bacio!
Amy :)
  
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