Capitolo 7: Prigionieri

 

“I-I centauri…” dico io indicandoli dietro di te.

“C-Cosa?” dici tu incredulo e girandoti lentamente per poi sgranare gli occhi e rigirarti di colpo.

Un gruppo di centauri ci guarda ostili, con gli archi puntati e le frecce incoccate pronti a colpirci, l’aria fiera e minacciosa che non promette niente di buono.

“Cosa ci fate qui?” chiede un centauro con capelli e manto neri “Perché invadete i nostri territori?”

“Ci siamo persi…” dico io con timore “Non avevamo nessuna intenzione di entrare nei vostri territori, siamo qui per caso…”

“Ah è così?” domanda lo stesso centauro di prima “E come ci sono finiti due studenti e un cane qui nella Foresta?”

“Bè è una lunga storia…siamo entrati e i ragni ci hanno attaccato ma il cane ci ha messi in salvo…” dico io imbarazzato.

“E come mai siete entrati nella Foresta?” chiede un secondo centauro con il manto castano scuro e la chioma chiara.

“Bè…eravamo al lago e arrivava qualcuno…” dico io arrossendo, sapendo il motivo per cui eravamo in riva al lago.

“Ci siamo persi vi abbiamo detto, e questo basta!” dici tu con finta sicurezza dato che sei impacciato quanto me.

“E poi a che servono tutte queste domande?” rincaro io.

“Ehi, calmatevi!” dice il primo centauro, e gli altri tendono maggiormente gli archi “Dovete portarci rispetto nel nostro territorio!”

Noi due siamo intimoriti ma non ci diamo per vinti.

D’altronde non saranno due cavallucci malfatti a metterci i bastoni fra le ruote…

“Bè noi a questo punto ce ne andremo...” dico io cercando di squagliarmela, ma vengo bloccato dalla voce minacciosa del primo centauro che mi punta la freccia sulla schiena “Io invece non direi…” e continua “Non si può entrare nel nostro territorio e andarsene come se niente fosse, legateli!” ordina poi agli altri centauri che vengono avanti e ci legano sia le gambe che le braccia, a Felpato le zampe, per non farci scappare.

Veniamo issati in spalla e tutto il gruppo inizia a muoversi nel buio della Foresta. Continuano a portarci per ore fino a quando giungiamo a destinazione e ci mettono a terra.

Siamo in una vasta radura in mezzo alla Foresta, con qualche albero quà e là che comunque riescono a far vedere la luna, che muta in cielo osserva le nostre disgrazie, si perché questa sembra un epopea, ma speriamo finisca bene, almeno ripagherebbe tutti i nostri sforzi.

“Draco…” bisbigli tu ridestandomi dai miei pensieri “Draco…”

“Si, Harry?”  ti rispondo io sempre sussurrando.

“Hai idea di dove siamo?”

“No, ma prima di tutto dobbiamo pensare a come facciamo a uscire da questo guaio…” rispondo io.

“Secondo voi che intenzioni hanno?” chiedi tu preoccupato.

“Non so, ma di certo non pacifiche…” risponde Felpato.

“Ritorniamo a pensare a come facciamo ad andarcene…” sussurro io convinto.

“Ehi, zitti voi!” dice secco un centauro che monta la guardia, ma che comunque non è molto attento ai suoi prigionieri.

“Dovremo poter diventare invisibile…” dico io abbassando ulteriormente la voce.

Tu sussulti poi dici sorridendomi: “Draco sei un genio!”

“P-Perché?” chiedo io.

“Il Mantello dell’Invisibilità!” sussurri tu trionfante “Sirius puoi andare a prenderlo?”

Felpato annuisce e tu con una pietra appuntita gli sleghi le zampe.

“Credo sia nella grotta che ci ha nascosto ai ragni…” sussurri piano “Torna presto! E con ilo mantello!”

Felpato si allontana silenziosamente, non visto dalla guardia, per poi dopo essersi allontanato abbastanza cominciare a correre furiosamente.