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Autore: _nihonjin_    05/12/2013    3 recensioni
Mi guarda negli occhi. “Vuoi sapere la sorpresa?”
Eh, sì e che cazzo. Sono venuta dal Giappone fino a Londra! “No, guarda ho percorso più di novemila chilometri solo per farmi una simpatica passeggiata nel centro di Londra e per comprare quella maglia che vidi quel lontano quattro aprile millenovecento cinquanta nel negozietto in fondo alla strada, sai quello che a Natale metteva le decorazioni color oro e argento…” Inizio a blaterare.
Non noto neanche che sta diventando tutta rossa, non so se per la vergogna o per la rabbia. Fatto sta che Niall mi da una gomitata nelle costole. Smetto subito di parlare. Sto per girarmi verso di lui e riempirlo di parolacce quando improvvisamente Mariateresa urla.
“TRA DUE MESI MI SPOSO.”
Giro lentamente la testa nella sua direzione. Non respiro neanche, talmente sono sconvolta. “Oddio, e con chi?!”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia è il continuo di
E se io facessi Sherlock Holmes e tu Watson?

I want know the real you.

“Wow” Niall si lascia sfuggire un mini-commento di apprezzamento per il mio appartamento. “E’…enorme!”
Alzo le spalle e stancamente getto le mie valige sul divano davanti a me. Accendo un po’ di luci mentre il nano continua ad ammirare estasiato quella che sarà casa mia per i prossimi due mesi.
“Com’è possibile, che nel giro di pochi anni…” Inizia, ma si ferma, molto probabilmente per cercare le parole adatte. “Insomma…prima a malapena avevi i soldi per vivere in un sgabuzzino ed ora stai in una reggia.”
Mi lascio sfuggire un sospiro mentre giro nelle altre camere per vedere come sono messe e Niall mi segue a ruota. “In Giappone casa mia è tre volte più grande di questa.” Ammetto, ma non mi lamento. So stare ovunque, infondo.
Decido quale stanza da letto sarà la mia e cambio le lenzuola e le coperte.
Rimane in silenzio, osservandomi attentamente mentre metto la federa al cuscino. Mi danno leggermente fastidio tutte queste attenzioni. Prendo la valigia e mi fissa. La apro e mi fissa. Poso alcuni vestiti nei cassetti e mi fissa. Ancora.
Chiudo gli occhi per un secondo per calmarmi, ma più tento di riallineare i chakra, più mi sale la stizza. Mi giro di scatto verso di lui, ma prima che riesca ad aprir bocca, lui parla.
“I tuoi libri sono stupendi.”
Lo guardo con un occhio che va su e giù per il nervosismo stile cartone animato. “Li hai letti tu, o te lo sei fatto dire da qualcuno?”
Alza le mani. “Giuro che li ho letti io.”
“Perché, sai anche leggere?”
Sbuffa, ma non ci faccio molto caso e ritorno a posare gli indumenti. Cala un pesante silenzio. Non riesco a capire perché, quando faccio una battutina squallida, lui non mi risponda mai. Insomma, sono davvero così terribili?
“Grazie, comunque.” Mormoro, tenendo gli occhi bassi.
Niall sorride. Dovrei cucirgli la bocca per evitargli di illuminare il mondo. Un giorno sicuramente perderò la vista.
“Posso solo sapere come hai fatto a trasferirti in Giappone e a scrivere quei libri?” Mi chiede dopo qualche secondo. Si siede su una poltroncina nella camera. Posando distrattamente lo sguardo da un oggetto all’altro.
“Diciamo che quando mia nonna è morta ha lasciato dei soldi ad ogni nipote. Ho preso la mia parte e sono scappata a Tokyo.” Spiego in fretta.
“I tuoi non hanno detto niente?” Domanda, forse per continuare la conversazione, o forse perché è davvero interessato ai fatti miei. Piccolo pettegolo.
“Ormai sono abituati a non avermi a casa così spesso.” Scuoto il capo, ripensando ai poster sgualciti ancora appesi nella mia camera da adolescente. Mi sembrano passati secoli dall’ultima volta che ho attaccato l’ennesima foto dei ragazzi al muro lilla. Sistemo i bagagli, ormai vuoti, in uno sgabuzzino.
“Comunque, hai scritto dei libri meravigliosi. Sono fiero di te, sai? Non pensavo fossi così…sensibile.” Confessa.
Abbasso il capo trovando improvvisamente le mie scarpe molto interessanti. “Non conosci molti aspetti di me.”
Prendo una scatola e sistemo su uno scaffale i miei cd preferiti. Primo fra tutti Up all night. Guardo Niall per un attimo come un affamato guarda un tacchino vivo il giorno del Ringraziamento. La voglia matta di farlo fuori e mangiarlo con l’insalata di cavoli. Cerco di trattenere una risata per la cazzata appena pensata finché Niall non mi stupisce dicendo una cosa che non mi sarei mai aspettata di sentire pronunciare dalle sue labbra. “Beh, allora voglio conoscerli tutti. Voglio conoscere la vera te.”
I miei occhi si scontrano con i suoi, mentre sul mio viso si fa spazio lo stupore e la meraviglia. Senza accorgermene, faccio cadere un cd di Lady Gaga.
“Questa corazza che hai creato intorno a te nasconde quello che sei.”
Sto zitta, non trovando niente di meglio da dire. Come ha fatto a capire il mio punto debole?
“Perché?” Gli chiedo solamente, non trovando il coraggio di fare alcuna battuta.
Sembra pensarci un po’, dato che assottiglia leggermente gli occhi e sporge il labbro inferiore all’infuori. Assomiglia ad un cucciolo. “Non lo so.” Ammette alzando le spalle, come se la cosa importasse poco.
Mi sento ferita ed esposta. Nessuno ha mai capito prima di lui perché io realmente faccia la dura. Forse l’ha capito quando due anni e mezzo fa piansi davanti l’intera band chiedendo perdono, o forse quando gli confessai i miei sentimenti. Oppure leggendo i miei libri, che è la cosa più probabile.
“Sono stanca.” Dico, raccogliendo da terra il cd. “Voglio riposarmi un po’.”
“Certo.”
Aspetto che se ne vada, ma pare non aver intenzione di muovere un passo. “Da sola.” Scandisco bene le parole.
Lui ritorna sul pianeta terra. “Oh, sì. Scusami, è che…”
“Fa niente.”
“Beh, allora io…ehm, vado.”
Annuisco un po’ incerta. Non voglio che se ne vada, ma non voglio neanche che pensi che mi piaccia ancora. Perché lui non mi piace. Vero?
“Non mi accompagni alla porta?”
Ma che cazz-
“Non sei un bambino, nano irlandese!” Urlo guardandolo male. “La conosci la strada.”
“Ehi, non ti scaldare. Non è colpa mia se la gentilezza non è nel tuo DNA.” E mi fa l’occhiolino.
“Dovresti farti curare il tic all’occhio, biondo.” Gli sussurro spingendolo via. Ridacchia, e non posso fare a meno di fare la stessa cosa. Lo saluto in fretta e vado in bagno. Non sento sbattere la porta, ma poco importa. Ho così tanto sonno che mi addormenterei sulle spine. Forse per questo non ho sentito.
Preparo l’occorrente per la doccia ed apro l’acqua calda, ancora pensando a Niall. Provo una strana rabbia nei suoi confronti, come quando al liceo i più cretini della classe mi prendevano per il culo inventandosi stronzate su stronzate per farmi salire la stizza. Li odiavo. Mi ritrovo a pensare che non voglio arrivare ad odiare anche il nano.
 Vado nella camera per prendere vestiti e biancheria puliti, ma neanche il tempo di attraversare l’uscio che due braccia forti mi stringono. Rimango immobile riconoscendo il profumo di un certo nano irlandese che conosco troppo bene. Il suo profumo sa di…Niall. Non so cosa abbia appena pensato, ma è così. Non riesco a ricondurlo a qualcosa. Mi ritrovo a stringerlo anche io, schiacciando il viso sulla sua maglia e beandomi del calore che emana. E oddio, altro che farfalle nello stomaco. Sono legioni romane e puniche che si stanno uccidendo l’una con l’altra. E non dimentichiamoci di Annibale che scavalca le interiora con gli elefanti. Altrimenti che guerra punica sarebbe.
Nonostante mi senta così scombussolata, e sono sicura che non è il ciclo, non riesco a fare a meno di sentirmi benissimo. Vorrei semplicemente che il tempo si fermasse. Vorrei rimanere così per sempre. Ma purtroppo le cose belle finiscono sempre troppo presto.
Ci allontaniamo, ed è inutile dire che sono più rossa di un pomodoro maturo. Mi prende il viso tra le mani e avvicina le labbra alla mia fronte. Chiudo gli occhi.
“Mi avevi detto che volevi un abbraccio, se non ricordo male.” Mi spiega.
Ecco perché quel gesto così improvviso.
Si allontana e ho quasi l’impulso di fermarlo e di baciarlo su quelle labbra perfette che ha, ma non lo faccio. Mi mordo la lingua, cercando di non tradirmi ancora, chiedendogli di restare. E se ne va. Esce dalla porta e prende l’ascensore senza mai lasciare i miei occhi, finché le ante non si chiudono.
Sospiro, lanciandomi sul divano.
Ho già sofferto abbastanza.
Non posso amarlo.
O forse sì.

“Quindi come ti ha chiesto di sposarti?” Domando a Mariateresa con gli occhi a cuoricino.
Sapevo che un giorno si sarebbero sposati, l’ho sempre detto. Da quando si sono conosciuti quella volta in discoteca. E pensare che se non ci fossi stata io, forse non sarebbe successo proprio niente. Eheheheh. Mi sento un po’ una specie di Cupido, al femminile. Cupidah.
Lei ride, mentre le stritolo il braccio per conoscere i particolari.
“Beh, avevamo litigato il giorno prima, ed io ero freddissima con lui. Figurati, che non gli parlavo neanche più.”
Ridacchio, pensando Mary simile ad un polaretto.
“Non ricordo nemmeno perché discutemmo.” Continua, sorridente. “La mattina successiva, si svegliò prestissimo. Cosa insolita. Svegliò anche me e mi disse di vestirmi in fretta, dato che doveva portarmi subito in un posto.”
“Oddio, voleva farti saltare in aria!” Urlo, ridendo come una cogliona.
Mi guarda male, ma continua a raccontare. “All’inizio non volevo, ma poi mi sono lasciata convincere. Comunque mi portò su un lago. Tipo quello del video in Gotta be you. Hai presente?”
Annuisco. Come dimenticalo?
“E lì abbiamo passato una giornata bellissima. Prima che facesse buio, al tramonto, si è inginocchiato e con l’aria più seria del mondo mi ha detto che mi amava, che lo rendevo felice e poi ha cacciato fuori l’anello.”
Mi mostra l’anello enorme che porta al dito e la mia bocca si apre involontariamente. “Minchia, deve valere una cifra! E’ stupendo.”
La osservo pavoneggiarsi, fiera. E non ha tutti i torti. E’ davvero fortunata. Sono così felice per lei!
“Dopodomani devo andare a scegliere l’abito. E tu verrai con me.” Dice e non vedo l’ora che sia dopodomani.
“Sì, sì, sì, SI’!” Grido, felicissima. “Sarò una perfetta consigliera, te lo prometto!”
Il suo viso ritorna serio come non mai.
“Che vi siete detti, tu e Niall?” Fa la domanda del secolo con una punta di malizia della voce.
Ma che cazzo, perché deve cambiare all’improvviso argomento? Vorrei risponderle ‘ma niente proprio.’, ma sarebbe simile ad una bugia. No, non simile, è proprio una bugia. E poi sanno tutti che le bugie hanno le gambe corte. O era il naso lungo? Vabbè, è uguale.
Sospiro, pronta a raccontarle ogni cosa. Se non lo facessi, mi ucciderebbe.

“Quindi ti ha abbracciata?” Chiede conferma per l’ennesima volta la mia migliore amica, eccitata.
“Se ti dico di sì, è sì.”
Emette un urletto felice e mi trafora i timpani. Non so perché sia così euforica, in fondo è solo un abbraccio tra conoscenti. Ad un tratto si calma e forse sta pensando a qualcosa di davvero importante. Lo vedo dai suoi occhi, le pupille si fanno più grandi, si allargano.
“Lui ti piace ancora, vero?” Domanda scrutandomi attentamente.
Normalmente mi arrabbierei per questo suo essere così diretta, ma ora l’unica cosa che provo è la confusione più totale. Un caos immenso. La lontananza da Niall mi ha fatto davvero bene? Quello di cui sono certa è che non si possono cancellare all’improvviso tanti anni di sofferenze causate dalla sua mancanza. Lo volevo con me, ma lui non c’era. Potrei scrivere un libro intero, no, una saga, solo su questo. Ma non so che risponderle, che cosa dirle. “Non lo so.”
E ho detto la verità. Non ne ho idea.
Sospira, pensando a chissà cosa. Forse che sono più stupida di quel tizio che fece un video tanti anni fa, travestito da banana che urlava e ballava, cantando ‘I’m a banana!’. Oppure ha semplicemente le zucchine in testa e si sta immaginando Platinette con un pelliccia di unicorno. Non lo so, Ross, non lo so. Ma non si sa mai che Zayn le abbia dato qualcosa di pesante.
“E’ che…sembra sempre un angelo, in ogni cosa che fa. La sua voce, il suo sorriso…il modo meraviglioso in cui suona la chitarra. Quando mi fa ridere o anche solo quando mi guarda, impazzisco. In senso positivo però. E’ la cosa più bella del mondo stare con lui ma…”
Non riesco a finire la frase che una marea di pensieri mi riempiono la testa. Mi sono contraddetta da sola.
Mariateresa mi accarezza un braccio, comprensiva. “Lo ami.” Afferma con un mezzo sorriso sul volto.
“L’ho sempre amato.”





 

PONZI PONZI POPOPO

Salve, pella genta troppa intelligenda! Ce l'ho fatta a pubblicarlo questo secondo capitolo, finalmente! Per un attimo ho pensato che non ce l'avrei fatta, ma è qui! C'è! Okay, meno confidenza con il tizio della Mulino Bianco. Ogni riferimento ad Antonio Banderas è puramente casuale.  E' squallido questo capitolo, ma devo dire che la prima parte, e l'ultima sono uscite come volevo io, e per questo sono soddisfatta.
Vi dico che è tipo un miracolo che sia ancora qui, che sia sopravvissuta per tutta la settimana. Davvero. E' successo di tutto e di più, e mi dispiace tantissimo, ma non so dirvi se riuscirò a pubblicare ogni capitolo in tempo. Ma tra poco vengono le vacanze di Natale, quindi un po' di tempo per scrivere ce lo troverò. Sicuramente.
Voi avete già fatto l'albero? Casa mia e piena zeppa di addobbi, ovunque. Lol.
Comunque sia, voglio ringraziare chi ha letto il primo capito, chi ha recensito, chi ha messo la storia nelle seguite o nelle preferite. Grazie, davvero.
Se volete chiedermi qualcosa, o solo fare due chiacchiere, potete trovarmi qui:
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Tanti kizz :*
-Ross.

 

  
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