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Autore: Samidare    05/12/2013    1 recensioni
Sesta classificata al Sulle labbra contest di Cheshire_Kitty_Cat
Una Rin/Haruka in mille parole che descrivono un unico bacio.
Ad Haruka basterebbe vedere un solo sopracciglio fuori posto - o una lieve piega sulla fronte dell'altro - per sapere quando sarà il momento di schivare il pugno. Ma il pugno non arriva, Rin resta immobile, un gargoyle di pietra che preme la sua granitica bocca su di lui, per fargli del male e soffocarlo. Un peso insostenibile che gli tiene la testa sott'acqua.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passaggi di stato

Note: Piccola One Shot per il contest Sulle labbra di Cheshire_Kitty_Cat, classificatasi sesta. Il contest prevedeva la descrizione di un bacio, che doveva interessare almeno il 90% della storia (tra le 500 e le 1000 parole). In fondo riporto la valutazione :)



Passaggi di stato

di Samidare




Rin. Si era sempre trattato di Rin.

La prima volta che Haruka era emerso dalla sua apatia, era stato Rin a trascinarlo fuori. Aveva preso la sua anima e l'aveva tenuta stretta, mentre riusciva dove gli altri suoi compagni avevano sempre fallito: nel farlo sentire vivo.

Rin gli aveva regalato la sua seconda vita, quella fuori dall'acqua – e poi l'acqua gliel'aveva tolta, perché era stato capace di farlo smettere di nuotare. Ma era di nuovo lui, soltanto lui, unicamente lui: insolente, fiero, determinato, folle, pieno di sé... Così vivo che faceva male solo guardarlo.

Una creatura affascinante come può esserlo un alieno, che sembrava domandargli di essere esplorata.



Haruka si chiede se Rin esista. È martedì pomeriggio, un martedì in pieno inverno di quelli che la punta delle dita non si scalda neanche tenendole accanto al fuoco, e Rin è il fuoco, e il fuoco è .

Sta parlando, ma Haruka non lo ascolta, rapito dalle sue labbra: si muovono ad un ritmo così serrato che sembrano incorporee, mentre il loro proprietario continua a lamentarsi di una gara che non ha preparato bene.

Un attimo dopo quelle stesse labbra debbono fermare la loro corsa, costrette da quelle decise del suo amico d'infanzia: Haruka si trova lì suo malgrado, a contatto con quella bocca così indiscutibilmente vera da far sembrare il pensiero di poco prima pura follia. Si rende conto di essersi mosso spinto dal desiderio ingestibile di toccarlo e constatare una verità ovvia, sempre che quei pensieri non siano dettati dal bisogno di giustificarsi con se stesso... Ma una questione più imminente accantona le altre: sta baciando il suo migliore amico.

Rin. Il calore delle labbra di Rin. Il sapore delle labbra di Rin – salate, come il mare –, la presenza delle labbra di Rin – soffici, incastrate nelle sue. I contorni sfocati del viso di Rin, che intuisce tra le ciglia appena socchiuse, mentre cerca di coglierne l'espressione: ad Haruka basterebbe notare un solo sopracciglio fuori posto, una lieve piega sulla fronte dell'altro, per capire quando sarà il momento di schivare il pugno. Ma il pugno non arriva, Rin resta immobile, un gargoyle di pietra che preme la sua granitica bocca su di lui, per fargli del male e soffocarlo. Un peso insostenibile che gli tiene la testa sott'acqua.


Haruka è il ghiaccio, e il ghiaccio è : contro le labbra di Rin, in un'attesa eterna. Rin non può dargli una risposta perché, per la prima volta da quando si conoscono, è lui ad essere preso in contropiede; non ha mai immaginato che una simile cosa potesse avvenire. O meglio, sì... L'ha immaginato. Ha accarezzato quell'idea molte volte con la mente, mentre con la mano accarezzava altro. Inizialmente solo sfiorandola con delicatezza, perché un pensiero tanto proibito è in grado di spaventare persino lui. Col tempo però quell'idea si è radicata, e ora Rin si sente ogni volta meno in colpa mentre si sofferma a pensarci: l'ha fatta sua, ci ha giocato, ne ha distorto i contorni – ha perfino desiderato che quella fantasia si realizzasse –, ma mai avrebbe immaginato che sarebbe stato Haruka a prendere l'iniziativa. È ciò a pietrificarlo più di ogni altra cosa.

La prima crepa si fa strada in quell'armatura di granito quando Rin alza il braccio sinistro, velocemente, come farebbe per una bracciata: però le dita non si immergono in acqua, bensì tra i capelli di Haruka, sulla sua nuca. Rin non vuole interrompere quel contatto, si è accorto che l'altro sta per desistere, fiaccato dall'assenza di reazioni, e si è dato da fare per impedirlo premendo il ragazzo contro di sé. La sua corazza di pietra va in frantumi quando socchiude le labbra e, desideroso di compiere a sua volta un gesto audace – Haruka non deve superarlo in nessun campo! –, invita l'amico nella sua bocca: lo stuzzica con la lingua, gli fa dischiudere le labbra e si prende un bacio che sa di innocenza e di indecisione. Se si tratta del primo bacio di Haru, quello non lo domanda.


Haruka scopre per la prima volta il calore di una lingua umida contro la propria: in qualche modo ha sempre saputo che il primo sarebbe stato Rin, anche se ammetterlo prima di quel momento non avrebbe avuto senso. Non si pone domande, Haruka. Pur non sapendo se stia baciando nel modo giusto, non prova imbarazzo per la sua inesperienza... In fondo non c'è un modo giusto per baciare Rin, basta lasciarsi guidare. Anzi, trascinare: perché Rin non è il tipo che indica con gentilezza cosa fare, piuttosto strattona con tutta la sua forza. Sembra costituito di pura energia, un bagliore incostante che ha il potere di risvegliare la sua anima o di annullarla completamente.

Rin mordicchia le sue labbra con i denti appuntiti, afferrandole e tirandole, rendendole gonfie e lucide di saliva, bagnate, invitanti. È piacevole, realizza Haruka mentre passa esitante le proprie dita sulle lisce guance dell'altro per poi accogliere tra le mani intrecciate il suo collo robusto. È piacevole, pensa, mentre la fusione delle loro lingue produce molta più saliva di quella che aveva immaginato e i brividi lo percorrono e lo scuotono. È piacevole, anche mentre avverte il piacere dell'altro materializzarsi in un'erezione costretta nei pantaloni: anche il suo corpo reagisce, Haruka sente scorrere dentro di sé quel vigore che solo Rin sa infondergli.

Perché egli è il fuoco, e Haruka il ghiaccio: ghiaccio che si scioglie, abbracciato dal fuoco. Ghiaccio e fuoco che diventano acqua, quell'acqua che li ha sempre legati e che ora abbandona Haruka sotto forma di lacrime. Rin le lappa dalle labbra di lui: non ha bisogno di consolare, perché sa che quelle gocce salate sono soltanto l'espressione di quella stessa commozione che sta attraversando anche lui, difronte ad un attimo così perfetto.


Fine.









Spero che possa esservi piaciuta! Ero molto indecisa su questa fic, l'ho scritta in pochissimo tempo perché ho deciso di partecipare al contest all'ultimo... Rin e Haruka mi sono parsi la coppia più adatta per questo tentativo, ma è la prima volta che scrivo su di loro. Spero di averli resi IC.

Ringrazio Cheshire_Kitty_Cat per le sue belle parole, che riporto qua sotto:

TOTALE 57,5/60
GRAMMATICA 20
STILE 18
CARTTERIZZAZIONE 20
DETRAZIONE -0,5 per non aver rispettato il limite del 90% della fan fiction concentrata sul bacio

Ho già avuto modo di constatare che le RinHaru – o aHaruRin che siano – mi piacciono solo se scritte bene. La tua se l’è cavata ottimamente – e credo che i commenti più veritieri si ottengano da chi, pur apprezzando i personaggi, non li ama a prescindere: si riesce meglio a evitare ogni forma d’amore incondizionato. Ho avuto bisogno di tutta la seconda lettura per poterla apprezzare in ogni suo aspetto. Si notato sin da subito precisione e bravura, ma per poterla sentire davvero, nel mio caso, ha impiegato un po’ di tempo.
GRAMMATICA – niente da ridire. Se c’è una cosa che non interrompe mai la lettura questa cosa è la grammatica. Perfetta sotto ogni punto di vista.
STILE – anche lo stile è molto buono. Come ti accennavo, ho avuto una prima lettura un po’ distaccata. Il tuo modo di scrivere impiega un po’ per arrivare al lettore con tutta la sua forza espressiva – almeno così è stato per me. Solo poi, rileggendo con più calma il giorno seguente sono riuscita finalmente a provare tutto il piacere che potevo trarre da questa storia.
Ho cercato di capire quale fosse stato l’ostacolo, ma a volte sono sottigliezze tali che non riescono a essere indicate nello specifico – almeno non da qualcuno come me, che di competenze in materia ne ha poche e può solo basarsi su quello che prova, nella convinzione che lo scopo di uno scrittore è quello di raggiungere l’animo di ogni lettore e farlo sentire coinvolto in ogni momento, anche senza sapere coscientemente come questo sia stato possibile.
Comunque la storia è molto buona, alla fine. Hai fatto un lavoro del quale non devi dubitare e con cui è stato un piacere confrontarsi.
CARATTERIZZAZIONE - ti sei destreggiata bene con i sentimenti dei personaggi sin dal principio, sapendo caratterizzare il punto di vista di entrambi. Una volta compreso che si è passati a osservare la scena dagli occhi di uno o dell’altro protagonista, si colgono anche tutte le sfumature del loro carattere. La caratterizzazione, che parla di amicizia, bisogno e amore, è stata ottimamente gestita e ha contribuito alla godibilità della storia. Se i personaggi non fossero stati così ben interpretati e ricreati sicuramente non sarebbe stato così bello leggerti fino in fondo.
Ogni storia è un sinolo delle parti. Prese singolarmente sono tutte positive, ma solo se le si mette insieme al meglio si riesce a creare una buona lettura. Nel tuo caso ho impiegato un po’ a entrare nella storia e ad apprezzarne le caratteristiche, ma quando poi sono riuscita a inserirmi, ho colto tutto quello che di bello c’è. E ti assicuro che c’è tanto di ben fatto.







   
 
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