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Autore: addictedtomuse    05/12/2013    2 recensioni
Lo conosco da dieci anni e ancora non riesco a capire certi suoi comportamenti.
Sono certo che quel bambino viziato del mio migliore amico mi farà diventare matto un giorno!
E' come se ci stesse provando con me!
Okay forse sto già mostrando segni di follia...
Non voglio perderlo, ma devo dirgli quello che provo veramente, se non lo confesso, sono certo questa cosa finirà per inghiottirmi...
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Doooomm- oh cazzo- Dommieeeeee, Domdomdommmmiiiniccc...”

cazzo non si sveglia e ora che faccio?

“DOMMMMMMM PORCA MISERIA SVEGLIATI!!”

Sbam, uno, due, tre schiaffi appaiono sulla faccia del povero Dom steso sul letto senza sensi.

Matthew forse non è mai stato così agitato come in quell' esatto istante e si copre gli occhi per evitare di vedere la sua mano mentre schiaffeggia l' amico.

La sua voce da isterico riempie tutta la stanza mentre urla addosso a Dom per svegliarlo.

 

E adesso cosa faccio?

Chiamo Chris? Tom?

E poi se ci vedono qua chiederanno spegazioni e, vista l' ultima esperienza, mi sa che non sono proprio tagliato a rifilare scuse a qualcuno, in questa situazione poi!

Se capiscono significherebbe rovinare un' amicizia, la band e bla bla bla...

Forse era meglio non dirgli nulla, avremmo passato la ostra vita parlandoci a monosillabi, ma almeno a quest ora non avrei avuto il mio batterista steso sul letto svenuto, o forse sì, ma per ben altre ragioni!

 

“Cazzo Matt che stai facendo?! AHIA, ma che? Finiscila!” Dice Dom mentre si massaggia la guancia;

“Oddio scusami Dom, scusa, ma eri svenuto!”

Ribadisce Matt, allondanando velocemente la mano e indietreggiando di qualche passo da Dom, probabilmente per paura;

“Davvero Matt?! Non me ne ero proprio accorto sai?!”

Dice il biondo (ehm... rosso, in questo periodo Dom si è voluto fare rosso, che grande errore)

“HA-HA-HA simpatico. Comunque, ti ricordi ehm, di quello che è successo prima?”

Matt oltre ad essere agitato, non è mai stato nemmeno così insicuro nella sua vita;

“Matt ho perso i sensi, mica la memoria!”

Anche Dom non è da meno, i polpastrelli di entrambe le mani ne tormentano il palmo,

“Ah e allora?!”

Agitato, insicuro e ora pure spaventato, andiamo bene...

“Allora cosa?”

Dom non è per niente ferrato nel fare il finto tonto, sa benissimo cosa, ma, anche se in teoria ha una risposta, non sa se è quella corretta e lo svenimento di certo non ha migliorato la sua situazione;

“Come cosa? Ti ho detto che io... ecco si hai sentito, cosa rispondi?”

Matt si morde il labbro dall' agitazione, non è nemmeno sicuro di volerla una risposta da Dom, ma la curiosità ha la meglio;
“Matt che palla al piede che sei! Comunque io, non lo so...”

Lo sguardo di Dom si abbassa verso il basso, non sa da dove iniziare e non è nemmeno sicuro di dove andrà a finire;

“Ma avevi detto io ti... cosa?”

Ora Matt è passato dal tormentare le sue labbra al tormentare la sua mano, fra poco la mangia!

“che io ti ODIO!”

 

Il silenzio.

Matt è in piedi, davanti a Dom, con i pugni chiusi lungo i fianchi e gli occhi persi nel vuoto, il suo respiro si è fermato.

Dom, invece, ha serrato la bocca e con lei anche gli occhi, mette una mano si passa una mano sulla faccia, su e giù, e di nuovo ripete lo stesso movimento.

E c'è silenzio, un silenzo pieno di pensieri e confusione.

 

“Va bene.” E' la risposta secca di Matt, non si muove di un millimetro, fermo è il suo corpo come ferma è la sua voce, vorrebbe tornare indietro, ed è strano, ma l' unica cosa che sente sono i sensi di colpa che riempiono la sua anima.

“Matt... io...” Dom cerca inutilmente di ribattere, anche se nemmeno lui sa cosa dire, in realtà lo sa, ma in questo momento è sarebbe fin troppo fuori luogo.

“Io me ne vado, Dom...”

E così fu. Senza dire niente uscì dalla stanza, aprì la porta e si recò nella sua.

 

E il silenzio di nuovo la fa da padrone.

 

Dom è seduto sul letto, la testa gli gira ancora, sta fissando quella porta, le stanze comunicanti non sono state una grandissima idea.

Fottuta porta, è solo per colpa sua che si è creata questa situazione così di merda.

Quella porta chiusa, è come una strana metafora del suo rapporto con Matt, quelle stanze sono la metafora s' intende.

Comunicanti, sempre unite, l' una ci sarà sempre per l' altra e viceversa. E poi c'è una stupida porta che chiude e blocca l' unità, la comunicazione, chiude il rapporto.

Dom e Matt sono due stanze, comunicanti, e poi c'è una porta in mezzo. Si, una porta bianca laccata, anche bellina a vedersi, ma dio se è stronza quella porta.

 

Matt sta facendo la sua valigia. Non si ferma un attimo, passa dall' armadio alla valigia (che è sul letto) e poi va in bagno, poi di nuovo continua ad andare avanti e indietro.

E' convito che non restando fermo un attimo la sua mente non possa metabolizzare quel che è appena successo, e così lui può evitare di pensarci, perchè non vuole, non può volerci pensare, fa troppo male. Non vuole più soffrire Matt.

E mentre sta sistemando quel pigiama azzurro che l' altra sera assomigliava ad una trappola cinese, fissa quella porta laccata che odia tanto anche lui.

Perchè ho varcato quella soglia, perchè sono sempre così idiota!

 

**
 

Le ruote del trolley strisciano sulla moquette di quel cinque stelle nel centro di Parigi.

 

Cazzo, fino a qualche anno fa non sapeva nemmeno come fosse fatto un cinque stelle, ma ora eccolo qua, ne passa uno diverso a sera, la Taste Media non bada a spese per il tour che avrebbe portato i suoi “pupilli” al successo internazionale, questa ne è la prova.

 

“Ehi Matt, ma dove te ne vai con quel trolley? Stasera abbiamo un altro concerto, partiamo domani!”

 

Dritto e deciso senza voltare lo sguardo e, ovviamente, senza degnare di una risposta il suo interlocutore, che Matt non ha nemmeno capito chi fosse, esce dall' hotel e si dirige a prendere un taxi.

 

“Dove la porto signore?” La domanda cortese del taxista,

“All' aereoporto” La risposta secca di Matt. La testa ha iniziato a far male tanto che il suo respiro gli rimbomba nelle orecchie dandogli un gran fastidio, un mugno è la risposta insieme alle sue mani che si sfregano violentemente sugli occhi.

 

Pagato il taxista, Matt si reca all' interno del Charles de Gaulle con un aria piuttosto indecisa.

Si blocca davanti allo schermo che indica tutti i voli in arrivo e in partenza, resta li, prima cinque, poi dieci, poi mezz' ora, a fissare quello schermo, con un' aria persa.

Si sveglia dal suo stato di vegetale semi-comatoso e raggiunge la biglietteria, compra il biglietto e raggiunge il gate d' imbarco.

Sei un codardo Matthew, scappare è la scelta più semplice, ma la semplicità non è la scelta migliore. Te lo sei scordato vero? Scappa via!

Deglutisce, Matt.

Fa un respiro profondo, come per cercare di scacciare tutti i pensieri che si inficcano, prepotenti, nella sua testa.

Pensieri di odio, per Dom,

pensieri di risentimento, per Dom,

pensieri di rimorso, per Dom.

 

Nel lungo corridoio che porta al gate, Matt cammina lento, con quell' insicurezza addosso che lo accompagna come un'ombra da quando ha deciso di uscire dalla stanza di Dom (forse, dalla vita di Dom) lo sguardo fisso nel vuoto, il mal di testa che come un martello, irrompe cattivo.

“buon viaggio signor Bellamy”

Con un accenno del capo risponde alla cortesia della hostes e si avvia all' aereo.

Indugia prima di fare l' ultimo scalino, come se ci fosse qualcosa che lo ferma, quel piccolo cenno di speranza che non se ne andrà mai, la speranza che questo sia un brutto, bruttissimo sogno e che tutto prima o poi si risolverà, per il meglio.

 

Seduto sul suo posto si affaccia al finestrino, aspettando che l' aereo parta.

I motori iniziano a girare e la hostes presenta tutti i sistemi di sicurezza in caso d'emergenza.

L' aereo decolla e Matt tiene lo sguardo sul finestrino, vedendo piano piano la Parigi allontanarsi, lasciando spazio solo al paesaggio intorno alla città e poi alle nuvole, s' allontanano i suoi amici di una vita, il suo sogno fin da quando era ragazzino e poi si allontana lui, colui che l' ha cambiato, colui che con il suo sorriso l' ha salvato dallo schifo in cui stava precipitando, tanto tempo fa come adesso, colui che ama, colui che l' ha rifiutato, colui che ha perso forse per sempre.

Al solo pensiero Matt rabbrividisce, ormai è tardi, e ci sono le nuvole, il bianco e basta.

 

NOTE: Si lo so, è deprimente, lo so! E so che in teoria questa storia è comica, ritornera il comico,ve lo assicuro!

Mi scuso anche per il linguaggio a volte un po' forte, ma mi sembrava adatto per l' aria che volevo dare al capitolo.

Per la prima volta sono quasi in tempo :D
 

Vi prego di farmi sapere che cosa ne pensate con un commentino, mi farebbe tanto piacere!! <3

Alla prossima (in teoria tra una settimana, se riesco pure prima, ma non penso) ciao ciao!!

  
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