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Autore: demjsbrowneyes    06/12/2013    3 recensioni
"Dovrei avere paura di te?"
"Beh, dovresti."
Quegli occhi color smeraldo incontrarono i miei, era tutto così splendidamente sbagliato.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Triangolo
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Heaven’s POV
Zayn era diventato più freddo tutto ad un tratto, sembrava che qualcosa gli avesse fatto il lavaggio del cervello perché non era mai stato così.
Andai a fare una doccia per rinfrescare un po’ le idee, mi misi sotto il getto d’acqua e lasciai che il ticchettio delle gocce che si frantumavano sulla superficie di ceramica dell’oggetto portassero via i miei pensieri, annullai tutto e staccai la spina dalla realtà.
Poco dopo uscii dalla doccia e mi voltai verso lo specchio, provai a sorridere, ma venne solamente una curva storpiata delle mie labbra, misi l’accappatoio e iniziai a sistemarmi.
Asciugai il corpo con tutta calma per poi mettere un pigiama. Non potevo e non avevo intenzione di uscire per stasera.
Sarebbe stato come essere sola, ma almeno avevo la certezza che lui fosse con me, nello stesso posto.
Scesi le scale con delicatezza per non far rumore e andai a prendere il cellulare che avevo dimenticato sul tavolo, trovai un messaggio e una chiamata persa da un numero sconosciuto.
Sempre lo stesso ragazzo che mi aveva impaurita ieri sera.
Dovevo assolutamente scoprire chi era, sapeva dove andavo, conosceva il mio numero, diceva di avermi vista, ma io di lui non conoscevo nulla, solamente parole arroganti e desiderose di qualcosa all’infuori dell’amore.
Era un mistero e, in fondo, amavo i misteri.
Non ne avevo ancora parlato con nessuno, decisi di tenere il sospetto per me o mia madre si sarebbe preoccupata fin troppo.
Andai in camera mia con passo felpato e mi misi a sedere sul letto a gambe incrociate, la schiena era incurvata e in una posizione piuttosto scorretta che mi permetteva di leggere uno tra i miei libri preferiti.
Accesi il termosifone e mi coprii con un plaid quadrettato non molto recente, mi chiusi nella lettura.
Sarei potuta rimanere lì, in quella posizione a leggere gli stessi capitoli per anni.
Il telefono squillò qualche ora dopo che iniziai il mio viaggio nel mondo della lettura, risposi, ma nessuno di sospetto, era solamente Allison, una delle persone con cui avevo più confidenza in tutto l’istituto.
Forse era un po’ vanitosa, ma era davvero bella.
«Pronto?» Risposi velocemente.
«Ciao, Heav. Stasera ti andrebbe di uscire? Danno una festa.» La sua voce squillante uscì da un timpano all’altro.
«Mi dispiace, stasera non posso, sono in punizione
«Su, non fare la santarellina, so che ti va.»
«Seriamente, stasera non posso.»
«Sono da te tra cinque minuti, okay?» La pensai a sghignazzare dall’altra parte del telefono, sapeva convincermi.
«Va bene, a tra poco!» Sbuffai, attaccai la chiamata e mi rannicchiai sotto le coperte.
**
«Ti direi di scegliere un vestito non troppo elegante, è semplicemente una festicciola.»
Sorrise soddisfatta di avermi persuasa e prese un paio di collant, pantaloncini a jeans e un corpetto rosso che non usavo quasi mai.
«Questo non ti sembra troppo elegante?» Guardai l’abito appena preso dalle sue mani con un’espressione contrariata.
«Ho detto non troppo elegante, non “evita di vestirti in modo sexy.”» Rise e finsi una risata anche io.
La mia serata di totale isolamento dal resto dei teenagers era sfumata, il mio dubbio più grande era sapere se Zayn mi avesse coperta per quella sera o sarei stata nei guai per il resto dell’anno.
Mi alzai dal letto e tolsi i vestiti dalle mani di Allison.
«Brava ragazza.» Mi condusse in bagno con una mano poggiata dietro la parte alta della schiena per evitare che tornassi indietro e cambiassi idea.
Mi fece tenere i capelli mossi e poi mi truccò non troppo abbondantemente, io e i cosmetici non avevamo buoni rapporti, dopo avermi fatta vestire mi mise davanti un paio di tacchi neri lucidi e delle ballerine rosse.
Optai per la seconda scelta o le mie probabilità di stare in piedi si sarebbero ridotte del 90%.
Riempii la borsa con cellulare, chiavi e svariate cose, poi scesi giù con la mia amica e chiamai Zayn ad alta voce.
«Cosa c’è?» Tuonò la sua voce all’improvviso, sembrava arrabbiato.
«Ehm, io sto uscendo, potresti coprirmi?» Cercai di non dar peso al suo tono di voce, ma non ci riuscii.
«Ok.» Sembrava che mi ascoltasse con indifferenza e forse era così, e se avesse capito tutto?
La spinta della ragazza accanto a me mi riportò alla realtà.
«Dobbiamo andare o vuoi rimanere lì impalata per tutta la sera?»
Non le risposi, mi limitai ad aprire la porta e a camminare verso il posteggio dell’auto.
Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso la casa dove si sarebbe tenuta la festa, era sicuramente abitazione di una delle solite ‘miss’ del liceo.
Ognuna di loro dava almeno una festa a settimana e tutti gli invitati andavano senza pensarci due volte.
Parcheggiai l’auto non molto lontano dalla casa, casa se avessi potuto chiamarla così, sembrava una reggia.
Un giardino immenso si estendeva oltre il grande cancello di ferro elettronico, era tutto allestito come per un diciottesimo, palloncini, festoni, c’era anche una piscina abbastanza grande con delle luci poste ai bordi della vasca.
Se non avessi saputo che quella era una casa l’avrei sicuramente scambiata per un residence o qualcosa di simile.
Entrammo nel giardino e ci mischiammo tra la folla senza perderci d’occhio, cosa che sembrava impossibile data la presenza di circa quattrocento persone.
Andammo con passo veloce e attento dentro casa dove speravamo in un po’ di calma, ma fu del tutto inutile perché l’interno era luogo di coppie appartate e di visioni poco gradevoli.
Mi girai verso Allison ma in men che non si dica la trovai attaccata come una ventosa ad un ragazzo, lasciai perdere e andai a sedermi su una poltrona in vimini con cuscini in seta bianca, avevo freddo ma era l’unico posto relativamente calmo.
Alzai il viso verso il cielo e mi limitai a guardare le stelle, a cercarne una cadente per esprimere qualche desiderio, forse avrebbe funzionato. Ma sarebbero state solo favole raccontate ad una bambina sognante.
«Finalmente ti trovo sola.» Sentii una voce roca sussurrare e una presenza accanto a me, mi girai e vidi una sagoma alta davanti ai miei occhi.
«Mi dispiace solo che tu non abbia bevuto, avremmo potuto fare scintille.» Un sorrisetto sghembo si fece strada tra le labbra a forma di cuore del ragazzo che mi prese le mani per attirarmi a se’.
«Ti fisso da qualche giorno.»
Le gambe si indebolirono e il terrore mi assalì.
 
Zayn’s POV
L’avevo trattata in tutti i modi in cui non meritava di essere trattata, mi feci paura da solo quando pensai che quello doveva essere solo l’inizio delle mie prossime azioni, avrei deluso tutti, ma dovevo cambiare.
Mi alzai dal divano e andai a fare un bagno dentro la vasca, non amavo le docce, non riuscivano a rilassarmi quanto un bagno nell’acqua bollente.
Mi immersi nella conca di ceramica ed entrai completamente in trance, chiusi gli occhi ed iniziai a pensare.
Heaven che entrava sorridente dalla porta del bagno e si sedeva a bordo della vasca e mi bagnava delicatamente i capelli. Le labbra si fletterono in un sorriso, ma scossi la testa e cacciai dalla mia mente quel pensiero, non potevo arrivare al punto di immaginarla come oggetto del desiderio, ero giunto ad un punto limite, tutto questo doveva finire.
Uscii dall’acqua e mi asciugai lasciando i capelli bagnati, misi un jeans e felpa, un paio di tennis e andai fuori casa.
L’aria era piuttosto gelida, sollevai il cappuccio e affondai le mani dentro le tasche, avrei dovuto coprirla, quindi se mia madre avesse creduto che lei era con me non avrebbe fatto problemi.
Ad un certo punto passai per un negozio di tatuaggi, l’idea di avere qualcosa di indelebile sulla pelle mi era sempre piaciuta.
Entrai da una porta girevole, il posto non era il massimo dell’eleganza, i muri ingialliti con dei disegni appesi ornavano l’entrata, la scrivania in legno accanto la porta doveva essere il posto per pagare o far solo richiesta.
Un omone uscii dalla stanza accanto e venne verso di me.
«In cosa posso esserti utile,ragazzo?» Mi fissò con aria interrogativa.
«Vorrei fare un tatuaggio.» Affermai.
«Sei maggiorenne?»
«Si, ho vent’anni.»
«Bene, seguimi.»
Mi condusse in  una stanza, anch’essa con le pareti ingiallite, mi fece stendere su un lettino, sembrava uno di quelli che tenevano i dottori in stanza.
Dopo avermi fatto vedere vari schizzi già provati decisi di farne uno io, disegnai una rosa e su uno dei petali segnai una piccola ‘H’.
Lo feci incidere dietro la schiena, all’altezza delle vertebre cervicali e ne rimasi incantato, ma ciò che guardavo veramente era quella piccola lettera, non troppo visibile ma abbastanza per riportarmi lei alla mente.
Pagai l’uomo e andai via dal posto dolorante e trionfante allo stesso minuto, erano già le nove e mezza di sera.
Una chiamata in entrata, lo schermo del cellulare segnava il numero di mia madre. Risposi.
«Pronto, mamma?»
«Tua sorella non risponde. Tra qualche ora sarò a casa, sto portando la cena.» Deglutii.
«Va bene. Heaven è con me, sta provando un vestito al negozio.»
«Sbrigatevi.»
«Certo, ciao!»
Riattaccai e dopo esser tornato a casa montai sul motore per andare a cercarla, non doveva essere lontana.
Vidi l’auto di Allison e posteggiai lì vicino.
Dopo essermi intrufolato in casa la vidi, ma non era sola, era costretta al muro, da un ragazzo che non avevo mai visto.
Ricollegai tutto al messaggio anonimo.
Sembrava indifesa, lui rideva, lei stringeva le labbra, non riusciva a liberarsi, le corsi incontro e urlai contro il tizio.
«Lasciala stare, non vedi che non vuole?!»
Si girò verso di me con aria minacciosa e la lasciò cadere a terra.
«E tu chi sei per dirmi cosa devo fare?»
«Sono il fratello, e adesso vattene se non vuoi vederla brutta.»
«Non mi intimorisci.»
Rise per poi atterrarmi con un calcio allo stomaco, mi rialzai immediatamente e lo colpii al volto.
Andai verso Heaven, mi chinai su di lei e sussurrai.
«Sh, va tutto bene.» La alzai da terra e dopo aver allontanato quell’individuo da me e lei, la caricai sul motore e corsi verso casa.
Nostra madre era lì furibonda, non sarebbe finita molto presto.
 
**Spazio autrice**
Ciao di nuovo!
Cercherò di aggiornarvi ogni giorno sulla storia e se non dovessi farcela per i compiti, scusatemi. çç.
Dopo circa due ore e mezzo è venuto fuori questo capitolo qui, non so cosa pensarne, sinceramente, ma spero vi piaccia. J
-a.
  
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