Sarŕ un addio e il suo sguardo lo rifiuta, perché Midgard, sasso mortale dai sogni eterni (Midgard, terra di fame e di freddo), l’ha incoronata di lucciole nei giorni felici, nutrita di vento e di pioggia, alleggerita di un figlio che l’ordito delle Norne ha chiamato nel mondo una notte bianca.
Odino vaga tra valchirie e soldati, capelli di lino e quegli occhi che l’impazienza rende metallici come i marosi dell’oceano in tempesta.
Thor, invece, fissa il borgo ormai lontano, illuminato da mille candele, con l’espressione sconfitta di un esiliato.
“Tornerai,” mormora al suo orecchio, “perché nulla vince la memoria del cuore.”