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Autore: _alohomora_    06/12/2013    2 recensioni
Una ragazza fredda e vuota può riempire delle pagine per creare storie piene?
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ladra di storie

 
«Look who's digging their own grave, that is what they all say, you'll drink yourself to death.»


 
 Un’ora dopo Lary lascia l’aula di Storia moderna e va verso il bar, dove prende un caffè caldo, si siede in un angolo e tira fuori il diario. Rimane per alcuni minuti a fissare la pagina dove aveva scritto la mattina in metro. Vorrebbe scrivere qualcosa su quel ragazzo che era in classe, ma non riesce. Non trova delle parole per riferirsi a lui, anche se nella sua mente ci sono centinaia di pensieri.
Durante l’ora era rimasto concentrato alle parole del professore, o almeno così sembrava, con le sopracciglia leggermente aggrottate e prendendo mille appunti.
Lary sospira e finisce il caffè.
Forse non lo rivedrò nemmeno, questa era la mia ultima lezione di Storia moderna. Ma cosa mi deve importare? Non lo conosco nemmeno. Dovrei concentrarmi su Tedesco, piuttosto.
Mette molta tristezza. Conoscere persone, scambiare nomi, sorrisi e momenti. E poi non rivederle mai più. E' come se qualcosa scompare quando è appena nata.
Il cellulare vibra.
 
< Lary per favore, stasera devi esserci. Ho bisogno di te.
 
Tranquilla, certo che ci sarò. Non sono molte le persone che hanno bisogno di me. >
 
Mi correggo, tu sei l’unica. >
 
< Grazie
 
L’ora di Tedesco passa come al solito. Finita la lezione Lary si dirige verso la biblioteca. Si siede al solito tavolo vicino alla finestra. Tira fuori il diario e comincia a scrivere.
 
1. Dicembre
Sogni mai realizzati. Un viaggio in Norvegia.
Prove della vita. Paura di non farcela.
 
Cin era una ragazzina che amava sognare. Sognava perché era l’unico modo per fuggire dalla realtà. Sognava il Principe Azzurro, come molte ragazzine della sua età, ma sognava anche pensieri di libertà, di volare, di scappare. Spesso sognava semplicemente una vita felice. Cin viveva in Cina, la sua famiglia era povera e suo padre maltrattava lei, sua madre e le sue sorelle.
Cin crebbe, ma i suoi sogni rimasero. Risparmiava soldi per riuscire a volare via.
Un giorno riuscì a trovare un biglietto a poco prezzo per un volo diretto in Norvegia...
 
-Ti dispiace se mi siedo qui?-
Lary alza lo sguardo e lo vede, il ragazzo di Storia moderna. Ha una maglietta scura che sembra raffigurare una scena di qualche film horror.
-Scusa se ti ho interrotta, sembravi concentrata. Pensavo fosse meglio sedermi qui che stare ognuno a un tavolo diverso- aggiunge lui, come se avesse paura di disturbarla.
-Certo, siediti pure- dice Lary.
Si siede.
-Allora, sei nuovo a quanto ho capito- dice Lary. Osservazione inutile, ma non sa mai cosa dire nei silenzi imbarazzati.
-Sì. E in meno di un giorno ho girato tutta l’Università, chiesto informazioni sulle classi a una ventina di studenti e segretarie e per sbaglio sono entrato in una classe mentre stavano filmando una scena per un film studentesco, quindi gli ho rovinato la clip- ridacchia passandosi una mano nei capelli verticali.
-L’università è grande, all’inizio è facile perdersi. E in quel film dovrebbero tenere la tua “comparsa”, secondo me da un bell’effetto.-
Lui la guarda scettico, –Io un bell’effetto? In quel momento avrò avuto una faccia da bradipo che si chiede dove diavolo sia.-
Lary sorride, un sorriso vero. Il secondo dopo molti mesi. Ahia.
-Mi chiamo Lary.-
-Dan Smith. Ma non devi parlare con me, puoi continuare con quello che stavi studiando.-
Lary scuote la testa –Non stavo studiando.- Non aggiunge altro.
-Okay, puoi continuare a scrivere allora.-
 
Un’ora dopo Lary lascia la biblioteca con Dan.
-…e lì c’è l’atrium di teatro. Non perderti più.-
-Promesso- dice Dan. –Fai teatro?-
-Sì, ma non fa proprio per me.-
-Perché?-
-Io… sono timida, quindi recito uno schifo.- Non sa bene perché lo stia dicendo, di solito non si apre mai con gli semi-sconosciuti, ma sente che di lui si può fidare. Non che gli stesse raccontando un segreto, comunque.
Dan fa un mezzo sorriso. –Ti piace la musica?
Lei lo guarda per qualche secondo. –Io vivo per la musica.-
-Anche io.-
Si passa di nuovo la mano nei capelli. -Devo andare a Letteratura. Ci vediamo- e sale le scalinate dell’ingresso. Lary rimane come un ebete a fissare il punto in cui Dan ha girato, poi si riscuote e percorre il porticato. Esce dall’università e compra un altro caffè prima di prendere la metro sotterranea di Londra. Tornata nel suo appartamento, si sdraia sul letto con il diario. Riprende la storia.
L’ha quasi finita, quando squilla il telefono.
-Leah, ciao-
-Ciao. Com’è andata oggi?-
-Sai, oggi è stato diverso. Sembrava che la mia giornata avesse un senso.-
-Sono felice per te. Cos’hai fatto?-
-Ho aiutato un ragazzo a trovare l’aula di letteratura.-
-Eh?-
-Niente, sono da te fra mezz’ora.-
-Bene, ho fatto i pancake. Dopotutto la vita non fa schifo, se hai i pancake e il cioccolato.
-Perfetto, arrivo.-
Lary si mette una grande felpa calda, la sua preferita, prende la borsa con il diario ed esce.
Arriva al portone di Leah e suona il citofono.
-Chi è?- E’ la madre di Leah.
-Sono Lary.-
-Cosa…chi?- Ubriaca, come al solito.
-Signora Seedflower, sono qui per Leah.-
-Ah…-
Il portone vibra e si apre.
Lary sale, in cima alle scale c’è Leah alla porta.
-Sei salita a piedi? Siamo al quarto piano.-
-Mi illudo di poter bruciare qualche caloria. E ne avrò bisogno dopo i pancake, perché ne mangerò fino alla nausea.-
Vanno in camera di Leah dove c’è un piatto fumante di frittelle.
-Leah, io ti amo. Dovresti cucinare di più. Ma andare in cucina no?-
-Sei pazza? Mamma ha bevuto di nuovo. Meglio stare alla larga.-
-Te l’ho detto, puoi venire a vivere con me. Hai diciannove anni.-
Leah scuote la  testa. –Se me ne andassi peggiorerebbe ancora. Coldplay?- chiede prendendo il cd della band. Lary annuisce.
Si siedono sul letto una accanto all’altra, mangiando i pancake con la musica.
-Oggi hai scritto?- chiede Leah a un tratto.
-Certo. Ecco- dice Lary porgendole il diario.
-Lo sai che mi salvi tutti i giorni?-
-Lo sai che ci salviamo a vicenda?-
Leah prende il diario.
-Se prendessi ispirazione da qualcun altro che delle persone nella metro, scriveresti libri bestseller da premio Nobel.-
-Ah-ah. Non sono da premio Nobel, sono per te.-
Leah all’improvviso diventa seria e la guarda. –Grazie.-
-Smettila, non devi ringraziarmi.-
-Sì invece. Lo sai che se non fosse per te ci sarebbe già una tomba col mio nome al cimitero di Little Filsey*.-
-Non parliamone.-
-D’accordo. Allora, cos’era quella storia del ragazzo?-
-Niente. E’ solo uno che si è seduto vicino a me due volte.-
-Wow. Sarò l’unica a morire sola.-
-Certo, perché lui vuole sposarmi- Lary alza gli occhi al cielo.
-Perché no? Io ti sposerei. –
-Io non sono nessuno. Cosa potrebbe mai volere qualcuno da me?-
-Lary, smettila. Abbiamo già detto che dobbiamo amare noi stesse.-
-Hai ragione, basta parlare di ragazzi, sembriamo due adolescenti con gli ormoni attivi. Film?-
-Vado a prendere Harry Potter, pesco a caso uno degli otto.-
 
 
*questo nome, come quello dell’università nel capitolo prima, sono inventati. Dehehe



Ecco il secondo capitolo :)
Dal prossimo capitolo saranno presenti almeno Kyle e forse anche Will e Woody.
_alohomora_
   
 
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