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Autore: _Colours_ of the _Music_    06/12/2013    1 recensioni
Angel è una ragazza di diciassette anni dalla vita normale, tra scuola, casa e amici. Ma tutt'ad un tratto, a causa di problemi di salute, dovrà trasferirsi in una nuova scuola un po' speciale in cui farà la conoscenza di ragazzi che in un altro contesto sarebbero considerati "diversi".
Riuscirà ad abituarsi alla sua nuova vita? E a farsi nuovi amici? Ma soprattutto, cosa penserà della nuova condizione in cui dovrà vivere?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Chapter 1 – Students are a bit.. strange
 
Finalmente era arrivato il momento di lasciare l’ospedale. Non aspettavo altro, la vita lì era dannatamente noiosa.
Avrei dovuto prendere medicine su medicine, cambiare scuola e adattarmi completamente alla mia “condizione”, ma avrei fatto di tutto pur di uscire da quel posto.
-Hai capito tutto, vero?
Era ormai da più di quaranta minuti che il dottore continuava a ripetermi sempre le stesse cose. E ancora pensava che non avessi afferrato il concetto.
-Sì, dottore… Può smettere di chiedermelo? Non si deve preoccupare, ho tutto sotto controllo!
Sbuffò.
-E va bene… Ma se ci fosse un qualsiasi problema non esitare a contattarmi.
-Lo farò.
Finalmente mi fece un lieve sorriso.
-Allora buona fortuna per la tua nuova vita, Angel.
 
Pochi giorni dopo mi ritrovavo di fronte al cancello della mia nuova scuola, pronta per ricominciare. Dall’esterno sembrava un bell’edificio, anche se non vedevo niente di speciale. Era veramente molto grande, e aveva un cortile immenso, quello era vero. Ciò che più mi colpì, pero’, fu che in giro non si vedeva nessuno.
“Dove saranno finiti tutti?”
Camminai per il vasto cortile, fino all’ingresso. Quando vi entrai, mi sembrò quasi di essere ritornata in ospedale. Tutto del corridoio che mi si parava davanti era così… simile a quelli che avevo percorso un’infinità di volte in ospedale. Il tutto era talmente malinconico e triste che per poco non mi venne il latte alle ginocchia, come si suol dire. Tanto che mentre camminavo sussurrai “ma che posto è questo?” senza nemmeno rendermene conto. Per un secondo mi chiesi se non stessi sognando e se quello che stavo vivendo non fosse altro che una specie di incubo.
Alla fine del lungo corridoio trovai una sorta di reception e, incuriosita, decisi di avvicinarmi. Non avevo comunque molto altro da fare in quella situazione, no?
Non feci in tempo a fare pochi passi che dal bancone spuntò un uomo che doveva avere quarant’anni o poco più, con una leggerissima barba sul mento, i capelli castani e gli occhi del medesimo colore, solo di qualche tonalità più chiara.
-Mh? Oh, tu devi essere la ragazza nuova!
Sfoderò un sorriso caloroso e molto rassicurante, come se fosse abituato a tranquillizzare le persone. Superò il bancone e si avvicinò a me. Aveva indosso un camice da medico, il che in un primo momento mi lasciò parecchio sorpresa. Solo più tardi mi ricordai di ciò che mi aveva riferito il dottore all’ospedale riguardo il famoso staff di infermieri disponibili ventiquattro ore su ventiquattro.
-Ehm, sì… Buongiorno, mi chiamo An-
-Angel, giusto? – mi interruppe lui.
-Esatto. Ecco… Pensavo di aver sbagliato indirizzo, non c’è nessuno in giro.
-Oh, quello è perché qui le lezioni iniziano più tardi rispetto alle altre scuole!
Mi sentivo leggermente confusa. Perché mai le lezioni avrebbero dovuto cominciare più tardi? Cosa aveva quella scuola di così speciale da avere uno staff di infermieri apposta, orari differenti e, soprattutto, cosa aveva di diverso da aver indotto il dottore a decidere di trasferirmi qui?
Per adesso decisi di non chiedere niente, lo avrei scoperto da sola.
-Mh… Sa per caso dirmi dove sia la mia camera?
Ebbene sì, in quella scuola c’erano i dormitori. Era una specie di collegio, insomma. Ma nessuno mi aveva ancora riferito in quale stanza avrei dovuto dormire e comunque vivere per il resto della mia vita scolastica.
-Certo! Aspetta solo un secondo…
Cominciò a frugare tra alcune carte non ben ordinate e tirò fuori un foglio e un oggetto che mi sembrava essere in tutto e per tutto una confezione di pastiglie.
-Ecco qui il tuo fascicolo! – Lesse velocemente.
-Mh… Ah, trovato! Tu sei nella stanza 206, al piano di sopra! E qui c’è scritto che ti sono state prescritte queste pastiglie e che devi cercare di stare molto attenta a non affaticarti troppo.
Ancora raccomandazioni. Annuii e presi la confezione. Feci per salire le scale che l’uomo stesso mi indicò, ma dopo pochi secondi riprese a parlare.
-A proposito… Puoi chiamarmi Nonno Roma! – Mi lanciò un sorriso ancora più caloroso di prima. Dopotutto mi sembrava un uomo affettuoso e su cui avrei potuto contare, perciò ricambiai il sorriso (per la prima volta da quando mi risvegliai in ospedale), cercando di non riflettere troppo sul significato che quel buffo soprannome poteva avere.
-Ricevuto.
Arrivata al piano di sopra, sentii degli strani rumori. Un grande caos, a dirla tutta.
“Ma che..?!”
Cercai di trovare la stanza da cui provenivano le urla, e scoprii che era proprio la 205, quella accanto alla mia. Bussai senza pensarci e il caos si fermò d’un tratto. Ad aprire la porta fu un ragazzo dai capelli biondi di una tonalità leggermente scura e dagli occhi blu, che appena mi vide sorrise senza un particolare motivo.
-Ehi!
Disse – anzi, mi urlò contro – senza smettere di sorridermi. Sembrava avere un accento americano, ma non ci feci molto caso. E cercai di tralasciare il fatto che mi avesse quasi rotto un timpano…
-E-Ehi..
-Tu devi essere la ragazza nuova di cui tutti parlano! Angel, giusto?
Dovevo supporre che ormai in quella scuola tutti conoscessero già il mio nome. Non avevo nemmeno bisogno di presentarmi.
-Esatto. E tu sei…?
Sorrise ancora più di prima e gonfiò il petto come se fosse fiero di sé o che so io.
-Alfred, Alfred F. Jones!
-Alfred, ma chi è?
Una voce proveniente dall’interno della stanza ci interruppe e da dietro il ragazzo biondo di nome Alfred ne apparve un secondo dai capelli chiarissimi e gli occhi rossi. Notai solo in quel momento che mentre Alfred indossava il pigiama, l’altro era quasi completamente vestito.
-Ma questa non è quella nuova?
Beh, non si poteva certo dire che avesse buone maniere.
-Sì, sono io, Angel. Sono venuta qui perché avevo sentito delle grida…
-Oh, io e Gilbert stavamo lottando!
-Ehi, tu, non rivelare il mio magnifico nome agli estranei!
Per un attimo non seppi se prenderla come una frase sarcastica o se stesse facendo sul serio, quindi evitai di ridere.
-Ehm.. “Lottando”?
-Sì! – ovviamente fu Alfred a rispondermi – Ci stavamo prendendo a cuscinate in faccia!
Vidi Gilbert profondamente in imbarazzo.
-Basta! Vieni dentro, Alfred, ti avevo detto di non dirlo a nessuno! Adesso il Magnifico Me vivrà nella vergogna!
Nei tre secondi successivi Alfred riuscì a salutarmi, a stringermi la mano e a sorridermi ancora una volta, il tutto mentre Gilbert lo tirava dalla maglia per farlo rientrare in camera e gli sbraitava contro che avrebbe dovuto prepararsi per le lezioni.
Un po’ confusa, ricambiai la stretta di mano e, appena la porta fu chiusa, mi diressi verso la mia stanza, la numero 206. Ancora non avevo scoperto molto su quella scuola. Per quella mattina non sarei andata a lezione, avevo troppe cose a cui pensare e i bagagli da disfare. Ma dentro di me pensai che nonostante tutto avrei dovuto dare il meglio di me, anche se i primi due studenti che avevo incontrato erano un po’.. strani. In tutta sincerità, dato l’inizio non molto tranquillo, non sapevo cosa mi sarei dovuta aspettare da quel momento in avanti.

Angolo dell'Autrice
Hola todos (?) C':
Cominciamo, mi scuso per il leggero ritardo, avrei voluto pubblicare questo capitolo prima ma con le migliaia di verifiche che ho avuto in questa settimana (*coff* sono state tre, ma due erano di matematica, e valgono il doppio) nemmeno la buona volontà è servita e.e''
Comunque sia, ringrazio DC_otaku (sei un'idiota tu, e lo sai.) per aver recensito lo scorso capitolo, e spero che questo nuovo vi piaccia e vi abbia resi un po' curiosi di cosa succederà dopo e del motivo per il quale Alfred e Gilbert si trovino in quella scuola. Ovviamente non ci saranno solo loro, siete avvertiti (?).
Alla prossima
~
  
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