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Autore: metaldolphin    07/12/2013    3 recensioni
"gridò, per il dolore furente, che gli attanagliava il cuore ed un poderoso ruggito risuonò nella foresta, facendo alzare in volo gli uccelli e fuggire nel suo profondo gli altri animali, che avevano riconosciuto la voce del predatore."
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Adesso puoi dormire con noi- sentenziò la navigatrice, soddisfatta della pulizia accurata della pelliccia e nonostante le suppliche di Sanji che pretendeva, invano, di poterlo fare anche lui, così da proteggerle da quella belva feroce di Zoro.
Nonostante le infauste previsioni del cuoco, la notte passò senza che la tigre sbranasse le due ragazze e i tre si presentarono tranquillamente a colazione.
Intenzionato a far innervosire Sanji, Zoro, da bravo micione, si strusciò più volte su Nami che era felice del contatto con quella grossa ed apparentemente minacciosa tigre. Però, al tentativo del Cuoco di prenderlo a calci, sfoderò i grossi artigli e mostrò le zanne, facendolo desistere dall’aggredire la sua forma di grosso felino: dii fronte ad una normale tigre il biondino non avrebbe rinunciato, ma quello era pur sempre Zoro, con la sua bravura a combattere e la sua conoscenza delle abilità dell’amico....

Le manovre necessarie ad attraccare all’unico porto dell’arcipelago furono compiute subito dopo colazione.
Robin e Chopper si fiondarono in biblioteca, gli altri alle solite mansioni che erano soliti svolgere a terra e Nami si portò appresso Zoro a perlustrare l’isola.
Già pregustava il momento in cui avrebbe passeggiato per le vie, attirando l’attenzione per la strana e pericolosa compagnia a quattro zampe: avrebbe scoraggiato malintenzionati e promosso grandi sconti!
Da parte sua, Zoro non riusciva a spiegarsi perché mai, da quando aveva assunto quella forma animale, era più propenso a seguirla senza il minimo brontolio.
L’effetto dello spettacolo che offrivano era quello previsto dalla rossa: una bella ragazza che si accompagnava ad un enorme felino si notava e lasciava tutti a bocca aperta.
È anche vero che Nami dovette portare tutti i pacchi da sé: nonostante tutto l’affetto dimostrato dalla tigre, da bravo felino fiero della sua dignità, Zoro non le consentì di caricargli nulla sulla schiena e bastarono le zanne ben esposte per farla desistere.

Mentre sorseggiava birra fresca ad un tavolino ombreggiato di un bar, osservata con invidia da uno Spadaccino che lappava semplice acqua fresca da un grosso contenitore, uno strano signore anziano si accostò e prese posto sull’altra sedia senza neanche chiedere il permesso.
Alle proteste dei due, quello alzò una mano, facendoli zittire e prese la parola con voce ferma, ma gentile: -Miei buoni forestieri, vedo che provenite dall’Isola degli Spiriti Pacifici… interessante, è la prima volta che vedo una tigre!
Nami lo guardò con gli occhioni sgranati, Zoro ringhiò sospettoso.
Ma lei, maestra nell’inganno, dissimulò, riprendendosi in fretta: aveva capito che da quel tipo poteva ricavare informazioni utili.
-C’è sempre una prima volta…. Mister?- lo guardò con aria interrogativa.
-Coleridge, signorina. Ma volevo precisare che non è la prima tigre che vedo, bensì la prima che vedo arrivare da quell’isola.
Guardò Zoro.
-Sei un ragazzo forte, tu- affermò -e sei sbarcato sull’Isola degli spiriti pacifici armato, è così?- all’annuire dei due proseguì -Le tue armi devono aver bevuto molto sangue, negli anni che ti hanno accompagnato. Deve essere così, altrimenti non saresti diventato ciò che ora sei…
Era vero.
L’unico a scendere armato su quell’isola era stato Zoro… Franky ed Usopp erano rimasti a bordo, coloro che utilizzavano i propri arti non potevano definirsi armati e la stessa Nami aveva scordato il suo bastone a bordo.

Ma Zoro non abbandonava mai le sue spade.
Mai.
Anche in quel momento erano con lui, insieme ai vestiti, all’aramaki, agli stivali e ai suoi tre orecchini, scomparsi nel bagliore che li aveva avvolti nell’attimo in cui si era ritrovato con le sembianze di un gatto troppo cresciuto… percepiva la loro presenza nelle zanne e negli artigli che proprio in quel momento stava mostrando davanti a quell’enigmatico tipo.

La rossa gli artigliò la camicia sporgendosi verso di lui e soffiandogli in viso: -Tu cosa ne sai?
Nervoso, Zoro frustava l’aria con la lunga coda, in attesa di una risposta anche lui.
-Abbastanza da poterti dire che il tuo amico ha soltanto una possibilità per tornare umano e che non deve lasciare l’arcipelago sotto questa forma, altrimenti non solo resterà cosi, ma gradualmente dimenticherà di esserlo stato, divenendo così in tutto e per tutto l’animale che incarna.
Nami lo fissò sbigottita… non aveva mai pensato al fatto che potesse andare peggio di così.
Guardò Zoro con occhi umidi e lui la rassicurò con appoggiandole il muso sulle ginocchia. Cingendogli il collo e affondando il viso nel morbido pelo, sussurrò: -Non lo permetteremo, Zoro, tornerai ad essere il solito antipatico scansafatiche di bordo!
Quando si sciolse dall’abbraccio, l’uomo era scomparso nel nulla, senza lasciare traccia.
 
   
 
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