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Autore: LiamHart    07/12/2013    0 recensioni
"Per me ogni cosa sarebbe potuta finire lì, dove era cominciata. Sembrava che il destino avesse voluto giocarmi un brutto scherzo, o forse mi stava soltanto rendendo più familiari quelli che potevano essere gli ultimi momenti della mia vita.
Sarebbe successo tutto in quel castello, il luogo in cui avevo imparato ad usare la magia, in cui avevo conosciuto l'amore della mia vita ed i miei amici più importanti. Hogwarts... Casa."
Questa è la storia di Alexander, un giovane auror che si schiererà in prima linea, durante lo scontro con l'esercito di Voldemort, per difendere Hogwarts, i giovani studenti ed Elizabeth, la ragazza che ama. Il suo destino si incrocerà con quello dei più grandi protagonisti della saga, rendendolo anche spettatore dei momenti più difficili delle loro vite.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VII libro alternativo
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La sala comune dei Corvonero era stata addobbata per le vacanze di Natale, era uno spettacolo incredibile che in pochi eravamo rimasti a goderci veramente. La maggior parte degli studenti era infatti tornata a casa, per passare il Natale con le proprie famiglie, come ero solito fare io in precedenza. Quella volta però sarebbe stato diverso, era il mio terzo anno lì ad Hogwarts, e in quell'occasione sarei dovuto restare lì, poichè i miei genitori non sarebbero stati a casa a causa di alcuni impegni importanti di lavoro con il Ministero. I primi giorni non furono semplici, vidi i miei amici lasciare i dormitori carichi di bagagli per andarsene, e ad un certo punto iniziai a temere di restare solo... Non fu così. Un gruppetto di ragazzi aveva deciso di rimanere, per qualcuno di loro si trattò più di un obbligo dovuto a difficili o tristi situazioni familiari.
Stava ormai scoccando la mezzanotte che avrebbe sancito il passaggio dalla Vigilia al giorno di Natale, ed io me ne stavo da solo, seduto di fronte a quel camino che riscaldava tutta la grande sala. Ad un certo punto un rumore di passi interruppe quella quiete, ed una ragazza si venne a sedere proprio sul divano, accanto a me.
- Alexander... - Mi salutò, con un cenno del capo.
- Ciao Elizabeth! - Ricambiai, tornando a fissare il fuoco che ardeva all'interno del camino.
- Mancano cinque minuti, anche meno... -
- Già... - Risposi con un pò di malinconia. Gli altri anni, quello era un momento che avevo passato con i miei familiari. Era strano interrompere quella tradizione.
- Tutto bene? - Mi chiese lei, dopo avermi osservato attentamente.
- Beh... Si... Cioè, non proprio! Non è nulla! - Borbottai.
- E' la prima volta che passi le vacanze qui? - Annuii, così che lei aggiungesse, dopo avermi rivolto un sorriso amichevole: - Anche per me! -
Stava affrontando la cosa in maniera molto più serena di me, quasi la invidiavo.
Conoscevo Elizabeth dal primo anno, mi aveva aiutato spesso con degli esercizi, ma fra di noi non si era mai venuto a creare alcun tipo di rapporto. Lei aveva il suo gruppo, io il mio. Non eravamo mai restati completamente da soli come in quel momento, eppure mi resi immediatamente conto che la sua presenza lì mi faceva piacere.
- Beh... Almeno non stiamo passando questo momento da soli! - Mormorò ancora, una volta resasi conto del fatto che non fossi molto loquace.
- Si! Beh... Giusto! - Le risposi in un sussurro.
- Non sei uno che parla molto, vero? - Iniziai ad arrossire dopo quella sua domanda.
- No! Cioè... Si... Direi che... Dipende... - Balbettai timidamente. Lei sorrise di nuovo, questa volta in maniera più dolce, quasi rassicurante, come a volermi dire che quello non era un problema. Era bellissima mentre lo faceva, in realtà lo era sempre, lo avevo notato già la prima volta che l'avevo vista, ma in quel preciso istante mi sembrò a dir poco meravigliosa.
Restammo in silenzio per almeno due minuti, durante i quali ci guardammo bene dall'incrociare i nostri sguardi. Avrei voluto dirle qualcosa, parlare con lei, ma in realtà ero bloccato da quella dannatissima timidezza.
All'improvviso un suono, l'orologio a pendolo che ci avvisava dello scoccare della mezzanotte.
Mi alzai in piedi, ed avvicinate le mani al camino per riscaldarmi le dissi: - Buon Natale Elizabeth! -
Lei mi imitò, ma fatto un passo verso di me indicò il vischio appeso proprio sul caminetto.
- Buon Natale a te, Alex! - Mi baciò sulla guancia, ancora una volta in maniera dolce. Un'istante dopo era diventata anche lei rossissima in viso.
Forse fu il vederla così bella in quel momento, o il rendermi conto che per qualche motivo lei era l'unica persona con cui davvero sarei voluto essere in quell'occasione, sta di fatto che mi decisi a portarle una mano sul fianco destro, per poi attirarla a me e baciarla in maniera romantica, per diversi secondi. Lei all'iniziò sembrò spiazzata, ma subito dopo ricambiò completamente quel mio gesto.
Da quel momento, io e lei non ci saremmo più lasciati. Negli anni seguenti lei ed i miei compagni di casata divennero la mia famiglia... Hogwarts divenne la nostra casa...


Un'esplosione alle mie spalle mi fece sussultare, mi voltai, per constatare che una delle mura del castello era stata abbattuta con violenza dai troll.
Strinsi la presa intorno alla bacchetta, vedere quelle scene, quella distruzione, mi spezzava il cuore. Quella era la mia casa, e loro la stavano radendo al suolo.
Puntai la bacchetta verso il troll che aveva appena compiuto quello scempio, ma decisi di esitare. Schivai una pesante mazzata scivolandogli sotto le gambe, ed una volta alle sue spalle mirai al suo collo.
- Recido. - Quell'unica parola pronunciata con voce ferma ed un movimento della mano ad accompagnarla. L'istante dopo la testa di quell'essere stava già rotolando al suolo.
Mi girai appena in tempo per affrontare uno di quei maghi oscuri, dall'aspetto duro ma apparentemente poco sveglio. Mi scagliò contro una maledizione senza perdono, non riuscii a capire quale, ma fui lesto a respingerla con un contro - incantesimo.
- Petrificus Totalus! - Ci vollero pochi secondi, lui urlò e provò a divincolarsi, ma non riuscì a contrastare l'effetto dell'incantesimo, restando completamente bloccato.
Mi abbassai in tempo per schivare una serie di anatemi che mi sibilò proprio sopra la testa, quindi raggiunsi di corsa il centro del cortile, dove i ragazzi erano impegnati a combattere i grossi ragni. Diedi manforte ai giovani studenti, costringendo le bestie ad indietreggiare.
- Bel lavoro qui! - Esclamò allora una voce alle mie spalle. Kingsley Shacklebolt sopravanzò alla mia destra, ed ingaggiò un combattimento con un mangiamorte che era appena giunto di fronte a noi.
Fin quando avremmo potuto, ci saremmo impegnati per fare in modo che gli studenti non ingaggiassero scontri diretti con i servitori prediletti di Voldemort. Già, proprio quest'ultimo era colui che più temevo. Dov'era? Si stava godendo lo spettacolo o era già all'interno del castello? Avrei dovuto affrontarlo prima o poi?
La mia attenzione venne allora attirata da un urlo. Appena scoprii da dove proveniva mi vennero i brividi. Un uomo si stava trasformando in qualcosa... Un lupo mannaro!
- Professore? Professor Lupin? Che sta succedendo? - Vidi una studentessa allontanarsi spaventata, ma fu subito chiaro che non fosse lei a doversi preoccupare.
Appena la trasformazione fu completa, quell'essere si lanciò contro un gruppo di maghi oscuri, iniziando a seminare il panico fra di essi.
Molti di quei sostenitori di Voldemort non erano nemmeno all'altezza dei migliori studenti della scuola, per questo fu semplice per il lupo mannaro sopraffarli rapidamente.
Lupin continuava a mietere vittime, mentre Shacklebolt, dopo aver pietrificato il mangiamorte con cui aveva combattuto, lo fece esplodere con un "Bombarda" violentissimo.
Il lavoro di noi auror non era mai stato quello di uccidere i nostri avversari, ma disarmarli e catturarli. Osservare quella scena mi fece intendere che quella volta non ci sarebbe stato spazio per tentennamenti. Si trattava di uccidere o essere uccisi.
Deviai altrove un'altra maledizione rivolta verso di me, e disarmai quell'ennesimo avversario.
- Stupeficium! - Forse non ero ancora pronto per uccidere qualcuno, o forse avevo paura di come mi sarei sentito, in ogni caso preferii stordirlo.
Ed ecco che pochi secondi dopo, come un fulmine a ciel sereno, sentii quella condanna a morte urlata da uno dei mangiamorte più possenti sul campo: - AVADA KEDAVRA! -
Udii un ruggito gemente, poi Shacklebolt urlare disperato. Il lupo mannaro si era appena ritrasformato nel professor Lupin, che adesso giaceva a terra privo di vita.
Kingsley corse verso di lui, e poco dopo una donna fece altrettanto. Aveva i capelli rosa, e piangeva disperatamente. Capii che doveva essere la sua fidanzata, o sua moglie.
Mi affiancai all'altro auror, per dare alla donna la possibilità di portare Lupin al sicuro, benchè fosse chiaro che non ci fosse più nulla da fare per lui.
Lei singhiozzava, si preoccupò di rimettere insieme i brandelli dei vestiti dell'uomo, per rivestirlo, quasi convinta che da un momento all'altro si potesse rialzare per combattere.
- Remus... - Lo implorò, iniziando a scuoterlo per le spalle - Remus... Apri gli occhi! NON LASCIARMI!
Continuava a lanciare incantesimi su di lui, fra un singhiozzo e l'altro, ma nessuno di questi avrebbe potuto avere effetto.
Combinandomi agilmente con Kingsley, riuscimmo a vendicare immediatamente la morte del professore, benchè lasciai che fosse lui ad infliggere a quel bastardo il colpo di grazia.
La donna dai capelli rosei urlò ancora più disperata e scattò in piedi. Rabbrividii al solo pensiero di ciò che stesse provando, e sentii una morsa stringermi lo stomaco al pensiero che Elizabeth avrebbe potuto affrontare una situazione simile. Non potevo permetterlo, non potevo lasciare che anche lei soffrisse in quel modo.
Vidi la moglie del professor Lupin lanciarsi in mezzo ad un gruppo di maghi oscuri con grande sprezzo del pericolo, forse non aveva più molto da perdere, ma non ebbi modo di aiutarla, poichè un folto gruppo di dissennatori invase il cortile.
Respinsi i primi con il mio Patronus, un leone, per notare subito dopo con grande orrore che qualcuno aveva inferto a quella donna una ferita mortale al ventre.
La vidi raggiungere carponi il suo uomo, prendergli la mano ed adagiarsi vicino a lui, come nella speranza che quel gesto le avesse permesso di ritrovarlo subito dall'altra parte, qualsiasi cosa vi fosse.
Trattenni a stento le lacrime, non avevo mai assistito ad una scena così straziante in vita mia, e decisi di concentrarmi sui dissennatori. Stavo per evocare un altro patronus, ma qualcuno mi precedette.
Un uomo alto, imponente, con una folta barba bianca, li scacciò tutti con un solo incantesimi. Per un attimo ebbi l'impressione che si trattasse di Silente, e fu triste poi rendersi conto che non poteva trattarsi di lui.
- Coraggio ragazzi! Possiamo farcela! - Incitò gli studenti, con fare coraggioso.
Mi chiesi se credesse davvero alle parole che aveva pronunciato o meno, e mi risposi che forse era meglio non avere una risposta.
Vedere la scena di Lupin e sua moglie, in ogni caso, mi aveva fatto cambiare idea riguardo il luogo che avevo scelto in cui combattere. Ero troppo lontano da Elizabeth, ed i primi mangiamorte erano riusciti ad entrare nel castello. Non potevo permettere che la raggiungessero.
Iniziai a correre quindi verso l'ingresso dell'edificio, lasciandomi alle spalle quella scia di corpi, creature magiche, maghi oscuri e studenti. La mia priorità adesso era un'altra...
  
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