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Autore: Astoria Castoldi    07/12/2013    3 recensioni
Sono passati sei mesi e non so come andare avanti. Tutti i giovedì mi siedo sulla stessa maledetta panchina, aspettando di vederlo sbucare dal sentiero che porta a casa sua, sperando che tutto torni come prima.
Ma quante possibilità ci sono? Nessuna, ormai. Me le sono giocate tutte quando ho scelto di permettergli di andarsene, quando ho deciso di dipingergli un paio di ali e lasciarlo libero.

[...] Giro pagina, ed inizio a gettare parole sul foglio.
È ora di fare un salto nel passato, di cominciare dall'inizio e parlare di questa storia.
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo primo.
Landscape.


 
She wants the silence but fears the solitude,
she wants to be alone and together with you. [...]
'Cause she's just like the weather, can't hold her together.
Born from dark water, daughter of the rain and snow.

 
 
Tutto ebbe inizio in un soleggiato pomeriggio d'estate.
Era il quattordici giugno 2007.
La porta del negozio si aprì lentamente, facendo risuonare il tintinnio del campanello in modo impercettibile. Forse fu per questo motivo che non mi accorsi dei clienti che erano entrati e continuai a navigare su internet come se nulla fosse, presa dagli ultimi aggiornamenti dei vari social network.
«Hey! C'è nessuno?» chiese una voce maschile, spaventandomi. Impiegai qualche secondo per capire cosa stesse succedendo, ma in un lampo mi preparai: spensi il portatile, mi rimisi i rollerblade ai piedi e sfrecciai verso il bancone del bar; probabilmente avevo l'espressione tipica di una persona dipendente da ansiolitici, perché quando i ragazzi che erano entrati mi videro passare, si fecero scappare una smorfia tra il divertito e l'inquietato. 
Cercai di respirare: era difficile vedere clienti dalle mie parti ed io di certo non sapevo come gestirli. Avevo aperto il mio manga café da qualche settimana e ancora non mi ero adattata al nuovo lavoro. Diciamo che il mio era stato un azzardo, un vecchio sogno adolescenziale che avevo voluto realizzare a tutti i costi; ero stata così incauta da aver sbagliato zona, professione e tutto il resto. Con molta probabilità, presto avrei chiuso la baracca. 
In realtà non ricordavo nemmeno perché avessi deciso di aprire un negozio simile a Baltimora; forse la mia passione per il mondo del disegno era troppo forte per fermarsi al lavoro part-time di illustratrice di second'ordine, o solamente avevo bisogno di trovare qualcosa di impegnativo da fare per allontanarmi dai soliti pensieri scomodi che nell'ultimo anno mi avevano perseguitato come un'ombra.
«Scusate, non avevo sentito il campanello. Posso aiutarvi?» dissi distratta, avvicinandomi alla macchina del caffè.
«...Sayu?» rispose uno dei due ragazzi, guardandomi con aria perplessa.
Mi voltai per vedere il viso dei miei interlocutori e rimasi sorpresa. 
«Zack?» chiesi, sgranando gli occhi.
«Sei davvero tu! Incredibile!»
Mi avvicinai, sbalordita. Di fronte a me c'era un ragazzo alto, con una capigliatura da emo e il fisico di chi sta tentando invano di aggiungere massa muscolare al proprio corpo. Zachary Merrick, così si chiamava. Avevamo frequentato entrambi la Towson High School, almeno fino a che decisi di non diplomarmi. Lo studio non aveva mai fatto per me; il mio interesse era completamente rivolto al disegno e alla musica. In realtà c'era un'altra motivazione dietro il mio abbandono, ma l'avevo sempre tenuta solo per me.
«Cosa diavolo hai fatto ai capelli? Sei stato aggredito da una mucca, stamattina?» gli chiesi, scompigliando quello strano taglio che gli decorava la testa.
Sorrise divertito e mi abbracciò. La sua stretta risultò stranamente vigorosa. Tossii, convinta di aver perso un polmone.
«Sei sempre la solita stronza. E guardati: il mio ciuffo sarà pur stato leccato da un bovino, ma tu sembri un puffo.»
Osservai la mia immagine nello specchio appeso al muro: della vecchia me non era rimasto più nulla ormai. In un anno avevo dato sfogo a tutti i piccoli capricci che non avevo mai potuto soddisfare, in particolare mi ero concessa di incorniciare il viso con una capigliatura indaco. 
«È più di una semplice tinta, lo sai.» risposi, con un mezzo sorriso.
Alzò al cielo i suoi occhi color smeraldo per poi riposarli su di me, assumendo un'espressione compassionevole.
«Immagino che Roberto ti abbia fatto una ramanzina clamorosa...»
Lo fulminai  con lo sguardo, facendogli capire che non era un argomento del quale parlare.
«Zack, rischiamo di fare tardi alle prove.»
Il ragazzo che lo accompagnava si intromise nella conversazione, salvandomi. Aveva un viso simpatico, piuttosto affascinante nel suo insieme, e un ciuffo tendente al biondo che gli disturbava il volto in continuazione.
«Giusto. Scusami.» gli disse Zack, per poi voltarsi verso di me. «Sayu, questo è Alex. È il cantante della band in cui ero entrato quando ancora venivi a scuola. Ti ricordi?»
«Sì, certo! È un piacere, Alex.» dissi, stringendogli la mano «Volete un caffè?»
«Grazie. Potresti darci anche l'ultimo numero di "Wonder Woman"? È il compleanno del nostro chitarrista, un fanatico delle tette. Pensavamo di comprargli "Playboy", ma ci è sembrato troppo scontato.» disse Alex ridendo.
"Il classico cretino pervertito senza cervello" pensai schifata tra me e me, ma non dissi nulla. Semplicemente li accontentai, felice di aver incassato qualcosa.
I ragazzi si sedettero sugli sgabelli davanti al bancone, mentre io mi misi a trafficare con la macchina del caffè: il profumo dei chicchi era estremamente rilassante, mi sentivo molto più sciolta.
«Perché non vieni a vederci suonare qualche volta? Finalmente siamo riusciti ad ottenere un contratto.» mi disse Zack, interrompendo il silenzio che nel frattempo si era venuto a creare.
«Mi piacerebbe! Almeno vedrei i progressi che hai fatto!»
«Vedrai, spaccheremo tutto in tour! Cazzo, siamo fantastici!» esclamò Alex, quasi in preda a spasmi da orgasmo.
«Alex, piantala!» sussurrò Zack, colpendolo sul braccio con un pugno. «Scusami, Sayu. È che siamo tutti sovreccitati perchè a settembre partiremo per l'Inghilterra. Saremo supporto dei Plain White T's. È una grande opportunità per noi.»
«Oltretutto il secondo album è praticamente pronto!» 
La voce di Alex rimbombò ancora per tutto il negozio, esattamente come il suono della sberla che Zack gli tirò sulla nuca subito dopo.
«Dai, Zack! Un po' di entusiasmo! Non puoi sempre fare la statua di marmo della situazione! Finalmente abbiamo una vera occasione per sfondare in Europa!» lo incalzò Alex, dandogli una pacca sulla spalla e massaggiandosi la testa, ancora dolorante, con l'altra mano.
«Effettivamente Alex ha ragione. Te l'ho sempre detto che dovresti cercare di uscire dal tuo guscio un po' più spesso.» dissi ridendo.
Zack ci guardò perplesso per qualche secondo per poi sorridere, quasi a volerci rassicurare.
«Nah. Ragazzi, sto bene così!» rispose, sorseggiando il suo caffè.
Cercai di guardarlo male, ma il suo viso mi apparve così splendido che mi scappò un sorriso.
«Beh, forse è meglio andare» disse solennemente Alex, guardando Zack «altrimenti Rian si lamenta come al solito. »
Poi si voltò verso di me: «Ti lascio il mio numero. Almeno ci organizziamo con calma per farti assistere alle prove.»
Prese uno dei tovaglioli che tenevo sul bancone e sfilò una penna nera dalla tasca dei pantaloni. Dopo aver finito di scrivere tutte le informazioni necessarie, mi consegnò il biglietto e ci congedammo.
Li guardai uscire dal mio negozio, facendo tintinnare il campanello della porta, e tornai alla calma del mio lavoro, senza sapere che da quel giorno la mia vita nel Maryland sarebbe cambiata.


 
Fine del primo vero capitolo.
Spero l'abbiate apprezzato.
So che alcune cose durante la storia non coincideranno esattamente con la vita reale degli ATL, ma spero che le Hustlers possano chiudere un occhio a riguardo.
In ogni caso non posterò così spesso, data la lunghezza dei capitoli. Per ora ne ho pronti altri quattro, spero di scrivere abbastanza in fretta, ma soprattutto bene.
Lasciate pure i vostri commenti, consigli, suggerimenti, quellochevoletevoi. Sarò felicissima di leggerli.
Nel frattempo
un grosso abbraccio dalla vostra Astoria.

E "Long Live Us".
(:

*credit zone*
Canzone: "Landscape" di Florence + the Machine
  
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