*Sei nei miei pensieri*
2. Scusami ma…ne ho
bisogno
Capsule Corporation. La casa di Trunks. Ora erano finalmente
arrivati. Entrarono e Goten salutò e ringraziò la signora Brief per la sua
ospitalità, la quale ricambiò il saluto.
Era ora di cenare. Al tavolo c’era il papà di Trunks, Vegeta,
con il suo sguardo accattivante come sempre, la bellissima Bulma e logicamente
i due ragazzi. Finito di cenare, i ragazzi diedero la buonanotte agli adulti e
si diressero nella camera di Trunks.
-“mammamia, quanto ho mangiato!”
-“a chi lo dici, Tru… sono pienissimo e stanchissimo…”
-“dai, allungati sul letto, mi spoglio e vengo…”
Goten non capì molto bene il significato di quella frase. In
realtà era da un po’ che Trunks se ne usciva con frasi strane o comunque a
doppio senso.
Ora erano sul letto, su un unico letto. Erano le 11:30 di un venerdì sera. Il giorno dopo, sabato, non ce sarebbe stata scuola, così Goten chiese:
-“Tru, domani che facciamo? Usciamo?”
-“a me basterebbe anche stare solo con te…”
I due si guardarono negli 0occhi, non capendo l’uno le
intenzioni dell’altro. Era la seconda volta che Trunks aveva lasciato Goten
senza parole, il quale rispose infatti con un
semplice:
-“buona notte, Tru…”
La notte passò in fretta. Goten era già in piedi e stava per
vestirsi.
Ora indossava solo un boxer nero attillato, che metteva in
risalto il suo fondoschiena e… il suo “fondopancia”.
Trunks aveva appena aperto gli occhi e davanti a lui c’era un
ragazzo dal fisico spettacolare, del quale, in quel momento, sentì che non potè
farne a meno.
Così, senza fare il minimo rumore, si alzò dal letto e
raggiunse il moro, che non si era accorto di nulla.
Delicatamente diede un bacio sul collo di Goten, che non si
spaventò e non oppose resistenza, anzi, rimase immobile e lasciò fare al suo
amico, finché…
-“ Oh mio Dio, Tru!!”
-“che c’è Goten?”
-“non…non si…non si abbassa!”
-cosa???.....Ah! ho
capito!!!...ahahahahahah!!!!”
-“non ridere!!dov’è il bagno?”
-“ahahahah…in fondo a destra…ahahahah…”
Goten uscì dal bagno, imbarazzato, e Trunks, che lo stava
aspettando li fuori gli confidò:
-“scusami ma…ne avevo bisogno”
Terza. Era la terza volta che Goten non sapeva che dire, e
rispose nuovamente, abbassando lo sguardo, con un semplice:
-“…ok…”.
Fecero colazione. Pranzarono. Poi si allenarono tutto il
pomeriggio fino all’ora di cena.
Cenarono abbondantemente, vista l’energia che avevano
consumato per gli allenamenti e si diressero in camera. Erano già le 11:00 di sera.
-“che giornatina pesante, eh Goten?”
-“si…sono a pezzi…per non parlare che ho anche freddo…”.
-“se vuoi, ti stringo a me…”.
Ci risiamo. Per la quarta volta Goten non trovò le parole, ma vista la condizione, chiuse gli occhi e gli
rispose.
-“va bene…ne ho bisogno…”.
Un sorriso, ora, era sulle labbra dei due ragazzi, che si
strinsero l’uno all’altro.
I loro corpi si toccarono, finalmente, e le emozioni che
provarono non si poterono descrivere. Non le capirono. Non sapevano cos’erano
di preciso. Rimasero abbracciati tutta la notte. Il calore che emanava il letto
era talmente forte che in suo confronto il sole era ghiaccio.
Non c’era stato per Trunks e Goten momento più bello di
quello.