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Autore: liamstinks    07/12/2013    2 recensioni
Ti sei seduto,io ti ho seguita,hai iniziato a parlare e io di quelle tue parole mi sono innamorata.Non eri abituato a essere ascoltato,eppure quel giorno trovasti me,l'unica disposta a sopportare tremila ore di tue paure.
L'amore a prima vista esiste,siamo solo troppo distratti dai nostri pensieri contro l'amore per accorgercene.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sono una ragazza semplice,non mi piacciono le cose troppo esagerate nè troppo poco curate,mi piace il necessario e la semplicità. La cosa che più adoro nelle persone è infatti la semplicità e la sincerità.Non vivo in chissà che città di quale paese ma per mia decisione ho deciso di andare a Londra per definire meglio il mio  inglese molto approssimato.Adoro,amo la musica ma la mia voce fa venir gli incubi,mi piace ballare,ecco forse questa è un'abilità in cui sono decente,un’altra cosa,sono molto solitaria,non mi piace stare in mezzo troppa gente,a parte alle feste in cui cerco di lasciar scomparire la mia timidezza e ballare senza badare ai giudizi della gente. Cosa che più vi interesserà è che mi chiamo Alessia,di solito tutti hanno nomi molto complessi come ‘Josephine’, ‘Alex’, io ho un nome del tutto normale e molto conosciuto,che da’ poco l’idea di quelle snob...spero.

GIORNO 1

Ero appena arrivata all’areoporto di Londra quando già pensai ‘Mamma mia,che confusione’,tutte quelle scritte,quello spazio che pur essendo sovraffollato di gente mi faceva sentire sola , senza un senso di orientamento.

“Perchè così tanta gente oggi?” “Dove devo andare? Se va bene arriverò all’hotel per il prossimo anno’’
‘’Cosa c’è scritto su quel cartellone?’’ ‘’Oddio,mi son persa’’-pensai tra me e me cominciando ad andare in panico.Sapevo Londra non fosse una città del tutto tranquilla ma non pensavo fosse così complicato trovare un uscita.

Bene,dopo ben 2 ore e mezza di giri a vuoto in quel aereoporto,trovai l’uscita, ‘Exit’, vedere quella scritta non era mai stato così gratificante fino ad ora.
‘Aria finalmente aria’ dissi alzando le braccia al cielo.Inutile è dire quanti mi fissarono con facce sconvolte,soliti inglesi.
Ero completamente distrutta,arrivai a destinazione all’ora di cena poichè avevo avuto alcuni problemi di comunicazione col taxista,sapevo già che sarebbe stato tutto difficile,la mia prima esperienza all’estero era iniziata e ovviamente pure benissimo.

Mi guardai poco attorno,volevo solo arrivare al mio hotel provvisorio,il giorno dopo avrei cominciato a lavorare in un bar ,così da potermi permettere di affittare un appartamento,prima o poi.
Camminando per le strade mi stavo già preparando quella frase da dire appena sarei entrata nell’hotel,ma appena entrai il signore della receptioner rovinò tutto,cominciando la conversazione.

‘Maledizione’ pensai, ‘Mezz’ora a pensare questa frase e poi lui mi frega così’.
Indicai semplicemente una porta,il mio era un inglese molto più gesticolato che parlato,questo è certo.
Il signore perspicace capì.’Italian?’ chiese, ‘Yes’ risposi io.Chissà come mai ma gli italiani venivano subito riconosciuti dalla grande padronanza della lingua inglese.

Presi le chiavi e mi dirissi alla mia stanza 298,troppe scale da percorrere,troppe.Arrivai in stanza strisciando come un serpente morente.‘’Da quanto tempo non facevo più di due passi al giorno?’’ mi chiesi e poi pensai che in effetti che più di due passi li facevo alla fine:Mi muovevo dal divano al frigorifero e dal frigorifero al divano,erano già ben 20 passi contando pure il ritorno.
Aprì la porta,niente di che,non mi aspettavo un granchè,era una stanzetta arredata con il solito buon gusto,buon profumo di formaggio stagionato da 16 mesi,tende piene di fumo;era una meraviglia.

Erano le otto di sera,nonostante tutto,crollai,neanche la mia bisnonna si sarebbe addormentata così presto.
Stavo dormendo ma la mia testa,che fino ad un momento prima era pieno di pensieri accavvallati uno sopra l’altro ,ora si era deciso a lasciare spazio a sogni vuoti e neri che avrei dimenticato la mattina seguente.
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