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Autore: Marlowe    07/12/2013    5 recensioni
Dopo Punk Hazzard Rufy e la sua ciurma lasciano l'isola portando con se Trafalgar Law. Nami inizia a comportarsi in modo strano attirando l'attenzione del capitano e del suo ospite. Cosa nasconde Nami? Cosa è successo veramente nei due anni di separazione di così tremendo da non poterne parlare?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
 

NAMI’S POV
 

Non potevo crederci, non bastava che Rufy avesse scoperto il mio segreto, ora lo sapeva anche Trafalgar Law. Non mi piaceva come mi stava guardando, sembrava avesse trovato un nuovo giocattolo da usare a suo piacimento e, la domanda che aveva appena rivolto a Rufy non lasciava adito a dubbi. Non sarei stata la marionetta di nessuno, avevo raccontato al mio capitano cos’era successo perché avevo piena fiducia in lui ma non potevo di certo dire lo stesso dello sgradito ospite che andava ficcanasando negli affari degli altri.
Rufy come me sembrava non gradire particolarmente la sua presenza. Mi si parò davanti coprendomi alla vista del chirurgo come se così bastasse a cancellare la situazione appena creatasi, d’altra parte Law avanzava tranquillamente verso di noi.
- Allora cappellaio come intendi utilizzare la tua navigatrice?
Rufy si irrigidì tutto.
- Utilizzare?
- Certo! Da quel che ho visto prima sul ponte e da quello che ho sentito ha un potere utile per i nostri scopi.
Oddio non si era limitato ad origliare la discussione ma aveva anche visto quando assorbivo i fulmini, da quanto tempo ci spiava?
Persa com’ero nei miei pensieri non potei impedire a Rufy di colpirlo violentemente con un pugno. Suppongo che neanche Law se lo aspettasse perché venne preso in pieno dalla furia del mio capitano, lo afferrò per il bavero della giacca sollevandolo da terra.
- Io non utilizzo i miei amici e giuro che se osi ancora dire una stupidaggine del genere ti butto in mare.
- Quanto la fai lunga cappello di paglia, hai un compagno di squadra con dei poteri e che in più può nuotare, non capisco tutta questa reticenza nello sfruttare le sue capacità.
Rufy lo mollò di colpo facendolo nuovamente cadere per terra, lo guardava disgustato.
- Io non sfrutto i miei amici, il mio equipaggio è la mia famiglia e Nami ha già sofferto abbastanza per quel che mi riguarda, non permetterò che le venga torto un solo capello.
- Oh andiamo si comporta solo come una principessina viziata, se facesse parte del mio equipaggio ubbidirebbe ai miei ordini, evidentemente non sei un buon capitano cappellaio!
Questo non potevo tollerarlo, come si permetteva questo estraneo di definirmi una principessina viziata? Lui che di me non sapeva nulla, né del mio passato né di quello che avevo dovuto sopportare e soprattutto come osava offendere Rufy? Nonostante fosse uno scavezzacollo, che ogni due per tre ci cacciasse nei guai sia con la marina che con gli altri pirati, che divorasse tutte le scorte di cibo costringendoci ogni volta a fermarci su isolette sperdute nel nulla per fare rifornimenti, io non avrei mai cambiato capitano, mai, non esisteva un altro come lui. Era in assoluto la persona migliore che avessi mai incontrato. La voglia di fulminarlo era grande ma il dolore alla gamba era già insopportabile, tuttavia Rufy mi stava già proteggendo abbastanza, ero in grado di rispondere da me e l’avrei dimostrato a quel dottorino da strapazzo.
Spostai delicatamente Rufy, lui mi guardò curioso su cosa volessi fare, di certo non lo avrei preso a pugni né a calci, era pur sempre un pirata con una taglia elevata sulla testa e io non avevo bisogno della violenza per farmi capire dal signorino.
- Sentimi bene Trafalgar Law, non me ne frega niente chi ti credi di essere, hai ascoltato una conversazione che non ti riguardava minimamente, hai ficcanasato in giro nonostante tu sia un ospite qui, se oserai raccontare a qualcuno, compreso ai membri della ciurma cosa mi è successo giuro che ti butto in mare e poi ti fulmino.
- Ah e sentiamoci come pensi di riuscirci?
Risi, di una risata fredda e priva di allegria.
- E dire che intelligente come sei pensavo ti fosse chiaro uno cosa.
- Cosa? Che sei solo una debole?
Lo colpii, lo so che avevo detto che non avevo bisogno della violenza ma non riuscii a trattenermi e dopotutto era una scarica debole, sufficiente per fargli capire che non scherzavo e che era meglio tacere. Subito fuoriuscirono le punte metalliche dall’anello, strinsi i denti per il dolore.
- No… io sono stata creata per quelli come te, sono stata modificata per affrontare i possessori dei frutti del mare e tu non riuscirai a farmi sentire inferiore. Ora ti ho colpito con una scarica debole, osa parlare e giuro che alleato o no ti riduco in cenere.
Lo dovevo ammettere rimasi molto colpita, si alzò senza fare una piega, ci fissò per un istante e ghignando come suo solito uscì dalla cucina, non so perché ma ho la vaga impressione che non avesse capito appieno la mia minaccia.
Rufy mi appoggiò le mani sulle spalle e mi fece voltare verso di lui, sembrava essersi calmato e questo fu un sollievo, non potevo gestire un’altra crisi. La nottata era già stata stressante e non era nemmeno mezzanotte ancora.
- Nami?
- Sì?
- Ti sta sanguinando la gamba.
Abbassai lo sguardo e mi accorsi che era vero, buffo stanca com’ero non sentivo nemmeno il dolore.
Il mio capitano mi stupì ancora una volta prendendomi per mano.
- Vieni con me
 

RUFY’S POV

Mano nella mano condussi Nami in un posto che sono sicuro non aveva mai visto, il che è strano pensando a quanto fosse piccola la Sunny, ma la stanza che avevo appena aperto era mia e solo mia. Ai tempi della costruzione della nave Franky aveva pensato che il capitano dovesse avere una stanza privata, non l’avevo mai utilizzata visto che a me piaceva dormire insieme ai miei compagni, ma la stanza era tranquilla, nessuno sarebbe venuto a disturbarci o a spiarci qui. L’arredamento era molto spartano, un letto, una scrivania e una libreria ancora vuota, avevo anche un bagno privato, forse era l’unica cosa che avessi mai utilizzato dato che a volte a causa di Nami o di Sanji il bagno poteva essere occupato per ore. Capivo la mia navigatrice, è bella e vuole sempre apparire al meglio, ma che bisogno ha il cuoco di monopolizzare il bagno?
- Rufy che stanza è questa?
- E’ la camera del capitano
- Tu hai una camera privata? E perché non la usi? E’ uno spreco enorme
 - Lo sai che mi piace stare con gli altri, stare solo non mi piace. Comunque ora questo non ha nessuna importanza, togliti i pantaloni
- Ancora insisti?
- Si voglio vedere l’anello e poi stai sanguinando quindi muoviti o te li tolgo io e sai che sono capace di farlo
Mi fissò negli occhi come se volesse sfidarmi, ben venga io non mi sarei tirato indietro, volevo vedere quell’aggeggio infernale e l’avrei visto. Notando che non facevo una piega iniziò a sfilarseli.
L’anello era sulla gamba sinistra, la feci sedere sul letto per esaminarlo meglio, solo quello, non avevo intenzione di sbirciare altrove, sembrava fosse fatto di ferro ma molto più resistente, aveva delle scritte sopra, roba per me indecifrabile, mi ricordava tanto uno di quei collari che usavano i draghi celesti sugli schiavi. Le punte metalliche erano ancora fuori e le stavano massacrando la gamba. Andai in bagno per prendere l’occorrente per pulire la ferita, non ero espertissimo ma cercai di essere il più delicato possibile. Nami non diceva niente, il che conoscendola è strano, ma stasera mi aveva già stupito fin troppo, non aveva nemmeno sferrato uno dei suoi pugni micidiali, nemmeno su Law. Iniziavo a pensare che li usasse solo con me e Zoro, eravamo le sue vittime preferite. Dopo una decina di minuti finii e ammirai la mia opera, ero stato proprio bravo!
- Rufy
- Mm?
- Dimmi la verità, ti disgusto vero?
Oh Nami, la mia dolce e fragile Nami. All’apparenza tanto forte e coraggiosa, una vera roccia ma in realtà era la persona più dolce e insicura che conoscessi. A volte dava l’idea che le importassero solo i soldi ma in realtà era pronta ad aiutarti in ogni modo possibile, era intelligente e astuta, a volte faceva dei ragionamenti talmente complicati che a mala pena riuscivo a starle dietro, e gli altri non erano messi meglio di me.
Pensavo di averla convinta in cucina ma evidentemente non ero stato sufficientemente convincente. L’abbracciai di nuovo, stavo prendendo il vizio, ma era così morbida, profumata e docile che era meglio approfittarne finchè potevo.
- Non mi disgusti Nami. Te l’ho detto prima e te lo ridico ora. Non hai colpa di quello che ti è successo.
- Ma sono stata così debole, non riesco nemmeno a difendermi, sono solo un peso inutile per voi, lo sono sempre stata.
- Non sei affatto debole, sei sopravvissuta a quello che ti hanno fatto. Ai miei occhi  sei forte, non tutti sono riusciti a resistere ma tu si. Vi ho allontanati per due anni per migliorare e proteggervi meglio, invece la mia decisione ti è costata cara, l’unico colpevole sono io.
- Non dirlo nemmeno per scherzo! Non hai colpa come avresti mai potuto saperlo?
Non sapevo cosa replicare, eravamo stanchi entrambi e continuare a rimuginare sulle stesse cose non faceva bene a nessuno dei due. Tenendola sempre stretta la costrinsi a sdraiarsi sul letto e io con lei. Non avevo intenzione di lasciarla sola questa notte e io non volevo privarmi del suo calore. Appoggiai il cappello sul comodino e le dissi di dormire che non l’avrei lasciata più sola. Mi si raggomitolò ancora più vicino e ci addormentammo entrambi.
Fui il primo a svegliarmi, Nami dormiva ancora accoccolata a me. Aveva il viso rilassato e potei ammirarla liberamente. Notai una piccola cicatrice dietro al collo e una più piccola vicino a un polso. Strinsi i denti per la rabbia, ormai avevo deciso, non mi sarei dato pace finchè non avrei trovato quei maledetti che l’avevano torturata e li avrei uccisi tutti.
Ora però era meglio fare colazione, ieri notte sconvolto dalle novità avevo saltato anche lo spuntino di mezzanotte e il mio stomaco non facevo altro che brontolare. La scossi delicatamente per svegliarla.
- Nami? Dai Nami svegliati è ora di colazione.
- Mm vai tu lasciami dormire
Saltare un pasto? Mai! Figuriamoci se avrei permesso un tale sacrilegio.
- No no e no forza signorinella alzati, vestiti e andiamo a mangiare, senza cibo come fa la tua gamba a guarire? Non voglio sentire storie, guarda che ti porto in braccio.
- E va bene mi alzo contento?
Per risposta le feci un sorrisone.
Ci avviammo verso la cucina e mi sedetti vicino al lei, sfortunatamente qualcuno non aveva capito l’antifona. Il chirurgo della morte si sedette davanti a lei e continuava a fissarla.
 

ZORO’S POV
 

Stamattina qualcosa non quadra, Rufy non era in camera con noi quando mi sono svegliato e nonostante lui fosse il capitano non era per niente un tipo mattiniero. L’avevo visto entrare con Nami e sedersi vicino a lei con fare protettivo. Mi ero perso qualcosa? Avevo detto alla mocciosa di risolvere la situazione ed evidentemente aveva seguito il mio consiglio/minaccia, l’unica cosa che non mi spiegavo era il triangolo di sguardi in corso.
Trafalgar Law fissava insistentemente Nami, Nami fissava Rufy e Rufy fissava Law. Che il nostro alleato non piacesse a nessuno non era una novità, era troppo ambiguo per destare qualche simpatia, ma il capitano fino a ieri ci rideva e scherzava tranquillamente, che cosa era cambiato? Che Nami fosse coinvolta nella faida era evidente, ieri aveva avuto una discussione con il chirurgo ma l’aria tesa che c’era fra loro era aumentata.
- Oh no! E’ una tragedia
E ora che ha il cuoco?
- Abbiamo finito le scorte di cibo
- Che cosa? - Rufy preoccupato si era alzato in piedi di scatto - come sarebbero a dire che sono finite, questa volta io non c’entro eh! Non ho saccheggiato la dispensa.
- Non abbiamo fatto rifornimento una volta lasciato Punk Hazzard e ora le provviste sono quasi finite, Nami cara dobbiamo fermarci su qualche isola assolutamente
- Si è ovvio non possiamo di certo rischiare che in preda alla fame Rufy si dia al cannibalismo
- Ehi!
Il resto della ciurma scoppiò a ridere solo Law continuava a fissare Nami. Non mi piaceva come la guardava, avevo già notato quanto fosse calcolatore e pericoloso non potevo assolutamente permettere che accadesse qualcosa alla mocciosa, Rufy avrebbe dato di matto ficcandosi in guai peggiori del solito. Dovevo assolutamente scoprire cosa era successo e questo voleva dire costringere il capitano a parlare, l’avrei legato ad una sedia se fosse stato necessario, due anni fa avevo giurato che  avrei protetto i miei compagni ed ero intenzionato a mantenere la promessa.






ANGOLINO DI MARLOWE

Buonasera gente! Il caro Traf ha spiato dall'inizio Rufy e Nami, in questi capitoli lo sto rendendo antipatico e subdolo ( e sinceramente subdolo mi sembra anche nel manga e mi sembra anche un signor so tutto io o è solo una mia impressione?) ma avrà il suo momento di utilità e farà cambiare idea all'equipaggio. Più che altro è un capitolo di transizione, ma dal prossimo capitolo si sbarca e lì iniziano le note dolenti.
Kiss

  
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