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Autore: Pegasis    08/12/2013    1 recensioni
Non è la prima fan fiction che scrivo, diciamo che ho avuto esperienza con altri generi xD. Questa è uscita per scherzo mentre parlavo con un amico domandomi della battuta sinistra della madre del pg che fa quando gli consegna la lettera del prof. Platan. Se trovate degli errori grammaticali e ortografici avvertitemi, aiutatemi a migliorare. °>°
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ci portarono tutti e due all’ospedale, lei dritta in sala parto io invece al pronto soccorso per farmi vedere se non avevo niente di rotto. Ero andato in ipotermia, una spalla lussata, qualche costola incrinata, delle abrasioni qua e là ma niente di serio. Anche se stavo benissimo i dottori mi decisero di tenermi sotto osservazione per una notte, volevano essere certi che non avevo qualcos’altro.
Mi sveglia che non era neanche l’alba, guardai l’orologio: le quattro e un quarto.
Osservo e notai dalla finestra un ombra che oscurava tutto; sapevo benissimo chi era. M’alzo e corsi ad aprire la finestra.
-Garchomp…ti sei preoccupato per me?
Gli accarezzo la testa, borbotta felice.
-Ti hanno già medicato?
Annuì con la testa e fece vedere una zampa fasciata.
-Sono felice che tu stia bene…
Garchomp mi interrompe spingendo la testa verso di me, si muove e fa segno.
Notai che i suoi occhi brillarono, lo guardai ancora e poi dissi.
-Ah ma allora sei venuto per altro! Sei sicuro della tua scelta?
Lui annui con forza, mi volto per andare all’armadio a rovistare tra le cose che mi avevano portato gli assistenti: se avevo fortuna potevo trovare una Pokèball, e la trovai.
Tornai da Garchomp che intanto aspettava fuori impaziente del mio ritorno.
-Allora benvenuto!
Gli lanciai la pokèball, il pokèmon va verso di questa e si lascia catturare, la pokèball casca a terra, si muove per tre volte per poi fermarsi.
La ripresi e la guardai.
-Diventeremo grandi amici, me lo sento.
Strinsi la pokèball tra le mani, e rimasi a guardarla per un bel po’ di tempo.
L’indomani mattina ebbi il permesso di uscire, ma prima di andarmene dovevo andare a vedere come stava Primula.
Dopo un paio d’ore di travaglio nacque la nostra bambina, abbiamo discusso molto sul nome ma alla fine abbiamo deciso per Serena. Sarebbe cresciuta con Primula e avevamo inoltre deciso che non avrebbe saputo la storia; almeno fino a che avrebbe compiuto la maggiore età. Decidemmo anche quando avrebbe compiuto il quindicesimo compleanno sarebbe partita in viaggio con i suoi pokèmon, avrei anche trovato dei compagni di viaggio per non farla andare da sola.
Molto tempo passò, e alla fine il 12 ottobre; giorno del suo compleanno arrivò prepotentemente. Partì in prima mattinata e la ritrovo a Luminopoli nel primo pomeriggio insieme ai suoi amici.
I suoi occhi grigi mi guardano con curiosità, cercai di essere più distaccato possibile; anche se avevo dato un occhio di riguardo rispetto agli altri.
-Ragazza aspetto grandi cose da te!
Dissi con tono entusiasta, Serena sorride a quella frase.
-Professore, non la deluderò sia certo, scoprirò il mistero della megaevoluzione e completerò il pokèdex nazionale! Ve lo prometto.
Sorrisi a mia volta e gli mossi capelli.
-E io vi sarò sempre vicini.
Serena sorrise di nuovo.
-Bhè allora noi andiamo!
Corse via insieme ai suoi compagni di viaggio.
-Ciao bambina mia…
Sussurro a bassa voce.

Fine.
  
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