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Autore: manubibi    09/05/2008    4 recensioni
Le mie dita corrono veloci sulle corde, in una serie di picchettii lievi e precisi, mentre i suoni che non siano quelli profondi e cupi del basso che tengo fra le mani mi arrivano ovattati come se venissero da un’altra stanza: acclamazioni, grida, strilli e cori. Vedo la massa senza forma davanti a me in un mare di teste, mani e sorrisi, Dom alle mie spalle starà sicuramente facendo una delle sue smorfie mentre tiene il tempo rullando...e poi ci sei tu. Fanfiction di due capitoli in prima persona, penso sia la prima Chris/Matt...un pò azzardata come accoppiata, ma io l'adoro *_____* se volete recensite, sennò pazienza xD
Genere: Triste, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sputi il rospo parlando velocemente, come se volessi dirlo prima di cambiare idea, poi fai un lungo respiro e rimani a fissare per terra incapace di guardarmi. Beh, io sono proprio preso male. Subito sento un blocco freddo al petto e un disagio incredibile concentrato alla pancia e rimango a fissarti, ripetendomi continuamente che ho capito male, che me lo sono immaginato, che “ma parla proprio con me? Naaa!”. Beh, hai rialzato lo sguardo e guardi me, cazzo, proprio me, e hai un’espressione un pò sollevata, un pò ansiosa, un pò che sembra dire “Dio, che ho detto?”, un pò tenera e un pò spaventata dalle conseguenze di una frase simile. Vorrei avere un’idea anche solo vagamente chiara di cosa è necessario dire in situazioni come questa, ma invece sto lì impalato come una dannato idiota.
-Puoi ripetere?-, riesco a balbettare alla fine, pensando subito dopo che forse non ti serviva un altro motivo per essere in imbarazzo, ma ormai stai già rispondendo:
-So che sembra...anzi, è assurdo...ma io...mi sono sentito così bene, prima in macchina, mi sono sentito protetto dal male che sentivo e...cioè, sicuramente mi sbaglio, starò facendo qualche orrendo delirio post-rottura da carenza di affetto ma, boh, io sento questo. E poi...-. Sei un dannato logorroico, Bellamy, meglio chiuderti quella bocca prima che cambi idea. Sì, perché di solito parli e poi pensi, magari ti viene in mente una ragione per pensarla diversamente, così lo faccio.
Prendo il tuo viso improvvisamente e lo avvicino al mio, sento che stai trattenendo il respiro, o di sorpresa o perché sei contento che io ti corrisponda, e dopotutto non fai nulla per impedirmelo.
Finalmente sfioro le tue labbra con le mie e le sento muoversi finché non si dischiudono. Cazzo, non posso crederci che sta succedendo!
Mordo piano il labbro inferiore sperimentandone la morbidezza e tu fai un buffo sospiro e infine ti lasci andare.
Sento la tua lingua sfiorare le mie labbra mentre entra lentamente nella mia bocca e poi trovare e solleticare la mia, e mi accorgo che abbiamo rapidamente cambiato posizione: sono sopra di te e ti inchiodo al materasso per i polsi. E automaticamente vengo preso da tutta la situazione, perché in un colpo solo sento salire vertiginosamente l’eccitazione e i pantaloni si fanno più stretti e qualcosa di impreciso ma decisamente forte che scalpita lì sotto. Tu sembri essere dello stesso avviso, sbuffi piano e mi prendi per la nuca riportando le mie labbra proprio dove volevano. Ad un certo punto sento il tuo bacino che si è sollevato e preme contro il mio e, ancora preso dalla convinzione che tutto ciò è irreale, infilo una mano sotto la tua maglietta e ti sento tremare sotto di me.
No, magari sarà anche una cosa imprevista e decisamente assurda, ma è reale eccome! Io sto sentendo davvero la tua pelle calda e i muscoli tesi, non me li sto immaginando. Tu mi stai davvero infilando una mano dentro ai pantaloni, quelle dita sottili che mi accarezzano le sto sentendo...altroché!! E poi sento che mi bisbigli all’orecchio:
-Bella la prima traccia, eh?
E che dovrei fare, se non sfilarti la maglia senza nemmeno troppa delicatezza? Sant’Iddio, Bells, sei troppo magro, dai...te l’avrò detto almeno un milione di volte! Però la vista del tuo corpo è...perché non trovo parole? Mi eccita da impazzire.
-E quando comincia la seconda traccia?-, mi informo sorridendo malizioso, e tu imiti una rullata di batteria sfilando la mia felpa.
-Oddio, Chris...abbiamo messo su un pò di ciccia?-, mi prendi in giro.
-Stà zitto, Bells!-, faccio divertito ma anche abbastanza irritato.
Insomma, diciamocelo, sarà anche meglio la pancetta piuttosto che sembrare un anoressico!
Però riprendo a baciarti il petto suscitando leggeri gemiti, e poi insidio il tuo collo e tu cominci a contorcerti. E colgo l’occasione per sibilarti fra un bacio e l’altro:
-questo pezzo...però...non te lo ricordavi...eh?-, mentre sfioro la tua erezione.
-Ah...oh, no, forse...forse l’avevo skippato-, replichi e poi ridi.
Mi alzo e mi metto a cavalcioni sulle tue gambe dicendo:
-Beh, peggio per te...-, e sbottono i tuoi jeans mentre tu chiudi gli occhi e ti mordi il labbro rabbrividendo e sospirando. Questa è una delle mie fantasie che diventa realtà e sto morendo di eccitazione, vorrei che il tempo si fermasse ora...invece va avanti e a me non dispiace poi così tanto, soprattutto quando vedo che i tuoi occhi si sono riaperti e mi supplicano di continuare...qualcuno mi svegli subito se sto sognando, perché meglio accorgersene ora che è un’illusione, piuttosto che ricevere dopo la doccia fredda. So fin troppo bene quanto fanno male le illusioni.
Beh, mi sa che stavolta non è un castello per aria e me lo confermano le tue mani che mi abbassano i miei slip. Comincio ad ansimare rumorosamente e butto indietro la testa deglutendo, sento che qualcosa lì sotto ha fretta ma io no, perché ho aspettato troppo a lungo e adesso mi voglio godere tutto. Ogni centimetro di pelle, ogni sguardo ed ogni sorriso, perché...
...Perché non so se questo si ripeterà...
...e quest’ultimo pensiero mi attraversa la mente come una freccia e produce anche più o meno lo stesso danno, perché comincia a girare tutto e l’eccitazione comincia a diminuire.
Tu mi abbracci e poi sento le tue labbra scendere dalla mia bocca al mio collo al mio petto alla mia pancia finché non arrivano lì. E paradossalmente sento che tutto ha perso il suo significato iniziale, se mai ce n’è stato uno...perché io non volevo una scopata. Beh, a dire il vero non so nemmeno io cosa volevo. Certo, volevo le tue labbra, la tua bocca, volevo sentirmici scivolare dentro delicatamente come adesso...ma non una sola volta, non per una sola notte, non volevo. Non è come quando anni fa prendevamo una dozzina di ragazze e ci divertivamo.
Oddio, lo sento, sento che stai muovendo quella dannata bocca maledettamente bene su e giù su di me e sto anche raggiungendo l’assolo finale. E poi lo sento arrivare, espandersi nel cervello e nel mio corpo che si irrigidisce per poi rilassarsi, e io lascio andare un urlo forte di piacere.
Ma il disco è finito, quegli stronzi non ci hanno nemmeno messo un dieci secondi di ghost track. Ma tu vuoi che rimetta il disco dall’inizio? Perché ora mi guardi voglioso e so che vuoi che adesso faccia la stessa cosa con te e lo vorrei. Lo vorrei davvero, ma so che alla fine la situazione peggiorerà, e finirà male.
Farò la fine del gruppo dimenticato e rimpiazzato, in questo caso, da quello che ascoltavi prima a ripetizione. E’ Gaia la tua band, inutile tentare di farti cambiare gusti.
Faccio un lungo sospiro e ti guardo per un pò prima di dire le parole che ho raggruppato nella mente:
-Matt, no...non va bene.
Al momento sembra che ti abbiano tirato una martellata in testa, perché sei il ritratto della confusione-
-Co...cosa...cosa non va bene?!?-, balbetti impallidendo a velocità record.
Sento la testa girare e un blocco di cemento armato cadermi sulla pancia ma devo andare avanti:
-Non voglio essere...ecco, una scopata. Non...una cosa fatta per sfogare la frustrazione da...astinenza o che so io...
-Che...Dio santo...ti pare che se volevo sfogare la voglia repressa venivo da te?!-, dici alzando la voce incredulo.
-Sai cosa intendo...non volevo essere una scopata prima di tornare da Gaia. Sì, perché è questo che farai...voi...voi vi...amate e...- quanto fa male ammettere la sconfitta! -...e lo sappiamo io, te e lei, io sono sempre stato quello che guardava da fuori...e le cose non cambiano così. E’ una cosa che non esiste e basta, è impossibile che fino a stasera non ti fossi mai accorto di me...quindi sì, è solo sfogo, Matt.
Concludo prendendo coscienza di quello che sto dicendo, tu invece mi fissi, incapace di dire qualsiasi cosa perché immagino quanto tu debba metabolizzare, e d’altronde pure io sto sgradendo adesso il sapore orrendo di qualsiasi cosa stia succedendo. E poi aggiungo:
-Quindi adesso ho la risposta per te: io sono solo una delle band insignificanti che citerai fra le influenze musicali, niente di più.
Prendo i miei vestiti e me ne vado in bagno, credo che fra un pò mi impiccherò lì dentro.
Sbatto la porta e comincio a singhiozzare facendo meno rumore possibile e sento movimenti frettolosi e poi la porta della stanza sbattere. Mi appoggio alla porta e finalmente lascio scorrere le lacrime, tutte quelle che può produrre un sogno gettato nel cestino.
Resto lì per un pò, finché non sento di nuovo bussare la porta e una nuova voce che mi chiama:
-Chris, sono io-. E’ Dom.
Asciugo le lacrime e mi sciacquo il viso prima di rispondere:
-Arrivo!
Apro la porta e me lo trovo davanti e dallo sguardo che ha capisco che sa già tutto. Matt doveva aizzarmi addosso qualcuno, e chi se non il suo migliore amico?
-Non sai cos’è successo davvero, quindi puoi anche sparire-, sibilo anticipandolo.
Lui mi guarda seriamente incazzato e sbotta:
-Cioè, Matt mi arriva in lacrime urlando come una dannata puttana isterica...voi due mi avete escluso da questa cosa, siete stati due coglioni, specialmente tu! Volevo solo dirti questo!
E mi sbatte la porta in faccia.
Eh no. Non passerò per il cattivo della situazione. La riapro e lo afferro per il braccio costringendolo a voltarsi, poi ringhio:
-No, non sono uno stronzo! Io sono quello che tanto per cambiare decide di fare la cosa giusta, Matt lo capirà!
Dom mi fissa e chiede con una nota di supplica:
-Posso sapere che diavolo è successo?!
Io tiro l’ennesimo sospiro della serata e lo faccio entrare. C’è ancora l’odore del corpo di Matt, me ne accorgo ora nel contrasto con l’aria del corridoio e non riesco a stare qui dentro. Faccio cenno a Dom di seguirmi e accendo un’altra sigaretta, chi se ne frega se è la stessa cosa che ho fatto con Matt prima. Se non sento l’effetto della nicotina faccio una crisi isterica. E comincio dall’inizio, raccontandogli che erano anni che guardavo Bells in modo diverso da tutti gli altri, che desideravo solo che nessuno uccidesse mai il suo sorriso come ha fatto oggi Gaia, insomma volevo che fosse felice, e cerco di fargli capire cosa abbia provato per tutti questi anni, illudendomi che lui potesse vedermi come quel qualcuno che l’avrebbe effettivamente reso tale.
Dom annuisce e sembra che capisca davvero, tanto che fa commenti per niente banali che mi fanno capire che sta ascoltando.
-E quindi oggi lei l’ha mollato e lui si accorto di te all’improvviso?-, mi chiede grattandosi il mento. Accendo la terza sigaretta e annuisco.
-Strano-, commenta lui, -...ma cosa ti fa pensare che non si fosse accorto anche prima, di te?
Ecco cosa odio di questa ragazzo. Che sembra un deficiente, e fa domande semplici, ma ti fanno crollare tutto, Dio! No, ma stavolta so come rispondere:
-No, Dom, cioè, sì, ma non vuol dire niente...lui ama Gaia, non ci sono dubbi. Insomma, dai, è innamorato perso per lei!
-E se fosse stata una copertura?
-Ma ti prego!-, sbotto sbuffando, -non so se hai mai notato come la guardava...
-No-, fa lui, -IO non ci ho mai fatto caso, Chris...
-Lui...la guarda sempre con gli occhi che brillano. Sono sempre lucidi quando è con lei. Una volta mi ha anche detto: “se non ci riesco con lei, allora non ci riuscirò con nessuno”. E puoi immaginare come mi sono sentito al momento, Dom...
Lui mi ascolta comprensivo e si accorge che la mia voce ha tremato dicendo il suo nome, mi giro e vedo i suoi occhi dentro i miei, sta perquisendo la mia anima e io non voglio che lo faccia, è troppo doloroso, così distolgo lo sguardo e lo punto da qualche parte nel cielo. Saranno le cinque, perché comincia a farsi chiaro e un alone arancione sta comparendo da dietro un edificio. E’ passato così tanto tempo?
Dom mi appoggia la mano sul braccio e mi sorride lievemente. Io sento di nuovo le lacrime risalire agli occhi, ma la devo smettere di piangere, sembro una ragazzina! E comunque prima che faccia in tempo a cominciare sento bussare e poi una voce profonda ma flebile che dice:
-Chris...sono io...dobbiamo andare in aeroporto...
Sento il cuore fare un balzo e poi sprofondare.
-Sì...arrivo-, rispondo guardandomi attorno. Butto alla rinfusa le cose nella valigia, prendo il cappotto e mi concedo un altro sospiro ad occhi chiusi prima di uscire.
Lui dev’essere già sceso, così rimando di qualche secondo il momento in cui ci dovremo incontrare.
Scendo sbuffando e trascinandomi dietro questi quindici chili di valigia finché non arrivo nella solita hall luminosa, profumata e colorata, quando adesso vorrei una camera tutta nera, tanto per trovarmici in sintonia...
E Matt è lì in piedi, che ci aspetta, ma prima di precederci fuori mi scocca un’occhiata che ha l’effetto di circa cinquecento pugnali proprio qui sul petto, in questo punto a sinistra.
Deglutisco, saluto il direttore che risponde cortesemente ed esco anch’io. Fuori ci aspetta la macchina borbottando, carico la valigia nel bagagliaio.
Ed è incredibile il disagio che provo salendo, perché lui mi fissa ostinatamente con una rabbia ed un’umiliazione che non avevo mai visto prima, nemmeno quando vide Brian ingropparsi un altro proprio davanti a lui. E non è solo arrabbiato e frustrato, ma emana una specie di alone emotivo e sa inconfutabilmente di dolore.
Dom si abbraccia da solo guardandosi le scarpe perché in mezzo a noi due c’è lui, ed è come se fosse fra l’incudine e il martello. Non so chi sia l’incudine e chi il martello, ma in ogni caso mi dispiace moltissimo per lui, mi spiace di averlo tirato in mezzo ma in fondo ci aveva già pensato Matt, no?
Mi giro ostinatamente verso il finestrino guardando disperatamente un punto fisso ma Matt sicuramente SA che non sto ignorando lui e i suoi pensieri, c’è una tensione incredibile e mi irrito di constatare che provo ancora attrazione per lui, dopotutto. Che devo fare?! Non mi sono mai sentito peggio in vita mia, almeno da quello che ricordo.
Quando scendiamo davanti all’aeroporto balzo fuori sollevato ma ripiombo giù subito perché sono il primo a vedere Gaia, che ci aspettava e comincia a correrci incontro.
Viene prima da me, si ferma a guardarmi raggiante e poi mi abbraccia stretto e io mi sento umiliato, ma in fondo non è colpa sua e io le sorrido, però poi cancello l’espressione per farmi cupo di nuovo, perché lei strilla:
-Matty! Amore!
E io guardo lui: ha il suo sorriso più gioioso, gli occhi che brillano e sembra che abbia intorno a sè un’aura di felicità.
Sprofondo sempre di più, mentre lei gli corre incontro.
Sono distante mille miglia mentre lei gli butta le braccia al collo.
Dom mi stringe la mano fra le sue mentre le loro labbra si uniscono e io cancello le lacrime con l’altra mano.
Perché sono inutili, perché non cambieranno nulla.
Perché io sono quello che guarda da fuori.

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Ok, non è proprio da me scrivere cose simili...però quando l'ho ideata (ispirata dalla scenenetta di Haarp da Butterflies&Hurricanes, quando Chris fa quel sorriso spettacolare <3<3<3) avevo in mente di farla finire così dall'inizio, anche se la tentazione di cambiare rotta verso l'happy ending c'è stata...
vabbè, spero sia digeribile ^^
   
 
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