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Autore: Kia85    08/12/2013    5 recensioni
R.I.P. Johnny
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Johnny.

 

Sogni, incubi e…

 

 

Quanti anni sono passati?

Quanti anni sono passati da quel maledetto giorno di dicembre?

Quanti anni dalla tua morte, John?

All’inizio contavo i giorni, poi i mesi, gli anni, fintanto che mi sono reso conto che qualunque fosse stata la cifra, non sarebbe cambiato nulla. Non avrei sentito di meno la tua mancanza né ti avrebbe riportato indietro, da noi, da me.

Come ci si comporta in questi casi, John?

Si va avanti, solo questo, perché la vita va avanti e noi non possiamo restare indietro. Sarebbe facile per me, vivere ancora nel passato, nel mondo dove ancora ci sei tu. Sarebbe facile e delizioso.

Ma lo sai anche tu, John, che devo andare avanti, con il mondo intero, con la mia famiglia. È forse grazie a loro che riesco ad alzarmi alla mattina dal letto, dopo l'ennesimo sogno in cui tu ti diverti a prendermi in giro. È straziante, sai, questa cosa di sognarti.

Nel mondo del sogno è tutto perfetto. Tu sei perfetto, così sorridente, caldo...vivo.

Ma poi apro gli occhi e quel mondo sparisce. Mi ritrovo solo in camera mia e tu non ci sei, non c'è più niente di te, né il tuo corpo, né il tuo sorriso, solo il ritmo folle del mio cuore che impazzisce di gioia e dolore quando il tuo ricordo torna a farmi visita.

È terribile, rendersi conto che un ricordo non potrà mai più diventare concreto.

È come un incubo, sapere che non potrò più presentarmi sulla porta di casa tua, aspettando che il tuo viso sorridente mi accolga calorosamente, invitandomi ad entrare.

È un incubo non poter più neanche solo immaginare di scrivere di nuovo con te, essere nella stessa stanza con le nostre chitarre, l'uno di fronte all'altro, pronti per comporre l'ennesima bambina.

È un incubo sapere di non poterti più sfiorare, né stringerti tra le mie braccia e godere del tuo calore, quello che aveva il potere di farmi stare bene, benissimo, come il più incantevole dei sogni.

È un incubo e basta, e come tutti gli incubi è ingiusto. 

Paul…

È ingiusto, John, la tua morte è ingiusta.

Paul.

Non eri pronto, John. Non lo eri, vero?

No, non lo eri perché io non ero pronto. E questo mi fa mancare il respiro, ogni volta che mi torna in mente, ogni giorno della mia vita.

Paul, svegliati.

Perché dovrei svegliarmi? Non sto sognando. Non si tratta di un incubo. È la realtà, l'angosciante, spaventosa realtà, che voglio fuggire a qualunque costo, ma non mi è possibile.

Svegliati, ora!

Stringo più forte gli occhi e poi li apro.

Ho il fiato corto e mi accorgo di essere sudato. Il mio cuore batte follemente e la mia mente è ancora stordita, ma riconosco questo posto. È la mia camera, la mia piccola ma accogliente camera a Forthlin road. 

Percepisco uno sguardo su di me e mi volto appena per vedere il giovane al mio fianco, che mi fissa un po' spaventato e un po' divertito.

"John!"

Non può essere lui. Non ci credo.

"Cominciavo a pensare che non ti svegliassi più." afferma lui sorridendo, incurante della mia espressione sorpresa, "Stavo per buttarti giù dal letto. Così magari ti svegliavi, eh?"

"John!" ripeto incredulo.

Come può essere lui? Non c’è più, se n’è andato. Lo hanno costretto ad andarsene.

Ma ora è qui, proprio di fronte a me, proprio lui, proprio John.

“Che succede? Sembra che tu abbia visto un fantasma, Paul!” scherza lui.

Seguo i suoi movimenti con lo stesso sguardo sconvolto, ma quando la sua mano si avvicina per scostare le ciocche sudate di capelli che si sono appiccicate alla mia fronte, sento che è vero e vivo e accanto a me.

"Stavi sognando qualcosa di brutto? Hai cominciato ad agitarti nel sonno e chiamarmi per nome."

"Io...” inizio, non sapendo davvero cosa dire.

Dove sono? È un sogno? Oppure ho fatto solo un incubo? È questa la realtà?

Non lo so con certezza, ma conosco quello che vorrei e io vorrei che fosse proprio questa la realtà.

“Stavo facendo un incubo."

John annuisce, il suo sguardo è dolce mentre mi dice, "Racconta."

Dovrei raccontarglielo? In fondo, era solo un incubo, giusto? Non era vero. È John a essere vero, e io con lui, sul mio letto.

"Noi eravamo…eravamo famosi, John, tutto il mondo ci conosceva."

John arriccia il naso, assumendo un'espressione confusa, ma divertita: "Hai cambiato i tuoi piani, Paul, e non me l'hai detto? Non era il nostro sogno diventare famosi in tutto il mondo?"

"Sì, ma non è questo l'incubo."

"E qual è, allora?" chiede lui, incoraggiandomi a proseguire con una piccola spintarella.

La sento, la sua mano sulla spalla, sento il modo in cui il mio corpo indietreggia solo un po’ per poi tornare vicino a lui.

"Uno dei tuoi fan, un folle, ti uccideva."

"Oh...” è la sua risposta per nulla preoccupata, “E come?"

Penso alla risposta con più concentrazione, cercando dettagli nella mia memoria, ma all'improvviso l'incubo diventa confuso: "Io veramente… non lo ricordo più."

"Va tutto bene, era solo un incubo, Paul.” afferma, prima di attirarmi sul suo petto e stringermi a sé, con un braccio intorno alla vita, “Sono qui e non sono mai stato così vivo."

Appoggio il capo all’altezza del suo cuore, è caldo e lo sento battere forte contro la mia guancia, un battito intenso e tranquillo, quasi pacifico. Chiudo gli occhi e lascio che il mio corpo si rilassi e che la mia mente si abbandoni alla realizzazione incantevole che John è ancora qui con me, tra le mie braccia, la realizzazione che niente di tutto ciò che ho sofferto è accaduto, che siamo ancora insieme, a godere l’uno del calore e della vita dell’altro.

Paul?

Qualcuno mi chiama, sarà ancora John: è un’ardua impresa per lui iniziare a parlare, ma quando inizia non lo ferma più nessuno.

"Che dici, sognare la mia morte mi avrà allungato la vita?"

Scoppio a ridere, mentre mi stringo di più a John, solo per assicurarmi che non mi lasci come nell’incubo.

“Lo spero, John, lo spero.” mormoro contro la sua maglietta, profuma di lavanda, la fragranza preferita di Nancy.

Un momento.

Svegliati.

Chi è Nancy?

“Guarda che se non sarà così, verrò a cercarti e tormentarti ogni notte.” è la sua promessa, condita dal suo tono che vuole essere minaccioso, ma per me è solo il più allettante dei giuramenti.

“E io sarò lì ad aspettarti.”

Paul, Paul, svegliati.

Chi è che sta parlando? Non voglio svegliarmi, non posso svegliarmi. Questo non è un sogno, è la realtà in cui vivo.

Apri gli occhi!

Oppure… no?

Forse questa è semplicemente la realtà in cui io ho scelto di vivere, più precisamente il sogno che ho scelto di vivere.

Stringo forte il corpo di John tra le mie braccia, nella speranza di ritrovare il suo sorriso ancora accanto a me, nella speranza di aggrapparmi a lui e restare con lui e andare con lui dovunque sia ora.

Ma quando, alla fine, mi convinco a farlo, ad aprire gli occhi, sprofondo nella disperazione. La camera è diversa, è più grande, più arredata, ma la riconosco, la mia camera a Cavendish, a Londra.

Anche la persona accanto a me è diversa e mi guarda con aria preoccupata.

“Paul?”

Sorrido flebilmente verso Nancy, anche se sento di essere ancora sudato, con il respiro affannato e il cuore a pezzi perché John è svanito, perché mi rendo conto, guardando velocemente la sveglia sul comodino, che sono quasi le cinque del mattino del 9 dicembre 2013.

Sono passate poche ore dall’anniversario della sua morte, ma in questo stato mi sembra di essere solo a poche ore da quel giorno.

“Paul?” Nancy richiama la mia attenzione, accarezzandomi i capelli sudati sulla fronte, un gesto che sembra tanto vero quanto quello di John, “Stai bene? Eri così strano, prima ti agitavi e farfugliavi, poi ti sei calmato e mi hai stretto così forte che ho dovuto svegliarti.”

“Sto bene, scusa.” le dico cercando di rincuorarla, “È solo che stavo facendo un-”

Un cosa?

Un incubo? O un sogno?

Non lo so più neanche io.

John sembrava così vero, il battito del suo cuore contro la mia guancia era reale e caldo.

Eppure ora scopro che non era quella la realtà, che probabilmente quel battito non era di John, era il mio. Solo il mio.

Scopro che tutto questo è stato il semplice ricordo di una realtà, tornata a farmi visita in una notte così triste come quella di oggi.

Scopro che in qualunque modo lui torni da me, nel momento in cui chiudo gli occhi, si tratta solo del sogno più dolce, più dolce ed effimero.

Quando li riapro, invece, vengo gettato di nuovo nell’incubo più angosciante.

Un incubo angosciante e infinito.

“Stavo facendo un sogno.”

 

 

Note dell’autrice: una piccola storia per questo giorno particolare.

La tematica dei sogni e incubi mi è venuta in mente perché una delle persone più importanti della mia vita è venuta a mancare quest’anno e continua a tornare nei miei sogni e quando mi sveglio, è sempre un triste risveglio.

Perciò ho pensato che anche le persone vicine a John possano avere attraversato questa fase.

Grazie a kiki per la correzione.

Spero sia piaciuta.

Se li avete persi, vi lascio i link di:

-Ticket to Paris, cap14 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2311544

-Fairytale, una piccola flash su John e Paul http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2304415&i=1

A presto

Kia85

   
 
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