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Autore: calliope_the_writer    08/12/2013    4 recensioni
Per Diana...
vorrei andare dove so di poterti ritrovare
vorrei essere ciò che tu mi facevi essere
vorrei avere ancora le tue mani tra le mie
vorrei diventare una brava mamma come lo sei stata tu per me
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV Harry


Londra, 3 aprile 2013


Lettere di ogni colore, forma, dimensione e contenuto affollano questo piccolo tavolo intorno al quale siamo seduti.
Ognuno di noi nel suo mondo privato, intento a fantasticare.
Ogni tanto, tra un concerto e l'altro, abbiamo deciso di chiuderci in questa piccola sala di registrazione, dove tutto è iniziato, e dedicarci interamente ai pensieri delle fan senza che la frenesia esterna possa travolgerci.
Oggi tutte queste lettere arrivano dall'Italia e siamo felicissimi di questo: le ragazze italiane sono le migliori, sotto ogni punto di vista!
L'unica cosa abbastanza triste in tutto questo passatempo è il fatto che, uscendo da questa stanza, dovremo lasciare qui tutte le nostre emozioni...
Liam, qualche volta, porta via con sè qualche busta che leggerà sicuramente prima di addormentarsi, ma io, Louis, Niall e Zayn NO, noi preferiamo lasciare tutto in questa stanza e riprendere la volta successiva da dove ci eravamo interrotti.
Alzando lo sguardo, osservo i miei amici, intenti a leggere...
Niall scoppia a piangere ogni volta che inizia a leggere un nuovo foglio, anche se le uniche parole scritte in un inglese comprensibile sono:
 
"Ciao vita mia, ti amo alla follia"
 
Ognuno ha il proprio modo ha il proprio modo di sfogare la tensione accumulata durante la settimana e questo è semplicemente il metodo del nostro biondo irlandese, anche se ultimamente inonda sempre la stanza e dobbiamo ricorrere alla carta igienica per asciugare tutte le sue lacrime.
Seduto sulla sua poltrona preferita, Zayn Malik osserva il suo riflesso nell'ampia vetrata, forse cercando conferma di ciò che ha appena letto su un foglio,...
Quando decidiamo di riunirci qui, per dedicarci alle nostre Fan, tutti sanno che non devono disturbarci, neanche le ragazze, e molto probabilmente una parte dei pensieri del mio amico sono rivolti proprio a Perry, rinchiusa chissà dove in qualche sala di registrazione con le Little Mix.
Louis Tomlinson sta leggendo a bassa voce per me l'ennesima lettera sdolcinata rivolta a entrambi: molte delle nostre fan sospettano che ci sia o comunque che ci sia stata una relazione segreta tra me e Boo Bear ma no, noi siamo solo grandi amici, migliori amici.
E poi lui ha Eleanor...
Una piccola busta bianca è appena caduta sul tappeto, nel preciso istante in cui Liam si è sporto per passare un fazzoletto di carta a Niall.
<< Hey Louis, leggiamo questa?>> dissi sovrappensiero, non accorgendomi neanche di averlo interrotto.
E lui inizia a guardarmi con aria truce, forse proprio perché ho interrotto il filo dei suoi pensieri.
<< Hazza, ti giuro che se mi interrompi un'altra volta... E che cavolo, tua mamma gli occhi te li ha fatti! E che occhi... >> esclamò, avvicinandosi al mio viso per vederli meglio.
<< Ok, scusa se ti ho disturbato!>> mi scusai, facendogli l'occhiolino.
<< Il mio cuore ti ha già...>> PERDONATO, così stava per dire Louis prima di essere interrotto dallo sguardo severo di Liam, abbastanza per zittirlo all'istante.
Un rumore ci distolse da ciò che stavamo facendo: qualcuno bussava alla porta.
<< Avanti!>> disse Zayn, svegliandosi dallo stato comatoso in cui era sprofondato 2 ore prima, nello stesso momento in cui si era seduto.
<< Ciao ragazzi, come state? Posso disturbarvi?>> e chi poteva essere se non il nostro caro "organizzatore di eventi"?
Mark Stevenson è preziosissimo e accudisce tutti noi come una mamma, organizzando tutti i nostri impegni per lasciarci comunque alcuni momenti come questo o per stare con la nostra famiglia e le persone a noi care.
<< Vieni pure Mark!>> disse Liam, cercando di riottenere un'espressione calma, tipica del suo stile.
<< Grazie! Allora ragazzi, mi dispiace disturbarvi ma è arrivata quella giornalista dei "The Sun" di cui vi avevo parlato. 
Se siete pronti, possiamo andare di là a fare qualche scatto prima dell'intervista>> disse Mark indicando allusivo la porta alle sue spalle.
<< Forza ragazzi, andiamo!>> aggiunse Louis in un impeto di gioia, trovata chissà dove.
E così, ci alzammo, recuperammo le giacche e andammo verso l'uscita.
E io, senza pensarci su troppo, mi infilai in tasca la busta bianca che aveva attirato la mia attenzione: la leggerò con calma più tardi, forse proprio prima di addormentarmi...
 
 
POV Emily
 

Era stata un giornata lunga, stancante sotto ogni punto di vista.
Mi ero alzata presto per ripassare economia, ero andata a scuola per 5 ore e, dopo una difficile verifica, ero corsa in ospedale a trovare Diana.
Oggi iniziava il nuovo ciclo di chemioterapia e volevo assicurarmi che stesse bene, che la affrontasse positivamente: era l'unica strada possibile per uscire dal "tunnel del cancro", che ce la stava gradualmente portando via.
Prima di entrare nella struttura centrale, mi ero fermata 5 minuti alla solita panchina sulla quale mi sedevo da un anno per concedermi un attimo di tregua dalla scuola e avevo letto un capitolo del libro che Diana adorava e che mi aveva chiesto di portarle oggi.

"In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura..."


Una lacrima non poté che rigare la mia guancia, era inevitabile...
E un pensiero dovette per forza andare anche a quella lettera, inviata qualche settimana fa, fogli carichi di aspettative che sicuramente non sarebbero state ascoltate da nessuno.
Ma io ci avevo provato, per me, per tutti, per Diana...
Il campanile batteva le ore quando decisi di alzarmi e di avviarmi verso l'ingresso.
Il reparto oncologico dove si trovava la mia migliore amica era molto curato, con infermiere premurose pronte a soccorrere i malati in ogni momento.
Tante erano state le volte che avevo aiutato una di loro ad accudire e confortare Diana mentre cercava di rimettere il suo male.
Inutilmente. Quel mostro non voleva andare via.
La mia amica stava dormendo e accanto la madre vegliava su di lei, proprio come un angelo custode.
<< Ciao tesoro, vieni qui>> disse lei, guardandomi con un velo di tristezza negli occhi.
<< Ciao Monica, come stai?>> sussurrai, per non disturbare il sonno di Diana.
<< Io bene, ti va di andare a prendere un caffè mentre aspettiamo che si svegli? Così facciamo una chiacchierata...>> 
Qualcosa non andava.
 

Non c'era coda al bar dell'ospedale.
Prendemmo il nostro caffè e ci sedemmo su uno di quei tavolini asettici che di certo non contribuivano a donare all'ambiente un'aria più allegra.
Il caffè era bollente, ci sarebbe voluto un bel po' prima di berlo.
Monica guardava incessantemente verso di me, mi sentivo osservata: i suoi occhi, così simili a quelli della figlia, esprimevano tristezza, chiedevano comprensione.
E io ero lì per quel motivo: confortare una donna sola, il cui unico punto di forza si trovava in un letto d'ospedale tre piani sopra di noi, stremato da una terapia troppo aggressiva per un corpo troppo esile.
<< Allora tesoro, come va a scuola?>> chiese la mamma di Diana, cercando di dare inizio a una conversazione straziante.
<< Monica cosa c'è che non va?>> risposi io con un'altra domanda, prendendola completamente alla sprovvista.
Ma non mi accorsi che, così facendo, provocai in lei una voragine che mi inondò di lacrime.
<< C'entra Diana, vero?>> 
<< Si tesoro.. Stamattina, dopo aver iniziato la terapia on Diana, il medico è venuto da me per aggiornarmi sulle sue condizioni di salute...>> disse lei, cercando di frenare le lacrime.
<< E...>> sussurrai sorpresa.
<< Beh, ha semplicemente detto che Diana non riuscirà a festeggiare il suo compleanno>>.
Un singhiozzo diede inizio allo sfogo di quella mamma, accecata dal dolore.
Il mio mondo crollò nello stesso istante in cui udii quelle parole.
Il 26 maggio?
La mia migliore amica non avrebbe compiuto i suoi 18 anni?
<< Lo hai già detto a Diana?>> sussurrai, con la poca forza che mi era rimasta.
<< No, e non sono sicura di volerglielo dire. Conoscendola, rimarrebbe a letto fino a quel momento, e perderebbe tutta la voglia di provare a guarire! E io non voglio questo, voglio che la mia coraggiosa bambina lotti fino alla fine!>> .
Cosa avrei potuto dire in quel momento?
Tutto sarebbe stato inopportuno, tranne forse una cosa.
Mi feci forza e andai ad abbracciare quella mamma che stava lentamente perdendo la su bimba.

 
Quando tornammo nella stanza di Diana, la trovammo immersa nella lettura del libro che avevo posato sul suo comodino prima di andare al bar.
<< Ciao straniera!>> la salutai, cercando di sembrare allegra.
<< Hey, grazie per il libro, non mi stancherò mai di rileggerlo! Dove sei sparita?>> il sorriso della mia amica era tirato, ma sincero.
<< Dovevo assolutamente andare in bagno quando sono arrivata e tu dormivi, quindi...>> dissi facendo la più buffa della espressioni.
E fu così che scoppiammo a ridere insieme, come succedeva sempre, da quando ci conoscevamo.

 
Passammo un pomeriggio spensierato, nonostante tutto.
Le raccontai le ultime novità, cercando di trasportarla in un altro mondo, il nostro mondo.
E quando le cinque arrivarono puntuali, dovetti salutarla, pur sapendo che questo avrebbe potuto essere l'ultimo mese per stare insieme a lei...
Trovai la mia mamma in piedi davanti all'ingresso e la salutai come se niente fosse successo ma, appena salimmo in macchina,le lacrime cominciarono a scendere.
Mi ero trattenuta per due lunghissime ore, ma in quel momento, davanti all'unica donna che davvero mi conosceva, buttai fuori tutto.
Lei mi consolò e mi dedicò uno dei suoi migliori abbracci, come faceva sempre.
Tornammo a casa in silenzio, consapevoli di conoscere un segreto difficile da accettare.
La serata passò allegramente, tutto sommato, e questo in un certo senso mi aiutò ad ignorare, almeno in parte, quel peso che si era formato sulla mia coscienza.
E ora, andando a letto e ripensando a questa giornata, comprendo perché rimarrà per sempre impressa nella mia memoria: oggi ho capito che sono impotente davanti alla malattia della mia migliore amica.
Oggi ho capito che ho l'arduo compito di farle vivere un mese stupendo, anche se forse sarà l'ultimo.
Oggi ho capito che voi, One Direction, dovete leggere la mia lettera.
Per me, per tutti, per Diana...
 
 
POV Harry
 
 
L’intervista era durata più del previsto: siamo tutti stravolti.
Quella giornalista era proprio un osso duro!
Indagare nella nostra vita privata sembra quasi un hobby per loro, sempre pronti a cogliere quel luccichio improvviso negli occhi o quell’attimo di smarrimento.
Tornando a casa con la mia Range Rover, osservo le luci di Londra sfilare velocemente davanti ai miei occhi.
Quando finalmente intravedo Hyde Park, nella zona nord della città, mi rilasso: sono quasi arrivato.
Tra poco questa lunga giornata finirà...
Due innamorati camminano mano nella mano lungo  la via centrale del quartiere, osservando le vetrine illuminate.
Un po’ li invidio: da quando la mia storia con Taylor è finita, qualche mese fa, mi sono gettato a capofitto sulla band e sul tour senza che nessun’altra ragazza potesse entrare nella mia vita e ferirmi di nuovo.
Fino ad ora, non ero riuscito a trovare l’amore vero, quello per cui faresti qualunque cosa, quella ragazza con cui decidi di voler passare tutta la tua vita nello stesso istante in cui la vedi per la prima volta.
Ma, in fin dei conti, sono giovane, ho solo 19 anni e sono certo che la ragazza adatta a me è da qualche parte nel mondo, inconsapevole del fatto che in futuro diventerà la signora Styles.
 

Rimuginando sui miei pensieri, non mi sono neanche accorto di essere arrivato a casa, la villa antica che ho acquistato circa un anno fa e che ora funge da punto di ritrovo per la band ogni volta che vogliamo concentrarci o anche solo divertirci insieme.
Tre bagni, cinque camere da letto, una cucina enorme e una sala altrettanto grande sembrano vuoti quando ci sono solamente io; forse è proprio per questo motivo che invito sempre i ragazzi...
Sono talmente stanco che, dopo essere entrato, non considero neanche l’idea di cucinarmi qualcosa di veloce ma vado direttamente sotto la doccia: devo cancellare dalla mia mente questa giornata snervante.
Un urlo liberatorio esce dalla mia bocca, mi DEVO calmare!
Tornando in camera, mi fermo ad osservare la vista su Hyde Park, illuminato dalle luci fioche dei lampioni.
E proprio in quel momento, mi accorgo di quella piccola busta bianca che aveva attirato la mia attenzione poche ore prima.
Sedendomi sul letto e aprendola, un profumo dolce mi solletica il naso, invogliandomi ad andare avanti.
La scrittura è sinuosa, curata, e il tratto molto delicato.
Facendomi coraggio, incomincio a leggere:
 
“Cari one direction,
 come state?
Mi chiamo Emily, ho diciassette anni e non sono una directioner, anche se la vostra musica mi piace molto...”.......


Una lacrima calda sta scendendo lungo la mia guancia, facendomi rabbrividire.
Il mio cuore aveva già deciso: sarei andato a trovare Diana, convincendo anche gli altri ragazzi.
E soprattutto, avrei conosciuto Emily, la ragazza che mi aveva appena rubato il cuore...
 
 



ANGOLO AUTRICE
Ciaoooooooo!
Lo so, sono pietosa, non pubblico da un secolo ma ho voluto curare moltissimo questo primo capitolo perché per me è davvero IMPORTANTE.
E ho deciso di pubblicare oggi perché è il mio compleanno e ho voluto farmi un regalo ahahaha 
Un grazie speciale lo devo alla persona che nell’ultimo mese mi ha sopportato più di tutte: Candy se leggerai l’ANGOLO AUTRICE, sappi che ti voglio davvero bene!!!!!
Un grazie anche a tutte le persone che leggeranno e perché no, magari lasceranno anche una piccola recensione per dirmi cosa ne pensano del primo capitolo...
A presto,
Cally
 
  
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