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Autore: Margaret24    09/12/2013    3 recensioni
Harry, dopo essere tornato a Hogwarts per sbrigare alcune faccende alla fine della Seconda Guerra, si reca nell’ufficio del preside e, incapace di trattenersi, guarda nel Pensatoio, dove sono conservati i ricordi di Lupin.
ATTENZIONE! Se salta subito al capitolo "La Prima Guerra è finita", sappiate che non è il primo, ma non so come aggiustarlo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Ordine della Fenice, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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Remus Lupin e Albus Silente sedevano uno di fronte all'altro nell'ufficio di quest'ultimo. Se non fosse stato per la loro presenza, Harry avrebbe detto di essere uscito dal Pensatoio. La stanza era esattamente come l'aveva lasciata, tranne che per la mancanza del ritratto di Silente appeso alla parete circolare.
L'espressione sul volto del Preside non era allegra come ai Tre Manici di Scopa. Sembrava preoccupato e addolorato al tempo stesso. Lupin, invece, dava a Harry le spalle, per cui non riusciva a vederlo. Il ragazzo si avvicinò, ponendosi alla destra della scrivania, ma prima di volgere lo sguardo verso Lupin, si accorse della mano annerita di Silente posata su un bracciolo della sua grande sedia. Capì di trovarsi nel periodo intorno ai suoi sedici anni... e all'improvviso intuì anche cosa ci faceva Lupin nell'ufficio del Preside. La guerra contro Lord Voldemort imperversava, e l'Ordine della Fenice necessitava di ogni sua risorsa.
"Sei sicuro, allora? Non vuoi neanche pensarci?" stava dicendo Silente con voce grave. Harry si voltò verso Lupin, la cui espressione – ora la vide – era più cupa che mai. Sembrava un uomo distrutto, una persona che ormai non ha più nulla da perdere. I suoi occhi opachi avevano perso tutta la loro vivacità, quasi dentro non ci fosse più un'anima.
"Sono sicuro" disse. Anche nella voce si percepiva qualcosa di diverso: era una voce stanca, e non vi era traccia della dolcezza che la caratterizzava.
Silente sospirò.
"Il compito che ti ho affidato è sicuramente la richiesta più difficile che ti abbia mai fatto, Remus" disse, sporgendosi un poco verso il suo interlocutore. "Vorrei farti alcune raccomandazioni"
"La ascolto, Preside" disse Lupin, anche se continuava a mantenere uno strano distacco. Silente lo fissò per qualche secondo, poi disse:
"Ricordati chi sei, Remus, sempre. Non perdere te stesso"
"Ho già perduto me stesso" sussurrò Lupin, abbassando lo sguardo.
"Molti anni fa" continuò Silente, "avvisai un bambino del suo diritto ad entrare ad Hogwarts. Commisi un terribile errore. Forse non saremmo a questo punto se non avessi avuto compassione di lui"
Lupin rialzò gli occhi.
"Anni più tardi mi recai nella dimora di un altro bambino..." Silente sorrise per la prima volta. "E non mi ero sbagliato"
"Quel bambino non c'è più" mormorò Lupin sconsolato.
"No" disse Silente. "C'è l'uomo straordinario che è diventato. L'uomo che io sto supplicando di rimanere tale. L’uomo che mi confessò, sedici anni fa, di non appartenere al mondo dei licantropi. Non sapeva neanche lui cosa fosse, ma di una cosa mi disse di essere certo: di far parte dell’Ordine della Fenice"
D'un tratto gli occhi di Lupin parvero brillare di luce propria, anche se il suo volto era ancora depresso. Era come se una fiamma si stesse facendo strada nella coltre di tristezza che l'avvolgeva. Esitò.
"E se non avessi scelta?" chiese con voce tremante.
“Si può sempre scegliere” rispose Silente, senza smettere di sorridere. “E tu hai già fatto la tua scelta: nello stesso momento in cui hai messo piede nella bottega del signor Olivander per essere scelto da una bacchetta. Nello stesso momento in cui hai acconsentito alle mie condizioni e hai messo piede in questa scuola. Nello stesso momento in cui hai accettato di far parte dell'Ordine. Nel momento in cui, nonostante tu abbia subito molte perdite, sei rimasto tra i maghi, accettando le loro regole, cercando un lavoro, quando invece sarebbe stato così semplice dimenticare e vivere tra quelli che chiami 'simili'. Il solo fatto che tu disprezzi quello che sei ogni mese dovrebbe convincerti di quale sia la tua strada. Combatti ogni giorno contro i pregiudizi, dimostrando che sono completamente infondati. Non provi alcun desiderio nemmeno lontanamente simile a quelli che provi durante la luna piena. Non dimenticare queste scelte, Remus”
Lupin tacque, lo sguardo fisso sulla scrivania. Poi si alzò lentamente, voltò le spalle a Silente e avanzò piano verso la finestra che aveva di fronte. Pioveva, quel giorno, ma doveva essere pioggia estiva: gli alberi erano in fiore, qualche rondine svolazzava ancora in cerca di riparo, e anche il cielo non era così grigio e cupo. Harry si avvicinò al mago e lo osservò. Lupin tirò fuori la bacchetta dalla veste e la rigirò tra le dita. La guardò quasi con affetto. La agitò con un movimento complicato, e all'improvviso dal vasetto blu sul davanzale crebbe un rametto di nontiscordardimé, che sbocciavano ad una velocità sorprendente.
“Lo sai perché provi tanto dolore nella trasformazione?” sussurrò Silente. “Semplicemente perché, mentre la parte consapevole di te si arrende, il tuo inconscio cerca con tutte le forze di opporsi”
Lupin distolse lo sguardo dai fiori e lo posò sul mondo esterno. Poi si voltò di nuovo verso Silente, questa volta con espressione risoluta. Annuì deciso.
“Bene” disse il Preside compiaciuto, ma tornò subito serio. “La tua non sarà una missione facile. Sarai tentato: Greyback cercherà di convincerti che i Lupi Mannari vivano meglio, che sia una cosa positiva lasciarsi andare all'istinto. Io non posso sapere quale sia la cosa giusta, nessuno lo sa. Non posso fare altro che chiederti, supplicarti, di rimanere dalla nostra parte”
Silente tacque per qualche istante, poi aggiunse:
“Se c'è una cosa che può aiutarti, pensa alla promessa che mi facesti anni fa. E pensa a chi ti starà aspettando, nonostante tu ti ostini a respingerla”
Harry notò un impercettibile fremito delle dita, sommato all'espressione addolorata che si dipinse sul volto di Lupin. Lui appoggiò un gomito alla parete e la fronte alla mano, coprendosi gli occhi.
“Quella donna è la mia rovina...” mormorò stancamente. “La mia rovina...”
“O forse è la tua speranza” suggerì Silente.
“Per favore, non renda le cose più difficili” disse Lupin, cominciando a massaggiarsi le palpebre.
“Oh, non ne ho intenzione” sorrise ancora una volta l'anziano mago. “Suppongo che troppe persone siano decise a rovinarti l'esistenza a forza di insistere”
“Già...” confermò Lupin. Mosse rapidamente una mano come a voler scacciare un insetto fastidioso. “C'è dell'altro? Riguardo alla missione, intendo”
Silente annuì. “Volevo chiederti” esordì, “se negli ultimi anni tu ti sia cimentato nell'arte dell'Occlumanzia”
“Intende gli anni del dopoguerra?” chiese Lupin. “Sì, sono entrato un po' in contatto con l'Occlumanzia, ma non l'ho mai padroneggiata”
“Si accede facilmente ai tuoi ricordi?”
“Non facilmente, ma non posso assicurare niente”
Fu Silente ad alzarsi questa volta. Aprì l'armadio nero che Harry stesso aveva aperto poche ore prima, e tirò fuori il bacile di pietra dove lui stesso si trovava in quel momento.
“Se ritieni opportuno proteggere i ricordi e le informazioni che pervadono troppo la tua mente, non esitare a usare questo. Prometto la massima discrezione”
Harry avvertì una specie di fastidio in fondo allo stomaco, qualcosa che riconobbe come vergogna. Lui sicuramente non era stato proprio discreto. Guardò Lupin sollevare la bacchetta verso la tempia destra ed estrarne un lungo filo argenteo, che posò sulla superficie del Pensatoio. L'immagine che si formò al suo interno era abbastanza nitida: era l'ufficio di Silente visto dall'alto.
D'un tratto la stanza si deformò, così come le persone che la occupavano, e la scena cambiò...

“Dimmi che non è vero”
Lupin e Tonks comparvero seduti al tavolo di un pub. Lei aveva i capelli color topo, lui rigirava nervosamente un coltello tra le mani.
“Tonks...” cominciò Lupin.
“Come hai potuto accettare?!” sibilò Tonks con una nota di disperazione nella voce. Lupin sospirò e disse:
“Non mi è rimasto più niente, Tonks... niente. Tanto vale andare da un Dissennatore e chiedergli se ho ancora qualcosa dentro...”
“Non puoi dire sul serio” lo interruppe lei.
Lupin tacque. Harry fu attraversato da un brivido.
“Quindi io sarei 'niente'?” chiese Tonks con un moto di stizza.
“Esatto” rispose lui senza esitare, ma non osava guardarla.
“Bugiardo” sentenziò Tonks. “Non riesci neanche a mentire a te stesso. Maledizione, Remus, sei tu, sei tu il masochista. Non provare a dire che il destino ti è avverso o baggianate simili. Tu ti ostini a reprimere l'amore che provi per me, e sempre tu hai accettato questa maledetta missione...”
“Ne sono consapevole” disse Lupin con freddezza.
“E allora diamine, tu non hai niente perché non vuoi niente. Perché? Pensi di non meritarlo?”
“Penso che sia tu a non meritare tutto questo”
“Ah sì? Guardami, allora. Guarda come sto male e dimmi: me lo merito?”
Lupin si ostinava a mantenere gli occhi fissi sul coltello. Dopo un po' disse solo:
“Passerà”
Tonks rimase senza parole. Lupin si alzò e si allontanò senza salutarla, varcando la soglia del pub. Harry volse un ultimo sguardo a Ninfadora. Gli mancava molto. Lei prese il coltello che Lupin aveva lasciato, e lo conficcò con violenza nel legno.
Harry seguì Lupin fuori dal pub, e scoprì di trovarsi a Hogsmeade. Aveva smesso di piovere, ma i raggi solari non riuscivano a penetrare le nuvole. Il mago si appoggiò al muro del pub e si lasciò scivolare in basso, prendendosi la testa fra le mani. Tutto si fece confuso, e il ricordo cambiò di nuovo...

 

Angolo autrice:
Salve a tutti! In questo capitolo vediamo Silente affidare a Lupin la missione tra i Lupi Mannari. Sì, Lupin è depresso, ancora una volta: Sirius è morto, c'è la guerra, è innamorato di Tonks... e chi più ne ha più ne metta, per questo pover'uomo. Ebbene sì, abbiamo anche scoperto perché vi ritrovate a leggere questa raccolta: Piton usa il Pensatoio nel quinto per liberarsi del suo peggior ricordo; Lupin lo usa per non farsi smascherare durante la sua missione. E' vero, il Pensatoio non cancella i ricordi dalla mente, ma ho pensato che potesse almeno liberarla da quelli più invadenti, insistenti, e spingerli più a fondo e meno in superficie. Altrimenti perché Piton usa il Pensatoio? Spero che Pottermore non smentisca nulla xD
Se c'è qualcosa che non è chiaro, chiedete ;) Un enorme grazie a chi ha letto fino alla fine e a chi recensirà, e a chi ha già recensito, ovviamente, siete fantastici! ^^ Buone feste!
Meg

  
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