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Autore: giveherlove    09/12/2013    10 recensioni
'Ever, perché mi hai mentito su questo?'
'mi...dispiace...'
'io voglio sapere perché non potevi dirmelo!?'
'a nessuno piacciono ragazze che hanno delle cicatrici...pensavo che avresti smesso di amarmi'
'io non potrei mai smettere di amarti, mai.'
Genere: Erotico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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La macchina mi colpì, e caddi a terra priva di sensi.
Poco dopo cominciai a riprendermi pian piano, e la nebbia che offuscava il mio sguardo si dissolse lentamente.
Mi ritrovai distesa su un marciapiede praticamente deserto, dove la poca gente che passava, pareva quasi non fare caso alla mia presenza.
 
‘Dio, ti sei ripresa…! emh come stai?’ sentii scandire quelle parole da una voce maschile e stranamente famigliare.
Mi sfregai gli occhi con le mani, per cercare di mettere meglio a fuoco la fonte da cui provenissero quelle parole e facendomi forza sui gomiti mi rialzai leggermente. Quando il suo sguardo intenso e profondo incontrò il mio timido e spento, fui bruscamente attraversata da un formicolio caldo e piacevole che si disperse per tutto il mio corpo, e quasi  mi tolse l’uso della parola.
Quel suo sguardo si impresse sul mio cuore, come se fosse stato marchiato a fuoco.
‘emh…si…credo…’ balbettai contemplando i suoi infiniti occhi color oceano.
 
Era tutto assurdo, quasi surreale. Tra tutti gli sguardi che avrei potuto incrociare, tra tutti i taxi che mi avrebbero potuta investire qui a Londra, e tra tutte le migliaia di persone che mi sarei potuta ritrovare davanti, inginocchiato vicino a me a chiedermi se stavo bene c’era lui: una delle ragioni per cui mi alzavo la mattina fingendo sorrisi quando avrei voluto scomparire, lui che con la sua musica mi aveva fatta sentire per la prima volta amata davvero: Niall Horan.
 
‘ce la fai ad alzarti? Ti do una mano!’ disse, tendendo le sue mani verso di me.
Le afferrai timidamente, erano grandi e calde e mi trasmettevano una sensazione di protezione che nessuno mi faceva sentire da anni. Mi alzai pian piano tenendomi stretta a lui, ma un dolore lancinante colpì la mia caviglia e mi fece impulsivamente uscire dalla bocca un gemito.
‘ti fa male?’ chiese con tono preoccupato osservando la caviglia leggermente gonfia.
Annuii timidamente, fissandomi i piedi per non incontrare i suoi occhi.
‘posso accompagnarti all’ospedale? Così ti fai visitare’ propose con una tale dolcezza da lasciarmi senza parole. Riuscii solo a fare un cenno affermativo con il capo abbozzando debolmente a un sorriso.
Ormai erano anni che sognavo il momento in cui avrei avuto anche io l’occasione di abbracciare il miei idoli e di farci una foto insieme. Avevo partecipato a concorsi idioti, risposto a quiz insulsi sul web, scritto pensieri strappalacrime condividendoli con internet, per riuscire in qualche modo a vincere l’opportunità di realizzare il mio sogno e stringerli per pochi secondi tra le mie braccia. Ma mai e poi mai mi sarei immaginata di incontrare uno di loro in un contesto simile. Prima di partire per Londra avevo fantasticato di imbattermi in loro mentre uscivano da qualche negozio, mentre passeggiavano per Londra accompagnati dalle guardie del corpo oppure fuori da qualche ristorante o fast food ma poi stando in college, uscendo e passando il tempo con Charlie quelle mie fantasie erano diventate solamente pensieri e riflessioni postate su tumblr.
 
Salimmo su un taxi, e Niall disse al conducente di scortarci all’ospedale Finn Harris.
‘comunque io non mi sono nemmeno presentato, sono Niall, piacere’ dichiarò porgendomi la mano perché io gliela stringessi.
Sorrisi incondizionatamente quando lo sentii pronunciare il suo nome.
‘Io sono Ever, emh..piacere.’ gliela strinsi e immediatamente sentii le guance andarmi a fuoco, così tenni lo sguardo fisso sul sedile dell’auto, cercando di evitare il suo: mi vergognavo terribilmente.
 
‘bel nome, mi piace molto’ commentò con estrema disinvoltura.
 
Il mio cellulare suonò irrompendo nell’aria con le note di last first kiss, mi sentii avvampare per l’imbarazzo. Appena lui riconobbe la canzone sorrise divertito e mi guardò ammiccando.
 
‘pronto?’ risposi.
‘Ever!! Ma dove sei finita?! Stavo morendo di paura!’ incalzò Charlie.
‘emh…’ farfugliai.
‘ti è successo qualcosa!?’
‘si…cioè…no…’ non avevo la più pallida idea di come spiegarle cosa fosse accaduto, forse perché in parte anche io dovevo ancora realizzare il tutto.
‘stai bene?’ mi chiese preoccupata.
‘si si…solo che ho avuto un piccolo incidente’ dichiarai minimizzando più che potevo l’ultima parola.
‘che cosa!?’ urlò lei dall’altra parte della cornetta.
‘sto alla grande, mi sono fatta solo un po’ male alla caviglia, sto andando all’ospedale ma non è niente di grave’ la rincuorai con il tono più sicuro che riuscii ad assumere.
‘vuoi che venga in ospedale?’
‘tranquilla, non ce n’è bisogno, farò in fretta, tra poco sarò già al college vedrai!’ la rassicurai.
‘okay, chiamami se hai bisogno che arrivo in un momento.’ Ribatté triste.
‘certo, ci sentiamo dopo!’ riattaccai, sentendomi scaldare il cuore per tutto l’interesse che Charlie stava dimostrando nei miei confronti.
 
 
Il taxi si fermò proprio davanti all’ospedale. Niall mi aiutò ad uscire dall’auto e cercammo insieme il reparto dedicato a infortuni come il mio. Un infermiere ci fece strada e ci fece accomodare in una piccola sala d’attesa dove prima di noi c’era soltanto un ragazzo sui venticinque anni col polso fasciato, pensai fosse lì per un controllo.
 
‘okay, non ci resta altro da fare che aspettare’ osservò Niall sedendosi proprio di fianco a me.
Io non riuscivo a spiccicare parola per paura di dire o fare qualcosa di stupido, che lo avrebbe allontanato da me.
Quando il ragazzo dal polso malconcio entrò in stanza per essere visitato, io e Niall rimanemmo soli, e mi chiese di raccontargli come avessi fatto a finire in mezzo alla strada. Io gli spiegai timidamente com’erano andate le cose, e lui mi ascoltò attentamente facendomi alcune domande per capire meglio, poi quando ebbe chiaro il quadro della vicenda rimase profondamente disgustato da quello che quei due ragazzi avevano tentato di farmi.
A interrompere il nostro discorso fu il suo telefono che squillò deciso.
Niall scrutò lo schermo.
‘scusami, devo rispondere, è per lavoro’
Io gli sorrisi facendogli capire che non c’era problema e cominciai a giochicchiare nervosamente col telefono non sapendo come comportarmi.
‘ciao Rob, no non sono andato alle prove…sono all’ospedale…no io sto bene è che il mio taxi ha investito una ragazza e l’ho accompagnata al Finn Harris…siamo in sala d’attesa…no, di agli altri che oggi non ce la faccio a essere là in tempo! È inutile, io rimango qui! Non è che non posso, è che non voglio ed è molto diverso!’
La sua telefonata fu interrotta dalla voce di una dottoressa dall’aria amichevole che ci invitava ad entrare.
‘si, certo…come vuoi! Comunque ora devo andare ciao!’ Tagliò corto ficcandosi velocemente il telefono in tasca e riposando lo sguardo su di me.
‘vuoi che entri con te?’
Mi sentivo leggermente confusa. Un po’ per l’incidente e la testa che mi girava a causa della pressione bassa e un po’ perché lo avevo appena sentito rinunciare a un impegno di lavoro per me, e la cosa mi faceva uno strano effetto.
Annuii debolmente ed entrambi ci accomodammo nella stanza mentre la dottoressa chiuse la porta alle nostre spalle.
 
‘allora, che abbiamo qui?’ domandò squadrandomi attentamente.
‘emh…un taxi mi ha investita e mi fa molto male la caviglia’ le spiegai indicandola.
 
‘fammi dare un’occhiata’ ribattésorridendo.
 
Dopo aver fatto i raggi, la mia caviglia non risultava slogata o rotta, ma avevo preso solo una brutta storta. La dottoressa mi assicurò che dopo aver tenuto per dieci giorni la fasciatura che mi aveva fatto, il male sarebbe sparito e sarei tornata come nuova.
Uscii dalla stanza decisamente sollevata.
 
‘posso accompagnarti al college?’ chiese lui, mentre eravamo in ascensore e ci avviavamo all’uscita dell’ospedale.
 
‘non è un problema per te? Cioè…magari hai altro da fare…’ abbassai lo sguardo, sperando con tutto il mio cuore che rimanesse con me ancora per un po’.
 
‘no tranquilla, mi sento in colpa per quello che ti è successo, voglio assicurarmi che tu stia bene’ replicò lui con una fermezza  nel tono che mi lasciò spiazzata.
 
‘non è colpa tua’ lo rincuorai.
 
Lui sorrise. E il suo sorriso non illuminava solo il suo volto, ma anche tutto il mio mondo. Era come uno squarcio di serenità in mezzo alla bufera.
 
 
 
Arrivammo al college che era deserto, e lui mi accompagnò alla mia stanza, dove trovai Charlie che mi attendeva con gli occhi lucidi. Appena mi vide mi corse incontro e mi abbracciò fortissimo, ignorando del tutto la presenza di Niall, uno dei suoi idoli.
 
‘ma hai pianto?’ le domandai, rimuovendo con i pollici un po’ di mascara che le era colato per via delle lacrime.
 
‘si, ero in ansia.’ Ammise lei sollevata nel vedermi e avvolgendomi nuovamente tra le sue braccia.
 
Appena ci sciogliemmo dall’abbraccio lei si accorse che non ero sola. Strabuzzò gli occhi e lo squadrò da capo a piedi.
‘ma tu sei…Niall Horan!!’ esclamò alzando un po’ il tono di voce.
 
‘in carne ed ossa’ rise lui imbarazzato. Trovai dolcissimo il fatto che si imbarazzasse quando una fan lo riconosceva, anziché montarsi la testa e atteggiarsi, lui sorrideva impacciato.
 
‘ma che ci fai qui?’ domandò lei confusa dalla situazione quasi surreale che stavamo vivendo.
 
‘il mio taxi ha investito Ever, e io l’ho portata all’ospedale e poi qui al college’ si giustificò lui, come un bimbo che si dimentica il quaderno a casa e tenta di spiegarlo alla maestra.
 
‘ohh…’ annuì Charlie spostando lo sguardo da lui a me in continuazione.
 
Prima ancora che potessimo riprendere il discorso il telefono di Niall squillò nuovamente e dovette prendere la chiamata. Teneva lo sguardo fisso sulla moquette del corridoio, rispondendo a monosillabi con un tono che lasciava trasparire tutta la sua irritazione nei confronti di chi lo aveva disturbato per la seconda volta in meno di due ore.
 
 ‘emh…Ever, io dovrei andare…ho un impegno e la mia presenza è obbligatoria…’ mi spiegò con una voce che spaziava dalla seccatura alla delusione.
 
All’udire quelle parole sentii una fitta al petto.
 ‘ah…emh…okay…’ barbugliai spostandomi i capelli dietro alle orecchie cercando in tutti i modi di nascondere la tristezza che provavo.
 
‘se vuoi…emh…puoi darmi il tuo numero? così ti chiamo sta sera per sapere come stai’ mi domandò arricciando il naso e passandosi una mano sulla testa, corrugando il volto in un sorriso timido.
 
Glielo dettai senza pensarci due volte e lui lo salvò immediatamente. Dopo di che mi salutò lasciandomi con la promessa che ci saremmo sentiti alla sera.
Appena vidi le porte dell’ascensore chiudersi con lui dentro, mi fiondai scossa e un po’ indolenzita sul letto di camera mia.
Chiusi per un secondo gli occhi, ripensando a tutto il frastornato susseguirsi di avvenimenti: non riuscivo ancora a realizzare fino in fondo.
 
Quando Charlie si rese conto che io e Niall avevamo finito di parlare bussò alla porta della mia camera, così io la invitai ad entrare.
 
‘oh porco cazzo’ esordì lei chiudendosi alle spalle la porta.
Io mi sfregai le mani sugli occhi. ‘si tranquilla, sto bene, e no, non sono affamata, grazie per averlo chiesto’ ironizzai io.
‘scusami Ever, ma vedere lui qui, beh…mi ha colpita…cioè non me lo aspettavo!’ dichiarò sedendosi affianco a me e aggiunse ‘mi sa che devo ancora realizzare.’ Sospirò.
‘a chi lo dici!’ esclamai con lo sguardo fisso in un punto indistinto del soffitto.
 
Poco dopo chiamai mia mamma e le raccontai dell’incidente, tralasciando la parte dei due ragazzi che mi volevano stuprare: sapevo che se le avessi raccontato ciò mi avrebbe rispedita dritta dritta a casa, e in quel momento era davvero l’ultima cosa che volevo.
Al college conducevo quasi una vita “normale”, nessuno era a conoscenza di me o del mio passato, era bello camminare per i corridoi senza ricevere occhiatacce, senza che la gente mi guardasse di sottecchi o bisbigliasse alle mie spalle dandosi gomitate, ridendo di me e facendo commenti sulla mia vita e sulle mie scelte. Ero completamente conquistata da questa finta realtà che mi ero creata quasi per allontanare quella che mi apparteneva veramente.
Mia mamma dopo avermi chiesto almeno tremila volte se fossi sicura di non voler tornare a casa e dopo essersi raccomandata che io stessi attenta e che tenessi la caviglia a riposo per tutto il tempo necessario che la dottoressa aveva stabilito, si fece raccontare del mio incontro con Niall e il suo tono preoccupato e timoroso fu immediatamente rimpiazzato da un’innocente curiosità e da una sincera felicità. Sapeva quanto amassi i One Direction e quanto significassero per me e si stava convincendo del fatto che il mio incontro con lui fosse stato destino, anche se io ero convinta che fosse stato solo il caso.
Ci salutammo e le promisi di aggiornarla tutti i giorni sulle mie condizioni di salute.
Successivamente dovetti anche parlare con la preside, che si dimostrò molto ben disposta nei miei confronti diminuendomi  –per mia grande gioia-  le ore di lezione per non farmi stare a lungo in classe con la caviglia dolorante e incaricò Charlie di aiutarmi in tutto e di non lasciarmi mai da sola finché non fossi completamente guarita.
Charlie promise al Mrs. Brown di fare quanto le aveva richiesto.





















                                   



                                                                        ********************************
SPAZIO AUTRICE: 
ciaooo a tutti lettori! ;))
vi è piaciuto il capitolo? :D finalmente Ever ha intrato Niall!! era ora! lol
scusate se vi ho fatto aspettare prima di pubblicare questo capitolo, solo che ho avuto un pò di problemi e molti molti impegni, così non sono praticamente mai riuscita a ritagliarmi cinque minuti per poterlo postare! :( 
fortunatamente però sta sera ce l'ho fata! ;)) lol
volevo dedicare questo capitolo a Francesca: una mia lettrice che è tanto tenera e dolce, e se non fosse stato per lei avrei aggiornato chissà quando (lol) 
detto questo ringrazio tutti quelli che stanno continuando a seguire la mia ff e mi incitano a continuare. Non avete idea di quanto significhi per me, sul serio!
se volete lasciare un commento, un consiglio o una critica (possibilmente costruttiva) potete scriverli nelle recensioni o menzionarmi su twitter, il mio nick è @itsdemisforce ;))
vi mando un bacio e vi aspetto al capitolo numero sette che sarà ancora più ricco di sorprese!
-Giù
 
  
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