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Autore: Eylis    10/05/2008    1 recensioni
“Andrea?”
“Mh?” Apro gli occhi, schermandoli subito con una mano. Sta arrivando la sera, ma il sole ancora ferisce con la sua calda luce. Giro la testa verso di te, mi sfiorano i fili d’erba.
“Saremo assieme per sempre?” È preoccupazione la tua, piccola mia? Lo sai che non devi averne, soprattutto in una giornata così splendida. Ma forse non sei davvero inquieta, vuoi solo che io ti ripeta ciò che più ami sentire, vuoi solo che la mia voce accarezzi la tua anima. Ti sorrido.
“Certo cucciola mia, per sempre.”
[...]

Questa è una raccolta di brevi racconti che più che narrare una storia vogliono descrivere una situazione, un’impressione, un’emozione. Ogni capitolo, ogni storia ha quindi l’intento di precipitare chi legge in un mondo a parte trasmettendo le sensazioni e le emozioni vissute dai personaggi. Leggete ogni racconto lasciandovi trasportare dalle parole, dai suoni, dalle immagini. Il genere principale è quello romantico, ma ogni storia ha una diversa sfumatura.
1. Cantar di grilli ed erba cipollina, 2. La farfalla nera vola in sogno, 3. Sillogismi e deduzioni, 4. Filastrocca, 5. In missione, 6. Indicibile farsa, 7. Bisogni primari vs importanti novità, 8. Al centro dell'universo, 9. Aria, 10. Profumo di pesco, 11. Stoffa, 12. Luna riflessa, 13. Patto col diavolo, 14. Grigio di dea, 15. Cantar di grilli ed erba cipollina - II
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Profumo di pesco

La porta si apre alle mie spalle. Quanto ho atteso questo momento! Non mi volto, non ne ho bisogno. Sento il tuo profumo, il tuo respiro lievemente affannato, il tuo timore che ormai sia troppo tardi. Ma anche la tua decisione. Ti aspettavo, Karen.

Questa mattina mi sono svegliata dopo un sogno turbolento di cui non ricordo altro che sprazzi di intesa luce colorata, e ho saputo che sarebbe successo. Non sono una veggente, non leggo nel futuro. Semplicemente nella mia mente era chiaro che sarebbe successo oggi. Come se questo fosse un giorno speciale, quando invece è un giorno qualsiasi. Ho aspettato per anni questo risveglio, ed ora è arrivato.

Ricordo perfettamente ogni dettaglio di quel momento. Portavi un vestito rosso, allegro che contrastava nettamente con i tuoi sentimenti. I capelli legati ricadevano sulla tua schiena, ma tu continuamente ne afferravi una ciocca per tormentarla con le dita. Non mi guardavi.
“Me ne vado.”
“Cosa vuoi dire?”
“Mi trasferisco, per… per lavoro.”
“Credevo tu fossi ormai sistemata.”
“Sì, ma ho cambiato idea, voglio andare.”
“Vuoi andartene da qui, vero?” Silenzio. Lunghi attimi di estenuante silenzio in cui cerchi il coraggio di dirmi ciò che ho già capito.
“Devo…”
“No, nessuno ti obbliga a farlo. È una scelta tua, Karen, solamente tua. Non cercare di fuggire le tue responsabilità. Ma se queste sono le tue intenzioni non ti fermerò, lo sai. Altrimenti non saresti venuta a parlarmi, dico bene?” Finalmente sollevi lo sguardo su di me. Nei tuoi occhi leggo la bugia più grande che tu abbia mai saputo pronunciare.
“Non provo niente per te, forse non ho mai provato niente.”
“Allora vai.” Non credevo mi avrebbe fatto tanto male, anche sapendo che stavi mentendo. Mi hai uccisa in quel momento, Karen, mi sono sentita morire, incredula.
“Addio…” Ti sei alzata, sei uscita dalla porta, cercando di non mostrare il tentennamento avuto quando ti sei appoggiata alla maniglia. Ti conosco, Karen, noterei ogni minimo gesto da parte tua senza che tu possa nascondermelo.

Da quel giorno non ti ho più vista. Sono passati molti anni senza che io abbia potuto bearmi del tuo viso. Ma a volte mi chiamavi. Ti tremava sempre la voce, quando lo facevi, allora iniziavi a bisbigliare e mi dicevi d’avere della raucedine. O di essere raffreddata. Karen…
Mi raccontavi piccole cose, banali, che però mi permettevano di leggere tra le righe della tua voce i sentimenti che pervadevano la tua vita. Un giorno mi hai detto d’avere una nuova persona al tuo fianco, ti rendeva felice. Ho sorriso nel sentire queste tue parole, sapevo che ci credevi fermamente. In fondo era vero, quella persona ti dava un poco di tranquillità, e questo mi bastava. Anch’io avevo trovato qualcuno, lo sapevi perfettamente, non avevo problemi a dirtelo.
E a volte, in piena notte, mi scrivevi chiedendo di non risponderti, e mi rivelavi d’avermi sognata. O d’aver avuto un incubo. Credo che il tuo fosse semplicemente un bisogno di rassicurazione, potermi scrivere, sapevi che questo ti garantiva la certezza che io esistessi davvero. Che mi avessi conosciuta, davvero. A volte anch’io mi chiedevo se tu fossi esistita realmente e fossi stata parte della mia vita, ma quei messaggi dissipavano ogni minimo dubbio.

Hai avuto paura, lo so. Paura di quei sentimenti così forti che non riuscivi più a controllare e capire. Tu, che non eri per niente razionale, ti sei lasciata costringere dalla razionalità e sei fuggita da qualcosa che ritenevi troppo grande per te. Ed io… io ho dovuto iniziare ad aspettare. Non è stato facile… in alcuni momenti, soprattutto all’inizio, mi sembrava di impazzire senza di te, senza il tuo profumo vicino, i tuoi occhi, le tue mani che giocavano con i miei capelli… A volte, quando mi scrivevi la notte, non riuscivo ad impedire alle lacrime di rigare il mio viso. Ma ho continuato ad aspettare, Karen, ogni giorno, in tutti questi anni. Aspettare che tu fossi pronta per amarmi.

Non sai che da qualche mese sono di nuovo sola. Leggo anche questo nel tuo respiro, la paura che io ora possa amare qualcuno più di te. Ma non dovresti avere questo timore, o la chiave che ti ho lasciato, quando te ne sei andata, non ti avrebbe più permesso di aprire la porta. Ti avevo promesso che saresti potuta tornare quando avresti voluto, ed io mantengo le mie promesse.
Incapace di resistere oltre, sentendo i tuoi passi avvicinarsi lentamente, finalmente mi giro. Ti osservo dolcemente. Apro le braccia piano. E tu corri da me, con l’espressione più radiosa che io conosca sul tuo viso.
“Mi dispiace, io…” Sento la tua voce ancora preoccupata.
“Sssht, non dire nulla. Non è necessario.”
“È passato così tanto…”
“Non importa, ora sei qui. È tutto ciò che conta.”
“Ti amo.” Anch’io, Karen, anch’io… ma non posso dirtelo. Immergendo il volto nei tuoi capelli, che profumano di pesco come una volta, non riesco più a soffocare i singhiozzi. Tutta la tristezza, le speranze, i dubbi che tanto a lungo ho cercato di mettere da parte ora sono convogliati in un’emozione così forte che posso solo stringermi a te quanto più mi è possibile per non cadere. Ti ho aspettata per quindici anni, mia dolce Karen, ed ora sarai finalmente al mio fianco, per sempre.

  
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