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Autore: Jenni Skeletron    09/12/2013    1 recensioni
Una ragazza che senza rendersene conto si è intrappolata in ciò che una volta era un sogno, fino al quel fatidico incontro. Un ragazzo biondo dallo sguardo triste, uno sconosciuto in grado di farla sentire nuovamente viva ed amata. Il tutto comincia con la notte di San Lorenzo...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Kadaj, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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29 Novembre


Cloud era entrato in stanza come un uragano e mi aveva abbracciato sorridendo senza una qualche precisa ragione.
Solo quando ci eravamo allontanato avevo gettato uno sguardo all’orologio constatando che era mezzogiorno passato ed il mio stomaco aveva cominciato a ribellarsi.
- Non pensavo avessi così fame.
- Ti ricordo che è da ieri sera che non mangio niente.
- In tal caso… potremmo andare a mangiare qualcosa
 
-Cloud cosa ti prende?
- Ninte, sono solo felice.
Un ennesimo bacio stava unendo i nostri visi quando il suo telefono aveva cominciato a squillare.
- Forse dovresti rispondere...
Sebbene irritato segue il mio consiglio e risponde alla telefonata.
- Va bene ho capito. Arriviamo subito.
- Allora?
- Sembra ci siano novita`; dobbiamo raggiungere gli altri.


Fino ad allora avevo riflettuto su quanto la mia vita fosse cambiata nel giro di cosi` pochi mesi ed ora ero nuovamente persa nei miei pensieri, tanto da non rendermi conto della porta ontro cui stavo per sbattere.
-Rimanimi vicina. Non voglio che ti perda in questo labirinto di corridoi.
Un sorriso fa capolino sul suo viso e la sua mano prende delicatamente la mia. Basta quel dolce contatto a dissipare ogni mio dubbio, ogni mio pensiero o preoccupazione; esistiamo solo noi e le nostre mani.


Cerco di memorizzare la strada provando ad individuare un qualche elemento significativo che possa distinguere un corridoio dall’altro giusto per precauzione, se mai mi trovassi in condizione di dovermi orientare sensa il suo aiuto.
I muri grigi, le porte completamente identiche e la monocromia spezzata qua e la` da alcune piante. Era tutto cosi` freddo e spoglio.
- Cloud...
- Dimmi.
Avevo abbassat il viso per nascondere il rossore che sentivo bruciarmi le gote dall’imbarazzo per cio` che ero sul punto di chiedergli.
- Anche tu hai vissuto in un posto come questo?
- Piu` o meno, almeno per un certo periodo.
Ogni volta che gli chiedevo qualcosa sul suo passato le sue risposte erano vaghe, come se volesse nascondermi qualcosa, ma non potevo e non volevo forzarlo a rivelarmele.
- In che senso?
-Bhe`, ora ci troviamo nell’area dedicata ai SOLDIER. Io non ho quasi mai fatto parte di questa categoria. Forse un giorno ti portero` a vedere il paese in cui sono nato.


Cloud apre l’ennesima porta, uguale alle altre se non fosse per il diverso numero su di essa.
-Stavamo aspettando solo voi.
Ancora quell’uomo dai capelli neri. Non mi piaceva, non mi piaceva per niente.
- Elena fai partire le diapositive.
Un uomo sulla sedia a rotelle il cui volto era oscurato dal drappeggio della coperta in cui era avvolto; era stato lui a parlare rivolgendosi ad una ragazza dai corti capelli biondi che picchiettava frenetica su di una tastiera per fare cio` che le era stato chiesto.
Alcune immagini avevano cominciato a comparire sullo schermo posto alle nostre spalle fino a soffermarsi su quella di un volto maschile incorniciato da dei lunghi capelli argentei.
- Questo e` Sephiroth. La magior parte di voi dovrebbe conoscerlo.
La voce di Tseng era ancora piu` irritante quando cercava di spiegare qualcosa, ma lo sguardo di Cloud mi fece intendere che si trattava di qualcosa di importante.
- Virginia per te questo volto e` completamente nuovo. Questo e` l’uomo che ha tentato di ucciderci tutti ed ora la sua attenzione e` rivolta a te.
Niente mezzi termini, ma qualcosa di chiaro e diretto. Lo scopo di tutto cio` era uno solo: fare in odo che quel volto e quel nome si fissassero bene nella mia memoria eppure potevo sentire come se avessi gia` incontrato quell’uomo, aveva qualcosa di familiare.
Altre immagini cominciarono a sovrapporsi, immagini di un uomo alto, esile, dai lunghi capelli argentei che avvolgevano la sua figura in una fredda cascata di luce, ma la cosa che aveva attirato di piu` la mia attenzione era il suo sguardo caratterizzato da due splendidi occhi verdi ed una pupilla allungata.
Nella prima immagine he ci avevano mostrato non avevo notato nulla di strano in quegli occhi, ma mano a mano che andavano avantiqualcosa cambiava ed un velo di tristezza sempre piu` forte si era impadronito di essi fino a divenire rabbia ed infine follia.


L’ultima diapositiva raffigurava Kadaj con altri due ragazzi a lui somiglianti.
Differivano in corporatura, taglio di capelli e lineamenti, ma tutti e tre avevano lo stesso sguardo, lo stesso folle sguardo.
In quel momento il diretto interessato aveva chinato il capo sotto il peso di un pressante senso di colpa.
- Questi sono Kadaj, Loz e Yazoo. Le tre reincarnazioni di Sephiroth.
- R-reincarnazioni?
Potevo sentire la mia voce tremare e mi ero involontariamente stretta a Cloud in cerca di un qualche supporto.
- Noi siamo il segno vivente di cio` che era Sephiroth: la forza, la follia e .. la malvagita`.
Nell’elencare queste tre caratteristiche aveva indicato in principio i propri fratlli ed infine se stesso con un sorriso misto a rammarico, nostalgia e odio per se stesso.
- Adesso basta. Per oggi le abbiamo gia` rivelato abbastanza cose.
Le mie gambe stavano tremando e Cloud stava cercando di sorreggermi, ma potevo ancora notare Tseng e l’uomo sulla sedia a rotelle scambiarsi dei segni per far bloccare lo scorrere di diapositive.
- Cloud tu rimani, ci sono ancora delle cose di cui dobbiamo parlare.
Aveva stretto i pugni e digrignato i denti, ma alla fine si era voltato verso la ragazza in rosa e con un sospiro le aveva chiesto se poteva pensarci lei a me.
- Ti ringrazio Aerith. Tra poco sara` da te.
Mi aveva posao un piccolo bacio sulle labbra per poi chiudere la porta tra noi.
- Chi era quell’uomo?
- Quello era Rufus Shinra, il capo dell’omonima compagnia.


Passeggiavamo attraverso i corridoi e non potevo fare a meno di notare il sorriso spensierato di Aerith, la leggerezza che pareva traspirare da ogni poro, cmpletamente in opposizione con l’ansia che sentivo attanagliarmi il petto.
- Non riesci a capire come possa sorridere in un momento come questo, non e` vero?
Mi aveva colta di sorpresa, era come se potesse leggermi dentro, comprendere cosa mi portavo dentro e non riuscivo a non sentirmi indagata.
- Come ci riesci?
- A fare cosa?
- A comprendere cosi` le persone. Ci riesci persino con Cloud.
Potevo sentir scorrere quella stiletta di gelosia nei suoi confronti. Lei era diversa, i suoi occhi rispecchiavano la limpidezza della sua anima, nessuna ombra dimorava in essa.
- Non e` una cosa che riesco a fare con tutti. Virginia noi siamo piu` simili di quanto tu non creda.
Per quanto riguarda Cloud non devi preoccuparti, lui ha occhi solo per te.

xoxoxoxoxoxoxoxox

-Lei deve sapere.
-No!
Continuavano ad insistere che lei era la nostra arma vincente, che grazie a lei avremmo potuto vincere contro Sephiroth.
- Cloud non potrai proteggerla per sempre. Lei puo` salverci tutti.
- Virginia non e` uno dei vostri esperimenti.
Non ne potevo piu` di loro, volevano usarla e se mi fosse acceduto qualcosa loro ne avrebbero approfittato.
- Il mako che le scorre nelle vene e` identico, se non piu` forte di quello nelle vene di Aerith, ma non possiamo averne la certezza.
Era ovvio a cosa Rufus stesse mirando. Virginia era un possibile investimento per loro.
- Cloud ti chiediamo solo un prelievo, nulla piu` per essere certi...
- Certi di poterla usare!
Sentivo il sangue pulsare nelle vene ed il geostigma con esso. Stavo per avere un attacco, ne ero certo e sebbene volessi solo porre ine a quella discussione dovevo mantenere il controllo.
Non le avevo ancora parlato di cosa lei fosse, avevo paura che non mi credesse o che potesse considerarsi uno scherzo della natura.
- Mi avete stufato. Mi avevate chiesto di portarla qui, ma passerete sul mio cadavere prima di poterla anche solo sfiorare.
Ero uscito dalla stanza ed avevo sbattuto la porta dietro di me dalla rabbia. Avevo la vista annebbiata ed un solo pensiero; volevo solo abbracciarla ed assicurarmi che stesse bene.
Ed eccola la`, nella nostra stanza, seduta ad un angolo del letto accogliendomi con uno splendido sorriso, ma non appena mi ero avvicinato questo era morto sulle sue labbra.
- Cloud sei pallido. Stai bene?
Non avevo fatto in tempo a rispondere ed ero crollato davanti a lei, le gambe avevano ceduto ed appoggiato al muro subivo l’inevitabile attacco del geostigma.


-Cloud lasciami, mi stai facendo male!
Le lacrime scorrevano lungo il suo viso mentre le mie mani le stringevano i polsi costringendola alla parete e per quanto tentassi di oppormi il mio corpo aveva smesso di ubbidirmi.
- Mi dispiace, ma il tuo Cloud non puo` sentirti.
La mia voce, no, quella non era la mia voce. La voce di Sehiroth e mi stava usando per farle del male.

xoxoxoxoxoxoxoxoxox

La stretta con cui mi impediva di muovermi era divenuta piu` forte ed un sorriso maligno solcava il suo viso.
- Tu non sei Cloud.
Sentivo il suo respiro a pochi centimetri dalla mia pelle e potevo riconoscere quegli occhi; verdi e dalla pupilla allungata, ma soprattutto pieni di follia.
- Perspicace la ragazza.
- Chi diavolo sei?
- Io sono Sephiroth.
Quella voce era gelida ed inquietante.
- Vediamo cosa potrei farti...
- Perche` lo stai facendo?
- Mi sembra ovvio, per ferirlo. Niente di personale nei tuoi confronti. Tu sei solo una ragazzina finita nei pasticci per un folle gioco del destino. La persona sbagliata nel momento sbagliato. Ma Cloud e` legato a te, tu sei un’ Antico, la conclusione e` facile.
- Cosa vuoi farmi?
Avevo paura, dannatamente paura e le lacrime scorrevano copiose.
- Voglio lasciare un segno indelebile sul tuo corpo e voglio farlo con le sue stesse mani.
- Cloud...
Avevo smesso di agitarmi. Avevo bisogno di lui, che fermasse tutto questo.
- Non puo` sentirti.
La sua mano mi bloccava il respiro ed un rude bacio mi impediva di emettere alcun suono. Mi sentivo violata da quelle labbra che amavo.
xoxoxoxoxoxoxoxox

-Toglile le mani di dosso!
Doveva smetterla, smetterla di toccarla in quel modo.
- Ma come? Il suo corpo non fa parte dei tuoi desideri?
- Esci dalla mia testa!   
La porta si spalanco` e solo con essa il suo collo torno` libero lasciandole riprendere il respiro.
- Cloud cosa diavolo sta succedendo?
La voce di Zack non era altro che un indistinto martelletto.
- Esci dal mio corpo!
Potevo sentire la mia voce rieccheggiare nella stanza.
- Questo era solo un assaggio.
Se ne era andato, almeno per ora.
xoxoxoxoxoxoxox

Cloud era svenuto e con l’aiuto di Zack avevamo potuto adagiarlo sul letto.
Avevo atteso il suo risveglio nella piu` totale preoccupazione in grado di dilaniarmi il cuore mentre le immagini di quel che era successo poco prima si affollavano nella mia testa e dei segni cominciavano a fare capolino sul mio collo.
- Virginia
- Cloud
Mi ero gettata tra le sue braccia ed alcune lacrime erano sfuggite al mio controllo.
- Va tutto bene ora, tranquilla.
- Perche` non mi hai detto che stavi cosi` male?
Ero furiosa; continuava a non aprirsi con me e questo mi faceva terribilmente soffrire.
- Non volevo preoccuparti.
Senza rendermene conto gli avevo tirato una schiaffo .
- Sei arrabbiata?
- Non sono arrabbiata, sono furiosa. Pensavi davvero d non farmi preoccupare? Certo vederti “posseduto” non poteva assolutamente turbarmi.
- Mi dispiace. Fammi vedere i segni.
La sua risposta mi aveva colta di sorpresa ed avevo portato le mani a coprire l’oggetto della sua richiesta
- Lasciameli vedere.
- No.
- Non fare la bambina.
Mi aveva scostato le mani ed avevo potuto vedere il suo sguardo inasprirsi.
Aveva avvicinato la propria mano agli ormai lividi per poi scostarla.
- Vattene.
- Cloud io...
- Vattene! Esci da questa stanza!
xoxoxoxoxoxoxox

Si era infuriata. Mi aveva tirato uno schiaffo. Era scappata con le lacrime agli occhi.
Ero stato duro, ma non potevo sopportare la vista di cosa le avessi fatto
- Sephiroth aeva ragione.
Avevo chiuso gli occhi e quasi nella vana speranza che tutto fosse solo un incubo mi addormentai.




  Angoletto autrice:
finalmente sono tornata!!!! Non ho idea di quanti di voi leggeranno ancora la mia storia e se nutrite un immane desiderio di lapidarmi posso comprendervi. Sto creando anche una pagina per il racconto che rendero` completa col prossimo capito nella speranza di fiirlo entro il prossimo mese. Grazie infinite per aver atteso tutto questo tempo. 
Con affetto Jenni.

 
   
 
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