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Autore: DjalyKiss94    10/12/2013    0 recensioni
Ho deciso di pubblicare alcuni dei miei sogni che faccio di notte!
Parlano di situazioni inverosimili, alcuni drammatici e altri romantici con delle scene divertenti!
Leggendo i vari sogni potreste pensare che non è possibile che siano dei semplici sogni perchè sono pieni di dettagli, però i miei sono così: lunghi, nitidi e pieni di particolari!
è la prima volta che scrivo e spero di non annoiarvi! Buona lettura!
Ps. i nomi che troverete sono inventati!
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sangue sulle mie mani

Mi trovavo in una casa grandissima e coloratissima dove in tale giorno vi si era recata molta gente perché si teneva una vendita di capi d’abbigliamento usati o anche nuovi di zecca! Il soggiorno di tale edificio era pieno di scatole, appendiabiti stracolmi di magliette, vestiti e pantaloni di ogni genere e separé usati come camerini. La gente faceva fatica a spostarsi da una parte all’altra della stanza e ogni tanto si udiva un gridolino di gioia per aver trovato il capo perfetto.

Non so cosa ci facessi lì e anzi mi sentivo a disagio perché l’aria era soffocante e avevo l’impressione di essere una sardina schiacciata in una scatola! Le ragazze che gestivano questo caos mi proposero di scegliere un vestito o qualsiasi altra cosa e di misurarmelo ma io rifiutai finchè, stanca dalle loro insistenze optai per una maglietta bianca colorata con i colori dell’arcobaleno. La misurai seduta sopra ad uno sgabello di fronte ad uno specchio:in effetti mi stava bene!

Quando cercai di scendere dall’altissima scala inciampai in una scatola e mentre vedevo il pavimento che si avvicinava sempre di più al mio viso due braccia mi fermarono. “Fiuuu salva per un pelo! “ pensai e quando sollevai lo sguardo vidi chi mi aveva salvato da una sicura spiaccicata in terra: un giovane ragazzo dai capelli lisci e medio lunghi castani, occhi scuri e un fisico scolpito. Rimasi senza parole e divenni rossa come un peperone pensando alla figuraccia che avevo fatto.

Biascicai un timido “grazie” mentre le commesse si congratulavano con lui e mi informavano che lui era il figlio della proprietaria della casa. Bene, dopo aver saputo chi era, anche se per l’ennesima volta non seppi il suo nome, decisi di andarmene decisa a non farmi vedere per un po’ di tempo. Non ricordo neanche se presi la maglietta!

Ma il destino non volle così! Successivamente seppi di essere stata invitata ad un ricevimento di una comunione e ad una laurea insieme che si teneva proprio in quella casa. Questa festa era in onore di due persone entrambi cugine  del ragazzo moro. Andai in quella casa sperando di andarmene al più presto e soprattutto di non incontrare il mio salvatore.

Venne verso di me la proprietaria della villa che preoccupata che mi sarei annoiata mi prese per un braccio, mi trascinò e mi consegnò al figlio. Lui mi riconobbe e mi salutò con un enorme sorriso, io invece stavo sprofondando dalla vergogna! Mi prese per mano e propose di fare un giro per la casa.

Dopo un po’ mi accorsi che qualcuno ci stava seguendo e quando mi voltai mi trovai davanti ad un altro pezzo di bono: capelli corti biondi e gli occhi azzurri, ma aveva qualcosa di oscuro nello sguardo che mi fece paura e oscurava la sua bellezza. Il moro mi informò che lui era suo cugino, ma lo disse come se gli desse fastidio la sua presenza.

Mi fece vedere innumerevoli stanze quando arrivammo davanti ad una porta che lui, lo sentivo da come tremava con la mano, non vedeva l’ora di mostrarmi.

<< Questa è la mia camera! >> mi disse contento!

Quando aprì la porta rimasi a bocca aperta: era enorme, il pavimento era ricoperto di moquette e al centro vi era un letto matrimoniale, di fronte a quest’ultimo nel muro c’era un’enorme tv al plasma che prendeva metà parete! A destra un canestro giaceva appeso al muro e a sinistra una grande finestra a vetri consentiva l’accesso al balcone.

Mi fece sedere nel suo letto e mi propose di giocare a qualche videogioco ma prima uscì dalla stanza per prendere qualcosa da mangiare e io rimasi con il cugino biondo. Quest’ultimo subito ci provò con me in modo insistente ma io riuscii con molta calma a respingerlo… non potevo negare che mi faceva sempre più paura. Ritornò il moro, prese il joystick  e si sedette affianco a me cominciando a giocare a calcio.

Non ricordo il motivo ma lui e il cugino cominciarono a discutere animatamente e decisero di continuare a litigare fuori dalla stanza mentre io rimasi seduta in quel letto ad osservare i disegni simmetrici blu scuro dipinti sul muro bianco. Ritornò in camera solo il ragazzo dai capelli castani e si risedette accanto a me cingendomi le spalle con un braccio. Ero contenta del fatto che fosse tornato perché avevo paura che il cugino potesse fargli del male. Finimmo per baciarci ma mi disse che non potevamo stare insieme perché il biondo si era innamorato di me. Provai a convincerlo ma fu tutto inutile… anzi mi disse che dovevo andarmene e dimenticarmi di loro.

Uscii dalla camera e mi diressi verso l’uscita della casa decisa a cancellare quel periodo della mia vita ma dopo qualche giorno decisi di ritornare alla villa.

Feci il giro dell'abitazione: era deserta e in disordine, nessuno aveva ripulito dal giorno dei festeggiamenti. Un brutto presentimento si insinuò dentro di me e cominciai a sentirmi osservata. Facendo finta di niente uscii con calma dalla villa e mi diressi camminando lentamente verso la strada.

Lì sentii dei passi: qualcuno mi stava seguendo! Aumentai il passo ma lo sconosciuto non mollava…

Allora presa dal panico cominciai a correre e mi voltai per vedere chi era e la cosa mi terrorizzò: un ragazzo dai capelli biondi mi guardava con un’espressione diabolica, gli occhi emanavano bagliori violenti, il viso completamente deformato dalla sua pazzia e in mano un grosso coltello da cucina: era il cugino della persona che amavo.

Continuai a correre verso una discesa  e vidi da lontano mia madre e mia zia che di dirigevano verso di me.

“Ca**o no non loro" pensai << Correte, andatevene via, ha un coltello in mano >> urlai.

A quel punto sentii due persone litigare alle mie spalle e quando mi voltai altra paura si aggiunse a quella precedente: era arrivato il ragazzo moro e si era messo a litigare con il cugino. Dalle parole passarono alle mani. Il biondo ferì più volte il ragazzo ma quest’ultimo riuscì a fargli cadere il coltello. Rotolarono a terra e si presero a pugni mentre il sangue macchiava i loro vestiti e la strada.

Io ero paralizzata e impotente. Più volte urlai di smetterla ma loro non mi davano ascolto.

Quando vidi che Il ragazzo biondo stava per dare il colpo di grazia al cugino, raccolsi il coltello da terra e mi fiondai su di lui conficcandoglielo  nella schiena e uccidendolo. Avevo il suo sangue nelle mani… “Ho ucciso un uomo” pensai sotto shock…

Poi mi inginocchiai accanto al ragazzo che amavo ormai in fin di vita, lo presi e lo misi sulle mie ginocchia << Oddio che ti ha fatto… chiamate un’ambulanza presto! >> urlai con tutte le mie forze mentre le lacrime ormai scendevano copiose sul mio viso…

Fine

  
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