- Ma cosa ho
fatto? Mi chiedo che mi è saltato in mente? Va beh che avevo mangiato un’intera
scatola di cioccolatini al liquore, quella che mi aveva regalato Ginny per San
Valentino la spiritosona. Va bene che non reggo l’alcool neanche in minime
quantità, ma questo giustifica ciò che ho fatto.
Non
è possibile, ma dove è finita? Quella ragazza mi deve almeno un paio di
spiegazioni…
Ecco, io lo sapevo, pensavo che andasse tutto bene,
che tutto fosse a posto, che fossimo fatti l’uno per l’altra e guarda cosa è
successo….
Antefatto
Ora analizziamo i fatti e cerchiamo di capire cosa
sta succedendo nella mente di questi tre adolescenti con gli ormoni a manetta.
Hermione Granger non ne poteva più, dopo aver
assistito all’ennesimo sbaciucchiamento di Ron e Lavanda era salita
risolutamente (per non dire inc….samente) nel dormitorio per affogare rabbia,
nervoso e tristezza nella sua personale scorta di cioccolata, scorta che
purtroppo, dati gli ultimi rivolgimenti della sua vita si era rapidamente
esaurita.
Decise quindi di ripiegare su una confezione di
cioccolatini al liquore che ancora non aveva avuto il coraggio di affrontare
ben cosciente dell’effetto che l’alcool, anche in minima quantità, aveva su di
lei. In quel momento sinceramente non gliene fregava nulla, anche se si fosse
presa una sbornia istantanea, anche se questo avrebbe comportato uno stato di
abbiocco immediato, anche se questo si sarebbe concluso con un terribile mal di
testa il giorno seguente… Aveva troppo bisogno di cioccolato!
Affrontò la scatola di cioccolatini con lo stesso
cipiglio con cui di solito affrontava una traduzione di Rune Antiche e, finiti
i cioccolatini, si sentiva la testa vuota ed il cuore leggero, quando però vide
entrare Lavanda in dormitorio, prevedendo che il suo stato di grazia stava per
finire decise di scendere immediatamente.
Sfortunatamente (o forse fortunosamente) l’alcool
aveva già fatto il suo effetto e così la sua discesa si interruppe sul
terzultimo gradino e, avrebbe indubbiamente fatto una caduta rovinosa se qualcuno
non l’avesse afferrata al volo: - Hermione, tutto bene? Ti sei fatta male? –
Alzando lo sguardo, la ragazza vide una massa di
capelli rossi ed un volto lentigginoso con un’espressione fra il preoccupato ed
il divertito e così, quello che non era riuscita a fare la ragione in due anni
riuscì alla perfezione al sentimento abbondantemente aiutato dai vapori
dell’alcool.
La signorina Granger, nonché Miss Perfezione e Razionalità
allacciò le proprie braccia intorno al collo del ragazzo e lo baciò sulle labbra.
Ron realizzò in meno di un secondo che quel bacio
non era nemmeno lontanamente paragonabile agli abbracci piovreschi di Lavanda,
così appoggiò le mani sui fianchi di Hermione e si stava apprestando ad
approfondire quel bacio quando sentì che Hermione veniva trascinata da una
forza potente, rabbiosa o, per meglio dire, ferocemente infuriata via dalle sue
braccia: una Lavanda fuori di sé aveva acchiappato Hermione per i capelli per
strapparla dall’abbraccio di Ron e poi le aveva tirato un ceffone in pieno
viso.
Il bruciore sulla guancia fece rinsavire
parzialmente Hermione che si lanciò fuori dalla Sala Comune alla velocità del
suono, il ritratto della Signora Grassa si richiuse appena prima che la ragazza
scoppiasse in lacrime.
Fine
dell’antefatto.
Ron entrò in biblioteca con passo deciso e la trovò
in un angolo, con la massa di capelli appoggiata su un immenso tomo che doveva
aver preso in prestito probabilmente per non dover pensare all’accaduto.
Il ragazzo si avvicinò: - Hermione? – Il tono era
incerto e molto preoccupato, la ragazza alzò la testa, sulla guancia sinistra
spiccava ancora il segno rosso del ceffone che le aveva tirato Lavanda e, a
quanto pareva, dai suoi occhi rossi avevano appena finito di scendere lacrime
copiose, il ragazzo si avvicinò, si sedette accanto a lei a cavalcioni della
panca e la guardò negli occhi, Hermione abbassò lo sguardo e le lacrime
ricominciarono a rigarle le guance.
Ron non riuscì a trattenersi e le posò due dita sul
segno lasciato da Lavanda, solo in quel momento lei si accorse che anche lui
aveva una bella impronta di cinque dita sulla parte sinistra del viso.
- Cosa ti è successo?
- Ho detto a Lavanda che se avesse alzato di nuovo
un solo dito su di te le avrei scagliato addosso tutte le maledizioni che
conoscevo e lei ha reagito così, chissà come mai?
La ragazza sorrise poi disse: - Allora non ce l’hai
con me?
- Figurati! Almeno sono riuscito a mollarla, non la
sopportavo più…
Hermione si voltò e due grosse lacrime scesero
nuovamente a rigarle il volto.
- E adesso cosa ho detto di sbagliato?
- Nulla… sono felice di esserti stata utile…
Fece per alzarsi, ma le girava la testa e ricadde
seduta.
-Senti Hermione… - la ragazza lo guardò negli occhi
e notò che era diventato di un vivace color fuxia poi riprese: - …possobaciarti?
Hermione ci mise un attimo a capire quelle parole,
ma poi sorrise, arrossì ed annuì.
Il ragazzo si avvicinò, lei sollevò il viso e le
loro labbra si incontrarono di nuovo, si dischiusero, ma nel momento esatto in
cui stavano per approfondire quel bacio la ragazza si staccò, si alzò di scatto
e corse al primo cestino vinta dai conati di vomito. Quando si fu ripresa, fece
Evanescere quella schifezza e si voltò verso un affrantissimo Ron che le
chiese: - Bacio così male?
Hermione corse verso di lui e gli prese la mano: -
Scusami Ron, è che ho mangiato troppi cioccolatini al liquore e il mio stomaco
non ha retto, ma ora mi sento meglio.
Il giovane mago apparve un po’ rasserenato poi le
disse:- Andiamo in un posto insieme, sei d’accordo?
La ragazza annuì e lo seguì.
Raggiunsero le Cucine in un attimo e Ron sussurrò
qualcosa a Dobby, in men che non si dica di fronte ad Hermione si trovava una
tazza di limonata calda fumante e davanti a Ron un vassoio stracolmo di panini
imbottiti.
- La mamma dice sempre che non c’è nessun rimedio
migliore della limonata calda per risistemare uno stomaco in disordine. - Poi
si avventò sui panini e ne fece piazza pulita.
La giovane strega lo guardò sollevando un
sopracciglio: - Fame?
- Ho saltato la cena per cercarti…
- A quanto pare ti sei rifatto…
Ron la guardò da sotto in su sorridendo ed Hermione
pensò a quanto fosse tenero quando la guardava con quell’espressione.
Salutarono gli Elfi Domestici ed abbandonarono le Cucine;
ma vide che Ron, che la teneva per mano, non si stava dirigendo alla Torre di
Grifondoro: - Dove andiamo?
- Ti fidi di me?
- Certo!
- Non puoi entrare in Sala Comune né in Dormitorio
finché Lavanda è sveglia, chiarirai con lei domani mattina, ora andiamo nella
Stanza delle Necessità, poi io chiedo a Harry di imprestarmi il suo mantello e
più tardi rientriamo in Sala Comune, ti va?
La ragazza annuì: - Grazie Ron, almeno così non ci
saranno altre scenate e poi troverò il modo di spiegare a Lavanda ogni cosa.
Hermione si recò nella Stanza Va e Vieni, dove trovò
un bel divano su cui erano appoggiati anche una coperta ed un bel libro; di
fronte, un caminetto scoppiettante. Si acciambellò e, quando Ron entrò, la
trovò molto più serena e tranquilla. La ragazza sollevò la testa dal libro e
gli fece cenno di sedersi accanto a lei, non appena si fu seduto Hermione, si
accoccolò vicino a lui che le circondò le spalle con un braccio attirandola
ancora più vicina, lo guardò negli occhi ed arrossendo gli chiese: - Posso
baciarti? – Il ragazzo annuì arrossendo e questa volta non ci furono più tirate
di capelli o conati di vomito ad interromperli…