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Autore: Dadina91    10/12/2013    13 recensioni
"E' stata lei stessa a chiedermelo.
Forse perché anche lei, come me, si era accorta che quel pensiero costante, col passare del tempo, la stava logorando fino a farle perdere la lucidità delle sue azioni.
Non voleva perdere la sua umanità, non era da lei bramare vendetta, non ne era mai stata capace, mi disse.
Doveva trovare un modo per andare avanti. Doveva farlo per sé stessa, per preservare la sua integrità, sia mentale che spirituale.
Fu in quel momento che la sua mente partorì quell'unica, drastica, soluzione: "Ti prego, cancella tutto"."
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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La rabbia mi offusca la vista.
La mia mano si muove da sola.
Un pugno.
Poi un altro, un altro ancora.
Voglio vederlo morto.
Voglio bearmi della vista del suo sangue.
Questo è troppo.
Come osa?
Come osa cercare di farci credere che Kagome, di sua volontà, abbia deciso di dimenticarci?!
Sono tutte cazzate.
Lui non la conosce come la conosco io.
Kagome non è il tipo di persona che rinnega il suo passato. Che all’improvviso decide di dimenticare chi per lei è stato importante, chi le ha voluto bene..chi l’ha amata.
Lei non l’avrebbe mai fatto. Ne sono certo.
 
……ma questi pensieri risuonano nella mia mente come un disperato tentativo di autoconvincimento.
 
In un solo giorno tutte le mie convinzioni si sono infrante..
Infondo..cosa mi dà tutta questa sicurezza?
 
In realtà, io non sono più sicuro di niente.
 
Kagome, che ho creduto morta per tre lunghi anni, è ancora viva..
..e Kikyo, della quale mi fidavo, mi ha tradito nascondendomi la verità per tutto questo tempo.
 
In effetti ho ben poco di che essere spavaldo.
 
Non ho più saputo niente di Kagome in questi tre anni.
Per quanto ne so io potrebbe essere cambiata radicalmente.
 
“….io non..non conosco più Kagome.”
 
Tremo di fronte a questa nuova, insopportabile realtà.
La potenza dei miei colpi va pian piano scemando.
Come se queste rivelazioni della mia coscienza avessero in qualche modo svuotato il mio corpo della forza che fino a pochi istanti prima lo animava, lasciandone un involucro vuoto.
Avverto in lontananza le voci dei miei amici intimarmi di smetterla, di fermarmi, che di questo passo lo avrei ucciso.
Vedo il demone sotto di me accusare ogni colpo rivolgendomi un sorrisino sarcastico tra un pugno e l’altro, quasi come se la mia ira lo divertisse.
Ma non ci faccio caso.
Sembra che tutto intorno a me abbia perso consistenza, importanza.
 
Poi, finalmente, sento la presa ferrea di quelle che immagino essere le mani dei miei compagni e mi lascio trascinare a peso morto lontano dal corpo di quell’ Hideki, che si rialza a fatica asciugandosi con la manica qualche rivolo di sangue che gli sgorga qua e là dal volto, osservandomi divertito.
 
-“E’ esilarante vedere quanto facilmente la rabbia riesca a prendere il sopravvento sulle tue azioni, Inuyasha. Non sei più sicuro di niente non è vero? Hai paura che le mie parole siano veritiere e di quello che potrei raccontarti” afferma il demone dando voce ai miei pensieri, ai quali probabilmente ha avuto libero accesso mentre ero troppo impegnato a colpirlo.
 
Lo osservo con sguardo spento.
Sì..ho paura di ciò che mi dirà.
 
-“Ti sei divertito abbastanza. Adesso smetti di infierire e dicci quello che sai” lo ammonisce Sango, infastidita anche lei dall’atteggiamento del demone dai capelli rossi che sembra godere a lasciarci sulle spine.
Hideki, chiamato in causa, si volta ad osservarla, rivolgendole un leggero cenno di assenso e andando a sistemarsi su un masso lì vicino.
-“Perché perdere tempo con le parole quando posso mostrarvelo attraverso i miei ricordi?”
 
Lo osserviamo con aria interrogativa, non capendo dove voglia arrivare.
 
-“Avete capito bene, risponderò agli interrogativi che vi tormentano mostrandovi ciò che è successo alla vostra amica dal giorno in cui vi siete “separati”..o meglio, dal giorno in cui ci siamo incontrati” e nel dirlo mi rivolge uno sguardo di sfida,  che mi fa digrignare i denti, per poi riprendere a parlare.
-“Avvicinatevi e poggiate le mani su di me”
 
Questa richiesta improvvisa ci lascia interdetti.
Tuttavia, dopo esserci scambiati qualche sguardo diffidente, ci avviciniamo un po’ titubanti, poggiando le mani sui suoi avambracci.
 
-“Quello che sto per mostrarvi non sarà facile da accettare per voi che l’avete sempre conosciuta per la ragazza dolce e solare che è, ma in quanto suoi amici credo che abbiate comunque il diritto di sapere cosa l’ha spinta a prendere questa drastica decisione”
 
Le sue parole hanno l’effetto di turbarmi più di quanto già non lo fossi, ma ormai non posso più tirarmi indietro.
Sebbene una parte di me sia terrorizzata all’idea di quello che vedrà, l’altra, quella razionale, ha bisogno di sapere.
 
-“Chiudete gli occhi, non ne avrete bisogno…vedrete coi miei”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono sei giorni oramai che mi aggiro ai piedi del Monte Hakurei, costeggiando le rive di quell’unico tratto di fiume a me accessibile, incapace di avanzare oltre a causa della sua maledettissima barriera sacra.
Eppure non mi è sfuggita la forte aura maligna che vi proviene da qualche tempo.
 
La stessa che avevo percepito al mio villaggio..
 
A quel ricordo stringo i pugni fino a ferirmi i palmi con gli artigli.
 
Nemmeno il potere purificatore del monte è riuscito a celarla.
Sta succedendo qualcosa….e il mio sesto senso mi suggerisce che non si tratta di nulla di buono.

Finora però, nulla si è mosso.

Se quell’aura demoniaca non fosse così potente da colpire in pieno i miei sensi, crederei di essermi sbagliato.
 

Oggi, tuttavia, ho avuto una strana sensazione.
Per un attimo…per un breve ma intenso istante...
…mi è parso di udire una disperata richiesta d’aiuto, giungere dall’ altro lato della barriera.
 
Un grido straziante, carico di dolore.
 
Ad essere sincero non credo di poter asserire di averlo propriamente “udito”…
…come negli ultimi giorni, le pendici del monte sono avvolte da un silenzio inquietante…
Si è trattato, piuttosto, di un fugace contatto mentale.
Probabilmente involontario..
…ma che adesso continua a rimbombarmi nella mente come un mantra.
 
-“Ti prego...non lasciarmi cadere…salvami!”
 
Non sono mai stato un tipo sentimentale..
..ma questa supplica mi ha inspiegabilmente colpito nel profondo.
Era talmente satura di sofferenza, malinconia…delusione, che proprio non riesco ad ignorarla.
Non so a chi fosse rivolta, ma una cosa è certa: adesso che so che qualcosa sta effettivamente accadendo sull’ Hakurei, non mi lascerò sfuggire quest’ occasione per avere spiegazioni.
 
Ora che ci penso però..
La persona della quale mi è giunta la voce pregava di non lasciarla..
..cadere..?
….
Che stia..?
Che stia cadendo dalla montagna??
Maledizione!
Di chiunque si tratti, demone o umano che sia, non potrà mai sopravvivere ad una caduta del genere.
E di conseguenza io non potrò avere le informazioni di cui ho bisogno.
 
…questo non posso permetterlo!
 
Alzo lo sguardo verso l’alto nel tentativo di scorgere una sagoma oltre la coltre impenetrabile, ma niente.
La nebbia qua attorno è talmente fitta da permettermi a stento di vedere la base del monte.
 
Poi improvvisamente, lo sento.
Oltre la barriera, in lontananza..
Un tonfo nell’acqua che conferma i miei presentimenti.
 
Dannazione!
 
Mi dirigo a tutta velocità verso il punto in cui, in questi giorni di sopraluoghi, avevo scoperto che l’effetto della barriera cessava.
Se è caduto nel fiume, la corrente lo trascinerà sicuramente a valle; a quel punto allora potrò intercettarlo.
…E se non è morto, interrogarlo.
 
Arrivato al luogo in questione, punto lo sguardo nella direzione dalla quale spero di veder comparire da un momento all’altro il corpo.
Passano diversi minuti, in cui mi ritrovo a trattenere il respiro per il timore di potermi essere sbagliato, che si sia trattato solo di uno scherzo della mia immaginazione.
 
Ma ecco che ad un certo punto scorgo qualcosa in lontananza farsi largo tra la nebbia, avanzando a velocità sostenuta, sospinto dalle acque del fiume.
Ancora non posso dire con esattezza di cosa si tratti, in quanto riesco solo a scorgerne i contorni, ma il sospetto che si tratti proprio di un corpo trova conferma pochi istanti dopo, alla vista di quest’ultimo riverso col volto verso il letto del corso d’acqua.
Non ci penso un attimo di più e mi getto in acqua per recuperare il poveretto che mi auguro, pur essendo conscio dell’ assurdità della mia speranza, essere ancora vivo.
Lo afferro per la vita e lo trascino sulla riva.
 
Tuttavia vengo colto da un tuffo al cuore quando mi accorgo che il corpo che tengo tra le braccia è quello di una giovane donna.
Che diavolo ci faceva una ragazza come lei da sola sull’ Hakurei??
Purtroppo però le mie speranze di poterne ricavare qualche informazione utile svaniscono alla vista del profondo buco che si trova al centro del suo petto..
Infondo è solo un’ umana: è già un miracolo che il suo corpo sia arrivato fino a qui integro..
 
Ciò nonostante non posso fare a meno di notare che quella ferita emana un terribile tanfo di miasma.
 
Proprio come quello che…..
 
Il flusso dei miei pensieri però viene nuovamente interrotto da un ennesimo fugace contatto mentale da parte della fanciulla che ha il capo posato sul mio petto, apparentemente esanime.
 
-“Non abbandonarmi, ti prego….non voglio morire”
 
La osservo incredulo.
Chi è questa ragazza? Come può stabilire un contatto con me, quando io non sto facendo nulla per leggerle la mente? Un semplice umano non può esserne in grado..
Sbigottito, avvicino il mio viso al suo e avverto, con mia immensa sorpresa, un flebile, seppur presente, respiro.
Lei è…viva!?
Qualunque cosa l’abbia colpita deve averle mancato il cuore.
Forse posso ancora salvarla.
Decido così di farle sapere che l’ aiuterò, che farò tutto il possibile per non lasciarla morire.
Anche se non credo che la sua preghiera fosse rivolta a me.
 
-“Ti salverò te lo prometto. Non morirai, fidati di me!”
 
Detto ciò, la sistemo meglio tra le mie braccia nel modo più delicato che conosco e comincio a correre a perdifiato seguendo il corso del fiume, pregando con tutto me stesso che a valle  ci sia un villaggio nel quale farla curare.
Questa giovane è l’unica a potermi dare delle risposte.
 
Non la lascerò morire, costi quel che costi.
 
Purtroppo però, dopo aver viaggiato per più di cinque ore senza mai fermarmi, ancora non scorgo all’orizzonte alcun villaggio, nemmeno una casa solitaria.
Pare che tutta l’area intorno al monte sia disabitata.

Maledizione!

Non potrà resistere ancora per molto.
Se non trovo qualcuno alla svelta il miasma della ferita la consumerà dall’interno in poche ore.

Arresto la mia corsa e mi volto in tutte le direzioni nella speranza di avvistare anima viva.

Ma nulla.

Ci siamo solo io e lei..e a farci compagnia lo scroscìo delle acque del fiume che l’aveva portata fino a me e il frusciare delle foglie degli alberi mosse dal vento.

Mi accascio al suolo stremato dalla mia folle corsa, tenendo ancora stretta tra le braccia la giovane donna dai capelli corvini e la pelle diafana, la quale sta assumendo un colorito sempre più cereo e lontano da quello dei viventi.

I muscoli delle gambe mi dolgono terribilmente, ma non è questo a farmi più male.
A farmi cedere è il peso della consapevolezza di non poter fare più niente per salvarla, di non riuscire a tener fede alla promessa che le ho fatto.
In preda a questi pensieri, do voce alla mia frustrazione liberando un urlo disumano, nell’ultimo disperato tentativo di ricevere soccorso.
 
“QUALCUNO PUO’ SENTIRMI?? VI PREGO, AIUTATELA O DI QUESTO PASSO NON SUPERERA’ LA NOTTE! E’ MAI POSSIBILE CHE NON CI SIA NESSUNO?? MALEDIZIONE!”
 
Niente.
Nessuna risposta.
Ma infondo, nemmeno ci speravo più.
La poso a terra con delicatezza, ormai rassegnato all’idea che dovrò assistere alla sua morte e che con lei morirà anche l’ unica speranza di dare una risposta a tutti i miei interrogativi.
Strappo via un pezzo di stoffa dalla manica della mia veste e mi avvicino al fiume, immergendo il tessuto nelle sue acque, e andando poi a posarlo sul suo volto contratto in un’ espressione di pura sofferenza, per donarle un po’ di sollievo.
La osservo attentamente.
I lunghi capelli corvini, ancora umidi, le ricadono scomposti sul volto dai tratti delicati, incorniciandoglielo e creando un netto contrasto col pallido colorito del suo incarnato. Le labbra carnose, che hanno assunto anch’esse una sfumatura cerea, leggermente dischiuse in un respiro affannato. E il buffo kimono svolazzante, verde e bianco, strappato e sgualcito all’ altezza della ferita letale.
Mi si spezza il cuore a vedere una ragazza nel fiore dell’età in quello stato, ma purtroppo non sono in grado di fare nient’ altro per lei.
Prima di vederle esalare il suo ultimo respiro, però, voglio almeno conoscere il suo nome.
Non credo che in questo momento avrebbe la forza di rispondere a delle domande più articolate.
 
-“Hey ragazzina, riesci a sentirmi?” le domando con una dolcezza tale che per un momento stento a credere provenga da me.
 
Noto le sue palpebre chiuse vibrare leggermente prima di schiudersi a fatica, lasciandomi specchiare in due calde iridi color nocciola.
Rimango ad osservarla per qualche secondo, incantato da come quegli occhi riuscissero a scaldarmi il cuore, nonostante il soffio vitale stesse abbandonando il suo corpo, rendendolo sempre più freddo.
La sento mugolare in risposta un suono di assenso, e istintivamente avvolgo la sua mano tra le mie, nel tentativo di farle capire che le starò vicino finché non giungerà il momento.
Decido di farmi coraggio e comincio a parlare.

-“Come ti chiami?”

Raccogliendo tutte le sue forze, mi risponde in un sussurro.

-“Ka…go…me”

Kagome..
Almeno conosco il nome di colei che a breve andrò a seppellire.

-“Mi dispiace, Kagome..non sono riuscito a trovare nessuno che possa aiutarti…pare che qua ci siamo solo noi due, la zona è disabitata..ti chiedo perdono..non sono il tipo che si arrende facilmente di fronte alle avversità, ma temo che se proseguissi nella ricerca di un dottore, gli scossoni dovuti alla mia corsa non farebbero altro che accelerare il circolo del miasma nel tuo organismo. Ti chiedo scusa..volevo davvero salvarti.” le confesso non riuscendo più a sostenere il suo sguardo e posandolo sulle nostre mani intrecciate.

Inaspettatamente però mi accorgo che la sua mano sta stringendo la mia.
Alzo la testa di scatto credendo che si tratti di una reazione a qualche fitta più dolorosa, ma ciò che vedo mi fa perdere un battito.


La ragazza che avevo appena appreso chiamarsi Kagome, mi sta osservando con occhi compassionevoli, rivolgendomi un leggero sorriso ricolmo di gratitudine.

Rimango senza parole, testimone muto del suo coraggio e della sua forza d’animo.
Sta cercando di dire qualcosa.
Lo capisco da come le trema il labbro inferiore.
Avvicino ulteriormente il mio volto al suo per riuscire a comprendere meglio il sussurro che ne sta fuoriuscendo, non interrompendo nemmeno per un attimo il contatto visivo tra i nostri occhi.
 
-“Inu…yasha…”
 
Pronuncia questo nome continuando a specchiarsi beatamente nei miei occhi color del sole, sorridendomi con dolcezza.
Come se l’incontro tra i nostri sguardi fosse l’unica cosa in grado di farle dimenticare il dolore provocatole dalla ferita all’ altezza del petto.
 
….chi è Inuyasha?
 
Tuttavia, l’ atmosfera che si è venuta a creare, viene interrotta dall’ improvviso frusciare tra i cespugli alle mie spalle.
Mi volto di scatto mostrando le zanne, convinto che si tratti di qualche animale selvatico venuto a banchettare col corpo della ragazza in fin di vita, ma ciò che vedo mi concede di sperare in un esito migliore di quello al quale mi ero già arreso.
Davanti a me ci sono due ragazzini, un maschio e una femmina, visibilmente spaventati, presuppongo, dalla mia reazione.
La bambina, che non avrà più di otto anni, dal corto kimono azzurro cielo, decorato da piccoli fiorellini rosa, e i capelli raccolti in due buffi codini, si nasconde dietro al bambino poco più grande di lei, dai corti capelli castani e lo sguardo sveglio, il quale da bravo ometto la copre facendole da scudo.
 
Non so come comportarmi per fare in modo di non spaventarli ulteriormente e quindi farmi sfuggire quell’unica possibilità di salvare la vita a Kagome.
Ho agito d’ impulso e adesso loro sono sicuramente in attesa di un mio cenno per darsi alla fuga, credendo che voglia fargli del male.
 
Invece sono costretto a ricredermi.
 
Con mio immenso stupore, la ragazzina si dirige cautamente verso di me e una volta vicino si inginocchia osservando in silenzio il corpo della ragazza che tengo tra le braccia, con aria grave.
-“Abbiamo sentito il tuo grido d’ aiuto..riesci a trasportarla ancora per qualche chilometro? Il nostro villaggio non dista molto da qui” a prendere la parola è stato il ragazzino che si è a sua volta avvicinato a me e a Kagome.
-“Si, ce la faccio”
-“Perfetto, allora sbrighiamoci”
 
Così dicendo si avvia verso il folto della foresta dalla quale lui e la bambina sono giunti.
Li seguo in silenzio e per buona parte del tragitto nessuno fiata.
Tuttavia, vista la loro disponibilità ad aiutarmi, credo sia doveroso da parte mia, scusarmi per il modo in cui ho accolto il loro arrivo.
-“Vi chiedo scusa per la reazione che ho avuto prima. Non vi ho sentiti arrivare e credevo si trattasse di qualche animale selvatico..devo avervi spaventato”
-“Non ti preoccupare, eri sovrapensiero per le sorti della tua amica, stavi solo cercando di proteggerla” mi risponde sorridente la bambina, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
La sua saggezza mi lascia senza parole..
-“Ti ringrazio per la comprensione” le sorrido con gratitudine, facendola arrossire leggermente.
Poi proseguo.
-“Come vi chiamate?”
-“Io sono Misa e lui è mio fratello Shintaro” risponde prontamente lei per entrambi.
 
Mentre Misa pare fidarsi incondizionatamente di me, Shintaro sembra essere più sospettoso e più di una volta lo intravedo a fissarmi con la coda dell’occhio con fare diffidente.
In effetti come posso dargli torto?
Sono pur sempre un demone con in braccio un’umana ferita a morte.
Probabilmente neanch’io mi fiderei di me stesso.
 
-“Io invece sono Hideki”
-“Piacere di conoscerti Hide-chan” mi risponde con un sorriso la ragazzina, mentre io mi ritrovo a storcere il naso a causa di quel nomignolo.
Non sopporto quando il mio nome viene storpiato.
…ma direi che per questa volta posso anche ingoiare il rospo.
 
-“E lei invece come si chiama?” mi domanda improvvisamente Misa, questa volta con un tono più apprensivo, cogliendomi alla sprovvista.
-“Lei è Kagome..” rispondo lanciando uno sguardo inquieto al volto della fanciulla che dopo avermi regalato quel soave sorriso, aveva nuovamente perso conoscenza.
-“E’ la tua compagna?”
-“C-come scusa?”
-“Ti ho chiesto se quella che tieni tra le braccia è la tua compagna, sembri tenere molto a lei!”
-“No no, sei completamente fuori strada! L’ho appena trovata e conosco solo il suo nome..ma le ho promesso che non l’avrei lasciata morire..e io tengo sempre fede alla mia parola” le rispondo, accorgendomi però di quanto le mie parole suonino come un goffo tentativo di giustificarsi.
-“Ah capisco..non devi temere Hide-chan, nel nostro villaggio vive un monaco molto potente! Il suo nome è Gombei-sama. E’ solo grazie a lui e alla barriera sacra che ha eretto se il nostro piccolo villaggio esiste ancora! E’ un uomo molto buono..sono certa che riuscirà a salvare la tua amica!” mi rassicura la bambina sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
Una barriera eh?
Questo spiega perché in quelle ore concitate non fossi riuscito ad individuare il loro villaggio.
 
-“Hey demone, se non vuoi che la ragazza ti muoia tra le braccia ti conviene aumentare il passo. E’ già parecchio che siete esposti al miasma e, anche se non so quanto sia il limite di sopportazione di un demone, credo che la tua amica umana non resisterà ancora per molto, e lo stesso vale per noi” mi esorta il ragazzino di nome Shintaro, in testa al gruppo.
Cosa? Miasma? Che diavolo sta blaterando questo moccioso??
-“Shintaro non essere scortese!” lo riprende piccata Misa, al mio fianco.
-“Siamo venuti ad aiutarli solo perché hai insistito, minacciandomi di non tornare al villaggio se non avessimo trovato da chi proveniva quell’urlo, ma sai benissimo anche tu che restare qua fuori troppo a lungo espone anche noi al pericolo di morte! Ed è già da un po’ che siamo fuori dalla barriera del villaggio, quindi, ora che abbiamo fatto quello che volevi, vediamo di darci una mossa!” e detto ciò si volta nuovamente tenendo lo sguardo fisso di fronte a sé, aumentando ulteriormente il passo.
E così facciamo anche io e Misa.
Ma c’è ancora qualcosa che non mi quadra nelle parole di Shintaro.
Di che miasma sta parlando?
Che si riferisca al forte odore che emana la ferita di Kagome?
Mi sembra un po’ eccessivo..
Per quanto la sua ferita sia  impregnata di quel miasma, non credo che le esalazioni di questa minima, seppur concentrata, quantità possano essere letali.
Incapace di dare una risposta ai dubbi che le parole del ragazzino mi avevano insinuato, li espongo a Misa, continuando a mantenere un’ andatura sostenuta.
-“Misa, di che miasma sta parlando tuo fratello? Per caso si riferisce a quello emanato dalla ferita di Kagome? A me non sembra che una quantità tanto minima possa far rischiare la morte..”
La bambina mi osserva con uno sguardo interrogativo.
Cos’ho detto di strano?
-“Shintaro non si riferiva al miasma che si trova nella ferita della tua amica, ma a quello che si espande dal Monte Hakurei per diversi chilometri, investendo le zone circostanti”
COSA??
Mi vuol far credere che finora siamo stati esposti al miasma senza che me ne accorgessi??
Ma la sua risposta dà conferma ai miei timori.
-“Ormai è da qualche tempo che il miasma velenoso, proveniente dall’ Hakurei, ha reso inabitabili le zone che lo circondano. E’ per questo che queste terre sono disabitate e non hai incontrato nessuno durante tutto il tragitto: animali, piante, tutto qua intorno è inutilizzabile per il sostentamento. Anche se qui siamo piuttosto distanti dal monte e l’odore del miasma è meno forte, un’ esposizione prolungata può condurre alla morte”
 
Mi sento un coglione.
 
Un vero coglione per non essermi accorto che ciò che stava uccidendo la ragazza dal buffo kimono svolazzante, in realtà stava per avvelenare anche me.
-“E voi e gli altri abitanti del villaggio come fate ad abitare in un luogo del genere??” le domando ancora sconvolto da quella notizia.
-“Beh noi siamo rimasti qui perché il nostro villaggio è per lo più composto da vecchi, donne e bambini, quindi sarebbe stato difficile per noi intraprendere un viaggio alla ricerca di un altro luogo adatto in cui stabilirci. Per questo il sommo Gombei ha eretto la barriera! Al suo interno siamo al sicuro, sia dal miasma, sia dai demoni. Per quanto riguarda il cibo invece, non abbiamo problemi: tutto ciò che raccogliamo viene purificato dai poteri spirituali del sommo Gombei, rendendolo commestibile e non nocivo per la salute. Dobbiamo molto al nostro monaco!”
 
Impegnato com’ero ad ascoltare le parole di Misa, non mi sono nemmeno accorto che eravamo finalmente giunti alle porte del piccolo villaggio.
Misa mi supera, andando ad affiancarsi al fratello che ci precede di qualche passo.
Li vedo attraversare indisturbati la barriera e così mi accingo a fare lo stesso, lanciando un ultimo sguardo carico di speranza alla ragazza che ho in braccio.
-“Resisti ancora un po’, qui ti guariranno” e detto ciò muovo un passo verso il villaggio….
 
….prima di venire scaraventato lontano dalla forza purificatrice della barriera protettiva.
 
Che cazzo..?
I due bambini si voltano straniti in mia direzione e vedo Misa corrermi incontro, prima di essere fermata da un uomo anziano, dalla figura autorevole.
-“Misa! Shintaro! State bene?? Allontanatevi da qui, me la vedrò io con questo demone!”
Urla il vecchio, apprestandosi a tirare fuori dalla manica della sua veste un rosario, pronto a scagliarmi contro chissà quale incantesimo, mentre io mi trovo ancora a terra dolorante, coi movimenti limitati a causa di Kagome che tengo ancora stretta a me.
-“Sommo Gombei, si fermi la prego! Non è un demone cattivo, vuole solo salvare la sua amica che è stata ferita ed è in fin di vita. Non ci ha fatto del male, glielo può confermare anche Shintaro” gli spiega la bambina, cercando lo sguardo di assenso di suo fratello.
Sempre un po’ titubante, con un cenno del capo, Shintaro conferma le sue parole.
-“E’ vero sommo Gombei, l’abbiamo trovato mentre gridava in cerca di aiuto. Non credo che voglia attaccarci, ha sol bisogno delle vostre cure per la sua amica” borbotta a bassa voce, guardando in un’altra direzione. Visibilmente infastidito all’idea di prendere le difese di un demone.
-“Cosa?? Come vi è saltato in mente di condurre un demone fino al nostro villaggio? Avete corso un rischio enorme! Per non parlare del fatto che vi siete esposti al miasma più tempo del dovuto! E per cosa?? Per un demone che vi avrebbe potuto uccidere con un solo fendente! Sono molto deluso da voi.”
 
Decido di prendere la parola, in modo da fugare i legittimi dubbi del monaco.
 
-“Non avrei mai fatto del male a dei bambini. E’ vero, sono un demone e solitamente non corre buon sangue tra le nostre razze, ma se avessi voluto ucciderli l’avrei già fatto.”
Il monaco, richiamato dalle mie parole, mi incatena al suo sguardo indagatore.
-“E cosa mi assicura che una volta guarita la tua amica, non prenderai le nostre vite?”
-“Non può saperlo con certezza, deve solo fidarsi..la prego..” e faccio una cosa che non avrei mai pensato possibile da parte mia.
 
Mi inginocchio.
Io, Hideki, mi sto inginocchiando di fronte a un umano.
 
-“La supplico, se non vuole permettermi di passare, almeno lasci entrare lei. Ha bisogno urgente delle sue cure o morirà!”
E così dicendo poso delicatamente la ragazza sul terreno, lasciando intravedere il profondo foro circolare sul suo petto.
Il monaco sembra particolarmente turbato a quella vista.
-“Come si è procurata quella terribile ferita?”
-“Non ne ho idea..in realtà non conosco questa ragazza, l’ho trovata in questo stato mentre veniva trascinata dalla corrente del fiume..credo sia caduta dal Monte Hakurei.”
 
A quelle parole noto gli occhi del sommo Gombei allargarsi per lo stupore, restando in silenzio.
Sembra assorto nei suoi pensieri..
..ma in questo momento non ho né intenzione, né voglia di scoprire cosa abbia provocato in lui questa reazione.
Spero solo in una sua risposta positiva.
 
Dopo interminabili minuti che mi sono parsi ore, la sua risposta arriva..
 
E io mi ritrovo a ringraziare i Kami.
 
-“Entrate, svelti. Non c’è un attimo da perdere.”
Vedo una fenditura aprirsi nella barriera, segno inconfutabile del fatto che il monaco ci avrebbe aiutati.
Svelto, raccolgo la giovane donna da per terra e mi getto all’interno.
 
L’aria dentro le mura del villaggio è pura, limpida.
E solo respirandola mi rendo conto di come quella fuori fosse densa e..tossica.
Tuttavia, non faccio in tempo a bearmi della purezza di quell’aria che, improvvisamente, accuso un lancinante mal di testa che mi fa vacillare.
 
Come se migliaia di aghi mi stessero perforando il cervello.
 
C-che cazzo sta succedendo??
-“A causa della barriera purificatrice non sarà facile per te soggiornare in questo villaggio, demone. Il mal di testa andrà peggiorando di giorno in giorno, fino a diventare insopportabile.” mi spiega il monaco, di spalle, precedendomi.
 
Perfetto…di male in peggio..
 
Finalmente raggiungiamo una capanna isolata, al limite della barriera.
-“Qui esercito gli esorcismi, mi sembra il luogo più adatto allo scopo”
Quelle parole mi fanno drizzare le orecchie.
-“Ha intenzione di esorcizzarla??”
-“No demone, l’utilità di questa capanna mi è data solo dalla sua lontananza dalle altre case. Non voglio che il miasma presente nel corpo della tua amica, vada a danneggiare i miei concittadini. Shintaro e Misa hanno già rischiato abbastanza restandovi esposti più a lungo del previsto per soccorrervi” mi ammonisce, lanciandomi uno sguardo di disappunto.
 
Non so se sia dovuto al mal di testa, ma il mio astio nei confronti del monaco va via via aumentando ogni minuto che passa.
 
Una volta entrati mi fa adagiare la ragazza, ancora priva di sensi, su un futon, posizionato al centro della stanza.
La capanna è spoglia, illuminata solo da un pallido raggio di sole che attraversa quell’unica finestrella presente, mentre qua e là scorgo solo qualche monile e oggetto sacro utilizzati per la pratica dell’esorcismo.
-“Mi ci vorrà un po’ di tempo per espellere tutto il miasma dalla ferita e purificare completamente  il suo corpo, quindi ti consiglio, soprattutto per la tua incolumità, di restare fuori finché non verrò io a chiamarti”
Anche se un po’ reticente, mi convinco a dare credito alle parole del monaco, lasciando  la ragazza nelle sue mani.
Tuttavia prima di lasciare la capanna mi avvicino, prendendole la mano, nel tentativo di darle conforto e di farle capire che non la sto abbandonando.
-“Stai tranquilla, ancora un ultimo sforzo e sarà tutto finito. Io sarò qui fuori ad aspettarti e accorrerò se dovessi avere bisogno di me, non mollare proprio adesso.”
So che molto probabilmente non può sentirmi, ma spero comunque, che in qualche modo, le mie parole rassicuranti siano riuscite a raggiungerla.
Mi dirigo verso la stola di paglia che mi divide dall’esterno e una volta sulla soglia, dopo aver dato un’ultima occhiata apprensiva a quella figura esanime, esco da quella stanza.
 
 
 
 
Sono passate già otto ore, e del sommo Gombei e Kagome ancora nessuna notizia.
Sono ancora barricati all’interno della capanna..
Dire che sono in ansia è un eufemismo.
Se quel dannato bonzo la lascia morire, giuro che….
 
Ma…che diavolo sto dicendo??
 
Perché mi sta tanto a cuore la vita di quella ragazzina?
Infondo io non so niente di lei!
 
Beh…se muore non potrò avere le informazioni che mi servono.
 
Sì, è solo questo il motivo della mia agitazione.
…eppure...
…non riesco a smettere di rivedere davanti a me quegli occhi caldi, così carichi di dolore, di rammarico, ma allo stesso tempo così pieni di voglia di vivere e di amore.
Che mi hanno scrutato l’anima nel profondo.
Che mi hanno imprigionato per la loro intensità.
 
Non ho mai provato una sensazione simile..
 
E’ stato come se in un solo sguardo fosse riuscita a comprendere tutta la mia sofferenza e avesse voluto farmi capire che non ero da solo.
Che lei condivideva lo stesso dolore.
….è inutile negarlo…
Quella ragazzina ha qualcosa di speciale.
Qualcosa che in tutta la mia vita non avevo mai trovato in nessun essere umano.
 
L’ indiscriminata accettazione di qualsiasi essere vivente, demone o umano che sia.
 
Spero solo di essere riuscito ad arrivare in tempo..
Non credo che potrei sopportare l’idea di aver permesso ad una creatura così buona, di morire.
 
 
 
 
 
 
-“Hide-chan? Hide-chan! Su svegliati Hide-chan!”
Mmh?
La vocina stridula di Misa mi costringe ad aprire gli occhi.
Devo essermi addormentato..
Beh ho bisogno anch’io, ogni tanto, di recuperare le forze!
Mi alzo a sedere..
Che dolore alla schiena..non ho mai dormito così male in vita mia!
Questo gradino è davvero scomodo.
….ma infondo sono stato io a decidere di rimanere ad aspettare qui fuori dalla capanna di Gombei, per non allontanarmi troppo da Kagome..
-“Che succede Misa?”
-“Kagome-chan si è svegliata!!”
 
C-cosa?
 
Senza lasciarle aggiungere altro, mi precipito di corsa dentro la capanna, rischiando di staccare la leggera stola di paglia a causa del troppo vigore.
Dentro è completamente buio, dal momento che ormai la notte è calata, e l’unica fonte di luce proviene da un pallido raggio di luna che è riuscito ad entrare dalla finestra, andando ad illuminare in modo flebile proprio il volto di Kagome, che si trova seduta sul futon al centro della stanza, intenta ad osservare quel poco di luna che si riesce ad intravedere dalla piccola apertura.
Del bonzo, invece, nessuna traccia.
 
Mi avvicino cautamente..
 
Ho quasi paura che vedendomi possa spaventarsi o non riconoscermi..
Infondo quando l’ho trovata non era esattamente nelle sue piene facoltà..non ci sarebbe nemmeno di che stupirsi se nei suoi occhi vi leggessi sorpresa.
Percependo la mia presenza alle sue spalle, la ragazza si volta in mia direzione.
Ma non c’è né sorpresa né timore nei suoi occhi.
Solo quello sguardo pieno di gratitudine che oramai conoscevo bene.
 
-“Tu sei quel demone che mi ha salvato la vita, non è vero?”
-“Si, sono io..mi chiamo Hideki. Non pensavo mi riconoscessi..infondo sei stata priva di conoscenza per la maggior parte del tempo!”
La vedo sorridere leggermente.
-“Hai ragione..ma anche se non ero presente col corpo, lo ero con lo spirito..ti sei prodigato davvero molto per me, ti ringrazio..”
Non sono abituato a ricevere gratitudine da parte degli umani..quindi il suo modo di fare mi mette terribilmente a disagio.
-“N-non c’è di che..piuttosto come sta la ferita? Si è richiusa completamente?”
 
Per un attimo, scorgo un lampo di malinconia attraversarle gli occhi.
Lo stesso sentimento che vi avevo letto, non appena l’avevo trovata..
 
Poi, come se niente fosse riprende a parlare.
-“Si, sembrerebbe di sì…ma il monaco che mi ha guarita ha detto che devo rimanere a riposo ancora per qualche giorno, per potermi considerare completamente fuori pericolo”
-“Capisco..senti..so che ti sei appena svegliata e che probabilmente in questo momento vorresti solo essere lasciata in pace..ma avrei qualche domanda da porti”
-“Eh? Ma certo, chiedimi pure quello che vuoi! Infondo ti devo la vita..”
-“Bene, vedi..il fatto che io mi trovassi da quelle parti non è un caso. Sono giorni che seguo le tracce di quella potente aura maligna che proviene dal Monte Hakurei, e il motivo è semplice: devo trovare e uccidere colui che la emana, solo così potrò placare la mia sete di vendetta.” mi ritrovo a stringere di riflesso i pugni fino a farmi diventare le nocche bianche, per poi riprendere a parlare.
“E dal momento che ti trovavi sul monte, immagino che tu conosca la sua identità. Voglio dire..la tua ferita è la chiara conferma del fatto che lì sta succedendo qualcosa, e ho come l’impressione che sia stato proprio colui che sto cercando ad avertela inferta, dato che anche l’odore del miasma che essa emanava non mi è nuovo”
Smetto di parlare e incateno i miei occhi a quelli della ragazza, provocandole visibilmente un moto di imbarazzo, credo a causa dell’intensità del mio sguardo.
Poi finalmente si appresta a parlare.
-“Il suo nome è Naraku, è un mezzo demone molto potente e malvagio che sta raccogliendo i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti, al momento ne possiede la maggior parte, per questo il suo potere è accresciuto notevolmente..”
 
Naraku..allora è così che si chiama quel bastardo!
Tuttavia una domanda mi sorge spontanea.
 
-“Cos’ha lui contro di te? Perché ti ha ferita a quel modo?”
Un ennesimo lampo di malinconia, che questa volta, la porta ad abbassare in modo impercettibile lo sguardo.
-“Beh..vedi..ti posso assicurare che non sei l’unico ad essere sulle tracce di Naraku..ha fatto del male a moltissime persone..e per quanto mi riguarda credo che cerchi di sbarazzarsi di me perché i miei poteri di sacerdotessa potrebbero in qualche modo intralciarlo..anche se più di una volta ha cercato di avermi al suo servizio per poter usufruire dei miei occhi..”
-“Dei tuoi occhi?”
-“Sì..perché posso vedere e localizzare i frammenti della Sfera”
 
Una sacerdotessa?
Allora..
Allora è per lei che..
Sì non c’è dubbio..non può essere una coincidenza!
 
Ma prima di raccontarle la mia storia, ho un’ultima domanda che mi assilla..
 
-“Chi è Inuyasha?”
 
La sua testa si alza di colpo, come se le mie parole avessero avuto lo stesso effetto di uno schiaffo in pieno viso.
Ha lo sguardo puntato dritto davanti a sé, ma riesco comunque a vederlo..posso scorgerlo chiaramente nei suoi occhi..
 
Odio.
 
Non ha più niente della ragazzina di pochi attimi fa, di quella che mi sorrideva cordiale e rispondeva con gentilezza alle mie domande.
Il suo viso si è rabbuiato improvvisamente solo al suono di quel nome.
Chi è?
Perché le provoca questa reazione?
 
Finalmente decide di voltarsi verso di me.
E quello che vedo mi inquieta.
 
Dal suo viso non traspare alcuna emozione.
Niente.
Né rabbia, né dolore.
Assolutamente niente.
Ma quello che mi sconvolge più di tutto, è la vuotezza del suo sguardo.
Così diverso da quello al quale mi ero già abituato.
Quella che ho davanti non può essere la stessa Kagome.
 
Dopo qualche minuto di silenzio decide di rispondere e il suo tono è talmente atono e privo di vita, che non riesco a fare a meno di provare un brivido lungo la schiena.
 
-“Nessuno.”
 
Poi riprende a parlare, con la stessa intonazione.
-“Ora se non ti dispiace sono un po’ stanca, vorrei riposare”
-“M-ma certo..”
E così dicendo si volta dall’altra parte e si addormenta.
 
-“Ha avuto la stessa reazione quando gliel’ho chiesto anch’io”
 
La voce proveniente da un angolo buio della stanza, mi fa trasalire.
Che diavolo..?
 
-“Bonzo! Da quant’è che sei qui??”


Il vecchio monaco esce dal cantuccio privo di luce in cui si era nascosto finora, con un sorrisino irritante dipinto sul viso.
-“Non ho mai lasciato la stanza, demone. Non mi stupisce che tu non te ne sia accorto, infondo a causa della barriera i tuoi poteri si sono piuttosto indeboliti.”
Istintivamente mi ritrovo a ringhiare in sua direzione, ma Gombei non sembra darci troppo peso e continua a parlare.
-“Continuava a invocare quel nome nel sonno, mentre la curavo..e quando si è ripresa e le ho chiesto chi fosse questa persona, mi ha rivolto lo stesso sguardo glaciale e ha smesso di rispondere alle mie domande. Sono rimasto qui nella speranza che con te si aprisse, dandoti qualche informazione sull’ Hakurei, cosa che, come avevo previsto, ha fatto.”
-“Perché sei così interessato a questa faccenda, bonzo?!”
-“E me lo chiedi pure?? Hai visto come viviamo? Chiusi all’interno di una barriera, con il timore di morire se rimaniamo troppo a lungo all’aria aperta, dovendo purificare tutti gli alimenti che ci procuriamo! Ti sembra vita?? Hai idea di quante forze mi ci vogliano per tenere in piedi la barriera che ci protegge dal miasma? Volevo sapere chi ci fosse dietro a tutto questo, chi avesse profanato il Monte Hakurei, chi avesse ridotto in questo stato il luogo che abitiamo e perché! Puoi biasimarmi, demone??”
 
Il silenzio cala nella stanza.
Cosa potevo dirgli?
Come potevo dargli torto?
Le sue ragioni erano più che valide..
 
Kagome aveva ragione..quel Naraku ha rovinato la vita di troppe persone.
 
 
 
 
E’ una settimana che ci troviamo in questo villaggio e Kagome si è del tutto ristabilita..
 
…anche se dalla notte in cui abbiamo parlato per la prima volta, la sua espressione indifferente è rimasta immutata e continua a non essere di molte parole.  
Solo Misa sembra, ogni tanto, riuscire a strapparle qualche parola e un leggero sorriso..quella bambina ha una parlantina non indifferente!
Per il resto, però, sembra che il mondo le scivoli addosso.
Se ne sta sempre chiusa nella capanna e quelle poche volte che esce, se ne sta seduta, in solitudine, ad osservare il nulla.
Gombei-sama sostiene che sia una reazione allo shock provocato dalla caduta, ma credo che nemmeno lui ci creda.
Se non fosse per questa maledetta barriera purificatrice, con i miei poteri psichici avrei già scoperto cosa le passa per la testa e, soprattutto, cosa la turba.
Anche se è chiaro che il suo “malumore” è direttamente legato a qualcosa che le ha fatto quell’ Inuyasha..
 
Aaaah!
Il suo silenzio ostinato sta cominciando a darmi sui nervi.
Sarei tentato a lasciarla qui!
…se non fosse che lei è l’unica a potermi portare da Naraku…
E’ stata proprio lei a dire che quell’essere è interessato alla sua abilità a localizzare i frammenti della Sfera..
Forse se me la portassi dietro e cominciassi anch’io a raccoglierli grazie al suo aiuto, Naraku non tarderebbe a mostrarsi..
Mi sembra un piano geniale!
 
Con l’intenzione di andare a chiedere a Kagome di diventare mia compagna di viaggio, mi avvio verso la sua capanna, dalla quale vedo uscire una Misa trotterellante, che non appena mi vede mi viene incontro.
-“Hey Misa! Kagome è sveglia? Devo parlarle un attimo”
-“No Hide-chan, si è appena addormentata. Era molto stanca e aveva un forte mal di testa..” mi confessa sconsolata.
-“Per caso hai dato libero sfogo alla tua lingua lunga, come al solito?”
La vedo rivolgermi una piccola linguaccia, seguita da una leggera risata, per poi dirigersi verso il villaggio pieno di vita.
 
Beh..dato che Kagome dorme, credo che ne approfitterò per farmi un giro fuori dal villaggio, d’altronde sono sette giorni che sono relegato in questo posto, e sto cominciando a soffrire di claustrofobia.
Una settimana di inattività equivale a un mese per uno spirito libero come me!
…E già che ci sono andrò a dare un’occhiata all’ Hakurei.
Non si sa mai che in questi giorni qualcosa si sia mosso.
 
 
 
 
 
 
Ci è voluto un po’ più del previsto dal momento che quella stupida barriera mi aveva indebolito, ma finalmente sono arrivato ai piedi del monte.
Comincio ad aggirarmi senza una meta, come stavo facendo il giorno in cui Kagome è precipitata.
Ma..questa volta c’è qualcosa di diverso..
Non…
Non sento più l’aura di Naraku.
Nemmeno una leggera traccia.
Maledizione!
Non ci credo!
 
Quel bastardo mi è fuggito sotto il naso!
 
Sono un coglione!
Non avrei dovuto abbassare la guardia dietro alla salute di quella ragazzina!
Sono un emerito coglione senza speranza!
 
All’improvviso, però, un odore a me familiare, ferroso, mi giunge alle narici.
 
Sangue.
 
Ma non proviene da qui vicino.
Anche perché sarebbe impossibile, Misa mi aveva detto che queste terre sono disa..
 
CAZZO!
 
Come una furia comincio a correre in direzione del villaggio che solo poche ore prima avevo lasciato, in preda ai peggiori presagi.
Maledizione..
Deve per forza provenire dal villaggio di Gombei-sama!
Se sono riuscito a percepirlo da questa distanza deve essercene una quantità consistente..
Ma soprattutto..deve essere successo qualcosa anche al monaco: se la barriera fosse ancora in piedi ne avrebbe celato l’odore.
 
Questo vuol dire che il villaggio è completamente indifeso!
 
Il mio pensiero vola subito a Kagome e Misa..

Dannazione..DEVO SBRIGARMI!
 
 
 
 
 
Col fiato corto e il cuore a mille arrivo finalmente al villaggio…
…e quello che vedo mi lascia completamente paralizzato..
Corpi di uomini, donne e bambini giacciono ovunque, dilaniati e riversi nel loro stesso sangue.
Come temevo, della barriera non vi è più traccia.
Mi affretto ad inoltrarmi tra le capanne alla ricerca di qualche sopravvissuto, ma ho come la sensazione che non troverò nessuno..
 
Dannazione!
 
Mi sono allontanato per pochissimo tempo!
Com’è possibile che qualcuno sia riuscito a penetrare la barriera del vecchio bonzo!
 
Che sia stato…Naraku??
Maledetto bastardo..
Me la pagherai!
 
Continuo a correre frenetico tra le capanne, chiamando i nomi di Kagome e Misa, e sperando, pregando che da un momento all’altro mi giunga una loro risposta, ma niente..
 
Quando finalmente arrivo nella piazza centrale, però, ciò che mi si presenta davanti mi sconvolge come mai nella mia vita.
 
Kagome è in ginocchio al centro del piazzale, col corpo esanime di Misa tra le braccia, e le sue spalle sono scosse da violenti spasmi e singhiozzi.
 
Cosa è successo?
Com’è potuto accadere tutto questo?!
 
Mi avvicino a Kagome, sollevato di vedere che almeno lei è salva..
Ma non appena le metto una mano sulla spalla, lei si volta a guardarmi terrorizzata, lasciando cadere il corpo di Misa.
Noto che i suoi occhi hanno abbandonato quell’indifferenza che per giorni l’aveva contraddistinta.
Quest’ennesima esperienza spaventosa deve averla riportata alla realtà..
 
Decido di prenderla tra le braccia, per cercare di calmarla..
 
Tuttavia appena allungo la mano nel tentativo di sfiorarla, si allontana di scatto, come se un contatto con me la ustionasse.
Che accidenti le prende questa volta?!
 
-“Kagome che ti prende?! Dobbiamo andarcene di qui alla svelta, prima che Naraku torni per finire l’opera!”
Ma quello che dici dopo, tra un singhiozzo e l’altro, mi lascia senza parole..
 
 
 
 
-“Hideki..s-sono stata io..sono stata io a fare tutto questo..è tutta colpa mia!”
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Aaaallora eccomi qui! Perdonate l’infinito ritardo che spero possa essere perdonato dalla lunghezza di questo capitolo >.< (anche se a dirla tutta non è che mi convinca granché >.<)
Come avrete notato dal titolo sono stata costretta a dividerlo in due per questioni pratiche, dato che, già così, il capitolo risulta troppo lungo >.< come forse avrete notato non ho nemmeno inserito l’intro della ff, che però sarà nel prossimo capitolo! >.<
Vorrei dilungarmi ancora, ma purtroppo il tempo è tiranno e devo scappare, spero che il capitolo non risulti troppo noioso o incasinato..T.T
Se vi fa schifo non abbiate pietà, ditemelo pure :’( me lo merito per quanto vi ho fatto aspettare >.<
Al prossimo capitolo che non si farà attendere tanto quanto questo, promesso!
Un bacione <3

Dadina91
  
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