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Autore: ChrisAndreini    10/12/2013    4 recensioni
Prendiamo una secchiona asociale con un cervello incredibile e un'autostima zero (anche se non lo ammetterebbe mai)
Poi prendiamo il suo silenzioso diario, i suoi progetti, le persone che la prendono in giro e il ragazzo nuovo, e vediamo come la situazione si complicherà.
***
Cioè, non capisco come le persone normali ragionano, perché è ovvio che io non sono normale, ma credo che l'umanità mi stia prendendo in giro, insomma, il ragazzo nuovo sembra davvero molto, molto, stupido, eppure alla prima interrogazione mi spiazza dando una di quelle risposte che solo io in tutta la classe poteva sapere, e forse neanche.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Diario di...'
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Diario di una secchiona asociale

10|12|13

Caro diario,
Oggi stavo molto meglio, ma mamma voleva comunque tenermi imbacuccata e a poltrire a letto.
Ma ormai sono diventata una ribelle (see, come no!!!) e quando è uscita nel pomeriggio mi sono vestita pesante e sono uscita per andare da Lily.
Ho bussato alla porta, sperando con tutto il cuore che non fosse Natasha la nuova babysitter, invece mi ha aperto proprio lei, e quando mi ha vista ha fatto una faccia di chi ha ricevuto un regalo in anticipo e ha commentato:
-Guarda un po’! Una filonara! Il professor Wayne sarà contento di sapere che la sua studentessa preferita non va a scuola ma esce il pomeriggio-
Non l’ho degnata neanche di una risposta, mi sono limitata a superarla e dirigermi dritta da Lily.
L’ho trovata in camera sua chiusa a chiave dall’esterno, che piangeva.
Ho aperto la porta e mi sono precipitata dentro.
Mi sentivo male, ma niente mi impedisce di chiedere scusa a Lily.
Lei inizialmente non si è accorta della mia entrata, poi si è precipitata ad abbracciarmi, piangendomi addosso.
Io l’ho fatta calmare e lei mi ha spiegato che Natasha la chiude in camera a la minaccia affinché non venga licenziata.
Io mi sono arrabbiata tantissimo, e nonostante tremassi e fossi febbricitante sono andata dritta dritta da Natasha e le ho detto tutto quello che penso di lei, che se la prende con i più piccoli e con chi non sa difendersi perché è la prima a essere debole, che fa la prepotente perché vuole essere forte, che non studia e non si impegna perché non le riesce facile come vestirsi da ******* che solo perché lei ha bisogno di soldi non significa che deve schiavizzare una fantastica bambina e farla piangere, poi le ho detto che se provava ancora a farle uscire una sola lacrima io le avrei fatto vedere le stella.
Poi… beh… ho detto una cosa che non sono riuscita a trattenere, mi è uscita spontanea dalle labbra, e non ho capito perché:
-Comunque, NON TOCCARE IL MIO ALEX-
Dopo aver detto questo mi sono involontariamente tappata la bocca, ho detto a Lily che avrei risolto le cose con sua madre e sono tornata a casa spingendo una scioccata Natasha.
Quando sono tornata a casa mamma non era ancora tornata, così mi sono affrettata a rimettermi in pigiama, poi qualcuno ha bussato alla porta.
Pensavo fosse il postino o Natasha che si era ripresa dallo shock e voleva prendermi a Liliate in faccia, invece era Alex.
Quando l’ho visto sono arrossita, ma non farti strane idee, solo per quello che avevo detto prima, non ho una cotta per lui o cose simili.
Lui mi ha chiesto come stessi e gli ho detto che mi sentivo meglio, poi mi ha lanciato uno sguardo indagatore e mi preso una mano.
Non farti altre strane idee, l’ha fatto solo per controllare che non fosse fredda, e dato che era ghiacciata, ha capito tutto, e, ti giuro, se mi avesse scoperto mamma sarebbe stato meglio, mi ha fatto una ramanzina sulla salute e altre cose, io ero arrabbiata con lui, possibile che nessuno capisca quanto tenga a Lily.
Mi sono rifugiata in camera intimandogli di andare via, ma lui è entrato e si è seduto sul letto accanto a me, poi ha fatto una cosa che solo mamma e Augustine hanno mai fatto prima: mi ha abbracciato, teneramente, dolcemente e mettendoci un’amore  amicizia che mi ha riscaldato il cuore.
Poi mi ha detto di perdonarlo, ma era molto preoccupato perché… beh… mi vuole bene.
Poi mi ha dato i compiti per domani, sempre dicendomi di non tornare e mi ha raccontato a grandi linee cosa è successo quando sono svenuta ieri.
Ora vado a dormire, sono molto stanca.

   
 
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