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Autore: AmyDuDy    11/12/2013    1 recensioni
Ciao, mi chiamo Alice e sono una ragazza di 15 anni con qualche problema di socializzazione, anzi si può dire che io sia propriamente asociale.
In questa storia, caro diario, ti racconterò di quello che per me è stato il primo vero amore.
PS: Tutti i personaggi e la storia sono puramente inventati dalla scrittrice e non si riferiscono a storie o persone reali; in tal caso si tratterebbe di pura coincidenza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Spezzoni di vita di una normale adolescente'
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Ed eccoci al fatidico giorno, dove tutto ebbe inizio. Prima mattina di allenamenti: io e Sara ci alzammo presto e andammo a fare colazione. Il ritrovo in piscina era puntato per le 9,30. Una volta lì avvenne la divisione in gruppo di lavoro secondo le fasce d’età. Essendo Sara due anni più grande di me, ci divisero.
Per essere una ragazza poco socievole, ho sempre preferito stare con i maschi piuttosto che con le femmine. Perché? Troppe delusioni, tradimenti e noia per i miei gusti. Con i ragazzi ci si diverte invece in modo spensierato, e sicuramente non hanno l’abitudine di parlarti alle spalle appena ti volti.
Premettendo questo quindi, la prima cosa che feci fu guardarmi intorno per osservare un po’ il mio gruppo: c’era qualche ragazza che sembrava simpatica, alcune che già solo a vederle le avrei prese a sprangate, mentre i ragazzi erano in minoranza ma sembravano simpatici. Eravamo più o meno una dozzina. Ovviamente, non conoscendo nessuno, feci la cosa che mi viene meglio: starmene da un lato. Continuai così finchè davanti non mi ritrovai uno che era lentissimo. Ad un certo punto, stanca della cosa e naturalmente con la memoria pari a zero per i nomi, gli gridai: << Ciccio pasticcio! Muoviti! >>. Lui si fermò, mi guardò, poi, come se non fossimo nel bel mezzo di un allenamento e si stava formando un ingorgo astronomico in vasca, mi chiese tranquillo: << Com’è che mi hai chiamato? >>. Me lo disse in modo talmente serio che un po’ mi spaventò; ma mentre pensavo a cosa rispondergli imbarazzata, lui si mise a ridere e mi fece segno di passargli avanti. A quella risata non seppi trattenere un sorriso e riiniziai a nuotare.
Dopo allenamento avevamo un oretta libera per fare ciò che volevamo, e poi avevamo pranzo con i nostri rispettivi gruppi. A tavola mi sedetti volentieri vicino a “Ciccio Pasticcio” che scoprii chiamarsi Simone. Così chiacchierammo e conobbi un po’ meglio anche gli altri ragazzi del gruppo. Già da subito capii che con quegli amici quelle due settimane sarebbero volate. Mi guardai anche intorno per trovare qualcuno che sembrasse carino. Simone lo era abbastanza, ma non era il mio tipo: moro, occhi marroni, non molto alto e magrissimo, con un bel sorriso. Gli altri ragazzi che notai furono Mirko, biondo, occhi verdi, ma non sembrava essere molto apposto di testa, e Giorgio, un ragazzo non molto alto, che subito non mi colpì, ma a guardarlo bene non era poi così male: occhi marroni, capelli castani cortissimi, non troppo alto, ma aveva quel non-so-chè che mi spingeva a guardarlo, quel sorriso spontaneo che mi obbligava a sorridere con lui talmente era bello. Non l’avessi mai notato…
Dopo pranzo avevamo una pausa di due ore per fare i nostri comodi. Arrivata in camera ci trovai Sara, che non vedevo dallo smistamento nei gruppi.
Mi salutò tranquillamente e iniziammo a parlare della mattinata. Il suo gruppo era composto da quasi tutte ragazze e il suo allenatore non sembrava uno molto simpatico. Il mio (naturalmente del quale non ricordavo il nome) non era male, sembrava un tipo alla mano. Passammo il tempo a chiacchierare del più e del meno. Poi prendemmo la roba e andammo all’allenamento.
Era solo il secondo allenamento, e già mi sembrava di conoscere quei ragazzi da una vita. Mi avvicinai molto anche a una ragazza di nome Sofia. Insomma, se il buon giorno si vede dal mattino, quella sarebbe stata una vacanza indimenticabile.
La sera dopo cena ci fu la “serata senza tema”, cioè semplicemente musica di balli di gruppo e non su cui ballare. Rimasi tutta la sera con Sofia e Sara a ballare e scatenarci. Ammetto però che io amo ballare, ma sono del tutto scoordinata e inguardabile, al contrario di Sara che bastava muovesse i fianchi e aveva tutti i maschi ai suoi piedi.
Il coprifuoco era segnato per le 23,30.
Così, il primo giorno passò, ed andai a dormire felice di aver trovato i primi nuovi amici.
 

   
  
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