Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Queen Of Hurts    11/12/2013    5 recensioni
{Ricordi-dolci ed invitanti} {Malinconico, Fluff- mi pare-} {Raiting verde}
Beh, sì, questa è la mia prima in questo fandom. Mi ha sempre affascinato, la storia di Alice, sia sotto forma di film che nella storia scritta. E scrivere qui è...Molto bello, spero di non deludere nessuno.
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Dalla storia:.
Ascolta, piccola Alice, ascolta bene. Lo senti anche tu? Ogni rumore è un richiamo, e tu ne hai percepiti tanti da quel giorno. Da quando abbandonasti quel paese fantastico, definito da te ‘delle Meraviglie’ , non pensi più a tutto quello che ti circonda; non è forse vero?
Eppure, ogni tanto la mente vuole giocare.
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Buona Lettura:.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Liddell, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Remember When...












 
Ascolta, piccola Alice, ascolta bene. Lo senti anche tu? Ogni rumore è un richiamo, e tu ne hai percepiti tanti da quel giorno. Da quando abbandonasti quel paese fantastico, definito da te ‘delle Meraviglie’ , non pensi più a tutto quello che ti circonda; non è forse vero?
Eppure, ogni tanto la mente vuole giocare. Acchiapparello, lo puoi definire con precisione. Ci giocavi spesso da piccolina. Scappavi e ti prendevano. Non eri una brava corritrice, forse per colpa di quella buffa gonna a sbuffo che andavi ad indossare quotidianamente. Infatti ti facevi riconoscere immediatamente per le strade cittadine grazie alla tinta immancabile di azzurro che ricopriva le tue piccole vestiti. Era il tuo colore preferito.
Ad acchiapparello bisogna saper nascondersi e bisogna saper trovare. Alice era brava a trovare, come aveva scovato quel mondo.





Tic Tac. Tic Tac.
Il suono ripetuto dal rintocco del pendolo. Se non fosse stato per lui, l’intera atmosfera che aleggiava nella stanza della ragazza si sarebbe andata a rarefare. Era buffo di come quel continuo e ripetuto cantare di quella banale cassa di legno ad ingranaggio potesse far star bene la giovane. Le ricordò uno strano incontro. Doveva inseguire un coniglio bianco, coperto da un simpatico panciotto blu bordato da nastri rossi, che non faceva che rimproverarla, con gesti - ripetuti e continui- di sbrigarsi perché il tempo a loro disposizione andava a scarseggiare. Si ricordava quegli occhietti che la seguivano come un ombra, sempre vigili e pronti.
Sospirò, divertita.





Musica di festa. L’armoniosa melodia di un violino, l’odore di rose e il leggero vociare in lontananza, fuori dal labirinto in cui la bionda si stava accomodando per bere del buon tè. Non era un tipo molto aperto, Alice. O almeno non con le persone che non riteneva interessanti. E per lei il termine ‘interessante’ aveva un significato più… Bizzarro. Sorrise serenamente, andando poi a posare le labbra sul bordo bianco della tazzina e mandando giù il liquido contenuto al suo interno. Vaniglia. Un altro richiamo? Chissà chi avrebbe potuto mai ricordare. Una risata, un rumore sordo - forse di vetri rotti - e il suono del brindare, prodotto in una maniera indefinita in un giorno di pioggia. E lei era lì, sotto il getto d’acqua fredda che cadeva dal cielo. E con due personaggi bizzarri. Capelli rossi per uno e orecchi giallastri, simili all’ambra, per l’altro.
“Buon non-compleanno anche a me!” poggiò la tazza, mentre la melodia di festa che risuonava in lontananza le si avvicinava con i suoi caldi ricordi.






Non le sono mai piaciute quel genere di cose. Magie, incantesimi e ogni sorta di stregoneria venduta tra le strade affollate del mercato e spacciate per vere. Sedute a terra, gambe incrociate e sguardo furbo, avido, che cercano di attirare l’attenzione di tutti. Alice non si avvicinerebbe loro mai. Non crede alla magia, almeno non questa. L’unica vera fonte magica gliel’ha fatta vedere una donna che di falso non aveva nemmeno l’abito. Capelli lunghi, fluidi e bianchi, tanto da ricordarle una bella scodella piena di latte. Lei sì che sapeva adoperare le arti ‘magiche’. Doveva sempre portare con sé quel portamento regale, principesco, che si addiceva a una vera regina. L’unico vero difetto che si notava in quella donna, era la voglia di sperimentare, soprattutto con pozioni di vario genere. E alla fine di ogni esperimento c’era sempre uno sputo mischiato agli altri ingredienti.
Si trattiene, Alice, dal correre dalla prima ‘strega’ di strada e dirle che è tutto un brutto sogno, quella realtà.






Un po’ le dispiaceva per quel micio che la baronessa portava sempre dietro e in qualunque circostanza. Era completamente spoglio del suo pelo. Si strusciava contro le gambe degli invitati a quella cerimonia, cercando di trovare un po’ del calore che solo una pelliccia sa regalare. Mentre il piccolo si andava a confortare tra le sue braccia, Alice pensò alla cosa più logica che da un po’ si affollava dei suoi pensieri:” Chissà se anche lui sa sorridere? Mai visto un gatto con sorriso, come un sorriso senza gatto, d’altronde”.
Non era mai riuscita a rispondere a quel quesito bislacco. In effetti, una volta le si era presentata persino la visuale di un gatto triste e tanto spaventato. Balbettava terrorizzato per colpa di un eccentrico uomo dal cappello troppo grande per la sua testa.
Ah, come dimenticare il Gatto che la derideva sempre, senza ferirla mai.






Un altro processo finito con il macchiare di sangue nuove vesti. Nuovi condannati, nuovi reati e nuovi pregiudizi. Sembra uno scherzo, questo. Ma almeno non avrebbero tagliato altre teste, Alice ne aveva viste fin troppe sull’orlo di essere asportate dal corpo a cui erano assemblate. Ma quelle che lei ricordava erano più che altro un capriccio di una sovrana poco responsabile e altezzosa. Ma lì molte venivano salvate in tempo mentre in quel posto… Non voleva neanche immaginare le ragioni che spingevano la giuria a condannare al patibolo quella gente. Ricordava i motivi per cui la Regina rossa seminava terrore. Inganno, falsificazione, bugia, li chiamava lei; ad Alice sembravano solo stupidaggini.
Respirò a fatica, osservando l’ultimo volto che avrebbe smesso di respirare. Un bambino.







Ti ricordi ora, piccola ed ingenua Alice? Le meraviglie che la tua teste ha voluto cancellare anni fa, ora dove sono? Le conservi ancora? Sono sensazioni a te famigliari?
“Sì, lo so” e, detto questo, si alzò, volgendo lo sguardo in avanti, verso il mare. Ci sono tante meraviglie, vere e false, e si tendono a disperdere. Magari per lei non sarà così.






















Angolo di una Ceca:.
Beh, sembra periodi di salti in avanti per me. La soddisfazione di essere andata bene in inglese(miracolo naturale), la lettura continua di nuove storie e, infine, pubblicazioni nuove. E tutto grazie al sostegno della mia famiglia, reale e quella degna di essere definita delle Meraviglie.
Quindi questa la dedico a voi. Alla mia Stregatta a cui fregherò il pelo, la mia apprendista Cappellaia, la mia Rivale Regina Bianca, la mia lepre Marzolina che non sa di essere tale, la mia Bianconiglia e nemmeno lei ne è al corrente, la Brucalifa che mi uccide per averla chiamata così senza che lei voglia e la piccola di Corte ma del MIO palazzo. io come Regina mi vado a taglaire fuori dal gruppetto per mozzare teste.
Grazie, famigliola degna di pazzia. scrivere qui significa molto per me. Ogni piccolo pezzo della storia e dedicata alle varie persone.
Scusate ma ora devo andare
BACIONI dalla Regina delle Ferite

ps: grazie mille, Sorela mea
   
 
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