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Autore: ladyvampiretta    11/12/2013    7 recensioni
Layla è destinata a morire tragicamente, così hanno deciso gli angeli. Castiel, però, ignaro di tutto, le salva la vita. I loro destini si incroceranno in un turbinio di amore e morte che li porterà ad attraversare l'Inferno e il Paradiso per sfuggire alla sorte avversa.
[Dalla storia]
"« Devo tenerti d'occhio... » continuò « ... corri un grave pericolo »
Rimasi colpita « Eh? Quale pericolo? » sbottai.
Castiel rimase impassibile « Ti vogliono morta »
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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BRIGHT LIGHTS

 

La scarica di adrenalina mi aveva fatto combattere senza problemi contro i demoni, ma non avevo pensato che mi sarei sentita uno schifo una volta terminato lo scontro. Castiel acconsentì a farmi riposare per un paio di giorni. Nella mia testa, si affollavano ancora le immagini di quei demoni. Non riuscivo a capacitarmi della forza che avevo trovato in me. Riuscire ad uccidere tutti quei demoni non era una cosa da poco. Diede la colpa all'istinto di sopravvivenza e tornai a dormire.

Non so dire se fosse un sogno quello che vidi una sera. Mi svegliai che doveva essere notte inoltrata, visto che dalle finestre potevo vedere la Luna ancora alta nel cielo.

Ma non fu un suono o un incubo a destarmi, bensì una sensazione di pace e tranquillità. Dalle palpebre chiuse, scorsi un bagliore e subito ebbi un fremito.

"Qualcuno ci sta attaccando?" pensai con un sussulto.

Spalancai le palpebre immediatamente e quello che vidi mi lasciò di stucco.

Davanti al mio corpo disteso su un fianco c'erano quelle che sembravano a tutti gli effetti delle ali.

Le ali di Castiel.

Erano bianche come il latte e luminose come i raggi del sole, le cui estremità erano definite con delle linee dorate. Sembravano irradiare pace e beatitudine. Non potevano che essere le ali di una creatura celeste.

Le piume in alto erano più lunghe e brillanti e formavano come un arco. All'altezza delle mie gambe e intorno ai fianchi, si facevano più piccole ed erano lievemente arruffate. A primo impatto sembravano morbide e soffici come nuvole o zucchero filato.

Le ammirai con la bocca aperta. Erano uno spettacolo meraviglioso. Qualcosa di sovrannaturale. La luce brillante che emanavano era capace di farmi sentire in pace con il mondo. Allungai una mano, incerta. Volevo toccarle o anche solo sfiorarle.

Morbide, delicate, le piume scivolarono sotto le mie dita. Alle mie spalle, Castiel gemette dolcemente nel sonno. Ammaliata da tanta bellezza, mi girai sul fianco opposto, trovandomi a mezzo centimentro dal volto dell'angelo che dormiva beato. Alzai lo sguardo verso la sua schiena ed ebbi la conferma che erano proprio le sue ali. Anche se non vedevo dalla mia posizione l'attaccatura, potevo dedurne che partivano dalla schiena e mi avvolgevano come un bozzolo. Mi sentii completamente rilassata e, mio malgrado, sentii nuovamente il sonno prendere il sopravvento su di me.

 

Come dicevo, non posso dire di aver visto davvero o meno quelle ali, dato che al risveglio non c'erano più. Quando aprii gli occhi, mi ritrovai davanti al viso rilassato dell'angelo che continuava a dormire tranquillo. Il viso da bambino era incorniciarto da delle ciocche scure dei suo capelli castani che gli ricadevano dolcemente sulla fronte. Sembrava così vulnerabile. Cercai di colmare la distanza che c'era tra noi per sfiorargli le labbra con le mie, ma improvvisamente sentii un fischio sordo riempire l'aria mattutina.

Sapevo cos'era quel suono e sapevo anche cosa ne sarebbe seguito.

Senza pensarci due volte, lancia una gomitata a Castiel che spalancò gli occhi all'istante e scattò giù dal letto. Aveva le spalle rigide e gli occhi ridotti a due fessure.

Io lo imitai e saltai giù dal letto, verso il tavolo con la spada angelica.

Ma appena arrivai davanti al tavolo, il suono sordo cessò e mi si parò davanti una figura. Era un ragazzo di circa trent'anni, con i capelli lisci, biondi e corti. Due ciocche, sulla fronte, erano più lunghe e sembravano voler nascondere gli occhi di un azzurro innaturale. Il viso era puntellato da una barba chiara di un paio di giorni, facendo sembrare più marcata la mascella scolpita. Indossava un completo nero con tanto di cravatta blu. Era di una bellezza mozzafiato, come tutti gli angeli, del resto. Mi guardò a mo' di sfida.

« Cercavi qualcosa? » domandò con voce vellutata. Gli bastò alzare un braccio per scaraventarmi dall'altra parte della stanza, contro il muro. Mugugnai, dolorante quando sentii l'impatto.

Castiel, leggermente sconvolto dalla presenza di un altro angelo, mi si fece vicino senza staccare gli occhi dalla figura che era comparsa dal nulla.

« Rochel » mormorò Castiel, riducendo gli occhi a due fessure.

L'angelo fece un inchino con fare plateale.

Subito dopo Rochel si aggiustò la cravatta e si avvicinò a noi con passo lento e deciso.

« Castiel, sono qui per ordine di Zaccaria »

Io mi strinsi al mio angelo. Rochel sembrava molto più temibile di Adriel.

« Zaccaria? Hai cambiato bandiera, fratello? » domandò Castiel, con una punta di veleno.

L'angelo scosse la testa « No, per niente. Non so se lo sai, ma Naomi ha stretto un'alleanza con Zaccaria, quindi, essendo io un suo sottoposto... » e lasciò la frase in sospeso, in modo eloquente.

Naomi...Zaccaria... due angeli....sembrava difficile immaginarli a progettare la disfatta mia e di Castiel. Ma, dopotutto, io avevo una relazione con un angelo, quindi il fatto che altri stessero preparando la mia dipartita non mi sembrava poi così strano.

« Non ci credo » sussurrò Castiel, sbarrando gli occhi. « Come può Naomi... esser scesa a patti con Zaccaria? »

« Alleanze, fratello » rispose Rochel, alzando le spalle.

« Dì a Zaccaria che se ne può andare allegramente a fanc... » cominciai ad imprecare, ma subito Rochel mi si parò davanti, ad un paio di centimentri di distanza. Non lo avevo neanche visto muoversi.

Ridacchiò e mi afferrò il viso « Che linguetta biforcuta »

Castiel gli assestò un calcio allo stomaco e l'angelo si allontanò da me, arretrando di qualche centimentro

Come se niente fosse, Rochel si lisciò i vestiti.

« Bene, il tempo dei giochetti è finito... » e lanciò un'occhiataccia a Castiel « Tu devi venire con me, Naomi deve parlarti » mormorò, guardandolo.

Castiel fece una smorfia quando Rochel nominò Naomi « Non credo proprio » fu la sua risposta carica d'odio. La stanza venne pervasa da luce accecante. Fui costretta a socchiudere gli occhi e in un battito di ciglia, entrambi gli angeli erano spariti.

Ebbi un tuffo al cuore.

« Castiel? » lo chiamai con voce tremante. Dov'era finito? Lo cercai con lo sguardo, ma la casa era vuota.

"Dove l'avrà portato?" pensai, imprecando mentalmente.

Sentii alle mie spalle un battito d'ali e per un istante pensai si trattasse di Castiel. Mi voltai di scatto con un sorriso che mi morì sul volto quando mi si parò davanti un'altra figura. Mi bastò un'occhiata per capire che si trattava di un altro angelo.

Questi non era bello come le creature celesti che avevo visto fin'ora, ma irradiava potenza e rispetto da tutti i pori. Era una figura alta e statuaria, vestita con un completo scuro. Aveva la faccia con qualche ruga, i capelli bianchi e brizzolati e gli occhi grigi.

Istintivamente, arretrai.

L'angelo mi sorrise « Ti senti come un topo in gabbia? » domandò.

Battee le mani due volte e la stanza dove ci trovavamo scomparve. Al suo posto ce n'era un'altra. Dall'aspetto, sembrava una stanza regale. Le pareti erano di marmo rosso e bianco, i candelabri erano d'oro e il camino aveva l'aria di essere barocco, con diverse intarsiature floreali bianche.

Dal soffitto pendeva un altro candelabro, con tante gocce di cristallo. Sotto di esso, accanto a me, c'era un tavolo di legno massiccio con la statua di un cherubino in ceramica.

Rimasi sbalordita di fronte a tanta maestosità. L'angelo di prima mi si avvicinò e mi porse la mano.

« Layla, io sono Zaccaria » mormorò, con un sorriso serafico sul volto.

Rimasi a guardarlo, impassibile. Inutile chiedere come sapesse il mio nome, a quanto pare gli angeli erano quasi onniscenti.

« Non serve che tu sia così gentile, dov'è finito Castiel? Cosa vuoi da me? » sibillai tra i denti con più coraggio di quello che avessi. Era un angelo, ma intuivo che le sue intenzioni non erano delle più nobili.

Zaccaria si fece scuro in volto « Tu, scimmia senza pelo, come osi parlarmi così? » sbraitò, puntandomi l'indice contro.

"Io una scimmia? Mi morsi la lingua per evitare di rispondere in modo sagace. Non ero nelle condizioni migliori per uno scontro. Non avevo il pugnale angelico ed ero sola in una stanza con un angelo decisamente potente. Doveva essere uno degli angeli più forti del Paradiso e attaccar briga con lui non sarebbe stato il massimo.

Sostenni il suo sguardo « Cosa vuoi da me? » chiesi con astio.

Zaccaria strinse le labbra. Prese un lungo respiro e si rilassò.

« Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato... » disse, accennando un sorriso « In realtà volevo solo ucciderti... e dovresti sapere anche il perché » disse con la stessa naturalezza con cui si dice "ti accompagno a fare la spesa". Rimasi sbalordita dalle sue parole.

« Che vuoi dire? Perché dovrei saperlo? » mormorai in un sussurro. La paura si fece strada in me, facendomi tremare le gambe.

« Mi è stato ordinato di non dire una parola » affermò con un ghigno « Sappi solo che per quello che hai fatto, meriti di morire »

Sbiancai.

« Non capisco » mormorai, titubante. Feci un passo indietro.

« In teoria dovresti... ma non starò qui a spiegarti tutto, tanto adesso morirai »

« Sei un maestro nell'indorare la pillola » borbottai, risentita. Avevo ritrovato la mia spavalderia.

"Gli angeli mentono" pensai. Prima di Castiel, non avevo fatto niente e... la punizione per amare un angelo non era certamente equa per il crimine.

Zaccaria fece finta di non avermi sentita e mi si avvicinò.

« Hai un ultimo desiderio o qualcosa da dire? » domandò, alzando le spalle.

Feci una smorfia.

« Mi piacerebbe andarmene con Castiel »

L'angelo sorrise « Oh, ve ne andrete... insieme » nel suo tono avvertii una velata minaccia. Il senso era palese: ce ne saremo andati... da morti.

« Neanche Castiel mi è mai andato a genio »

Digrignai i denti.

Ormai era ad un paio di passi da me e gli bastò allungare un braccio per afferrarmi la gola e sbattermi contro il muro. Subito avvertii un dolore forte e l'aria cominciò a mancarmi. Mi stava soffocando. Mi aggrappai con le unghie alla sua mano che mi teneva sollevata a pochi centimentri dal suolo, ma i miei gesti si facevano sempre meno forti. Sentivo le orecchie fischiarmi e la vista venir meno con tante piccole macchie scure. Neanche il mio scalciare sembrava infastidirlo.

« Mi dispiace, ma è così che deve andare... chi è più in alto di me me lo ha ordinato » e strinse ancora di più la stretta sul mio collo.

Ormai sentivo le forze abbandonarmi e le macchie nere farsi sempre più grandi. Stavo morendo, sentivo il petto pronto a scoppiare. Le sue dita sembravano coltelli.

Strinsi con tutte le forze che mi rimanevano le unghie sulla mano di Zaccaria.

« Non sei abbastanza forte, disertore » ridacchiò « Inoltre uccidere quelli come te mi è sempre piaciuto »

Le sue parole mi scivolarono addosso, incapace di comprenderne il significato a causa della mancanza di ossigeno.

Non ce la facevo più a lottare, avrei dato non so cosa perché mi lasciasse, ma sembrava avere tutte le intenzioni contrarie. Chiusi gli occhi, incapace di tenerli ancora aperti.

Improvvisamente un urlo squarciò l'aria e la presa sulla mia gola sparì. Mi accasciai a terra. Strabuzzai gli occhi mentre il mio corpo prendeva un bel respiro in modo istintivo. Tossicchiai fino a piangere, massaggiandomi la gola. Mi voltai e vidi Zaccaria in ginocchio tenersi con la mano destra il moncherino sinistro.

"Un... moncherino?". L'angelo cominciò ad imprecare e ad inveire contro qualcuno.

Quel qualcuno era Castiel.

Il mio angelo teneva in mano la spada angelica e aveva una furia omicida negli occhi. Le labbra, una volta piene e carnose si erano ridotte ad una linea sottile. Il trench era lacerato in più punti e sporco di sangue. La faccia era segnata da alcuni graffi. Cercai di alzarmi, facendo forza sulle braccia, ma non ci riuscii. Dovetti scivolare nuovamente a terra.

Castiel mi lanciò un'occhiata fugace, poi con un solo gesto, strappò la camicia sull'addome. Notai una grossa macchia rossa sull'indumento e rabbrividii. Un lungo taglio sanguinava copiosamente dal torace. Castiel sfiorò la ferita con le dita, stringendo i denti per non urlare. Disegnò un simbolo strano sul muro: un cerchio con dei segni all'interno.

« Zaccaria, non voglio ucciderti » sibillò e un secondo dopo, colpì con il palmo della mano il disegno sul muro. Ci fu uno scoppiò di luce, seguito dalle urla di Zaccaria. La luce sparì quasi subito e l'angelo non c'era più.

Castiel sospirò e fece per avvicinarsi a me, sorridendo. Facendo appello alle mie forze, riuscii ad alzarmi e andargli incontro. L'angelo sgranò gli occhi e li chiuse all'istante, barcollando in avanti. In un attimo gli fui accanto e cercai di reggerlo, ma le gambe cominciarono a tremarmi e rovinammo entrambi a terra.

« Castiel, che succede? » domandai, allarmata.

Sembrò prendere un lungo respiro prima di riaprire gli occhi. Il blu cobalto dei suoi occhi si fece più scuro.

« Spero di farcela... » sussurrò e in un attimo sentii come uno strappò.

Eravamo volati via.

 

Tornati a casa, feci sdraiare Castiel sul letto. L'angelo chiuse gli occhi all'istante, come se si fosse addormentato.

Corsi in bagno e trovai il beautycase con tutti i medicinali che avevo. Presi del disinfettante e delle garze e tornai da Castiel. Mi arrampicai sul letto vicino a lui e con le mani tremanti, gli aprii la camicia per poter vedere il taglio. Sanguinava... era una ferita profonda. Lo sentii ridacchiare « Uno non si può stendere al letto che ti strappano subito i vestiti di dosso » La voce era lievemente rotta da dolore che la ferita gli procurava. Stetti al gioco.

« Mi dispiace, ma sei così sexy che non vedevo l'ora di farlo » ridacchiai in modo amaro. Vidi il volto di Castiel rilassarsi per mezzo secondo, poi contrarsi nuovamente.

Bagnai un paio di garze con il disinfettante e tamponai con delicatezza sulle ferite dell'angelo. Castiel ebbe un sussulto e lo vidi afferrare con forza le lenzuola del letto.

« Aspetta, ho quasi finito » dissi, mentre stringevo i denti davanti alla ferita. Sentire il suo dolore era un'esperienza atroce, ma dovevo disinfetterla, altrimenti si sarebbe potuta infettare.

« Chi ti ha fatto questo? » domandai per sviare la sua attenzione dal dolore.

Strinse i denti mentre io tamponavo ancora.

« Naomi... abbiamo combattuto e stava per avere la meglio... » il suo respiro accellerò « Mi ha colpito con la spada angelica ma sono riuscito a mandarla via » biascicò.

« Come hai fatto con Zaccaria? » domandai e lui annuì debolmente.

La ferita sotto le mie mani cominciò a rimarginarsi.

« Se veniamo colpiti con quel pugnale, impieghiamo più tempo a guarire » mormorò con un grugnito. Dopo poco, il sangue si fermò e la ferita si assottigliò, fino a diventare solo una linea rossa sul torace dell'angelo.

« Comunque, che voleva Naomi da te? » domanda, incuriosita e scossa dagli eventi della giornata.

Sul volto dell'angelo comparve una smorfia.

« Più o meno quello che Zaccaria voleva da te... anche se a me ha dato una scelta »

Il mio cuore mancò un battito « Quale scelta? »

« Se stare con loro o con te... ma credo di aver capito perché vogliono ucciderti » fece una breve pausa. Non dissi niente, tesa come mi sentivo, così proseguì « Ti avevo detto che l'amore tra un angelo e un umano è proibito... ma non immaginavo arrivassero ad uccidere i disertori » mormorò.

Disertori.

Eravamo questo per gli angeli.

Eppure, non ero certa che fosse quella la reale motivazione. Malgrado lo stordimento, Zaccaria non sembrava far riferimento al mio rapporto con l'angelo, ma anche lui mi aveva chiamato "disertore".

Mi si strinse il cuore. Naomi aveva fatto scegliere a Castiel tra me e loro. E lui aveva scelto me.

« Ma loro mi volevano morta ancora prima che ci conoscessimo » mormorai con voce strozzata.

Castiel aggrottò la fronte « Già... hai ragione »

Improvvisamente mi balzarono alla mente le parole di Zaccaria. Secondo quell'angelo avrei dovuto sapere perché meritavo la morte... era una decisione presa da chi era più in alto di lui. Venni percorsa dai brividi.

Scelsi di non riferire le parole di Zaccaria a Castiel. Forse avevo paura... paura che capisse qualcosa che a me sfuggiva. Temevo che le parole di quell'angelo potessero in qualche modo allontanarlo da me. Era un pensiero stupido e incoscente, ma in quel momento decisi di tacere. Focalizzai l'attenzione sulle altre parole di Zaccaria. Qualcosa nel mio passato aveva decretato la mia condanna a morte. Il problema era sapere cosa. Sentivo che i nodi stavano per essere sciolti. Nel puzzle di questo intero casino mancavano solo pochi tasselli. Cercai di ritornare indietro con la mente, scavando in qualche ricordo lontano. Eppure, la mia mente sembrava come annebbiata, sfocata. Scossi la testa, incolpando la stanchezza e lo stress degli ultimi giorni.

Facendo finta di niente, sorrisi e gli accarezzai i capelli, soffici e arruffati.

Castiel sospirò, sollevato. Chiuse gli occhi e affondò la testa nel cuscino.

«Ti ho mai detto quanto adori i cuscini? Sono così morbidi » disse, compiaciuto.

Sorrisi. Sì, il mio strano angelo era tornato.

 

 

 

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Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti! Spero di aver creato un po' di "suspance" con questo capitolo. Spero anche di aver reso Zaccaria IC, ho ripreso anche una citazione dalla serie. Nel prossimo capitolo tornano Sam & Dean! Probabilmente il capitolo 8 sarà uno dei più importanti della storia. Ringrazio tutti quelli che seguono e recensiscono questa storia, vi voglio bene!

Ora vi lascio,

Un abbraccio,

Ladyvampiretta

  
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