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Autore: Vitzi    11/12/2013    3 recensioni
[Marron/Trunks | Mini-Long | Think Angst Challenge | 10/10 | Completa]
#01. Un solco nel petto {E mentre il cuore vorrebbe gridare, la bocca non fa che tacere, osservando la scena in un silenzio che pare infinito.
#02. Solo un brutto sogno {Danneggiò di tutto pur di trovare anche solo un piccolo capello della sua amata Marron.
#03. Il potere dell'amicizia {Forse quello che vedeva era solo un'altra persona pronta a deluderla.
#04. Un amore a senso unico { Dopotutto stringere a sé la donna che si ama è la gioia più grande per un uomo.
#05. Una notte da dimenticare {Vorrei raccontarti tutta la storia, forse mi sentirei meno colpevole.
#06. Una luce debole {Si sentiva schiacciata dal senso di colpa.
#07. Una marea di ricordi {Quel dolce sorriso, adesso, lo trascinava giù.
#08. Quella notte {Si sentiva uno stupido, poiché quella ragazza lo attraeva come poche.
#09. Il fatidico bacio {L'ultima cosa che vide fu la maschera di dolore impressa nel volto della sua Marron.
#10. L'ultima scelta {La speranza è l'ultima a morire, no?
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Marron/Trunks
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il fatidico bacio;
Autore: Vitzi;
Fandom: Dragon Ball;
Tipologia: One-shot {1158 parole;
Personaggi/Pairing: OC, Trunks Brief, Marron Muten; {accenni OC/Trunks; Marron/Trunks;
Rating: Giallo;
Genere: Introspettivo; Angst; Sentimentale;
Avvertimenti: Slice of Life;
Think Angst Challenge: Set 05. Coppia » 09. Depressione;
Note: Capitolo abbastanza lunghino. Scusate, ma più corto non veniva. Il prompt mi si addice perfettamente ;; Spero che vi piaccia anche questo, siamo ormai alla fine e vorrei abbracciarvi tutti. Grazie per aver seguito questa storia, spero che l'ultimo capitolo non vi deluda, ma ora pensiamo al penultimo. Qui ci sarà la scena del bacio, ve l'avevo già anticipato, bon, non vi dico più nulla, spero vi piaccia; quindi buona lettura :) ♥




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Il fatidico bacio.

Una voce maschile continuava a parlare senza sosta, sembrava spaventata, ma anche molto arrabbiata. Daisy aprì gli occhi, sentendo di essere terribilmente scomoda. Aveva freddo, sentiva di essere nuda, coperta semplicemente con una coperta, che, fra l'altro, pizzicava. La stanza era grande, sembrava un ufficio, era vuota, la voce dell'uomo proveniva proprio da quello che doveva essere un corridoio. Mise il primo piede a terra, constatando di essere sopra una scrivania. Il freddo contatto con il gelido pavimento le fece venire in mente le mani di quegli uomini che avevano abusato di lei. Starnutì, almeno questo bloccò l'ansia e le lacrime che stavano iniziando ad uscire.
«Ti sei svegliata?», la porta si spalancò velocemente ed un uomo entrò con passo frettoloso.
Daisy si allontanò di getto, indietreggiando verso la scrivania dalla quale era appena scesa. Il ragazzo, con un po' di sorpresa negli occhi azzurri, mise le mani avanti, sussurrando lentamente: «Non voglio farti del male. Ti ricordi? Ti ricordi cos'è successo?»
La rossa iniziò a tremare e si passò una mano veloce sulla bocca, come a frenare le grida che sarebbero volute uscire.
Trunks si sbatté una mano sulla fronte sudata, sospirando: «Cavolo. Scusa non voglio farti ricordare, è che... -negò con una scossa veloce della testa-... è che voglio farti capire che non ti farò del male. Ti ho salvata, ok? Sono dei buoni.»
Abbozzò un sorriso imbarazzato, gesticolando in modo strano e facendo, così, scoppiare la ragazza in una ilare risata argentina.
«Ok, così va meglio.» sospirò, tentando di avvicinarsi di nuovo.
«Scusa, io mi ricordo.» la rossa smise di ridere per un istante perdendosi nello sguardo rassicurante del lilla.
Trunks fu costretto a rivolgere lo sguardo altrove, era incredibile quanto quella ragazza gli ricordasse Marron.
«Mi chiamo Daisy, grazie.» sorrise lei, mettendo una mano su quella del ragazzo, per fare in modo di rispecchiarsi nei suoi occhi chiari, si sentiva più tranquilla ora che aveva ricordato.
Trunks l'aveva salvata, era ovvio che lei si sentisse in un qualche modo attratta, l'inverso era invece inaspettato, eppure il lilla non poteva fare a meno di provare qualcosa per quell'indifesa ragazza.
«Il mio nome è...-
«Trunks. Sei il pupillo della città, sai?» sorrise lei, mettendosi di nuovo a sedere, seguita dal lilla che le si mise accanto.
«Mi dispiace per quello che ti è successo, sono arrivato tardi.», si mise le mani fra i capelli, incapace di cancellare quell'orrenda visione, dopotutto aveva incontrato la ragazza già qualche ora prima, avrebbe dovuto capirlo.
Daisy gli accarezzò il volto, colpita da tanta sincerità. Trunks si voltò verso di lei e, incrociando i suoi occhi verdi, si sentì ancora più in colpa. Come poteva un uomo abusare di una ragazza tanto innocente? Preso da emozioni contrastanti avvicinò sempre di più il proprio viso a quello della ragazza, ma proprio quando le loro labbra stavano per sfiorarsi, lei si voltò di scatto, bordeaux. Trunks si sentì un completo idiota, dopotutto era appena stata violentata!
Si alzò e si infilò la giacca, scrollando le spalle per allentare la tensione: «Lì ci sono dei vestiti, sono di mia madre, li tiene qua in ufficio. Spero ti vadano, ho preso anche la tua borsa, è lì accanto. Ho chiamato un mio amico, se vuoi puoi stare da lui finché non ti sarai ripresa. E-»
«Ho fame.» sussurrò la ragazza, quasi impercettibilmente.
Trunks la guardò interrogativo, così lei ripeté: «Ho fame. Mi accompagneresti a mangiare qualcosa? Sono pronta fra un attimo.»
Il lilla guardò l'ora, erano le 6:00 del mattino e si era completamente dimenticato della sua Marron.

Il bar era meno affollato del solito, dopotutto era presto ed era domenica. Trunks fece accomodare la rossa al bancone, gli avrebbe offerto la colazione.
«Pago io, non c'è problema.», aveva insistito Trunks, eppure lei non ne voleva sapere di lasciarlo pagare, voleva ringraziarlo nella giusta maniera.
Bevvero un caffè e un cappuccino, per poi chiacchierare del più e del meno. Trunks era infatuato della ragazza e lei non sembrava da meno, per questo si sentiva un completo idiota, perché non lasciarla andare? Voleva approfondire la sua conoscenza, ma per cosa? Lui era fidanzato, no? Daisy non gli ricordava più Marron, in quanto si era accorto dell'abisso che separava i loro due caratteri. Poteva sembrare simile all'apparenza, dalle espressioni o dai movimenti, eppure era diversissima dalla sua fidanzata. Questo non faceva che aumentare la sua curiosità, si sentiva in balia di quegli occhi verdi e di quelle curve marcate.
«Se vuoi ti do il mio numero, così potrò ringraziarti ancora meglio, magari la prossima volta con una cena come si deve.» sorrise lei, porgendogli un foglietto di carta tirato fuori dalla borsetta.
Trunks iniziò a sudare freddo, sapeva che se l'avesse preso non sarebbe più tornato indietro. Si vergognò terribilmente di se stesso, quando afferrò la fredda carta, sfiorando le dita candide della rossa.
«Scusa per ieri sera, non so cosa mi sia preso.» sospirò Trunks, grattandosi la testa imbarazzato.
Lei sorrise, per poi abbassare lo sguardo: «Scusa io, non, ecco... non mi sentivo pronta.»
A Trunks quel “sentivo” non sfuggì, significa che adesso lo era? Non fece in tempo ad elaborare una risposta che incrociò lo sguardo color smeraldo della rossa. Come due calamite le loro labbra si incontrarono in un bacio lento e appassionato. Un bacio come quelli che dedicava solo alla sua Marron, un bacio di quelli che non aveva mai dato a nessun'altra. E proprio in quel momento il volto della bionda apparve nella sua mente e si staccò rapidamente, dandosi dell'imbecille. Troppo tardi, poiché una mano furiosa gli colpì il viso, l'ultima cosa che vide prima di riaprire gli occhi fu la maschera di dolore e delusione impressa nel volto della sua Marron.
Le scene che avvennero dopo le ricordava in modo confuso e disordinato, era uscito cercando di seguirla e di spiegargli tutto, mentre Daisy si era scusata poiché non sospettava che lui fosse fidanzato. Trunks le aveva ridato il suo bigliettino ed era partito all'inseguimento della ragazza, ma era troppo tardi. Lei non ne voleva più sapere di lui. Da quel giorno era entrato in uno stato di depressione, sognava Marron e voleva Marron, si era reso conto di amarla più di qualsiasi altra cosa. Daisy non appariva più nei suoi pensieri, era come dissolta, dimenticata.

Trunks sfiorò la mano della bionda stesa a poche spanne di distanza da lui, gli occhi chiusi, la pelle sempre più bianca. Le accarezzò il volto con la mano libera, singhiozzando silenziosamente, per poi sorriderle ed esclamare: «Mi dispiace tanto per averti fatto soffrire, amore.».
Senza più vergogna e liberato, almeno un po', del peso che portava ormai da parecchio, Trunks scoppiò a piangere appoggiando la testa sul ventre della fidanzata e stringendo la sua mano immobile. Le aveva raccontato tutto e sperava che lei potesse capire, potesse perdonarlo, potesse tornare ad amarlo di nuovo.
All'improvviso il suono dei macchinari cambiò, il battito si fece accelerato e magicamente le sue dita si mossero.

Riesci a vedere attraverso le mie lacrime? » Chapter 9 End.


   
 
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