Titolo:
Il
fatidico bacio;
Autore:
Vitzi;
Fandom:
Dragon
Ball;
Tipologia:
One-shot
{1158 parole;
Personaggi/Pairing:
OC,
Trunks Brief, Marron Muten; {accenni OC/Trunks;
Marron/Trunks;
Rating:
Giallo;
Genere:
Introspettivo;
Angst; Sentimentale;
Avvertimenti:
Slice
of Life;
Think
Angst Challenge:
Set 05. Coppia
» 09. Depressione;
Note:
Capitolo
abbastanza lunghino. Scusate, ma più corto non veniva. Il prompt mi
si addice perfettamente ;; Spero che vi piaccia anche questo, siamo
ormai alla fine e vorrei abbracciarvi tutti. Grazie per aver seguito
questa storia, spero che l'ultimo capitolo non vi deluda, ma ora
pensiamo al penultimo. Qui ci sarà la scena del bacio, ve l'avevo
già anticipato, bon, non vi dico più nulla, spero vi piaccia;
quindi buona lettura :) ♥
Il fatidico bacio.
Una
voce maschile continuava a parlare senza sosta, sembrava spaventata,
ma anche molto arrabbiata. Daisy aprì gli occhi, sentendo di essere
terribilmente scomoda. Aveva freddo, sentiva di essere nuda, coperta
semplicemente con una coperta, che, fra l'altro, pizzicava. La stanza
era grande, sembrava un ufficio, era vuota, la voce dell'uomo
proveniva proprio da quello che doveva essere un corridoio. Mise il
primo piede a terra, constatando di essere sopra una scrivania. Il
freddo contatto con il gelido pavimento le fece venire in mente le
mani di quegli uomini che avevano abusato di lei. Starnutì, almeno
questo bloccò l'ansia e le lacrime che stavano iniziando ad uscire.
«Ti sei svegliata?», la porta si spalancò velocemente ed un
uomo entrò con passo frettoloso.
Daisy si allontanò di getto,
indietreggiando verso la scrivania dalla quale era appena scesa. Il
ragazzo, con un po' di sorpresa negli occhi azzurri, mise le mani
avanti, sussurrando lentamente: «Non voglio farti del male. Ti
ricordi? Ti ricordi cos'è successo?»
La rossa iniziò a tremare
e si passò una mano veloce sulla bocca, come a frenare le grida che
sarebbero volute uscire.
Trunks si sbatté una mano sulla fronte
sudata, sospirando: «Cavolo. Scusa non voglio farti ricordare, è
che... -negò con una scossa veloce della testa-... è che voglio
farti capire che non ti farò del male. Ti ho salvata, ok? Sono dei
buoni.»
Abbozzò un sorriso imbarazzato, gesticolando in modo
strano e facendo, così, scoppiare la ragazza in una ilare risata
argentina.
«Ok, così va meglio.» sospirò, tentando di
avvicinarsi di nuovo.
«Scusa, io mi ricordo.» la rossa smise di
ridere per un istante perdendosi nello sguardo rassicurante del
lilla.
Trunks fu costretto a rivolgere lo sguardo altrove, era
incredibile quanto quella ragazza gli ricordasse Marron.
«Mi
chiamo Daisy, grazie.» sorrise lei, mettendo una mano su quella del
ragazzo, per fare in modo di rispecchiarsi nei suoi occhi chiari, si
sentiva più tranquilla ora che aveva ricordato.
Trunks l'aveva
salvata, era ovvio che lei si sentisse in un qualche modo attratta,
l'inverso era invece inaspettato, eppure il lilla non poteva fare a
meno di provare qualcosa per quell'indifesa ragazza.
«Il mio
nome è...-
«Trunks. Sei il pupillo della città, sai?» sorrise
lei, mettendosi di nuovo a sedere, seguita dal lilla che le si mise
accanto.
«Mi dispiace per quello che ti è successo, sono
arrivato tardi.», si mise le mani fra i capelli, incapace di
cancellare quell'orrenda visione, dopotutto aveva incontrato la
ragazza già qualche ora prima, avrebbe dovuto capirlo.
Daisy gli
accarezzò il volto, colpita da tanta sincerità. Trunks si voltò
verso di lei e, incrociando i suoi occhi verdi, si sentì ancora più
in colpa. Come poteva un uomo abusare di una ragazza tanto innocente?
Preso da emozioni contrastanti avvicinò sempre di più il proprio
viso a quello della ragazza, ma proprio quando le loro labbra stavano
per sfiorarsi, lei si voltò di scatto, bordeaux. Trunks si sentì un
completo idiota, dopotutto era appena stata violentata!
Si alzò
e si infilò la giacca, scrollando le spalle per allentare la
tensione: «Lì ci sono dei vestiti, sono di mia madre, li tiene qua
in ufficio. Spero ti vadano, ho preso anche la tua borsa, è lì
accanto. Ho chiamato un mio amico, se vuoi puoi stare da lui finché
non ti sarai ripresa. E-»
«Ho fame.» sussurrò la ragazza,
quasi impercettibilmente.
Trunks la guardò interrogativo, così
lei ripeté: «Ho fame. Mi accompagneresti a mangiare qualcosa? Sono
pronta fra un attimo.»
Il lilla guardò l'ora, erano le 6:00 del
mattino e si era completamente dimenticato della sua Marron.
Il
bar era meno affollato del solito, dopotutto era presto ed era
domenica. Trunks fece accomodare la rossa al bancone, gli avrebbe
offerto la colazione.
«Pago io, non c'è problema.», aveva
insistito Trunks, eppure lei non ne voleva sapere di lasciarlo
pagare, voleva ringraziarlo nella giusta maniera.
Bevvero un caffè
e un cappuccino, per poi chiacchierare del più e del meno. Trunks
era infatuato della ragazza e lei non sembrava da meno, per questo si
sentiva un completo idiota, perché non lasciarla andare? Voleva
approfondire la sua conoscenza, ma per cosa? Lui era fidanzato, no?
Daisy non gli ricordava più Marron, in quanto si era accorto
dell'abisso che separava i loro due caratteri. Poteva sembrare simile
all'apparenza, dalle espressioni o dai movimenti, eppure era
diversissima dalla sua fidanzata. Questo non faceva che aumentare la
sua curiosità, si sentiva in balia di quegli occhi verdi e di quelle
curve marcate.
«Se vuoi ti do il mio numero, così potrò
ringraziarti ancora meglio, magari la prossima volta con una cena
come si deve.» sorrise lei, porgendogli un foglietto di carta tirato
fuori dalla borsetta.
Trunks iniziò a sudare freddo, sapeva che
se l'avesse preso non sarebbe più tornato indietro. Si vergognò
terribilmente di se stesso, quando afferrò la fredda carta,
sfiorando le dita candide della rossa.
«Scusa per ieri sera, non
so cosa mi sia preso.» sospirò Trunks, grattandosi la testa
imbarazzato.
Lei sorrise, per poi abbassare lo sguardo: «Scusa
io, non, ecco... non mi sentivo pronta.»
A Trunks quel “sentivo”
non sfuggì, significa che adesso lo era? Non fece in tempo ad
elaborare una risposta che incrociò lo sguardo color smeraldo della
rossa. Come due calamite le loro labbra si incontrarono in un bacio
lento e appassionato. Un bacio come quelli che dedicava solo alla sua
Marron, un bacio di quelli che non aveva mai dato a nessun'altra. E
proprio in quel momento il volto della bionda apparve nella sua mente
e si staccò rapidamente, dandosi dell'imbecille. Troppo tardi,
poiché una mano furiosa gli colpì il viso, l'ultima cosa che vide
prima di riaprire gli occhi fu la maschera di dolore e delusione
impressa nel volto della sua Marron.
Le scene che avvennero dopo
le ricordava in modo confuso e disordinato, era uscito cercando di
seguirla e di spiegargli tutto, mentre Daisy si era scusata poiché
non sospettava che lui fosse fidanzato. Trunks le aveva ridato il suo
bigliettino ed era partito all'inseguimento della ragazza, ma era
troppo tardi. Lei non ne voleva più sapere di lui. Da quel giorno
era entrato in uno stato di depressione, sognava Marron e voleva
Marron, si era reso conto di amarla più di qualsiasi altra cosa.
Daisy non appariva più nei suoi pensieri, era come dissolta,
dimenticata.
Trunks sfiorò la mano della bionda stesa a poche
spanne di distanza da lui, gli occhi chiusi, la pelle sempre più
bianca. Le accarezzò il volto con la mano libera, singhiozzando
silenziosamente, per poi sorriderle ed esclamare: «Mi dispiace tanto
per averti fatto soffrire, amore.».
Senza più vergogna e
liberato, almeno un po', del peso che portava ormai da parecchio,
Trunks scoppiò a piangere appoggiando la testa sul ventre della
fidanzata e stringendo la sua mano immobile. Le aveva raccontato
tutto e sperava che lei potesse capire, potesse perdonarlo, potesse
tornare ad amarlo di nuovo.
All'improvviso il suono dei
macchinari cambiò, il battito si fece accelerato e magicamente le
sue dita si mossero.
Riesci a vedere attraverso le mie lacrime? » Chapter 9 End.