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Autore: Misaki Ayuzawa    12/12/2013    3 recensioni
Chi è Tessa Gray? Ve lo dico subito. Tessa Gray è una povera sedicenne in crisi. Perchè, non solo frequenta il terzo anno di liceo, e si sa, il liceo è un problema per tutti, ma anche perchè non riesce a trovare il libro giusto... si avete capito, è una lettrice appassionata che non riesce a trovare un libro appassionante e questo è un problema per qualunque lettore che si rispetti! Questa, signori è la storia di Tessa Gray e della sua caccia alla "trama perfetta" ma non solo la sua perchè compariranno, con la stessa importanza, gli altri personaggi che fanno di Shadowhunters il ciclo di romanzi che è!
Dal 7° cap.: Il blu si fuse col grigio per diventare tempesta.
Dal 9° cap.: "E che cosa cerchi?"
"Romanzi. Ce ne sono pochissimi. O poesie ... Ci sono soltanto enciclopedie e storici!"
Will si sentì ferito nell'orgoglio. Quella era la sua biblioteca e nessuno la poteva offendere!
Dal 13° cap.: "Ah non preoccuparti! In caso scacciamo via Will!"
"Chissà perchè non credo prenderebbe la cosa con diplomazia ..."
"Mmmm ... forse no" Rise.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Theresa Gray, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 19: Ore critiche

Martedì 24 dicembre ’13

Ore 7:00

Se Tessa fosse stata la protagonista di un qualsiasi romanzo, non appena svegliata avrebbe iniziato a pensare a quanto sarebbe stata bella la festa, a quanto piacevole il suo accompagnatore e magari avrebbe persino sperato nell’arrivo di uno spasimante mascherato che l’avrebbe portata via dalla sala da ballo a favore di una passeggiata al chiaro di luna, che si sarebbe conclusa con il suddetto eroe mascherato che le regalava un fiore appena colto e le rubava un bacio.
Se poi lo scrittore avesse voluto rendere tutta la situazione più salata, avrebbe potuto far vivere a Tessa l’esperienza di trovarsi nel bel mezzo di un duello tra l’eroe mascherato e il piacevole accompagnatore che combattevano per il suo cuore.

Ma Tessa era di carne e ossa, una ragazza come tante che avrebbe solo potuto sognare una situazione del genere, e quindi il suo primo pensiero fu: Perché non hanno ritardato l’orario della colazione per il periodo natalizio? Avrebbe voluto dormire ancora e ancora ...
Prima che collassasse nuovamente sul cuscino, riuscì ad alzarsi e ad andare in bagno a darsi una ripulita.

Ore 8:30

Charlotte sbattè numerose volte le palpebre, infastidita dalla luce del sole che penetrava nella stanza attraverso le tende. Con gli occhi coperti dalla mano, ruotò il corpo verso destra.
Andò a sbattere contro qualcosa. Anzi, qualcuno. Charlotte fu presa dall’agitazione.
Aprendo gli occhi si imbattè in quelli verdi e caldi di Woolsey. Era sveglio e la stava osservando con un sorriso gentile che gli illuminava tutto il volto.
“Buongiorno!” Parlando rivelò i denti bianchissimi.
Charlotte si mise a sedere di scatto. Era vestita. Anche Woolsey era vestito. Riprese il suo autocontrollo e riuscì a spiccicare parola.
“Buongiorno. Ehm, scusa … tu che ci fai qui?” Woolsey rise.
“Non ti ricordi proprio nulla?”
Charlotte scosse la testa. I suoi ricordi si fermavano a lei che beveva un bicchiere di vino.
Vino.
Forse aveva esagerato …
“Eravamo alla degustazione di vini. Ho scoperto che non reggi bene l’alcol. Al quarto bicchiere barcollavi. Al sesto sei letteralmente piombata a terra”.
“E mi hai portato fino a qui?” Charlotte ridacchiò. Non le era mai capitato nulla del genere prima.
“Certo, mòn moineau“ Woolsey si mise a suo volta a sedere, proprio alle spalle di Charlotte e la circondò con le braccia.
Charlotte rabbrividì al contatto. Non sapeva esattamente quando lei e Woolsey avevano preso tutta quella confidenza. Tutto era accaduto in modo naturale e quasi non si sentiva a disagio.
Anzi, tutto sommato le piaceva essere coccolata però … prima il dovere!
A malincuore abbandonò il letto caldo e Woolsey per prepararsi. Quella sera ci sarebbe stata la festa e di lì a poco sarebbero arrivati i primi ospiti, che si sarebbero aspettati di essere portati alle proprie stanze per riposarsi e prepararsi per l’evento.
“Stasera cosa fai?” Charlotte sentì la voce di Woolsey attraverso lo scroscio dell’acqua della doccia.
“C’è la festa di Natale, Woolsey. Devo stare qui …” Charlotte si domandò se fosse una buona idea fare al ragazzo quella proposta. Non ne era del tutto sicura, ma lo fece lo stesso.
“Perché non vieni anche tu?” Lo disse con il tono di voce più suadente che riuscì ad ottenere. Avrebbe avuto bisogno di Woolsey quella sera, per affrontare il tutto. Averlo accanto le dava sicurezza, più del solito.
Charlotte sentì Woolsey passeggiare per la stanza, poi udì un “Si, ci sto. Potrebbe essere divertente.”

Ore 11:00

“Devo sul serio mettermi questa roba?!” Jem guardava con aria divertita un Will disgustato in piedi davanti al letto su cui erano disposti degli indumenti. Un elegantissimo smoking grigio scuro a sottilissime righe verticali argentate, dotato di camicia, panciotto e giacca con lo stesso motivo. Poi c’erano le scarpe, dei mocassini neri ben lucidati che emanavano un piacevole odore di pelle.
“Io penso sia bello”
“Certo che lo pensi, lo hai preso tu per me!”
“Perché so che ti starà bene”
Will guardò per un’ultima volta il suo abito con aria di superiorità, riservando lo stesso sguardo anche per l’amico.
“E tu invece cosa metterai?”
Jem si avvicinò all’armadio e tirò fuori una gruccia.
Mostrò a Will un completo bianco opaco e la camicia grigio metallizzato. Insomma,un completo adatto all’occasione, elegante ma non troppo appariscente.
Will sgranò gli occhi.
“Ammettilo, lo hai fatto apposta!”
Jem non sembrava capire.
“Hai riconosciuto la mia superiorità estetica e quindi hai deciso di sabotarmi la serata comprandomi un vestito  orribile, mentre tu brillerai come una stella accanto a me … che sembrerò il brutto anatroccolo!”
Will si accorse solo dopo qualche secondo di ciò che effettivamente aveva detto e continuò.
“Oh mio Dio … sembrerò un’anatra! Me tapino …”
Jem per tutta risposta gli lanciò contro un cuscino che Will, con i suoi riflessi pronti, afferrò al volo.
Jem stava per dire qualcosa quando un attacco di tosse lo costrinse ad accasciarsi a terra.
Will scattò verso il comò, il viso immediatamente serio. Aprì la scatola, riempì un bicchiere d’acqua e mischiò il contenuto con la polvere argentata che fluttuò per qualche secondo nel liquido per poi dissolversi, lasciando come traccia una leggera opacità.
Diede da bere a Jem il contenuto e gli pulì i contorni della bocca e la mani dal sangue rosso chiaro … Persino il sangue che versa gli ricorda la malattia, pensò Will osservando il fluido dall’aspetto malaticcio.
Gli attacchi di tosse diminuirono, divennero meno frequenti e infine, scomparvero del tutto.
Jem si voltò leggermente verso Will, facendogli un sorriso tirato.
“Una bella seccatura, eh?”
“Troveremo il modo, Jem. C’è di sicuro un modo per risolvere tutto.”
La mascella di Will era contratta, gli occhi gli si erano induriti e aveva parlato con tono deciso.
“Io non ne sono tanto sicuro. Tanto vale godermi quello che mi rimane … Per alcune cose non c’è una via d’uscita.”
“C’è sempre una via d’uscita.”


Ore 17:00

Izzy storse il naso. Sapeva che un GPFNSF (Gruppo di Preparazione per la Festa di Natale Solo al Femminile) non poteva essere fatto in troppo poche persone ma ora la sua camera era veramente TROPPO piena.
Mentre osservava la gran confusione, Clary parlava amichevolmente con Tessa, Maia giocava a “botta e risposta” con Tatiana che, da perfetta snob quale era, la osservava dall’alto in basso quasi fosse un verme, e Jessamine passava in rassegna i SUOI vestiti nel suo armadio.
Presto il linguaggio di Maia si fece più colorito e Izzy urlò esasperata “BASTA!”
Jessamine saltò in aria spaventata e la maglietta che stava esaminando le scivolò dalle mani.
“Hai proprio ragione, Izzy” esordì Tessa “Ho afferrato il concetto! Qua siamo veramente in troppi! Tolgo il disturbo, ciao cia-“
Clary sorrise aspettando una reazione da Izzy, che presto arrivò.
“No no, Theresa Gray. Tu rimani. Ti devi fare bella per un certo Thomas a quanto so io …” Il tono di Izzy era leggermente malizioso.
“Maia!” Tessa rimproveò l’amica che, per tutta risposta, fece spallucce con aria colpevole.
“Izzy mi ha supplicato di dirle qualcosa in più su di te, stamattina … Mentre tu continuavi a ronfare in camera tua piantandomi in asso per la colazione.”
“Punto primo: se mi sono addormentata sotto la doccia non è colpa mia! Punto secondo: non c’era Jordan con te?”
“No. Dice che uscirà dalla sua stanza solo stasera, quando avrà terminato di riscrivere quella storia per la Penwell.”
Tessa era stupita: Jordan l’aveva presa davvero male!
“Su, su! Diamoci una mossa!” Izzy fece per portare Tessa in bagno, dove aveva intenzione di renderla perfetta ma a bloccarle la strada c’era Tatiana, che sosteneva di dover andare lei per prima perché il suo vestito aveva dei lacci molto complessi che “richiedevano mente lucida e tempo in abbondanza”. Izzy si rassegnò ed entrò in bagno con la cugina Tatiana. Ci vollero tra quarti d’ora per rendere Tatiana bellissima nel suo vestito lungo e attillato di seta verde smeraldo che metteva in risalto i suoi occhi, dello stesso colore del vestito, cerchiati da matita nera.
Tutte le altre ragazze erano ormai in intimo, in attesa di entrare in bagno, quando la porta si aprì senza preavviso lasciando entrare Alec. Il poveretto si guardò attorno spaesato e presto le guance divennero molto simili a due pomodori. Pochi secondi dopo fu investito dall’ondata di urla isteriche di Izzy, che diceva qualcosa come “Non si bussa?” e “Guardone!”
Il moro uscì senza proferire parola, sempre più in imbarazzo.
Alle sette meno dieci tutte le ragazze erano pronte.
Tessa esaminò la situazione e non c’era dubbio: per quanto Maia, Jessamine, Clary, Tatiana e probabilmente anche lei stessa, stessero bene nei loro vestiti, Izzy spiccava tra loro come una cometa. I lunghi capelli neri erano stati intrecciati con fili argentati e ora delle ciocche erano state raccolte in una treccia laterale, così da lasciare la fronte libera. Poi il vestito e le scarpe, dopo il trucco leggero ma elegante, completavano l’opera. Un tacco più o meno 8 cm rendeva Izzy ancora più alta del solito e il vestito bianco lungo, con uno spacco laterale e una fascia argentata le le stringeva il costato, slanciava la sua figura ulteriormente.
“Tessa, cosa fai ancora qui? Sono quasi le sette! Devi andare!” Izzy le aprì la porta.
Tessa era elettrizzata e anche un po’ spaventata. Si diede un ultima occhiata allo specchio. Quasi non si riconosceva in quell’abito nero senza spalline con una scollatura non troppo generosa ma abbastanza profonda da far venire un po’ d’ansia a Tessa. Il vestito era lungo e a scalare, aveva tre strati interamente in pizzo velato, e le arrivava fino a terra, coprendo le ballerine. Non aveva voluto dei tacchi per un semplice motivo: non ci sapeva camminare, e avrebbe solo fatto una brutta figura. Era già alta quanto bastava. Un metro e settantatrè!
Uscì dalla stanza accompagnata da un sorriso incoraggiante da parte di Clary.
Prima di andare sul luogo dell’appuntamento doveva tornare in camera per posare i vestiti.
Non accese la luce per non perdere tempo, ma nella penombra della stanza riuscì a scorgere un luccichio sul letto. Si avvicinò. Era una scatolina … Tessa impiegò poco tempo per capire che si trattava del regalo che Nate le aveva promesso nella lettera.
Con estrema delicatezza aprì quello che scoprì essere un cofanetto e dentro c’era un foglietto con su scritto:

Buon Natale Tessie! Spero che il mio regalo ti porti fortuna e che ti protegga.
 Nate.

Nel cofanetto trovò un ciondolo.
Riusciva a distinguere bene la figura: un angelo ben scolpito nel metallo che impugnava una spada, puntandola verso il basso con fare piuttosto solenne. Tessa ne rimase affascinata … dopo qualche momento di contemplazione percepì un leggero tremore provenire dall’interno del ciondolo. Lo avvicinò all’orecchio e udì un ticchettio … tic tac tic tac
Tessa  si mise davanti allo specchio e indosso il ciondolo. Era freddo ma piacevole da sentire sulla pelle.
Vedendo l’orario si riscosse e corse verso il luogo dove doveva incontrare Thomas.

Angolino dell'autrice: Finalmente sono riuscita ad aggiornare!! Mi ci sono voluti tre giorni per scrivere questo capitolo, terribilmente lungo sigh lo so ... In principio volevo solo descrivere la scena di Charlotte e Woolsey e quella di Tessa da Izzy ma poi ho pensato: dovrei scrivere un pò su Jem e Will e allore è venuto fuori quel paragrafetto ... Mi auguro vi sia piaciuto il capitolo! :)
Ho adorato scrivere la parte di Jem e  e spero sia stato piacevole per voi leggerla ... poi dovevo dire un'altra cosa ... cosa ... AH si! Mòn moineau significa mio passerotto. Non so esattamente perchè io faccia usare a Woolsey il francese però ... mi sembra una cosa da lui ecco! Sto iniziando a shippare questa coppia sul serio ... come farò?? Non so quando potrò pubblicare il prossimo capitolo, anche perchè ancora non l'ho nemmeno cominciato a scrivere ... Beh, alla prossima! Scrivete una recensioncina, fa sempre piacere :3

  
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