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Autore: Yoan Seiyryu    12/12/2013    4 recensioni
[ Loki/LadySif ]
ATTENZIONE: Spoiler dal film 'Thor: The Dark World'
Loki torna ad Asgard come prigioniero ma non si arrende all'idea di rinunciare al trono di Odino e tenta di escogitare un piano per evadere dalla cella. Lady Sif si rende conto che Thor non corrisponderà mai i suoi sentimenti per lei e cerca di dimenticare ciò che prova per lui, nonostante Loki sia l'unico a conoscere quella debolezza. Il loro presente si intreccerà con avvenimenti del passato che vede entrambi percorrere la storia da quando Loki bandì Thor da Asgard a quando riuscirà a prendere il trono di Odino dopo la sconfitta degli Elfi Oscuri.
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[Dal Capitolo IV]
- Non dire sciocchezze, Loki. Abbiamo conosciuto tutti il tuo vero volto e non c’è speranza per un…
- Mostro?
Conosce tutti gli appellativi che gli hanno dato, le prigioni pullulano del vociare di corte e di tutti i pettegolezzi. Nonostante questo non gli tocca minimamente essere considerato tale, soprattutto perché arriverà il giorno in cui riuscirà ad ottenere ciò che desidera.
- Lo hai voluto tu – sospira Sif che abbassa un attimo le difese e si sofferma a guardare i suoi occhi illusori.
Li ha sognati tanto spesso, quegli occhi verdi.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IV

Loyalty 







Loki sa, è riuscito ad introdursi negli angoli più disparati del Palazzo. La sua magia si è indebolita a causa degli incantesimi di sicurezza  protratti all’interno della cella, ma riesce ancora ad usarla. Si domanda come mai suo padre non si sia prodigato a prosciugare i suoi poteri, che un giorno volesse liberarlo? Sciocchezze, questi sono  sogni e i sogni fanno male, ti illudono. E lui sa perfettamente cosa sono le illusioni.
E’ venuto a conoscenza in una delle sue campagne di ricerca fuori dalla cella, dell’arrivo di Jane Foster e pare che dentro di sé porti una malattia incurabile, anche se  non se ne conosce esattamente la portata. Suo fratello dunque deve essere totalmente preso dalla sua presenza per potersi preoccupare di ciò che gli accade intorno, di certo questo sarebbe tornato tutto a suo vantaggio.
Sa che è sera, lo intuisce, le guardie sono annoiate e stanche. All’interno della cella si perde totalmente la cognizione del tempo e ci si dimentica di quando è giorno e quando è notte. Stufo di leggere l’ennesimo libro consigliato da sua madre decide di uscire ancora una volta: la riserva di magia è poca, ma abbastanza per concentrarsi e far apparire una sua illusione nella stanza di Lady Sif, la quale è seduta sul davanzale della finestra, rivestita da un lungo abito bianco per la notte e l’armatura leggera ancora fissata al busto.
- Mi sono sempre domandato se andassi a dormire con quella.
Sif sussulta, presa alla sprovvista. Si alza in piedi e caccia sull’illusione di Loki uno sguardo preoccupato e adirato. E’ sempre lui che la coglie di sorpresa e che la destabilizza. Da quando ha conversato con  la Regina non ha fatto altro che riflettere sulla possibilità di fidarsi davvero di lui, o almeno di concedergli una speranza.
- Che ci fai qui?
Il suo benvenuto.
- Mi pare ovvio, sono venuto per richiedere un po’ della tua compagnia – Loki alza appena le spalle, come se fosse del tutto naturale, come se fosse semplice.
Lady Sif stringe lievemente i pugni delle mani ma non accenna ad avanzare di un passo. Il vento leggero che entra dalla finestra le scosta lentamente i capelli neri che si posano sulle spalle.
- Se qualcuno dovesse sapere che sei in grado di fare questo…
- Non possono scoprirlo, a meno che non sia tu stessa a farne menzione. Ma non lo hai fatto e dubito che lo farai. Solo mi chiedo perché.
Loki si avvicina e Sif di rimando indietreggia, come scottata da quella vicinanza, cosa che lo fa sorridere. Questa è la dimostrazione che ha ancora potere su di lei. Sa leggere nel suo cuore e quando la risposta non arriva si premura di darla al suo posto.
- Tu credi ancora che io possa cambiare, è così?
- Non dire sciocchezze, Loki. Abbiamo conosciuto tutti il tuo vero volto e non c’è speranza per un…
- Mostro?
Conosce tutti gli appellativi che gli hanno dato, le prigioni pullulano del vociare di corte e di tutti i pettegolezzi. Nonostante questo non gli tocca minimamente essere considerato tale, soprattutto perché arriverà il giorno in cui riuscirà ad ottenere ciò che desidera.
- Lo hai voluto tu – sospira Sif che abbassa un attimo le difese e si sofferma a guardare i suoi occhi illusori.
Li ha sognati tanto spesso, quegli occhi verdi. Occhi che si chiudevano e morivano. Occhi che la schernivano e ridevano. Occhi che la capivano.
- Oh no, non credere che io sia la causa della mia natura. Sono cresciuto nella menzogna e questo è il risultato della mia educazione: sono pieno di rancore.
Sif torna a sedersi sul davanzale della finestra ed incrocia le braccia al petto, spingendo lo sguardo in quello di lui. Non riuscirà mai a leggere in profondità ciò che davvero pensa, ormai ha totalmente perso il contatto con la sua anima dannata e disperata.
- Il rancore si combatte, Loki. Hai mai pensato che tutti noi siamo pronti a perdonarti, nonostante tutto quello che hai fatto?
Quella domanda gli fa scaturire una risata accorata anche se flebile, poi una volta tornato serio si avvicina per poterla guardare negli occhi scuri. Non è la prima volta che si trovano da soli nella sua stanza, c’è stato un tempo in cui Loki è riuscito a confidarsi con lei, le uniche volte in cui è stato davvero sincero, in cui non ha mentito. E Sif ha conosciuto ciò che molti altri non hanno visto.
Un cuore come il suo, che soffre e si danna, è anche in grado di amare ma ripudia quello stesso amore perché non sarà mai abbastanza, non lo renderà mai soddisfatto.
- Io non voglio il vostro perdono – sibila lentamente.
Ed ecco di nuovo il suo errore, per un attimo si maledice. Perché proprio ora sceglie di essere sincero? Perché ha già toccato il fondo e sfiorato l’abisso di oscurità da cui non vuole riemergere. Sif gli procura sempre quel fastidioso desiderio di parlare apertamente riguardo i propri sentimenti ma si ricorda che ora non può permettersi di farlo, soprattutto se vuole trovare un modo per uscire di prigione.
- So che non riuscirei a conquistarlo – sussurra poco dopo per salvare la precedente affermazione.
Vuole che Sif si fidi di lui in ogni modo e mentirà ancora una volta per potersela cavare.
Lei scioglie la barriera che ha creato da quando si è presentato nella sua stanza e fa scivolare le braccia lungo i fianchi, vorrebbe essere più forte e non credere nemmeno ad una sua parola. Ma ascolta più se stessa, più i suoi desideri che non lui.
- Però puoi dimostrarci il contrario, Loki. Non possiamo dimenticare quello che hai fatto ma al tempo stesso tutti hanno diritto ad avere una possibilità.
Loki accenna ad un mezzo sorriso prima di far sedere la propria illusione sul bordo del letto. Continua a mantenere una certa distanza da lei e preferisce che per ora si proceda in questa direzione. Con calma la distruggerà.
- Nessuno mi offrirà mai una qualche opportunità, Sif. Il Padre degli Dèi mi ha rifiutato la clemenza e neppure vuole vedermi; Thor è preso da progetti che non riguardano me e mia madre non fa che consolarmi con la lettura di libri insulsi e privi di spessore.
La voce trema, ma è quasi irreale e lui questo lo sa bene. Sif al contrario, ci crede. Sa quanto sia difficile fidarsi di lui ma sa anche che la Regina spera di riuscire a portarlo in salvo da quel castigo eterno. Nonostante Loki in passato l’abbia derisa riguardo i propri sentimenti e le proprie debolezze, è stato l’unico ad accettarla per ciò che è, poiché è l’unico a conoscere davvero ciò gli altri non hanno mai visto.
- Io sono pronta a crederti se mi dimostrerai che non ho torto a darti la mia fiducia.
Loki spalanca appena gli occhi e si alza lentamente, tenendo le mani strette in pugni sottili ma pieni di vigore.
- Sai che ti deluderò.
- Cerca di non farlo – rimbrotta lei prima di voltarsi di spalle – ora ti prego, vattene.
Loki finge un sospiro ma prima di andarsene davvero, aggiunge semplicemente un particolare.
- Fammi indovinare, sei così tesa a causa della presenza di Jane?
Lady Sif si volta mostrando un’espressione sorpresa: come pensava, non sa assolutamente nulla della sua presenza ad Asgard. Riesce a leggere sul suo volto il segno di una ferita indelebile e di una sofferenza che difficilmente riuscirà a farla guarire.
- Oh, Thor non ti ha detto nulla – scuote la testa Loki – mio fratello tende ad essere riservato quando vuole mantenere un segreto, persino con i suoi migliori amici.
La riserva di energia termina e l’illusione scompare dalla stanza di Lady Sif, la quale rimane atterrita all’angolo della finestra.
Loki, all’interno della cella, riapre gli occhi e ghigna con soddisfazione. Le persone sentimentali sono quelle che possono sempre darti una mano ad uscire dai guai.
 
 



 
**



 
Asgard, 961 d.C.
 
Non avevano avuto più occasione, Loki e Sif, di parlare dopo quella discussione. A dire il vero si erano evitati la maggior parte del tempo, cambiando corridoio quando si incontravano e spostando lo sguardo se si trovavano l’uno davanti all’altra. Ma per quella sera Sif non aveva potuto fare a meno di recarsi da lui quando l’aveva visto seduto nei giardini reali, sull’erba fresca umida di rugiada e intento a studiare le costellazioni.
Loki aveva udito i suoi passi tintinnati  dovuti all’armatura che Sif non si era ancora tolta. Lei senza chiedere il permesso gli si sedette accanto e si schiarì la voce come principio di conversazione.
- Credevo fossi adirata con me.
La voce di Loki era tiepida ma senza rancore, non ne aveva alcun motivo, non in quel momento almeno.
- Lo ero. In realtà ero più arrabbiata con me stessa per non esser stata in grado di aiutare Thor.
Era davvero così. Dopo ciò che era accaduto ad Alfhemeir non si era perdonata e ogni sera fino a quel momento non aveva fatto altro che prendersela con se stessa.
- E scaricare le colpe sugli altri ti ha fatto sentire meglio? – le rinfacciò mentre andava a guardarla, era visibilmente preoccupata per suo fratello. Lui invece no, Thor non era uno sprovveduto.
- No, mi dispiace per quello che ti ho detto.
- Cosa ti ha fatto cambiare idea così all’improvviso?
Sif si inumidì le labbra e alzò gli occhi verso il manto stellato sopra di sé.
-Mi è stato detto che domai partirai per salvare Thor e che hai chiesto a tuo padre di seguirlo.
Loki sorrise al suo solito modo, con quel ghigno che sapeva di tristezza. Quella era solo la sua occasione per dimostrare a tutti che era in grado di fare qualcosa, che non solo Thor poteva essere un eroe.
- Infatti è così – rispose secco per poi sospirare a lungo e guardare anche lui verso le stelle – dunque anche tu cedi che mio fratello sia più adatto di me a regnare.
Era una affermazione che aveva un gusto amaro e dirlo ad alta voce gli produsse un sussulto che tentò di coprire nel migliore dei modi, schiarendosi semplicemente la voce.
- Siete così diversi, Loki.
Sif non riuscì a dire altro ed alzò le spalle. Lui non fu affatto soddisfatto di quella risposta poiché confermava esattamente ciò che aveva detto.
-A volte mi chiedo se sono davvero figlio di mio padre. Non ho ripreso nulla da lui, assolutamente nulla. Ed è talmente fiero di Thor, così poco di me – sussurrò in un filo di voce.
Quello fu l’ultimo momento in cui Loki le mostrò la propria debolezza, a nessun altro avrebbe permesso di avvicinarsi in quel modo alla sua anima. Sif comprese quanto dovesse essere difficile vivere all’ombra di un padre autoritario come Odino e un fratello valoroso come Thor.

 

 
 
**


 
 
Se c’è una cosa che Sif detesta è proprio mettere in dubbio Thor, anche solo per un breve istante. Come ha potuto permettere a Loki di agire nuovamente all’interno dei suoi sentimenti? Perché gli ha concesso di mirare ancora alla sua debolezza?
Eppure l’idea di essere rimasta all’oscuro di tutto la fa rivoltare sotto le lenzuola con rabbia. Fandral e Volstagg sono informati della presenza di Jane ad Asgard? E che storia è quella della malattia? Loki pur essendo un prigioniero ne sa più di lei e questo la fa rabbrividire. Avverte costantemente i suoi occhi puntati dietro la schiena e così non riesce a prendere sonno.
Si alza dal letto, consapevole di non dormire e indossa l’armatura per scivolare fuori dalle sue stanze e recarsi all’esterno del Palazzo, lì sul ponte Ygsdar.
L’unico modo che ha per sciogliere la tensione è quello di allenarsi e così fa roteare la spada in finti attacchi verso un nemico immaginario.
E’ arrabbiata, perché crede a Loki. E’ arrabbiata perché Thor non le ha confidato nulla. Come possono due fratelli essere tanto diversi? E soprattutto provocarle sentimenti così diseguali. Il primo ha sempre saputo indagare in lei, il secondo ha riposto fiducia nelle sue capacità. Sì, è vero. Lei è sempre stata innamorata di Thor perché incarna quel suo senso di fedeltà e onore che tanto le piace propinare agli altri. Ma al tempo stesso è con Loki che più si è lasciata andare, mostrandogli rabbia, dolore, odio. Lui è stato sempre come un’ombra soffocante da cui ha tentato invano di fuggire, per paura di incontrare nei suoi occhi la vera se stessa.
Sif si ferma, china la spada quando scorge in lontananza proprio la persona che più ama al mondo: Thor. Ma non da solo, sta passeggiando insieme alla mortale, a Jane. Dunque Loki non le ha mentito per prendersi gioco di lei ancora una volta, le ha detto la verità, è stato sincero. Si allontana in gran fretta per discostarsi dai due che stanno arrivando e sa già dove deve andare: verso le prigioni. Deve parlare con lui immediatamente, ha bisogno di vederlo. Si sente come se fosse tornata bambina all’improvviso, come quando correva da Loki per confessargli qualche segreto e lui ci rideva su, prendendo tutto alla leggera.
In un istante si ritrova a percorrere la strada verso il luogo più oscuro di Asgard. Bastano poche parole per convincere le guardie a farla passare e subito si ritrova davanti alla prima cella e si rende conto che Loki non sta affatto dormendo ma è impegnato nella lettura di un libro. Con forza batte un pugno sulla parete di vetro, dall’esterno non c’è alcuna sicurezza magica e lo fissa con una certa ostinazione.
Loki alza appena la testa ma non è affatto sorpreso di vederla lì. Chiude lentamente il libro e si avvicina al vetro, tenendo le mani dietro la schiena.
 - Sei l’essere più spregevole di tutti i Nove Regni…
- Piano con i complimenti.
Loki ha sempre avuto il pessimo vizio di spezzare i discorsi ed è una cosa che Sif detesta.
- Non mi interrompere! Sei l’essere più spregevole di tutti i Nove Regni, hai ucciso senza pietà, hai manipolato tutti noi per il tuo stupido desiderio di grandezza, hai tradito tuo fratello – batte un nuovo pugno sulla parete – nonostante questo io continuo a credere che tu possa salvarti perché so che hai un cuore. Io lo so – gli strepiti terminano in un sussurro, la mano rimane aperta sul vetro come a voler eludere quella barriera.
Sif ha il viso arrossato, le sopracciglia aggrottate e l’espressione corrucciata.
Loki sa esattamente cosa dire ma non risponde e si fa avanti, tenendo la mano aperta verso il vetro. Non può sfiorarlo e lo sa, quindi si arresta a pochi centimetri da esso.
- Oh Sif, se solo sapessi quanto mi sei cara.
Non riesce a credere alle proprie orecchie e infatti distacca la mano, portandola lungo i fianchi. Ancora una volta è totalmente soggiogata al suo potere.
- L’hai visto insieme a lei, non è così? Ti avevo detto che…
Ancora una volta quello sguardo che si spinge oltre alla ricerca di una risposta da trovare negli occhi di lei che lo rifuggono per paura, perché sa che riuscirà ancora a leggerle l’anima.
- Sì, li ho visti. Deve essere accaduto qualcosa se Jane si trova qui ad Asgard e lo scoprirò. Ma ad ogni modo credo di potermi fidare di te.
Si affretta a dire con la speranza di non tornare su quell’argomento, sa ancora troppo poco per potere dire altro. Loki però non riesce a frenarsi e si spinge ancora in avanti per poter catturare il suo sguardo che si è improvvisamente indebolito, rovesciato in una timidezza che non le appartiene ma che dura solo un istante.
- Mi aiuterai?
Una domanda a cui Sif non sa rispondere. Loki è il traditore, colui che ha ingannato tutti, con le sue manie di grandezza ha quasi fatto cadere un intero pianeta. Può davvero permettersi di dargli la sua fiducia? In nome di quello che sono stati, forse sì.
- Probabile. Ma prova solo a fare un passo falso e diventerò il tuo incubo peggiore.
Legge negli occhi di lui l’accettazione di una tale risposta, in fondo se lo aspettava.
- Se tutti gli incubi avessero il tuo volto…
Sif evita di sorridere di fronte a quella battuta. Conosce esattamente il suo modo di fare e sa anche che non direbbe mai nulla del genere se non per schernirla. Il loro rapporto non è altro che un gioco, una linea sottile tra la leggerezza e la pesantezza dell’anima, tra l’amore e l’odio. Forse per questo non gli ha perdonato di essere vivo: da morto non avrebbe avuto più alcun potere e soprattutto ai morti si perdona tutto ciò che hanno fatto e che sono stati. Da morto, lo ha perdonato. Da vivo, deve ricominciare dall’inizio.
- Sta’ zitto. Non sono ancora convinta delle tue parole ma ho speranza, come ne ha anche Frigga.
Loki torna composto e raddrizza la schiena.
- Come sta lei?
- Preoccupata per te.
Lui accenna ad un mezzo sorriso per poi voltarsi e andare a sedersi su una delle sedie, la mancanza di sonno è evidente negli occhi di entrambi che hanno consumato in quell’istante tutte le parole che non hanno detto.
- Torna al Palazzo Lady Sif, conviene che tu capisca cosa sta accadendo. Temo che qualcosa molto più grande di noi stia cercando di mettere la mani su Asgard.
- Da quando ti interessi delle sorti di Asgard?
Non avrebbe dovuto farla quella domanda, perché ora può indagare nei suoi occhi. Forse davvero Loki è pronto a redimersi, forse davvero è in grado di compiere un cambiamento volto a migliorare. Non gli dà il tempo di aggiungere altro e Sif si dilegua per uscire da quel luogo.



 
**




Loki, di nuovo solo all’interno della cella, sorride con soddisfazione all’angolo delle labbra. Non credeva che sarebbe stato così facile conquistare la fiducia di Lady Sif. Invece ora ce l’ha in pugno e può tentare davvero di evadere da lì per potersi riprendere il trono che gli spetta. Si stende sul giaciglio per tentare di dormire, ma la mente è affollata da sin troppi pensieri. 







// NdA: 

Salve a tutti! 
Ed ecco qui il quarto capitolo della storia. Non so ancora quanti ne usciranno in tutto ma non credo di andare oltre gli otto, come dicevo anche all'inizio questa è una mini-long e anche una prova per testare questa coppia a cui mi sono interessata da poco. 
Vorrei ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito questa storia, sono molto felice che vi stia piacendo. Ringrazio anche tutti i lettori che l'hanno inserita tra le seguite e le preferite :3. 
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso, alla prossima settimana! 
   
 
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