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Autore: Astriderea    12/12/2013    1 recensioni
Avevo i brividi lungo tutta la schiena...
'' Suona ancora'' pensai..
Ma prima che me ne potessi rendere conto la luce era sparita, l'aria era fredda e li sul tempio...il buio.
Rimasi rannicchiata su quella poltroncina piena di polvere con la testa sulle gambe, come poteva essere tutto già finito ?!
E i castelli? Le fiabe? E quel bacio?....Si quel bacio...
Ora come farò a sentirlo dentro?
Ora chi mi abbraccerà l'anima?
Io ero li, ma tu non c'eri più.
Ti sei accorto almeno di ogni lacrima versata ad ogni nota?
Quella canzone...
Non avrei mai voluto sentirla quel giorno, non in quel modo e soprattutto non cantata da lei...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano le 19.30 circa quando sentii bussare alla porta, io ero seduta vicino al camino a leggere un libro, cosi aprii Aurora che era nelle vicinanze,
ed apparve lui;
chi se lo aspettava, non ci avrei mai scommesso sopra.
Andai anch'io vicino alla porta e lo vidi, bello come la prima volta, forse meno informale ma pur sempre bello.
Era il chitarrista degli "Acid rain", con in mano un mazzo di rose bianche per me...
"E' reale tutto questo ?" mi chiesi.
"Potrei avere l'onore di farmi perdonare per la mia scostumatezza dell'ultima volta portandola a cena ?".
Neache il tempo di rispondere con un fioco "si" che diventai rossa in viso;
Io ero già pronta: camicia di seta e gonna nera a pois bianchi; anche se non per lui.
Quindi le ragazze mi chiuserò la porta in faccia ridacchiando in modo ebete.
Mi fece salire in una grossa monovolume nera lucida, il suo interno profumava di vaniglia e fragole...
"E' il profumo della torta" Disse.
"E' il compleanno di qualcuno?" Risposi timidamente.
"Niente d'importante, faccio 27 anni, un anno in meno alla morte! AHAHAHAHAHAH"
Ero imbarazzatissima, e poi mi chiedevo, perchè uscire con me nel giorno del suo compleanno (?)
"Hey come mai cosi silenziosa? L'altra sera non sembravi una tipa taciturna" Disse con fare provocatorio.
Risposi a malapena con un'occhiata di sdegno e lui mi sorrise ridacchiando.
Che tipo strano.
Arrivammo in un ristorante italiano molto carino ed accogliente, in cui c'erano due violiniste ed un contrabassista che avevano un eleganza sopraffina nel suonare,
e le loro canzoni ti facevano sentire a tuo agio col posto, e per dirlo una ansiosa come me , per una persona normale dev'essere davvero fantastico.
"Ordina tu per me, sei tu quella con le origini italiane no? O almeno la tua amica cosi ha detto..."
In quel momento penso che la lava di un vulcano fosse meno rossa delle mie guancie, ma senza rispondere, ordinai scampi alla brace e bistecca fiorentina.
"Tu di dove sei? I tuoi tratti non sono di qui e nemmeno il tuo accento lo è..." Mi pentii subito di aver aperto bocca.
"Allora non ti hanno tagliato la lingua! Mi mancava sentire la tua voce; comunque sono Svedese di nascita, sono stato li fino ai miei vent'anni, poi il grande trasferimento"
"Ti sei trasferito da solo?" Chiesi.
"No, purtroppo con tutta la mia famiglia: mio padre fa il medico, e chiese il trasferimento alla sede di Tokio, ma ora insegna medicina a Kyoto, tu invece, per quale
affascinante motivo ti sei trasferita nella grande metropoli?" Disse.
"Argomenti delicati e ... bisogno di cambiare aria diciamo, ma anche per la voglia di sfondare con le "Bloody elves".
"Me ne parlerai un giorno dei tuoi "argomenti delicati" ? " Disse.
"Forse".
Arrivarono le pietanze e mi fissò per un paio di minuti mentre mangiavamo..."Cosi bella ma cosi misteriosa, quali segreti potrai mai avere ?".
"Ci tieni cosi tanto a provocarmi ? o seriamente ti interessa di me?" Risposi sfrontatamente.
"Sta a te il continuo, non a me, mi dichiaro nelle tue mani."
Muta come i pesci nell'acquario affianco al tavolo e rossa come il pesce pagliaccio che nuotava indisturbato, 
forse era ciò che sembravo, solo che io ero nettamente un pesce fuor d'acqua, non sapevo minimamente cosa fare.
Pagò, mi portò in macchina e mi chiese "Ti fidi di me?"
"Ci provo".
Allora si tolse la cravatta e mi bendò, "Ora ti porto nel mio posto preferito.".
Guidò per parecchi Kilometri senza sosta, ero spaventata ma allo stesso tempo tutto ciò mi eccitava...
   
 
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