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Autore: metaldolphin    12/12/2013    1 recensioni
"gridò, per il dolore furente, che gli attanagliava il cuore ed un poderoso ruggito risuonò nella foresta, facendo alzare in volo gli uccelli e fuggire nel suo profondo gli altri animali, che avevano riconosciuto la voce del predatore."
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più tardi, dopo aver cercato senza alcun risultato quello strano tizio che sembrava sapere molto su quanto accaduto a Zoro, tornarono alla nave.

Nami raccontò agli altri la strana vicenda e Robin e Chopper la integrarono con le scarse notizie trovate in paese.
-C’era qualche accenno in un vecchio manoscritto su leggende e racconti propri di queste zone. In un primo momento mi è parsa la solita storia che in altre parti del mondo si racconta ai bambini, ma quanto riferito da Nami, mi fa pensare ad un fondo di verità legato a quell’isolotto su cui Bushido-san ha avuto la sfortuna di scendere e rimanere colpito dalla maledizione…. Domattina, per prima cosa, tornerò alla biblioteca per farne copia, nel caso in cui qualche particolare mi sia sfuggito. In linea di massima, mi pare di aver capito che le cose stiano così...– e prese ad enumerare sulle dita i fatti che esponeva:
-a) Chi mette piede sull’isolotto con armi che abbiano offeso altri esseri umani, diventa l'animale che ne rispecchia pregi e difetti, in una sorta di concretizzazione della sua essenza interiore.
-b) Se costui, una volta completata la trasformazione, si allontana dall’Arcipelago, perde del tutto la sua umanità, restando per sempre l’animale che lo rappresenta.
-c) Si può invertire il processo, tornando sull'isola, ma dimostrando di meritarlo… in che modo, però, non ci è dato di saperlo.
-d) lo strano individuo incontrato da Zoro e Nami sembra saperne molto: riuscirlo ad individuare sarebbe senz’altro utile, non c’è bisogno che lo rimarchi.- precisò la mora.

-L'unica cosa che ci resta da fare è dividerci in squadre e cercarlo, battendo a tappeto il paese: dobbiamo assolutamente scoprire cosa fare!- disse Nami, preoccupata, ed anche gli altri annuirono: non volevano lasciare Zoro in quell’arcipelago.

In tutto ciò, Zoro ormai disperava... nonostante l’impegno dimostrato dai compagni, non credeva che quanto appreso da una favola per bambini potesse aiutarlo; balzò via dalla sala con un brontolio cupo e se ne andò, da solo, sul ponte.
Tra le casse da riporre in magazzino, sfogò la sua rabbia, sfoderando gli artigli e distruggendone un paio a forza di zampate.

Non udì nemmeno i passi di Nami , che, furibonda, lo afferrò per la coda e lo tirò con violenza.
Voltandosi furioso, con un solo balzo la atterrò e le fu sopra, fermandosi appena in tempo per non arrecarle danno.
Ma Nami era ancora più stravolta e, afferrata la folta pelliccia ai lati del muso, lo strattonò verso sè, fissandolo in quegli inquietanti occhi da felino.
-Zoro!- lo rimproverò -Cosa credi di fare? Guarda che il tuo debito non l’ho mica cancellato solo perché hai quattro zampe, sai? Vedi di non combinare altri guai, altrimenti mi vendo la tua bella pelliccia come risarcimento! E non fare il disperato, perché qui ci stiamo impegnando tutti per tirarti fuori da questo guaio, se non te ne fossi accorto ancora. Adesso fila via, che sei fortunato a non aver danneggiato troppo il contenuto delle casse e Franky abbia il suo materiale tutto intero.

Zoro cercò di distogliere lo sguardo, ma lei, addolcendosi, lo trattenne: -Non preoccuparti, non ti lascerò solo- gli disse, a voce così bassa che poterono udirla soltanto le orecchie sensibili della tigre.
Nami allentò la presa sulla morbida pelliccia, ma lui continuò a guardarla, fisso negli occhi. Poi si abbassò, le diede una lappata con la punta dell’enorme lingua ruvida sulla guancia e balzò via.
Solo allora, gli altri, si azzardarono a comparire e lei si rialzò, mentre Sanji cercava di abbracciarla: - Nami-swan! Ho temuto che quel bruto volesse mangiarti!- piagnucolò, ma lei lo scansò, dicendo sicura: -Zoro non mi farebbe mai del male.

Ma dentro sé, era disorientata da quella specie di gesto affettuoso da parte dello Spadaccino, quindi, dopo cena si ritirò subito in camera, lasciando il povero tigrone ad arrangiarsi col bagno serale; per sua fortuna, Robin guardò il muso insanguinato dalla carne cruda e gli diede una mano (nel vero senso della parola!).

Quando Zoro entrò in camera, notò che Nami dormiva col viso rivolto verso il cuscino che abbracciava e non riuscì a capire se dormisse o meno. Decise di lasciarla in pace, si stese sul suo giaciglio e si assopì.

Nel buio della notte, un movimento furtivo lo destò. Udiva il respiro calmo dell’Archeologa, ma era il profumo di Nami che sentiva vicino: alzatasi dal suo letto, gli si stese vicino, aggrappandosi alla sua folta pelliccia.
-Fammi stare qui, ho fatto un brutto sogno…- mormorò.

Al buio, gli occhi verdi della tigre ci vedevano bene e scorsero i lineamenti rattristati di lei, quindi sospirò profondamente, la circondò con l’enorme zampa e si accinse a vegliarla, cullandola con le profonde fusa che gli salirono spontanee dalla laringe.

Al mattino, Robin li vide e sorrise: dormivano insieme, placidamente, come mai avevano fatto quando lui era umano.
   
 
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