CAPITOLO II
A cena Harry divorò
tutto ciò che capitò nel suo piatto. Era affamato e stranamente felice. Pensava
a Maggie, al suo sorriso, al modo in cui lo aveva difeso a pranzo prendendosela
con Ron e Hermione. Era seduto accanto a George Weasley e di tanto in tanto
lanciava occhiate indagatrici verso l’ingresso con la speranza di vedere Maggie.
Arrivò di corsa quando Harry stava per alzarsi per tornare nella Sala Comune con
la speranza di trovarla lì, ma appena la vide abbandonò l’idea. La guardò
mangiare per tutto il tempo, mettendola un po’ in
imbarazzo:
“Non è molto educato
fissare la gente...soprattutto se si tratta di una ragazza che sta consumando un
pasto” disse con un misto di divertimento e irritazione. Harry sorrise, volse lo
sguardo altrove individuando il sorriso di Cedric Diggory. Tre ragazze adulanti
ridacchiavano alle sue parole, mentre alcuni Serpeverde gli lanciavano occhiate
torve. Malfoy aveva la testa immersa nel piatto, mentre i suoi compari Tiger e
Goyle osservavano la situazione per riferirgli eventuali movimenti sospetti. Lo
sguardo di Harry tornò sulla ragazza seduta di fronte a lui che, nel frattempo,
aveva finito la sua cena.
“Allora vuoi dirci
come hai fatto?” riprovarono i gemelli, rivolgendosi a Harry
sottovoce.
Nonostante
l’indistinto mormorio, Maggie captò le loro parole e lanciò loro
un’occhiataccia.
“Ok, ok...lo
lasciamo in pace. Non vogliamo mica beccarci una ramanzina come quella che hai
fatto a Ron” disse Fred rassegnato.
Maggie e Harry
scoppiarono a ridere, mentre i gemelli li osservavano indignati. Ron e Hermione
furono attratti dal fragore delle risate ed entrambi, per un istante,
incrociarono lo sguardo di Harry. Hermione gli rivolse un gran sorriso, mentre
Ron finse indifferenza.
Harry non era ancora riuscito a risolvere i suoi problemi,
eppure in quel momento si sentiva leggero, incredibilmente sereno. Desiderò che
quegli istanti durassero per sempre e che
Dopo tale pensiero
fu riportato alla realtà dalle parole di Maggie:
“Dai Harry, andiamo.
Ci aspetta il compito di Pozioni...ti darò una mano!”
“…per l’intero mondo
magico.”
“Grazie” mormorò
Harry riponendo nello zaino la ricerca appena conclusa. Era esausto e gli
facevano male i muscoli della faccia per le troppe risate.
Doveva essere molto
tardi poiché la Sala Comune era quasi completamente vuota ad eccezione di Ron e
Hermione, che erano ancora chini sui libri seduti a un tavolo poco lontano dal
loro, e dei gemelli Weasley che confabulavano in un angolo lontano dalle poche
luci che ancora illuminavano la Sala.
Harry aveva voglia
di sprofondare nel suo letto ed addormentarsi tranquillamente come chiunque
altro, ma non ci sarebbe riuscito. Troppe preoccupazioni invadevano la sua mente
e creature di ogni genere disturbavano i suoi sogni. Osservò Maggie riporre le
sue cose e abbandonare la sedia che aveva occupato per diverse ore. Harry la
imitò, lanciando uno sguardo di saluto a Hermione, troppo occupata per
accorgersene.
“Buonanotte Harry”
augurò Maggie schioccandogli un rumoroso bacio sulla guancia
destra.
Fu allora che
Hermione alzò la testa rivolgendo un eloquente sguardo al suo amico. Questa
volta fu Harry a non accorgersene: era troppo confuso.
Salì nel dormitorio
avvolto nei suoi pensieri. Era certo di provare per Maggie qualcosa di più di
una semplice amicizia. Aveva trascorso una piacevole serata, anche se aveva
dovuto svolgere una ricerca richiesta dal professore più odioso del castello.
Indossò in fretta il pigiama e si ritrovò a fissare il soffitto di pietra
raggomitolato sotto le numerose coperte nel suo letto a baldacchino. Vedeva
apparire nel nulla uno splendido viso incorniciato da lunghi capelli castano
scuro e sorrideva al pensiero del dolce bacio che aveva appena ricevuto. Era
stato caldo e piacevole, come se Maggie vi avesse concentrato tutta la sua
dolcezza. Si addormentò prima dell’arrivo di Ron, sognando creature mostruose e
la più oscura magia. La paura per la Prima Prova non era diminuita, era soltanto
riuscito a dimenticarsene in alcuni momenti...i momenti trascorsi con Maggie.
Sognò anche Ron che usciva dalla bocca di un ragno gigante e gli sputava addosso
parole velenose. Si svegliò di soprassalto, con la fronte imperlata di sudore e
scese nella Sala Comune. Sprofondò in una delle poltrone di chinz ancora
posizionate dinanzi al focolare ormai pieno di cenere. Non aveva più sonno,
aveva paura di addormentarsi. Sentiva il cuore battergli forte ribellarsi contro
il suo petto. Fissava il vuoto dritto davanti a se, senza pensare a nulla,
cercando di tenere vuota la mente.
All’improvviso
qualcuno arrivò alle sue spalle, ma Harry era troppo debole per voltarsi. Il
nuovo arrivato si sedette accanto a lui grattandosi la testa tra i crespi
capelli chiari.
“Harry…anche tu
sveglio?”
Il maghetto si girò
verso la sua migliore amica e la guardò senza rispondere; vide che teneva
Grattastinchi in grembo e lo accarezzava meccanicamente.
“Non ne posso più,
Harry. È una situazione assurda. Ron diventa ogni giorno più folle.”
Harry
non rispose, si chiuse nei suoi pensieri. Avrebbe tanto voluto poter entrare in
quella testolina dai capelli rossi per cercare un pizzico di ragione. Chiuse gli
occhi, nonostante avesse paura di farlo e vide il sorriso di Maggie. Hermione
sembrò leggere i suoi pensieri:
“Con Maggie va tutto
a gonfie vele, no? State insieme?”
Harry arrossì e si
voltò verso la finestra per evitare che la sua amica lo notasse. Non sapeva cosa
rispondere, era più confuso che mai. Si strinse nelle spalle senza guardare il
viso di Hermione, fissando il sole che stava per fare capolino tra i monti
all’orizzonte.
“State bene insieme”
disse Hermione, cercando di rassicurare l’amico. Gli diede una pacca sulla
spalla e sparì nell’oscurità delle scale che conducevano al dormitorio delle
ragazze. Harry continuò a fissare l’orizzonte, pensando a Maggie. Sospirò ed
imitò la sua amica che era tornata al caldo nel suo letto sperando di riuscire a
sorridere anche quel giorno.
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