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Autore: fenice_innamorata    11/05/2008    0 recensioni
Harry solo e sconsolato, dopo la misteriosa uscita del suo nome dal Calice di Fuoco, si affida alla dolcezza di una timida ragazza...ma alla prima occasione se la lascia sfuggire...come finirà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II

A cena Harry divorò tutto ciò che capitò nel suo piatto. Era affamato e stranamente felice. Pensava a Maggie, al suo sorriso, al modo in cui lo aveva difeso a pranzo prendendosela con Ron e Hermione. Era seduto accanto a George Weasley e di tanto in tanto lanciava occhiate indagatrici verso l’ingresso con la speranza di vedere Maggie. Arrivò di corsa quando Harry stava per alzarsi per tornare nella Sala Comune con la speranza di trovarla lì, ma appena la vide abbandonò l’idea. La guardò mangiare per tutto il tempo, mettendola un po’ in imbarazzo:

“Non è molto educato fissare la gente...soprattutto se si tratta di una ragazza che sta consumando un pasto” disse con un misto di divertimento e irritazione. Harry sorrise, volse lo sguardo altrove individuando il sorriso di Cedric Diggory. Tre ragazze adulanti ridacchiavano alle sue parole, mentre alcuni Serpeverde gli lanciavano occhiate torve. Malfoy aveva la testa immersa nel piatto, mentre i suoi compari Tiger e Goyle osservavano la situazione per riferirgli eventuali movimenti sospetti. Lo sguardo di Harry tornò sulla ragazza seduta di fronte a lui che, nel frattempo, aveva finito la sua cena.

“Allora vuoi dirci come hai fatto?” riprovarono i gemelli, rivolgendosi a Harry sottovoce.

Nonostante l’indistinto mormorio, Maggie captò le loro parole e lanciò loro un’occhiataccia.

“Ok, ok...lo lasciamo in pace. Non vogliamo mica beccarci una ramanzina come quella che hai fatto a Ron” disse Fred rassegnato.

Maggie e Harry scoppiarono a ridere, mentre i gemelli li osservavano indignati. Ron e Hermione furono attratti dal fragore delle risate ed entrambi, per un istante, incrociarono lo sguardo di Harry. Hermione gli rivolse un gran sorriso, mentre Ron finse indifferenza.

Harry non era ancora riuscito a risolvere i suoi problemi, eppure in quel momento si sentiva leggero, incredibilmente sereno. Desiderò che quegli istanti durassero per sempre e chela Prima Prova del Torneo non arrivasse mai. Aveva paura di quel Torneo, soprattutto a causa della misteriosa comparsa del suo nome. La domanda cruciale ancora lo assillava: chi aveva messo il suo nome nel Calice di Fuoco? Harry non ne conosceva la risposta. Fissò gli occhi color cioccolato della sua nuova amica ed il suo cuore sorrise al pensiero che avrebbe avuto l’aiuto di una persona speciale in un momento così difficile. Volse, poi, lo sguardo verso il tavolo dei professori ed intercettò Silente. “Non sono solo” disse tra se, fissando la barba argentea della figura più simile ad un padre che avesse mai incontrato nella sua vita. Lanciò un frettoloso sguardo a Ron e Hermione e sentì nella sua testa le parole dell’amica che diceva: “Presto si renderà conto di quanto è stato stupido. È tipico di Ron, no?” Non poteva far altro che stare tranquillo. Maggie, Hermione e Silente non avrebbero mai permesso che gli succedesse qualcosa. E poi aveva Sirius, il suo padrino, l’unico che lo capiva con un semplice sguardo. Solo in quel momento Harry si rese conto di quanto fosse simile a lui. Sorrise, promettendo a sé stesso che l’indomani avrebbe scritto a Felpato e, perché no, gli avrebbe raccontato di Maggie sperando che si rallegrasse per lui e lo confortasse.

Dopo tale pensiero fu riportato alla realtà dalle parole di Maggie:

“Dai Harry, andiamo. Ci aspetta il compito di Pozioni...ti darò una mano!”

“…per l’intero mondo magico.”

“Grazie” mormorò Harry riponendo nello zaino la ricerca appena conclusa. Era esausto e gli facevano male i muscoli della faccia per le troppe risate.

Doveva essere molto tardi poiché la Sala Comune era quasi completamente vuota ad eccezione di Ron e Hermione, che erano ancora chini sui libri seduti a un tavolo poco lontano dal loro, e dei gemelli Weasley che confabulavano in un angolo lontano dalle poche luci che ancora illuminavano la Sala.

Harry aveva voglia di sprofondare nel suo letto ed addormentarsi tranquillamente come chiunque altro, ma non ci sarebbe riuscito. Troppe preoccupazioni invadevano la sua mente e creature di ogni genere disturbavano i suoi sogni. Osservò Maggie riporre le sue cose e abbandonare la sedia che aveva occupato per diverse ore. Harry la imitò, lanciando uno sguardo di saluto a Hermione, troppo occupata per accorgersene.

“Buonanotte Harry” augurò Maggie schioccandogli un rumoroso bacio sulla guancia destra.

Fu allora che Hermione alzò la testa rivolgendo un eloquente sguardo al suo amico. Questa volta fu Harry a non accorgersene: era troppo confuso.

Salì nel dormitorio avvolto nei suoi pensieri. Era certo di provare per Maggie qualcosa di più di una semplice amicizia. Aveva trascorso una piacevole serata, anche se aveva dovuto svolgere una ricerca richiesta dal professore più odioso del castello. Indossò in fretta il pigiama e si ritrovò a fissare il soffitto di pietra raggomitolato sotto le numerose coperte nel suo letto a baldacchino. Vedeva apparire nel nulla uno splendido viso incorniciato da lunghi capelli castano scuro e sorrideva al pensiero del dolce bacio che aveva appena ricevuto. Era stato caldo e piacevole, come se Maggie vi avesse concentrato tutta la sua dolcezza. Si addormentò prima dell’arrivo di Ron, sognando creature mostruose e la più oscura magia. La paura per la Prima Prova non era diminuita, era soltanto riuscito a dimenticarsene in alcuni momenti...i momenti trascorsi con Maggie. Sognò anche Ron che usciva dalla bocca di un ragno gigante e gli sputava addosso parole velenose. Si svegliò di soprassalto, con la fronte imperlata di sudore e scese nella Sala Comune. Sprofondò in una delle poltrone di chinz ancora posizionate dinanzi al focolare ormai pieno di cenere. Non aveva più sonno, aveva paura di addormentarsi. Sentiva il cuore battergli forte ribellarsi contro il suo petto. Fissava il vuoto dritto davanti a se, senza pensare a nulla, cercando di tenere vuota la mente.

All’improvviso qualcuno arrivò alle sue spalle, ma Harry era troppo debole per voltarsi. Il nuovo arrivato si sedette accanto a lui grattandosi la testa tra i crespi capelli chiari.

“Harry…anche tu sveglio?”

Il maghetto si girò verso la sua migliore amica e la guardò senza rispondere; vide che teneva Grattastinchi in grembo e lo accarezzava meccanicamente.

“Non ne posso più, Harry. È una situazione assurda. Ron diventa ogni giorno più folle.”
Harry non rispose, si chiuse nei suoi pensieri. Avrebbe tanto voluto poter entrare in quella testolina dai capelli rossi per cercare un pizzico di ragione. Chiuse gli occhi, nonostante avesse paura di farlo e vide il sorriso di Maggie. Hermione sembrò leggere i suoi pensieri:

“Con Maggie va tutto a gonfie vele, no? State insieme?”

Harry arrossì e si voltò verso la finestra per evitare che la sua amica lo notasse. Non sapeva cosa rispondere, era più confuso che mai. Si strinse nelle spalle senza guardare il viso di Hermione, fissando il sole che stava per fare capolino tra i monti all’orizzonte.

“State bene insieme” disse Hermione, cercando di rassicurare l’amico. Gli diede una pacca sulla spalla e sparì nell’oscurità delle scale che conducevano al dormitorio delle ragazze. Harry continuò a fissare l’orizzonte, pensando a Maggie. Sospirò ed imitò la sua amica che era tornata al caldo nel suo letto sperando di riuscire a sorridere anche quel giorno.

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