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Autore: fenice_innamorata    09/05/2008    1 recensioni
Harry solo e sconsolato, dopo la misteriosa uscita del suo nome dal Calice di Fuoco, si affida alla dolcezza di una timida ragazza...ma alla prima occasione se la lascia sfuggire...come finirà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry guardava fuori dalla finestra. La sera prima aveva appreso di essere stato scelto come secondo Campione di Hogwarts nel Torneo Tremaghi e aveva litigato con il suo migliore amico. La sua mente lavorava febbrilmente, mentre i suoi occhi fissavano Hedwige che diventava sempre più piccola nel suo volo verso l’orizzonte. Avrebbe voluto essere lì con lei e volare lontano invece di doversi preoccupare del Torneo. Chi aveva messo il suo nome nel Calice di Fuoco? Doveva assolutamente scoprirlo e doveva farlo da solo. Ron lo evitava e Hermione doveva dividersi tra loro due, limitando il tempo da passare insieme. Si sentiva vuoto e allo stesso tempo troppo pieno, quasi traboccante. Erano troppi gli avvenimenti di cui doveva preoccuparsi, ma Ron, con il suo comportamento infantile, era riuscito quasi ad annullare tutto ciò che invadeva la mente di Harry.

All’improvviso uno strano baccano invase la Sala Comune ed Harry capì che i Grifondoro avevano finito di fare colazione e tornavano nei dormitori a prendere i libri per poi andare a lezione. Si affrettò a scendere con lo zaino in spalla per evitare di incrociare Ron. Raggiunse di corsa l’aula di Trasfigurazione e vi trovò, appoggiata allo stipite della porta d’ingresso, Maggie Smith. Era molto bella ed i suoi occhi color cioccolato lo osservavano timidamente.

“Ciao Harry”

Il ragazzo rispose al saluto con un cenno del capo. Non conosceva molto bene la sua interlocutrice, così si chiuse in un imbarazzante silenzio. Maggie si precipitò nell’aula e si sedette nel banco in terza fila che occupava di solito. Harry era rimasto davanti alla porta e contemplava la lunga treccia bruna che la ragazza mostrava.

“Harry, tutto bene? Non mi sembra di averti visto a colazione.”

Neville arrivò alle sue spalle respirando affannosamente.”Credevo di essere in ritardo, invece...”

Il resto della frase si perse nella lunga treccia di Maggie che Neville fissò con sguardo sognante non appena si accorse della presenza della ragazza. La fissò per qualche minuto, poi si avvicinò a Harry e sussurrò:

“E’ proprio bella, vero? Purtroppo per uno come me è tabù, ma tu...”

questa volta la conclusione della frase si perse tra il vocio degli studenti che arrivavano da tutte le direzioni. Harry sgattaiolò nell’aula, mentre Neville si era voltato a curiosare su chi stesse arrivando. Si sedette accanto a Maggie rivolgendole un timido sorriso. Lei rispose con una simpatica smorfia e commentò a bassa voce:

“Povero stupido Ronald Weasley, io mi chiedo che fine faccia la ragione in certi momenti. Sarò comunque felice di ospitarti accanto a me finchè non si renderà conto del madornale errore commesso.” Lanciò uno sguardo penetrante a Ron e Hermione che stavano entrando nell’aula, poi riprese: “E quella Granger che diavolo fa? Perché non prova a farlo ragionare? Perchè non gli mette un po’ di sale in zucca?”

Harry ridacchiò, ma si zittì alla vista della lunga veste scura della professoressa McGranith che svolazzava tra i banchi.

La lezione fu abbastanza noiosa per Harry, intervallata solo da timidi sguardi scambiati per caso con la vicina di banco. Al suono della campanella ci fu un sospiro generale, evidentemente il maghetto con gli occhiali non era stato il solo ad annoiarsi a morte.

Maggie uscì dall’aula al fianco di Harry e lo seguì al limitare della foresta per la lezione di Cura delle Creature Magiche. Ron e Hermione camminavano silenziosamente davanti a loro. Anche Maggie taceva: credeva di aver un po’ esagerato con i commenti all’inizio della lezione di Trasfigurazione, anche se Harry, con la sua risatina, aveva dimostrato di approvare le sue tesi. Guardò il ragazzo che camminava accanto a lei e si rese conto che in quel momento stavano condividendo qualcosa: la solitudine. Maggie non aveva mai avuto un vero amico ad Hogwarts, aveva difficoltà a socializzare e spesso e volentieri preferiva starsene da sola a riflettere piuttosto che correre fuori a divertirsi in compagnia di ragazzi scalmanati. Anche Harry era solo in quel momento: quasi tutti lo credevano uno sciocco presuntuoso, troppo avido per rispettare i limiti imposti dal Ministero della Magia per il Torneo Tremaghi. Maggie sorrise guardandolo dolcemente, ma fu ignorata poiché Malfoy si avvicinò dicendo:

“Hey Potter, come va? Secondo noi Serpeverde non durerai molto in questo Torneo!...Beh, peggio per te che hai voluto partecipare a tutti i costi!”

Harry si voltò dall’altra parte per reprimere la rabbia ed evitare di reagire e scoprì il dolce sorriso che Maggie gli stava rivolgendo. Rispose quasi involontariamente, eppure il suo sorriso era sincero.

Raggiunsero Hagrid chino su una scatola dalla quale provenivano scintille rosse ed Harry temette il peggio. Hagrid non era molto cosciente del pericolo che gli studenti correvano ogni giorno alle sue lezioni a contatto con quelle strane creature che trovava chissà dove.

“Buongiorno ragazzi! Hey Harry!” accolse così i suoi studenti, mettendo in imbarazzo il maghetto accanto a Maggie.

La lezione fu tutt’altro che noiosa. Diversi studenti rischiarono di andare a fuoco o di morire per svariati motivi a causa degli Schiopodi Sparacoda, creature oggetto della lezione di quel giorno. Harry si divertì molto con Maggie, scoprendo, dietro un’apparentemente invalicabile barriera di timidezza e riservatezza, una ragazza molto sensibile.

Tra una lezione e l’altra l’ora di pranzo giunse in un batter d’occhio e per Harry fu la conferma del detto preferito di Ron: “Come passa il tempo quando ci si diverte”.

“Corro in bagno e ti raggiungo” si congedò Maggie davanti all’ingresso della Sala Grande. Harry entrò da solo, ma fu presto raggiunto dai gemelli Weasley.

“Hey Harry, ce lo spieghi?” chiesero in coro.

Harry aveva paura di porre la domanda: “Cosa?”, ma la fece comunque.

“Come cosa?” si meravigliò Fred.

“Com’è che hai fatto a superare la Linea dell’Età di Silente?” completò George.

Harry si allontanò dai gemelli senza proferire parola e si sedette accanto a Neville. Il tavolo era quasi tutto occupato ed Harry si preoccupò per Maggie: avrebbe di sicuro trovato un posticino, ma purtroppo non accanto a lui. Gettò uno sguardo a Ron e Hermione che erano seduti poco lontano da lui. Sembrava che Hermione stesse rimproverano qualcosa a Ron, ma lui la ignorava fissando il piatto occupato da una succulenta bistecca. Lo stomaco di Harry si chiuse all’improvviso, prese del pane e corse fuori dalla Sala Grande. Incrociò Maggie nella Sala d’Ingresso.

“Non dirmi che stai andando via perché per pranzo ci sono di nuovo i cavoletti? Io ho una gran fame!”

Harry scosse il capo e rispose:

“Allora corri dentro, c’è una bistecca supergigante che ti aspetta!”

Maggie corse nella Sala Grande solo dopo aver mostrato a Harry il suo miglior sorriso.

Occupò il posto rimasto vuoto accanto a Neville e divorò la bistecca in pochi secondi. Per Maggie non esisteva nulla di più gratificante di un buon pasto dopo una giornata di noiose lezioni. Cercò di non farsi prendere dal panico quando le venne in mente che quel pomeriggio l’attendevano due ore di Pozioni. Il corso dei suoi pensieri fu interrotto da Neville che chiese a nessuno in particolare:

“Dov’è finito Harry? Era qui un attimo fa...”

La domanda fu ignorata da gran parte della platea, ad eccezione dei gemelli Weasley e qualcun altro che fecero spallucce con la bocca piena. Maggie ingoiò l’ultimo boccone e rispose:

“E’ in cortile, credo volesse stare un po’ da solo.”

Nel pronunciare la frase la ragazza fissò Ron con una certa insistenza, ma lui non se ne accorse. Hermione cercò di giustificare l’amico dicendo:

“E’ un po’ stressato...”

Maggie non riuscì a resistere ed esplose dicendo:

“E ti sei mai chiesta il perché?” fece un profondo respiro, intercettò lo sguardo di Ron e riprese: “Lo avete lasciato solo, lo avete abbandonato in un momento così difficile per lui. Eravate suoi amici, come avete potuto cancellare tutto questo per uno stupido Torneo. Che c’è Ron, sei invidioso? Non è stato lui a mettere il suo nome nel Calice di Fuoco, non è così folle e di certo non cerca la gloria...ne ha fin troppa e farebbe di tutto per poterla scaricare su qualcun’altro.”

Prese due kiwi e corse via indignata. Neville guardò Ron, poi Hermione e disse:

“Sono d’accordo con lei!”

Harry passeggiava intorno al lago fissando le sue scure acque. Il viso di Ron continuava ad apparire sulla superficie del lago e le parole che gli aveva detto la sera prima risuonavano nella sua testa. Si sentiva solo, abbandonato, ma dopotutto era quello il suo destino. I genitori lo avevano abbandonato quando aveva soltanto un anno e da allora gli unici a volergli bene erano stati Ron e Hermione. Ma adesso anche quella certezza era svanita, lasciando dietro di se una scia di malinconia. Era stato troppo bello per essere reale, doveva affrontare la vita da solo, senza nessuno che lo amasse.

Maggie lo raggiunse silenziosamente, facendolo sobbalzare quando gli offrì uno dei kiwi che aveva preso dal tavolo del pranzo.

“Non hai mangiato niente, prendi…”

Aveva gli occhi lucidi, sembrava avesse pianto o fosse sul punto di farlo. Harry prese il kiwi sussurrando un timido ringraziamento. Era sbucciato accuratamente, così accuratamente che risultò fin troppo chiaro che era stato pulito con la magia. Maggie confermò subito tale supposizione puntando la bacchetta contro il suo kiwi e mormorando un incantesimo sconosciuto al maghetto che la osservava con espressione indecifrabile. La ragazza completò la magia tagliando il frutto a fettine sottili e fece lo stesso con quello che Harry teneva ancora tra le mani. Mangiarono in silenzio, seduti in riva al lago. Nessuno dei due aveva intenzione di parlare, condividevano lo stesso desiderio, quello di restare in silenzio avvolti nei loro pensieri. La superficie del lago era immobile e nella sua quiete sembrava l’ideale per riflettere. Conciliava qualsiasi pensiero o riflessione passasse per quelle due menti così simili, cos diverse. All’improvviso Maggie prese la parola:

“Tu non meriti tutto questo, Harry.”

Il ragazzo finì il suo kiwi e lanciò un’occhiata malinconica alla sua interlocutrice.

“Vorrei tanto poter fare qualcosa...”

Anche lei si voltò a guardarlo. I suoi occhi erano ancora lucidi ed Harry si accorse che quella ragazza lo capiva più di chiunque altro.

“Lo stai già facendo...sei qui accanto a me, no? E questo mi rende le cose molto più semplici.”

Il suono della magica campanella interruppe i loro sguardi riportandoli alla realtà: due ore di Pozioni li attendevano nei sotterranei. Raggiunsero di corsa l’aula di Pozioni già piena e trovarono due posti in seconda fila. Ron lanciò uno sguardo curioso ai due nuovi arrivati, ma non fu notato. Malfoy stava per fare una delle sue viscide battute, ma fu bloccato dall’improvviso ingresso dell’insegnante di Pozioni. Le lezioni di Piton per Harry erano perfettamente inutili, non riusciva mai a cavare un ragno dal buco, eppure quel giorno, grazie all’aiuto della sua nuova amica, la pozione di Harry riuscì ad assumere il colore indicato dal libro, invece del solito marrone scuro. Si sentì stranamente sollevato quando, alla fine della lezione, consegnò a Piton la boccetta con la pozione appena preparata.

Maggie riusciva incredibilmente a rendergli la vita più semplice e, in quel momento così difficile, riusciva di certo a rendere il mondo di Harry molto più vivibile. Al suono della campanella la ragazza si congedò dicendo che aveva l’assoluto bisogno di una doccia dopo aver trascorso due ore all’aperto in compagnia dei simpaticissimi Schiopodi di Hagrid. Harry salutò l’amica con un gran sorriso divertito ed andò ad isolarsi in cortile. Si accoccolò dietro una grande quercia, in un angolo remoto del prato, lontano da sguardi indiscreti. Cercò di allontanare i pensieri riguardanti Ron, Maggie, le spille che lo screditavano invitando tutti a tifare per Cedric Diggory, come campione ufficiale di Hogwarts per il Torneo e si concentrò soltanto sulla Prima Prova, che tra pochi mesi avrebbe dovuto affrontare. Cosa poteva essere? Harry provò un moto di paura e sconforto nel profondo del suo stomaco: se Ron e Hermione fossero stati accanto a lui avrebbero reso tutto più facile. Abbandonò le preoccupazioni per la Prima Prova del Torneo Tremaghi, con la speranza di ricevere aiuto da Maggie. Si appisolò poco dopo, esausto, sul morbido prato verde. Sognò Basilischi, serpenti, ragni giganti, Schiopodi cercando tra quelle creature una abbastanza credibile come Prima Prova del Torneo.

“Eccoti, finalmente ti ho trovato”

Harry aprì gli occhi e vide apparire la figura sfocata della sua amica dai capelli crespi.

“Credevo ti fossi dimenticata di me” rispose ancora assonnato.

“Come va?” chiese Hermione sedendosi accanto all’amico.

Harry rispose stringendosi nelle spalle.

“Beh, anch’io credevo ti fossi dimenticato di me. Adesso hai una nuova amica, quella Margaret Smith”

Harry rispose con una risata amara, che non aveva proprio nulla di allegro. Non gli sembrava molto giusto che Hermione si comportasse in quel modo. Non solo l’aveva “abbandonato” adesso pretendeva anche che lui non si facesse altre amicizie.

“Sei gelosa?” chiese all’improvviso.

Hermione arrossì, rendendosi conto di quanto fosse stata irriguardosa.

“Scusami” mormorò tra i denti. Harry le rivolse un timido sorriso.

“Mi dispiace per quelle spille...” cominciò Hermione, ma Harry la zittì con un cenno: quello era di certo l’ultimo argomento di cui avrebbe voluto parlare con la sua migliore amica.

“E comunque Maggie è molto carina...voglio dire...mi sta vicino...”

Hermione rispose sorridendo:

“A pranzo ci ha rimproverati per averti abbandonati. Ron ci è rimasto malissimo.”

Harry sorrise immaginando la scena, poi disse:

“Non parlarmi di lui, ti prego. Mi ha deluso!”

“Lo so” rispose la ragazza “ma presto si renderà conto di quanto è stato stupido. È tipico di Ron, no? Hai trovato una buona amica, sono contenta per te!”

Harry non rispose, fissò intensamente il lago alle spalle di Hermione. Non era sicuro che Maggie fosse soltanto una buona amica. C’erano stati degli sguardi molto intensi e molto diversi da quelli scambiati con Hermione durante la loro amicizia, eppure Hermione era la sua migliore amica. E se fosse stato qualcosa di più? Il cuore di Harry sorrise al solo pensiero di essere amato da una ragazza così sensibile. Guardò Hermione e mormorò:

“Andiamo a cena”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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