CAPITOLO
V
Le acque del lago
sembravano quasi rosa alla luce del sole che stava per tramontare. Due persone,
un ragazzo e una ragazza, passeggiavano l’uno accanto all’altra nel cortile di
Hogwarts. Guardavano in silenzio quel meraviglioso spettacolo della natura senza
accorgersi di Harry, che era seduto dietro la solita quercia con le Orecchie
Oblunghe pronte a captare il minimo rumore.
“Maledizione!” pensò
tra sé il maghetto. Cedric lo aveva anticipato, impedendogli di chiarire le cose
con Maggie. Era stato uno stupido, aveva abbandonato la ragazza per la quale
credeva di provare un sentimento importantissimo, lo stesso sentimento che, fino
ad allora, lo aveva protetto da Lord Voldemort. Era sceso in cortile con la
speranza di trovare Maggie da sola, seduta magari sull’erba a fissare il lago,
per poterle parlare. E invece era rimasto deluso nel vederla già in compagnia
del ragazzo che poco tempo prima aveva respinto poiché credeva di provare
qualcosa per qualcun altro. E se quel qualcun altro fosse stato davvero lui?
Aveva ormai perso ogni possibilità, chiuse gli occhi e attese che qualcuno
parlasse.
All’improvviso
Cedric disse:
“Non è
bellissimo?”
Maggie sussultò,era
così intenta a guardare il tramonto che si era quasi dimenticata di avere un
ragazzo accanto a sé. Annuì voltandosi a guardare il suo interlocutore e
rivolgendogli un gran sorriso. Lui riprese:
“Perché non ceniamo
qui?”
“Cosa?” chiese
Maggie sgranando gli occhi.
“Una volta ho
salvato la vita ad un elfo domestico di Hogwarts e adesso mi è debitore. Potrei
farmi portare qui la cena...” spiegò con naturalezza.
Il vento si alzò,
scompigliando i capelli di Maggie e facendo svolazzare il mantello del
ragazzo.
“Non è che non
voglia Ced, ma forse non è il caso. Fa un po’ freddo.” si scusò la
ragazza.
“Hai ragione”
rispose lui “Sarà per un’altra volta”
Non sembrava deluso,
bensì allegro. Aveva accanto la ragazza con la quale aveva sempre desiderato
guardare il tramonto e non poteva certo lamentarsi se lei aveva rifiutato di
pranzare all’aperto durante una fredda serata di Dicembre.
Lei, invece, si era
rattristata: aveva l’impressione di aver deluso Cedric, così avanzò una nuova
proposta:
“E se cenassimo al
chiuso? Potresti farti portare la cena in un’aula o da qualche altra parte nel
castello.”
Lui rifletté per
qualche minuto, poi disse:
“Conosco un
incantevole passaggio segreto, proprio accanto alla Sala Comune della mia Casa.
Dammi un istante ed organizzo tutto!”
Diede un bacio sulla
guancia alla ragazza che arrossì e corse allegramente nel castello. Maggie era
rimasta sola, così Harry, dopo aver raccolto con cura le Orecchie Oblunghe le si
avvicinò timidamente.
“Ciao Meg” mormorò
alle sue spalle facendola sussultare.
Lei si voltò ed
osservò Harry con espressione indecifrabile.
“Ciao, coma
va?”
“Bene. Posso
sedermi?”
La ragazza annuì
senza convinzione, ma Harry colse l’occasione per evitare che cambiasse
idea. Fece un profondo respiro,
lanciò un’occhiata al Sole ormai quasi completamente scomparso dietro le
imponenti montagne che circondavano il castello e
cominciò:
“Sono qui per
scusarmi. Sono stato uno stupido, accecato dall’amicizia che c’è tra me e Ron.
Mi dispiace tanto averti trascurata.”
Anche Maggie
sospirò, poi rispose:
“Te lo ricordi
quello che ti ho detto il primo giorno che ti sei seduto accanto a me a lezione?
Ti avrei ospitato volentieri finchè Ron non fosse ritornato sui suoi passi e si
fosse scusato. Beh, quindi non devi scusarti, no?” sospirò ancora e concluse
dicendo: “E’ tutto a posto, Harry. Sono contenta per te.”
“Ma io non voglio
che finisca così” obbiettò Harry indignato.
“Non sta finendo
proprio niente, diciamo solo che il tempo da passare insieme è un po’
diminuito”
Harry non sapeva
cosa rispondere. Si era messo in quell’assurda situazione con le sue stesse mani
e non sapeva più come uscirne. Si alzò e, con le lacrime agli occhi,
sussurrò.
“Sarò sempre qui per
te!”
La ragazza, senza
riuscire a guardarlo, rispose:
“Lo so. Ci sarò
anch’io.”
Una lacrima le rigò
il candido volto, ma passò inosservata poiché Harry era già corso via,
incrociando Cedric che fischiettava tutto allegro mentre attraversava
l’ingresso.