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Autore: AngelAnderson15    12/12/2013    1 recensioni
Gli Warbler sono al loro ultimo anno di liceo quando Thad Harwood diventa inaspettatamente taciturno, perso nei suoi pensieri e terrorizzato da tutto ciò che lo circonda per colpa delle violenze del patrigno omofobo. Thad, troppo spaventato per denunciarlo decide di tenere tutto nascosto ma Sebastian Smythe, il suo compagno di stanza, inizierà ad investigare su Thad e finirà ben presto ad innamorarsi di lui. Thad riuscirà ad abbandonare le sue difese per aprirsi a Sebastian e Sebastian saprà curare tutte le ferite di Thad senza far peggiorare la situazione?
E' la mia prima long quindi beh spero vi piaccia. Grazie a chi leggerà
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Il ventidue novembre.

P.O.V Sebastian

Stavo camminando lentamente nei corridoi, il mio passo era simile a quello di un condannato a morte che si avvicina al patibolo ma la posta in gioco era troppo alta per tirarmi indietro.

Arrivai davanti a quella porta che mai come allora mi sembrò così spaventosa così bussai piano sperando che non ci fosse nessuno dietro quella porta ma per mia sfortuna o fortuna, visto che non avrei più trovato il coraggio di farlo in un secondo momento, una voce decisa e leggermente brusca mi invitò ad entrare. La presidenza era una stanza molto grande: le luci soffuse ,delle strane poltrone colorate che stonavano con le pareti color avorio, un enorme orologio faceva una bella mostra di se quasi a ricordarmi che l’orario di visita era scaduto da tempo e una cattedra abbastanza grande da contenere due tigri del bengala ma che sembrava microscopica con tutte quelle scartoffie sopra.

-Aveva bisogno di qualcosa signor Smythe?- e ,davvero, non avrei dovuto guardare così tante volte la porta , le mie gambe non avrebbero dovuto tremare così tanto e decisamente la mia faccia non sarebbe dovuta sembrare così disperata e forse per questi motivi o per il semplice fatto che ormai era stata interrotta, la preside scostò malamente le scartoffie che stava precedentemente compilando e mi guardò con attenzione.  

-Per quale motivo si trova qui a quest’ora tarda della notte?- chiese ancora mentre mi davo mentalmente dell’idiota per non aver risposto alla domanda precedente così ,prendendo un bel respiro, dissi solo -Sono qui per parlarle della condizione familiare di Thad Harwood-.

Gli occhi della preside mi scrutarono curiosi e il mio cuore saltò qualche battito; ormai non potevo più tirarmi indietro.

P.O.V Nick

Aprii la porta della stanza di Thad e Sebastian preoccupatissimo perché sia Thad che Sebastian non si erano presentati alle lezioni mattutine, Jeff aveva provato più e più volte a rassicurarmi ma dopo il pranzo ero letteralmente schizzato via dalla sala prove degli Warbler (che ,tra l’altro, continuavano a tartassare di domande me e Jeff per sapere cosa stesse succedendo a Thad) per andare a vedere cosa stessero facendo quei due.

Ignorai Jeff che, con il fiatone dovuto alla corsa che aveva fatto per raggiungermi, continuava a ripetermi di lasciarli la loro privacy e spalancai la porta, mi tranquillizzai nel vedere Thad che dormiva e -Okay Jeff avevi ragione, Thad stà bene e io mi sono preoccupato per nulla- dissi iniziando a scuotere il più delicatamente possibile il moro che però con mio sommo orrore non si svegliava -Nick?- sussurrò Jeff leggermente spaventato dall’innaturale immobilità dell’ispanico -Prova a svegliarlo tu- dissi con una voce che a stento riconobbi come mia.

Erano passati dieci minuti e Thad non si svegliava così -Prendilo per le ascelle, dobbiamo portarlo in infermeria- dissi a Jeff che mi guardava cercando delle rassicurazioni che io non potevo dargli -M-ma lui non può andarci. Noteranno i- sussurrò incerto il mio biondo indicando le cicatrici del corpo dell’ispanico che si potevano vedere anche da quella poca pelle scoperta dal pigiama -Jeff lui DEVE andare in infermeria- e ,sul serio, non ricordavo di aver mai ringhiato in quel modo contro qualcuno ma non mi sentii in colpa con Jeff neanche per un istante (ovviamente il giorno dopo lo riempii di scuse a non finire) ma proprio quando stavo per prendere il braccio il mio migliore amico -NICK SO CHE COS’HA- mi urlò Jeff nelle orecchie con un sorriso sollevato in volto indicando il flacone vuoto abbandonato sul comodino.

-Sono sonniferi Jeff- dissi con voce fin troppo glaciale per i miei standard, mentre un ondata di paura spazzò via con stizza il sollievo che ,per poco, avevo provato -Potrebbe averne presi una dose e-esagerata- balbettai cercando di non pensare al peggio,

-Ma non l’ha fatto, mia zia usava dei sonniferi per dormire e conosco la dose giusta. Thad ne ha presi abbastanza per dormire 12 ore intere non di più- disse il mio ragazzo sicuro di se e con quel sorrisone ad incorniciargli il volto, così, rilassai le spalle e lo abbracciai stretto.

Dovevamo solo aspettare che Thad riprendesse coscienza.

P.O.V Thad

La testa sembrava voler scoppiare da un momento all’altro, la luce mi sembrava accecante, le voci troppo alte in torno a me e il mio corpo che  formicolava dappertutto.

-S-seb?- balbettai cercando di riacquistare la vista, -No, siamo i Niff- disse Jeff facendomi sorridere per quel nomignolo che gli avevo affibbiato e -Che ci fate qui?- chiesi confuso guardandomi intorno -Perché hai preso dei sonniferi Thad?- chiese duro Nick che, finalmente ero riuscito a sconfiggere la luce ed aprire gli occhi, era a due spanne dal mio letto.

I ricordi della scorsa notte mi riportarono bruscamente alla realtà e

-Quanto ho dormito?- chiesi cercando di alzarmi dal letto -Dodici ore e mezzo- disse calmo Jeff spingendomi di nuovo tra le lenzuola.

-Rispondimi Thad- quasi abbaiò Nick furente e facendomi perdere qualche battito -Io non gli ho presi me li ha dati….- dissi spalancando gli occhi, un brutto presentimento mi fece venire la pelle d’oca mentre ripensavo velocemente a tutto ciò che aveva fatto Sebastian: i suoi troppi “scusa”, la sua determinazione a non lasciarmi tornare da mio padre, volermi portare a far vedere da qualche medico e tutto mi fu chiaro.

P.O.V Narratore

Thad alle due e dieci del pomeriggio di uno degli ultimi giorni di novembre si ritrovò su un letto, in pigiama e con i suoi amici che cercavano di farlo tornare in se, Thad alle due e dieci del pomeriggio del ventidue novembre si ritrovò con il cuore spezzato da quella persona che era riuscita, seppure per poco, a rincollargli tutti i pezzi.

Sebastian alle due e dieci del pomeriggio del ventidue novembre si ritrovò a piangere in silenzio con la schiena contro un albero della scuola mentre guardava la macchina grigia della preside uscire dalla scuola.

  
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