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Autore: Betta3x9    12/05/2008    12 recensioni
(M come Mihael)
"Mihael"
Solo questo – Mihael – sussurra Matt, vedendolo.
Mi-ha-el. Punto.
E poi rimane lì, fermo, guardandolo come si guarda un quadro, o una statua.
[E' una cosa strana da pensare, ora che Matt – Matt – è lì davanti a lui, è strano pensare che lui, il suo nome, l'aveva quasi dimenticato]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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B come BICICLETTA

Mello era un bambino cocciuto, testardo come un mulo, come ripeteva spesso Matt.
Insomma era una di quelle persone che, quando si mettono in testa una cosa, la fanno a qualsiasi costo, e nulla, assolutamente nulla, avrebbe potuto dissuaderlo dal suo intento.

“Sono pronto”
Esclamò Mello, sistemandosi sul sellino della bicicletta, bicicletta sulla quale non era assolutamente capace di andare.
Ancora per poco, almeno.

Matt osservò l'amico che cercava di rimanere in bilico su quel dannato aggeggio.

Mello e le sue follie...
Il giorno prima se n'era uscito, in seguito a chissà quale balordo ragionamento, con questa storia di dover assolutamente imparare ad andare in bicicletta; proprio lui che non si era manco mai avvicinato ad uno di quegli affari.

Quando Matt scherzando (ma non troppo), gli aveva consigliato di provare prima con le rotelle, l'altro gli aveva scoccato un'occhiata che avrebbe incenerito chiunque.

Ma Matt non era chiunque, e lo dimostrava il fatto che fosse lì, accanto a quel pazzo del suo amico, che voleva imparare ad andare in bici a dodici anni suonati.

Così, all'improvviso, eh!

Chissà, forse il giorno seguente gli sarebbe venuto in mente di non saper suonare il trombone e l'averebbe giudicata una cosa inaccettabile, fino a convincersi che la sua vita sarebbe dipesa dal saper suonare o meno il trombone.

Matt già si vedeva in balia di un Mello in veste di musicista improvvisato, quando il suddetto pazzo lo richiamò alla realtà.

“Ci vogliamo dare una mossa?”

Matt sospirò, raggranellando un po' di quel la pazienza di cui, era sicuro, avrebbe fatto largo uso di lì a poco.

“Mello, ma mi spieghi come diavolo faccio ad insegnarti ad andare in bici?! Mica te lo posso spiegare! Devi provarci da te!”
“Sei un pessimo insegnante, Matt!”
Esclamò accigliato il biondo, mentre posizionava i piedi sui pedali, cercando di mantenere l'equilibrio.
E non era una cosa da poco.

“Io vado, eh!”

Mello staccò i piedi da terra, spingendo sui pedali.
Ovviamente cadde come una pera cotta.

Matt scoppiò a ridere: a sua difesa va detto che la scena del biondo che si dibatteva sotto quella vecchia bicicletta doveva apparire veramente comica.
Vallo a spiegare a Mello.

“Invece di startene lì a sghignazzare, vieni a darmi una mano!”

Matt afferrò la bicicletta per il telaio, sollevandola facilmente.
Mello, mentre si toglieva la polvere da vestiti, lanciò un'occhiataccia a quella macchina maledetta, che sembrò ignorarlo.

Nessuno può permettersi di ignorare Mello: era una delle frasi preferite del biondo.
Perciò afferrò la bicicletta per metterla dritta, trovando soddisfazione nello strattonarla malamente, per vendicarsi del torto subito.

Matt osservò la scena trattenendosi a stento dall'alzare gli occhi al cielo: si impose di prenderla con filosofia.

Nel frattempo la lotta tra l'uomo e la macchina continuava: Mello era nuovamente seduto sul sellino della bici, mentre quest'ultima si dibatteva, quasi fosse viva, con il chiaro intento di disarcionarlo.

Evidentemente non correva buon sangue tra i due.

“Matt, reggi questo aggeggio, quando stacco i piedi da terra!”
“Ti dovrei reggere la bicicletta? E perché mai?”
“Se no perdo l'equilibrio! Perciò fa qualcosa di utile in vita tua, e vieni qui”

Com'era? Ah, sì: doveva prenderla con filosofia.
Peccato che a lui la filosofia non fosse mai piaciuta.

“Ok, lascia!”
Esclamò Mello all'amico, una volta che aveva acquistato un illusorio equilibrio, dovuto al fatto che la bicicletta si teneva sù per intercessione del rosso.

Il risultato fu che il suddetto marchingegno compì qualche metro, zigzagando anche, prima che la ruota anteriore si incastrasse in una panchina, catapultando uno stupefatto Mello poco più avanti.

Effettivamente non fu un gran miglioramento.

“MATT!”

Ed adesso cosa poteva mai aver fatto di male?

“Ti avevo detto di tenermi questo dannato affare!”

Così sarebbe colpa sua?

“Ah, certo! Scusa se non mi sono fatto sfracellare le dita nelle ruote, ovviamente è colpa mia se sei caduto!”
“Ecco, sì”

Matt soffocò una risata.
Dio, avrebbe dovuto mettere un'insegna.... Sto facendo uso di ironia?
Meglio di no.
Essere fatto a fettine da un Mello nel pieno di una crisi schizofrenica, non era esattamente la sua massima aspirazione.



Un paio d'ore più tardi, e qualche livido più in là, il biondo si ritrovò ad ammettere che, effettivamente, non era stata una buonissima idea quella della bicicletta.
A dire il vero lo ammise, sì, ma solo a se stesso.

Peccato che Matt fosse capace di leggere ogni sfumatura espressiva dell'altro, catalogandola sempre nel modo corretto.
L'occhiata che gli rivolse Mello fece lampeggiare l'allarme pentimento nella sua testa.

“Continuiamo domani”

A Matt scappò un sorriso, e si gettò, felice, sull'erba.
Mello, dopo aver esitato un attimo, gli si sedette accanto, compostamente, scartando una tavoletta di cioccolata sbucata fuori chissà da dove.

“Mello, toglimi una curiosità”
“Cosa c'è, Matt?”
“Cos'è questa storia della bici?”
“Ehm, esattamente cosa?”
“Hai capito”
“...”
“Allora?”
“Near non sa andare in bicicletta”
“Mello?”
“Sì?”
“Inizia a correre”

FINE

Grazie mille a chi ha commentato il precedente capitolo: Adaralbion (grazie mille per la dritta sull'H e la Z, quest'ultima è geniale! *-*), Ardenspuffy, Soleya (perché la tua amica gridava, scusa? xDDDD), cicoria, Slepless, beat, Reinchan86, strana90.
Ci vediamo con la "C" (anche se penso che sia facile da indovinare il titolo del prossimo capitolo! xDDD).




   
 
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