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Autore: AnneC    14/12/2013    5 recensioni
Si può abbandonare il proprio Paese e una volta all’estero cercare qualsiasi cosa che ti tenga aggrappato ad esso?
Si può ripartire da zero, iniziare una nuova vita, creare una nuova versione di te senza sentirsi spaesati e soli in una metropoli che ti attende oltre le finestre?
Riuscirai a ristabilire l’ordine o andrà tutto a rotoli?
Resterai o tornerai indietro?
In ogni battaglia serve qualcuno che ti copra le spalle nei momenti di difficoltà e che esulti con te della vittoria. Ma puoi trovarlo in mezzo ad una folla sconosciuta?
C’e chi riesce nel suo intento e chi invece rimane sconfitto.
Cos’è successo a me? Stavo precipitando, ma qualcuno mi ha portata in salvo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25

~•~

They say bad things happen for a reason.


Si gela qui fuori e decido di raggiungere le mie amiche. Devono anche spiegarmi per quale motivo mi hanno portata qui. Mi stingo la sciarpa che avevo come benda intorno al collo e cerco di riscaldarmi le mani sfregandole tra loro, ma sembra tutto inutile. Aumento il passo, cominciando già ad assaporare l’ambiente caldo dell’auto.
“Stai scappando?” chiede qualcuno alle mie spalle. A quelle parole mi fermo di colpo, ma il mio istinto mi dice di non voltarmi. Strano, non mi sembra di aver visto nessun altro all’esterno dell’edificio. Possibile che la mia mente cominci a giocarmi brutti scherzi?
Mi volto cauta, consapevole che probabilmente abbia immaginato quella voce che conosco alla perfezione. Un ragazzo, avvolto in un cappotto scuro, occupa il posto in cui mi avevano lasciato le mie amiche poco fa e  non appena incrocio il suo sguardo, un’espressione sorridente si fa largo sul suo volto. Mi avvio lentamente verso di lui, osservando le simpatiche nuvolette che mi escono dalla bocca a causa dell’aria gelida e metto le mani nelle tasche, sperando che riesca a tenerle sufficientemente al riparo dal freddo.
Danny mi osserva silenzioso e segue ogni mio movimento col sorriso stampato sulle labbra. In questo momento non so se essere felice del fatto che sia qui oppure dovrei voltargli le spalle e farlo uscire una volta per tutte dalla mia vita. Ma con l’aumentare del  ritmo dei miei passi mi rendo conto che, nonostante gli ultimi avvenimenti, ciò che provavo per lui non è cambiato minimamente.
Quando ormai pochi metri ci separano, noto che ha in mano delle rose rosse.
Vuole farsi perdonare.
Crede che sia tutto così semplice e che si risolva con un omaggio floreale? Si sbaglia di grosso.
“Non sono io quella che scappa” affermo fermandomi di fronte a lui, lasciando una porzione di spazio che mi permetta di tenere a bada la parte di me che vorrebbe solamente rifugiarsi tra le sue braccia.
“Neanch’io l’ho fatto” ammette, porgendomi quei fiori.
“E allora cosa ci facevi a Dublino?” chiedo dopo aver accettato quelle rose, che non alleggeriranno di certo la sua colpa.
“Sono sempre stato a Londra” dice serio, accarezzandomi un braccio.
“Non mentirmi” lo rimprovero allontanando la sua mano, nonostante il suo tocco mi regalasse una piacevole sensazione di calore.
“Sì, ti ho mentito. Non sono andato in Irlanda” continua, accorciando la distanza di sicurezza che avevo lasciato tra noi, mandando all’aria la mia strategia di difesa.
“Ma Glen e Mark…” lascio la frase in sospeso, incredula a ciò che mi sta dicendo. Perché avrebbero dovuto mentirmi?
Qual è la verità, adesso?
“Sono stati miei complici, però la parte più difficile l’ha fatta Marisol. È stata lei ad informarmi di ogni tuo singolo spostamento” annuncia guardando in direzione dell’auto di Camille. “Sono io che l’ho assillata con tutti quei messaggi” continua non riuscendo a trattenere un sorriso divertito.
“Perché hai fatto tutto questo?” chiedo titubante, ripensando ai mille dubbi che hanno occupato i miei pensieri fino a poco fa.
“Perché volevo sentirmi dire che appartengo alla categoria degli egocentrici e stronzi” ammette ridendo di gusto.
“No, ti ho detto che sei uno di quei musicisti egocentrici e pieni di sé. Essere stronzi è una categoria a parte” lo correggo. “Devo dire che però ti sei proprio impegnato per guadagnarti questa nuova qualità” ammetto non riuscendo a trattenere un sorriso.
“Sapevo che qualcuno me l’avrebbe detto prima o poi” afferma alzando le spalle. “E onestamente, sono orgoglioso che me l’abbia attribuita proprio tu questa caratteristica” aggiunge accarezzandomi dolcemente il viso.
“Davvero, qual è la vera ragione di questa messa in scena?” domando, fissandolo intensamente negli occhi. Quello che ha fatto non ha alcun senso o almeno io non riesco a trovarne uno.
“Ho voluto complicarti la vita”.
“Non è stata una passeggiata finora” intervengo interrompendolo.
“Lo so, ma sarebbe stato tutto troppo semplice dopo che  la situazione con Josh si è chiarita” ammette sincero. “E poi avresti sospettato che Rose e Marisol ti stessero portando qui da me”.
“Sei uno stronzo” l’accuso, mentre un sorriso affiora nuovamente sulle mie labbra. Se l’è meritato pienamente.
“Ci stai prendendo gusto” afferma divertito.
“Ma perché siamo qui, adesso? È tardi e fa freddo” mi lamento rabbrividendo. Non poteva portarmi altrove? Perché proprio all’aeroporto, di notte e per di più con la neve che rende la temperatura ancora più bassa?
Danny mi porge la mano ed io la stringo all’istante, cercando di rubargli un po’ del suo calore. Lo seguo verso l’aeroporto, convinta che mi condurrà al suo interno ed invece ci fermiamo accanto ad una tabella con su scritto “taxi”.
“È qui che ci siamo incontrati la prima volta” mi ricorda con una strana luce negli occhi.
Mi guardo intorno e solo adesso il suo folle piano acquista un senso.
Un mese fa, occupavo lo stesso posto e fissavo l’ultimo mezzo di trasporto che era appena stato occupato.
È qui che tutto ha avuto inizio.
La luce sfavillante che si era impossessata repentinamente degli occhi di Danny, si fa strada anche nei miei e non posso far altro che sorridere soddisfatta.
Sono soddisfatta della strada che ho percorso fino a questo momento. Non è stato per niente facile devo ammetterlo, ma ho trovato persone disposte ad aiutarmi. Ed una di queste, forse la più importante, è accanto a me e mi osserva soddisfatta dell’atmosfera che si è appena creata. Ora più che mai voglio fiondarmi tra le sue braccia, ma le rose che mi ha regalato mi sono alquanto di intralcio.
“Ti dispiace se le appoggio qui?” chiedo all’irlandese, indicando il marciapiede. Annuisce, ma probabilmente non capisce il perché di quest’azione.
Non voglio che si rovinino perché non riesco a mantenere la distanza che ero così determinata a mantenere inizialmente. Adagio i fiori al suolo e mi avvicino a Danny, ma lascio che sia lui a stringermi a sé. Sono sicura che non stesse aspettando altro, così come io sono convinta che non mi staccherò neanche un secondo da lui. Sono determinata a recuperare il tempo perso e anche a trovare un po’ di riparo da quel freddo pungente.
Mi sembra di essere tornata alla notte della sua esibizione all’O’Donnell. Finalmente mi sento di nuovo completa, in pace con me stessa, accettata nonostante i miei difetti e le mie mille paure, amata per quello che sono e non perché conquistandomi si diventi il vincitore di una sfida.
Non ci sono più scelte da fare, persone da confrontare o strategie a cui resistere, tutto si è dissolto, proprio come l’aria fredda che mi stava congelando fino a qualche istante fa. È sempre stato questo il mio posto, con Danny, col suo profumo che mi invade le narici e con il suo calore che mi protegge dal freddo.
“Grazie” sussurro mentre mi stringo ancora di più contro il suo petto e lui mi stampa un bacio sulla fronte con naturalezza, come se l’avesse fatto un milione di volte.
“Grazie per avermi sconvolto la vita” ammetto guardandolo dritto negli occhi.
“Non credi di esagerare?” mi domanda sorridendo.
“No. Chissà come sarebbe andata se non ti avessi incontrato” ammetto, non riuscendo ad immaginare niente senza lui al mio fianco.
“Non saresti qui adesso, questo è sicuro” afferma gongolante.
“Neanche tu. Forse a quest’ora avresti avuto qualcun altro accanto a te” dico pensierosa, distogliendo lo sguardo.
Magari qualcuno migliore di me.
“Voglio solo te al mio fianco” annuncia serio, alzandomi il mento affinché potesse incrociare di nuovo i miei occhi. “Non mi importa nient’altro se non sapere che nonostante tutto, tu abbia scelto me” continua, lasciandomi senza fiato.
“Non ho fatto alcuna scelta. È cosi che doveva andare fin dall’inizio” lo informo, facendo scorrere le mie mani fino ad intrecciarle con le sue. “A dire il vero l’ho sempre saputo, solo che non volevo ammetterlo a me stessa”. È fatta, la freccia di Cupido è andata a segno.
“E sei sicura di questo?” mi chiede ammiccando.
“Non sono mai stata così sicura in vita mia” gli rispondo.
“E non cambieresti idea neanche se...” si interrompe pensieroso.
“Neanche se?” lo incoraggio reggendo il suo gioco, qualunque esso sia.
“Neanche se qualcun altro  ti dedicasse una canzone?” continua soddisfatto.
“Una canzone a caso? Sai, avrei una preferenza” dico mordendo leggermente il labbro inferiore.
Danny si guarda intorno con aria circospetta, ma cosa sta cercando?
“Mi dispiace, non c’è nessuno nei paraggi disposto a cantare. Sarà per la prossima volta” afferma per niente dispiaciuto, avvicinando il suo viso al mio.
Non riesco a distogliere i miei occhi dai suoi, mi ha completamente ipnotizzata. Comincio a sentire il mio cuore battere all’impazzata e il respiro rallentare impercettibilmente. Danny temporeggia a diminuire lo spazio tra le nostre labbra e un sorriso malizioso si fa largo sul suo volto.
Prendo l’iniziativa e mi avvicino ancora di più, alzandomi leggermente sulle punte, ma l’irlandese mi ferma, appoggiando l’indice sulle mie labbra.
Cosa gli prende?
Lo scruto attentamente, ha gli occhi fissi nei miei e sembra che sia come in attesa di qualcosa.
“Cosa stiamo aspettando?” domando dopo un attimo di esitazione.
Danny non mi risponde, ma osserva il cielo buio sopra di noi e solo dopo qualche istante le sue labbra si allargano in un sorriso rilassato.
Non ci sto capendo più niente. So solo che voglio baciarlo, non mi importa cos’altro abbia organizzato.
“Il momento perfetto” dichiara mentre alcuni fiocchi di neve cominciano a danzare nell’aria.
Guardo in alto, incredula a ciò che sta accadendo. Come faceva a sapere che sarebbe successo?
Nel momento in cui torno ad incrociare i suoi occhi, noto con piacere che ci sono pochissimi millimetri a separare le nostre labbra. Danny mi sorride e si decide ad annullare quell’impercettibile spazio che ancora ci divide.
Mi sento come se la forza di gravità fosse di colpo sparita, permettendomi di fluttuare leggera nell’aria.
La barba di un paio di giorni mi solletica la pelle e le sue braccia mi avvolgono, come se non volessero più lasciarmi allontanare da lui. È come se il tempo si fosse fermato, per permetterci di recuperare ogni singola occasione persa precedentemente.
L’intensità del bacio si affievolisce lentamente, ma non mi interessa se sono quasi senza fiato, voglio di nuovo lasciarmi andare a queste meravigliose sensazioni.
E Marisol aveva ragione, il punto per il miglior bacio va a Danny.
“Sapevi che sarebbe finita così?” chiedo, dopo un lungo respiro, ripensando a tutti gli ostacoli che abbiamo superato.
“Lo speravo con tutto me stesso” dichiara seguendo il percorso di alcuni fiocchi di neve che scendono disordinati dal cielo.
“E non hai mai dubitato che ti avrei lasciato qui e me ne sarei andata?” domando incuriosita. Dopotutto nessuno potava assicurargli in che modo avrei reagito a questa situazione.
“Non l’avresti fatto senza avermi chiesto delle spiegazioni” ammette. “Ed è quello che hai fatto”.
È vero, ho lasciato che mi spiegasse il suo piano.  Avrei ascoltato ogni sua singola parola in ogni caso, lo sapeva benissimo persino lui.
“E come facevi a sapere che ti avrei baciato?”. Questo non poteva saperlo.
“Sapevo che anche se tu provassi la metà di ciò che sento io ogni volta che siamo nella stessa stanza, non potevi non farlo” afferma ammiccante, con la sguardo carico di passione.
“E se invece...”.
“La smetti con le domande?” mi interrompe divertito, passandosi una mano trai i capelli.
“Un modo ci sarebbe per farmi stare zitta” dichiaro maliziosa, prima che Danny faccia aderire le sue labbra sulle mie.
Cosa volevo chiedergli? Non lo so.
Ogni volta che mi bacia finisce col farmi perdere il filo dei miei pensieri.
Certo che è proprio strana la vita.
Il destino intreccia abilmente le strade di migliaia di persone. Qualcuno fa la comparsa nella nostra vita e per forza di cose siamo costretti a non dargli peso, presi come siamo da continue questioni e relative soluzioni. Sta solamente a noi decidere se incroceremo lo sguardo di quello sconosciuto una sola volta, come una meteora che illumina per un istante il cielo, oppure scegliere che quegli occhi affolleranno la nostra mente senza lasciarla mai.
Ma se la fortuna è a vostro favore e le vostre strade si incontrano di nuovo, non c’è alcun motivo per ignorare il destino, soprattutto perché è possibile che ci sia un terzo incontro che non avevate programmato.
Esatto, è la tipica trama da film smielato, in cui tutti gli elementi dell’Universo indicano che quella è la persona giusta per te.
Non credevo potesse accadere una cosa del genere nella vita reale, almeno fin quando non è capitato a me. In fin dei conti si tratta solo di dare una possibilità ad uno sconosciuto ed è quello che ho fatto.
Dove mi ha portato il semplice gesto di dargli un’occasione?
Mi ha condotto nella fredda notte di San Valentino, sola e bendata ad attendere che accadesse qualcosa, un segno, che poi è magicamente diventato l’incontro con qualcuno. Quel qualcuno di cui non volevo sapere più niente e dalla quale volevo mantenere le distanze, perché un suo semplice gesto mi avrebbe fatto cambiare idea all’istante.
Lui però ha ignorato la mia silenziosa presa di posizione, diminuendo pericolosamente lo spazio tra di noi ed annientando completamente le mie difese già vacillanti, ma dopotutto di cosa mi meraviglio? Ho sempre saputo che avrebbe fatto ugualmente breccia nel mio cuore anche se l’avessi rinchiuso in una fortezza impenetrabile.
Danny O’ Donoghue conosce il mio punto debole.
È lui il mio punto debole.


 

~•~

Salve a tutti...
Io... Non so cosa dire...
Avrei dovuto aggiornare ieri, ma
pubblicare il venticinquestimo capitolo
di questa storia, significa che ormai siamo
giunti alla fine. Nonostante questo sia
l’ultimo capitolo, non so se avete notato che non è
apparsa quella malvagia dicitura “Completata”.
Il che significa che ci sarà un epilogo! Yeah!
D’accordo, mi entusiasmo con poco però
dopo aver riletto l’ultimo capitolo sul sito
con relativo film mentale
ed essermi emozionata, lacrimuccia compresa
mi sono convinta ancora di più del fatto
che debba esserci un epilogo.
Ok, sto scrivendo tantissimo e questo
significa che vi sto trattenendo più del dovuto.
Su su, tornate al vostro lavoro e
fatemi sapere la vostra opinione a riguardo.
Lo so, che vi state chiedendo quando sarà
disponibile al cinema il mio film mentale
online l’epilogo, ma non posso assicurarvi
che lo pubblichi venerdì. In ogni caso, le vacanze
natalizie e il mio compleanno sono alle porte, quindi
direi che lo troverete sotto l’albero :D
Ora la smetto davvero di scrivere così tanto...
Grazie a tutti,
un bacio

~ AnneC

 

   
 
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