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Autore: motherfaca    14/12/2013    4 recensioni
L'amore è un piccolo sentimento borghese destinato alle persone, pazze di senno, che non aprono gli occhi al mondo da cui sono circondati.
Le persone cosa sanno veramente dell'amore? Viene sottovalutato come sentimento, viene catalogato come sentimento bello, bellissimo, perfetto, realmente è solo il sentimento più fastidioso da provare, è quella "cosa" che non vorrei provasse neanche il mio peggior nemico.
Parlate, parlate quanto volete, ditemi quanto io sia pazzo ad odiare l'amore, dite tutto quello che volete, ma io sarò sempre lì a dirvi quanto voi vi siate sbagliati.
Tutto questo è quello che poteva pensare Louis Tomlinson dopo la sua lunga relazione con Liam Payne, tutto il contrario di quello che pensa Harry Styles, ragazzo alla vista timido e chiuso, realmente spavaldo e pieno di vita.
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta mi ritrovai a rifare le stesse cose del giorno prima, a ripercorrere lo stesso tragitto, a ripensare a Liam.
Decisi di non scendere dall'autobus, rimasi sopra fino alla nona fermata.
Quando scesi mi avviai verso la scuola con un passo lento e pensieroso.
Avevo in mente il suo sorriso candido, quel sorriso che si poggiava su di me e mi mordeva la pelle.
Con leggerezza passava la sua lingua sul mio palato secco, inumidendolo, stringeva i miei fianchi mi tirava a sè con forza, si divertiva giochicchiando con i ciuffi ribelli dei miei capelli marrone siena.
Adoravo quando intrecciava le sue gambe tra le mie, baciava dolcemente il mio collo senza lasciarmi respirare, avevo sempre il cuore a mille, il fiatone e gli occhi perduti, che guardavano il nulla.
-"Non ti ho scritto per pigrizia" Disse Marcel, risvegliandomi dai miei pensieri, riportandomi alla vita reale. Non gli risposi, semplicemente mi "dimenticai"di rispondere, ero immerso nei miei pensieri.
-"Non ti ha ancora lasciato?"
-"Di cosa parli?" Chiesi, sapendo già la risposta.
-"Parliamo di Liam. Non perderci tempo se sai che è finita."
-"Oggi parli molto, vedo."
-"Già, sarà perché avrò voglia, vieni a filosofia?"
Non gli risposi, lo seguì e basta.
Oggi era vestito più normalmente, una felpa rossa con il cappuccio, una camicia completamente bianca sotto, sbottonata, a lasciar scoperto il collo.
Indossava jeans neri, non più orribili pantaloni di seta a scacchi, ma manteneva i suoi mocassini.
Gli occhiali erano sempre quelli, marroncini, richiamavano i suoi occhi verde smeraldo, li riflettevano ovunque con precisione.
Si sedette al primo banco, deciso, senza più timore, io feci lo stesso senza fiatare.

Ora non puoi fare a meno di me? È carino il fatto che tu ti sia seduto di fianco a me nonostante la mia stranezza.

Scrisse in un bigliettino e me lo passò, sorridendo al contatto delle mostre mani.

Non sei strano, sei interessante. Oggi ti sei vestito meglio, figa la felpa, dove l'hai presa? Comunque mi devi passare gli appunti di inglese.

E di filosofia, so che non scriverai niente Louis. Se vuoi questo pomeriggio ci vediamo e ti passo gli appunti.

Tenni il foglio sotto i miei occhi per qualche secondo, pensando a quello che stessi facendo.
Non stavo tradendo Liam, non sarei mai andato oltre la stretta di mano con Marcel, lo conoscevo da poco e mi sembrava solo simpatico.
E terribilmente affascinante.
Solo simpatico.
Gli sussurrai un "perfetto" all'orecchio.
Di che parlavo? Del pomeriggio che avremmo passato a scambiarci gli appunti o parlavamo del suo sorriso?
O di Liam.
Riuscì a pensare solo a lui, al suo sguardo, al suo "ci vediamo appena posso", decisi di scrivergli, decisi che sarei dovuto andare da lui a parlare faccia a faccia.
-"Sei soprappensiero da ieri, hai voglia di parlare?" Disse Marcel mentre la campanella suonava, non mi sarei mai confidato con uno che conoscevo da così poco, mai.
Così gli risposi semplicemente con un movimento di capo, sospirai e andai nell'aula di letteratura inglese, senza di lui.
Mi sedetti, contemplai la lavagna disegnata e iniziai a scrivere senza sosta il nome di Liam sul quaderno.
Una, due, tre righe.
Tre, quattro, cinque pagine.
La situazione mi stava sfuggendo di mano, dipendevo da Liam, ne ero innamorato, potevo solo piangere, sapevo che aveva solo intenzione di lasciarmi.
Andai su internet e controllai velocemente i treni per arrivare a Bath, costavano relativamente poco.
L'indomani sarei andato da lui, deciso.
La mattinata passò e mi ritrovai a camminare verso casa per l'ennesima volta da solo.
Squillò il mio telefono, facendomi risvegliare dai pensieri.

Per le quattro alla biblioteca blu?

Era Marcel, risposi con un "si" freddo, avevo solamente voglia di tornare a casa e piangere abbracciato al cuscino.
Mi portai davanti un sassolino, calciandolo, senza rendermi conto di aver perso l'autobus.
Mi appoggiai al lampione, guardandomi in giro.
Vidi Dave e Stan confabulare, indicandomi, facendomi capire che parlavano di me.
Probabilmente facevano battute erotiche sul conto mio e di Marcel, solo perché ci ho stretto amicizia.
Arrivò l'autobus e salì, mi sedetti in un posto singolo.
Plastica, verde e grande rumore di freni vecchi avvolgevano quel tiepido autunno.
Non feci altro che guardare fuori dal finestrino a osservare con attenzione il cammino che percorrevo ogni giorno con Liam, mano per la mano, sorridenti.
Ora ero solo, sapevo che era finita, sapevo che non sarebbe ma più stato un "noi", ma un "Louis" e "Liam".
Arrivai a casa e mi sedetti su una sedia della cucina, salutando con un cenno Lottie, mentre le gemelle mi saltavano al collo e mi abbracciavano forte.
-"Liam, vero?" Disse Lottie senza voltarsi, continuando a tagliare l'insalata.
Capii che era per lui che ero soprappensiero.
-"È un idiota se si fa sfuggire un ragazzo perfetto come te." Continuò, si asciugò le mani e mi diede un piccolo buffetto sulla spalla, lasciando un bacio sulla guancia.
Sorrisi, si vedeva quanto Lottie tenesse a me, così quando fece per allontanarsi la tirai e la strinsi a me, abbracciandola forte.
-"Questo pomeriggio vado a studiare in biblioteca, fiera di me?"
-"Bravissimo fratellone, con chi va?"
-"È così sottinteso che andrò con qualcuno? Comunque con un nuovo compagno un po' sfigato." Dissi ridendo, per continuare poi "dopo ti devo raccontare una cosa, Lottie ricordati che ti voglio bene" silenziosamente.
Mangiai di fretta mentre ascoltavo i racconti delle giornate delle mie sorelle, che carine che erano, così unite e così vivaci, le amavo.
-"Sono quasi le quattro Loulou, non devi andare?"
-"Merda." Risposi a Lottie.
Presi lo zaino e corsi alla fermata, mentre chiamavo Marcel.
-"Sono in ritardo, tra quindici minuti arrivo, mi dispiace un sacco."
-"Tranquillo" Sbuffò "Cerca di fare veloce, ti aspetto dentro."
Fortunatamente l'autobus arrivò in quel preciso momento e dopo dieci minuti mi ritrovai davanti alla biblioteca con due cartoni di caffè in mano, cercando lo sguardo di Marcel.
Vidi una mano alzata dentro la biblioteca, lo riconobbi, mi sedetti di fianco a lui facendo un po' di confusione, facendomi richiamare dalla bibliotecaria.
-"Ehi" Sussurrò.
-"Mi devi aiutare Marcel, ho bisogno di te" Gli venne la pelle d'oca, mi avvicinai ancora di più a lui, ingoiando la saliva di troppo che avevo in bocca.
-"Domani vieni a Bath con me?" Dissi a bassa voce, attaccato al suo orecchio, cercando di non farmi tremare la voce.
-"Se si tratta di Liam, bhe no, grazie. Ah, mi chiamo Harry, Marcel fa cagare come nome."
Rimasi sorpreso dalla sua prontezza e dalla falsità del nome, ma dopotutto era vero, Marcel fa schifo come nome.
Allontanai il mio viso dal suo e sbuffai, mi prese la manica della felpa per richiamare la mia attenzione.
-"Spiega almeno"
-"Non ci conosciamo neanche"
-"SILENZIO VOI DUE!" Gridò la bibliotecaria.
Noi due annuimmo, e lui mi fissò ancora, aspettando una risposta.
-"Se n'è andato e non si fa sentire, penso che la nostra storia di quattro anni sia finita."
-"Io invece sono solo, introverso e nessun ragazzo mi caga." Fece una pausa "Tranne te, ma sei occupato."
Smorzai la tensione che si era creata con una risatina, facendoci richiamare dalla bibliotecaria.
-"Copia gli appunti."
Mi sorrise, le sue labbra rosee si inclinarono verso l'alto, i denti perlacei brillarono, le fossette si fecero più profonde.
Bello, bello da star male.
Finimmo di ricopiare gli appunti e di scrivere alcuni compiti per lunedì, poi scoccarono le sette e ci alzammo.
-"A che ora partiamo domani?"
Mi bloccai, mi girai e abbracciai con forza Harry-Marcel, stringendomi tra le sue braccia.
Sarebbe veramente venuto con me fino a Bath, senza conoscere me, senza conoscere Liam, si fidava, si fidava e basta.
Quel giorno sorrisi veramente grazie a lui, anche dopo tre ore di studio.
Lo salutai e mi incamminai verso casa, pensando a cosa dire a Lottie per convincerla a non spifferare niente a mia madre.
  
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