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Autore: Amens Ophelia    14/12/2013    3 recensioni
"[...] Lui ha ucciso il suo migliore amico [...] ha ucciso la sua amata" (Naruto, cap. 401)
Qual era la vita di Itachi, prima di assumersi il pesante compito di sterminare il germoglio del male, insinuatosi nel suo clan? In che rapporti era con Shisui? E chi era la sua amata?
Con questa raccolta di flash fiction vorrei provare a creare una serie di diapositive riguardo, probabilmente, il periodo più felice della vita del ragazzo. Sarà un gioco con colori sfumati e messe a fuoco precarie, proprio come il fosco passato dell'Uchiha raccontato da Kishimoto... ma spero vi piaccia!
[Storia incompiuta]
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Shisui Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Prima dell'inizio
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3. Segreto

 

Il dolore al braccio sinistro era trascurabile, se ripensava alla sera prima. Che il tatuatore si divertisse pure a infilargli quell’ago nella carne, a tutta velocità e con forza: lui non provava nulla.
«Faccio male, capitano?», si preoccupò quello, osservandolo sconcertato. Aveva la mascella serrata e lo sguardo perso nel vuoto.
Itachi scosse impercettibilmente la testa, esaminando l’inchiostro che strabordava dalla punta della penna meccanica: era nero. Che splendido colore!
 
«Sei davvero l’onore del tuo clan, Itachi Uchiha», sorrise quella ragazzina, incendiando il suo mondo nel giro di un nanosecondo. La ferita stava lentamente rimarginandosi, sotto le premurose cure che gli stava offrendo, ma quella dentro al petto si stava allargando inesorabilmente.
Rimase a fissarla per qualche istante senza riuscire a dire nulla, per poi accarezzarle una ciocca di capelli scuri e sorriderle di rimando.
«Anche del tuo, no? I tuoi tratti somatici sono gli stessi miei». Un brivido gli corse lungo la schiena: appartenevano alla stessa radice maledetta, con quella chioma scura e… liscia. Un’altra Uchiha dalla capigliatura non mossa. Il sorriso si ampliò sul suo viso: c’era qualcosa che già li legava.
«Vorrei poterlo dire, ma non provo troppa appartenenza alla famiglia. Non ancora, perlomeno, ma presto le cose potrebbero cambiare». Abbassò gli occhi e impresse le ultime scariche di chakra nelle mani, per cancellare il segno della cicatrizzazione sul palmo del ragazzo.
«Gli Uchiha sono uno dei più antichi ceppi di Konoha, rispettati e al servizio della gente…».
«Quante cose che ignori, dall’alto della tua intelligenza!», rise lei.
Per quanto quell’affermazione avesse dovuto turbarlo e porgli mille domande, non gliene arrivò nessuna alle labbra.
Il suono della sua voce era incantevole, soprattutto mentre rideva. Era come ascoltare l’argenteo tintinnio di mille campanelli appesi nel cielo di dicembre, quando una brezza gelata li faceva splendere al pari delle stelle, e si alzava il naso nell’oscurità, ad osservarli, come se la vista fosse stata in grado di far apprezzare ancor di più la melodia. Ricordi innocenti e lontani. 

«Come ti chiami?», le chiese, poco prima che Shisui giungesse al suo fianco, con la mano insanguinata.
«Hisoka». E scese velocemente dal palco, scomparendo fra la folla.
Hisoka. Il mistero continuava ad infittirsi e lui voleva fare chiarezza.

«Ecco fatto, capitano», esclamò il tatuatore, ripulendo la pelle arrossata e coprendo il disegno appena tracciato con una garza.
Il giovane si alzò di scatto e cedette il posto a Shisui. Il sedicenne si era irrigidito, accomodandosi meccanicamente in poltrona: aveva una fifa blu degli aghi e Itachi gli sorrise, nel tentativo di rassicurarlo. Ricordava ancora quando, appena entrati negli ANBU, avevano impresso il primo tatuaggio – rosso – sulla spalla sinistra, e il ragazzo aveva tremato come una foglia, a dispetto del più piccolo.
«Andrà tutto bene: si sopravvive benissimo, come puoi vedere!», lo rinfrancò.
«Dammi un consiglio per non sentire troppo dolore!», lo pregò l’altro, stringendo le dita sull’avambraccio del tredicenne.
Itachi gli accarezzò il dorso della mano, tornando a fissare l’ago, ormai a pochi millimetri dall’epidermide dell’amico. Avrebbe fatto un po’ male, era inevitabile, ma dalla sofferenza nasceva sempre un ricordo indelebile, proprio come un tatuaggio.
L’inchiostro corvino cominciò a insinuarsi sotto la pelle del ragazzo, provocando dei brividi anche nell’attento osservatore. Nella sua mente si stava dipanando nuovamente il ricordo di quella chioma morbida e setosa, di quegli occhi tanto simili ai suoi, quanto più acuti e misteriosi.
«Pensa al colore nero, Shisui».




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L'angolo dell'autrice

Eccomi qui, con il terzo capitoletto. Ho voluto giocare un po' con il nome della ragazza misteriosa: cercando su internet, ho scoperto che Hisoka significa qualcosa come "segreto", "riservato", e che è un nome unisex... quindi ho colto l'occasione per "battezzarla" così.
Oh, la storia dei tatuaggi mi ha incasinata un sacco XD guardando qualcosa come centoventi fanart, ho notato che gli ANBU vengono spesso rappresentati con tatuaggi rossi o neri... non sapendo bene quale colore potessero avere quelli di Shisui e Itachi, ma essendo al corrente che appena si metteva piede nella Squadra Speciale si veniva "marchiati", ho immaginato che per le reclute il tatuaggio fosse rosso, mentre ai capitani spettasse il nero.
Lo so, è una cosa idiota XD 
Spero comunque che vi sia piaciuto! :D Non esistate a comunicarmi il vostro punto di vista, ve ne prego ;)
Grazie a tutti quelli che hanno letto, recensito, inserito nelle seguite/preferite/ricordate! :D
A presto!
Baci 


Ophelia


 
   
 
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