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Autore: just_be_free    14/12/2013    2 recensioni
Alzo lo sguardo verso la figura umana e mi ritrovo davanti due occhi azzurri così profondi da venir voglia di immergermi dentro e non uscire mai più. In quel gelido pomeriggio invernale londinese sento di non aver più bisogno di maglioni per sentire caldo, di non aver più bisogno di una casa, di vizi, di soldi, di sesso per essere felice, di non aver più bisogno d'aria per vivere, perchè ora ci sono quegli occhi che mi avvolgono nel loro azzurro caldo e mi terranno in vita per sempre.
E' una fanfiction Larry Stylinson, penso sarà abbastanza lunga.... è la prima che scrivo quindi commentate!!
buona lettura
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUESTO AMICO SCONOSCIUTO.

 

Il ragazzo angelico mi portò a casa sua dopo aver visto le mie smorfie al pensiero di ritornare a casa mia da solo.

Mi portò in un grande cottage abbastanza distante dal piccolo appartamento dei miei, nel breve tragitto mi disse di chiamarsi Louis e che lui abita qui solo d'inverno, mentre d'estate ritorna a Londra, mi informò di avere 20 anni e di voler diventare uno scrittore. Io dalla mia parte non volevo smettere di sentire la sua voce incantevole e non volevo neanche raccontargli la mia triste vita, odiato dal padre e abbandonato dalla madre, così mi limitai a dirgli il mio nome e la mia età.

Arrivati alla dimora mi medicò e mi raccomandò di non camminare più del necessario e di non sforzare il ginocchio, fu molto premuroso con me, mi fece distendere sul divano e dopo una tazza di te mi coprì con una coperta quando vide che mi stavo per addormentare.

Ora sono ancora qui sul divano a fingere di dormire e a sentire il profumo che pervade questa casa che sa di lui, di un buonissimo sapore di melograno, non so perchè mi voglio trattenere in questo luogo, non so neanche perchè mi sono lasciato trascinare in una casa di uno sconosciuto, perchè sì, Louis era questo, uno sconosciuto.

Mi lazo faticando dal divano e dopo due minuti mi ritrovo ad osservare le foto sparse per quello che dovrebbe essere il soggiorno, le fotografie ritraggono una ragazza bellissima dai capelli lunghi e rossi, con gli occhi grandi e azzurri come quelli di Louis. Mentre contemplo la bellezza raffigurata nella foto sento male, non un male fisico, ma neanche morale, una sensazione che sta in mezzo. Come una fitta appena sotto le costole che però mi rende triste invece che dolorante. Un dolore inclassificabile, mai provato e che non voglio neanche riprovare perchè non ti lascia cicatrici visibili sulla pelle ma è anche peggio perchè è qualcosa che rimane lì, sul tuo stomaco e non intende andarsene, puoi passare la migliore giornata della tua vita ma quel peso che senti sotto le costole ti ricorderà sempre che c'è qualcosa che ti turba, qualcosa che ti rende triste. Cerco di ignorare la sensazone alquanto sgradevole e noto che molte delle cornici sono vuote, e questa è una delle cose più strane che io abbia mai visto.

Faccio per andare verso una sala dove scorgo un pianoforte ma, al mio stupido ginocchio viene in mente di cedere proprio in quel momento. Appena toccato il pavimento quelle braccia che già conosco a memoria e che sento essere già miei protettrici mi tirano su facendomi girare e ritrovandomi il suo viso a pochi centimetri dal mio. Le sue braccia si stringono intorno alla mia schiena mentre io mi perdo nei suoi occhi, e sento i suoi occhi dentro a i miei che cercano qualcosa che sicuramente non so dargli. Perchè io non sono mai stato in grado di accontentare le persone, di esserne cura per i loro dolori, ma anche solo di capirli e proteggerli.

“Da quant'è che mi osservi?” la voce trema appena per la vicinanza, il mio sguardo cade sulle sue labbra rosse appena dischiuse da cui esce il suo respiro fresco, ha un sapore indescrivibile che mi inonda il corpo facendomi involontariamente avvicinare per poter toccare la sua bocca e per poter sentire il suo respiro su di me che mi travolge come un'onda che si abbatte su una scogliera. E io Voglio essere quella scogliera, Voglio sentire quelle onde che si abbattono su di me, Voglio non poter più respirare per poter essere avvolto da questo paradiso. Dio, sono così vicino che riesco a sentire sul mio petto il suo cuore martellante.

“Da poco” sobbalzo ritornando alla realtà allontanandomi abbastanza da poter aver un minimo di lucidità con il suo respiro addosso. Mi ritorna in mente la ragazza delle foto e con voce sottile, sperando forse che lui non mi senta in modo da non poter mai sapere la dura verità, gli chiedo chi sia.

“Lei è.... era Ellie, mia sorella, o-ora non c'è più.... insomma è....”

“Shh. Ho capito, mi dispiace” lo fermo prima che l'acqua salata che ora inonda i suoi, i miei pozzi blu sgorghi fuori. Il rimorso più grande che ho è che ho lasciato che la mia stupida curiosità lo ferisse, che gli rammendasse un brutto ricordo che cerca di dimenticare.

Quegli immensi occhi si chiudono per un attimo, prende un respiro profondo e quando li riapre sono i soliti solo con una punta di tristezza, ma quasi impercettibile.

“Io ora cucino una torta, mi aiuti?” sorride speranzoso di una risposta positiva che non tarda ad arrivare e io riamango totalmente sbalordito dal suo cambio di umore sicuramente apparente, ma io vorrei dirgli che non deve fingere di stare bene con me, che se vuole piangere sono qui e che voglio consolarlo, fargli capire che voglio esserci per lui, per questo amico sconosciuto.



Ciaooo 
questo è il secondo capitolo, è breve e penso che non pubblicherò mai un capitolo troppo lungo.
Comunque, vi piace? Spero di sì!!
La storia si sta ancora formando e forse la troverete un po' noiosa o priva di significato ma non vi preoccupate che dal prossimo capitolo ci sarà una svolta che porterà dei cambiamenti...
comunque non voglio anticiparvi nulla! recensite! voglio sapere i vostri pareri!
ora vado ciaoo
                 Chiara.
 

  
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