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Autore: just_be_free    13/12/2013    1 recensioni
Alzo lo sguardo verso la figura umana e mi ritrovo davanti due occhi azzurri così profondi da venir voglia di immergermi dentro e non uscire mai più. In quel gelido pomeriggio invernale londinese sento di non aver più bisogno di maglioni per sentire caldo, di non aver più bisogno di una casa, di vizi, di soldi, di sesso per essere felice, di non aver più bisogno d'aria per vivere, perchè ora ci sono quegli occhi che mi avvolgono nel loro azzurro caldo e mi terranno in vita per sempre.
E' una fanfiction Larry Stylinson, penso sarà abbastanza lunga.... è la prima che scrivo quindi commentate!!
buona lettura
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUEL BELLISSIMO FIORE DI LOTO.

2054.

Mi chiamo Harry Styles, ho 60 anni e sono qui per raccontarvi la mia storia. Non vi racconterò una banale storia d'amore dove il vero amore prevale sempre sulle ingiustizie e dove i personaggi sono sempre valorosi, coraggiosi e innamorati alla follia.... bhe sì, noi eravamo innamorati alla follia forse anche di più, ma eravamo anche stupidi, sognatori nati pensando di avere tutto e morti non avendo nulla, o più o meno...

Ma ogni bella storia deve pur cominciare dall'inizio quindi...

Sono nato in un piccolo paesino della Gran Bretagna, Holmes Chapel, l'uno Febbraio del 1994, ma ho iniziato veramente a vivere al compimento del mio sedicesimo compleanno.

 

2010.

Il respiro è affannato, la gola brucia al contatto con l'aria gelida inspirata, come se mille schegge la perforassero, ma io continuo a correre per l'infinito campo bagnato, cercando di dimenticare le parole di mio padre. No, non è mio padre, non è neanche un uomo per aver detto quelle cose a mia madre, mia madre, quella donna troppo dolce per odiarlo e troppo fragile per amarlo, così fragile di aver bisogno sedute dallo psicologo e tanti, tanti farmaci per farla sorridere abbastanza da farla sembrare viva.

Mi prometto che questa sarà l'ultima volta che la tratterà così, ma so anche che quando succederà nuovamente non avrò il coraggio di urlargli contro tutto quello che mi porto dentro, quello che lui si merita, ma invece ingoierò odio, nervoso e delusione, per me stesso. Dovrei fermarmi e tornare indietro e fare quello di cui non ho il coraggio, ma invece, da vigliacco, continuo a correre verso un punto indefinito.

Ad un certo punto mi ritrovo con la faccia a terra e le mani sbucciate e doloranti per l'improvviso impatto con il suolo. Ma che cazzo, capitano tutte a me? Mi scappa un urlo poco etero quando sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Com'è possibile che ci sia qualcuno in questo posto dimenticato da Dio?

Alzo lo sguardo verso la figura umana e mi ritrovo davanti due occhi azzurri così profondi da venir voglia di immergermi dentro e non uscirne mai più. In quel gelido pomeriggio invernale londinese sento di non aver bisogno di maglioni per sentire caldo, di non aver più bisogno di una casa, di vizi, di soldi, di sesso per essere felice, di non aver più bisogno d'aria per vivere, perchè ora ci sono quegli occhi che mi avvolgono nel loro azzurro caldo e mi terranno in vita per sempre.

Una risata cristallina mi distoglie dai miei pensieri e scopro un viso angelico, con un sorriso che mi fa male allo stomaco, che fa compagnia a quei bellissimi pozzi blu.

“Stai bene?” le sue labbra si muovono scoprendo una dentatura perfetta. Ora mi sta guardando come se avessi qualcosa che non va e mi ricordo che mi ha appena parlato.

“Cosa?” mi esce una voce stridula rispetto alla mia bassa.

“Ti ho chiesto se stai bene”

“Ah sì bene, bene” cerco di alzarmi ma una fitta al ginocchio mi fa inciampare gemendo.

“Non mi sembra proprio che tu stia bene! Vieni, ti aiuto ad alzarti” il suo braccio veloce mi afferra per il busto e mi fa alzare. Deve essere molto muscoloso perchè, sarò anche abbastanza magro, ma fra altezza e un minimo di muscoli non sono proprio un peso piuma!

“Grazie, non ce n'era bisogno comunque” Appena mi libero della sua presa ferrea il ginocchio mi cede e so di stare precipitando nuovamente verso il basso quando con tutte e due le braccia mi afferra lasciandosi scappare una piccola risata. E' più basso di me di un paio di centimetri ma è sicuramente più forte e probabilmente più grande.

Ma questa volta non mi devo far distrarre dai suoi occhi o dal suo fisico, perchè mi sto rendendo già abbastanza ridicolo!

“Dove ti fa male?”

“Da nessuna parte, è solo che... che il ginocchio mi ha ceduto”

“Allora ti fà male il ginocchio?”

“No! E' solo che....” adesso che cosa mi invento? Cerco una soluzione in fretta ma l'unica che mi viene in mente è dirgli la verità. “Sì, bhe mi fa abbastanza male il ginocchio proprio qui” gli indico la parte dolorante e lui in un attimo mi fa distendere sul terreno umido.

“Posso?” chiede con le mani già pronte a tirarmi su l'estremità dei pantaloni della tuta.

“NO!” scatto lontano da quella strana immagine di perfezione, ma lui ridendo mi raggiunge.

“Era una domanda retorica! E poi mica ti stupro!” il suo viso accenna a una risata e io non posso sottrarmi dal paradiso.

“Bhe e io come faccio a sapere che non mi stuprerai? Non ti conosco!”

“Hai ragione, ma come vedi ti sto aiutando. E poi come potrei rovinare un fiore di loto?”

  
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