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Autore: DisneyStar022    15/12/2013    7 recensioni
[Kickin\\\' It - A colpi di karate]
Kim è una ragazza semplice, dolce e un po' troppo sarcastica. Non sa dire di no e aiuta tutti.
Jack è un duro, ma ha un cuore grande per amare, anche se non gli interessa fidanzarsi.
Che cosa succede quando si mettono insieme il duro più arrogante e la regina del sarcasmo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
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Kim POV:

I miei occhi si spalancarono alla sua domanda.
Deglutii, e senza pensarci due volte, annuii.
Non c'era nulla in questo mondo, che mi avrebbe fatto rispondere 'no' alla sua domanda. Soprattutto, dopo tutte quelle volte che ci mancava davvero poco per baciarci...
E anche se fuori, davanti all'ospedale, non è forse il luogo più romantico per un primo bacio, non importava. Sapevo che almeno era con la persona giusta.
Jack, dopo la mia risposta, incominciò a chinare il capo verso di me per baciarmi. Le farfalle all'interno del mio stomaco sono, letteralmente, esplose.
Chiusi gli occhi, e avvicinai le mie labbra alle sue e-
"Tonight, we are young..."
Ci siamo allontanati uno dall'altro per quel rumore improvviso, poi ho capito che era il mio cellulare che stava squillando.
Nota bene: tenere perennemente in silenzioso questo maledetto congegno!
Ho visto Jack passarsi una mano tra i capelli, in segno di frustrazione.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca e risposi senza neanche vedere chi fosse.
"Pronto?" Nessuno poteva essere così incazzata come me in questo momento. Chiunque mi abbia interrotto la pagherà. Sì la pagherà! Oh, come la pagherà cara!
"Kimberly Ann Crawford! Che diavolo ci fai in giro a quest'ora della notte?" Una voce urlò dall'altro capo del telefono, avevo capito chi fosse.
"Papà?"
Oh merda!
"Bingo!" Ha detto con sarcasmo.
"Papà! Io... Emh... sono-" Balbettavo. Io sono morta.
"Non voglio spiegazioni ora. Ovunque tu sia, non mi interessa cosa tu stia facendo, voglio che torni a casa. ADESSO!" Mi urlò super incazzato.
Guardai l'orologio, era mezzanotte passata. Oh cazzo!
"Ehm si, si arrivo subito". Ho detto in fretta.
"Meglio che sia così." Mio padre riattaccò la chiamata.
Guardai verso di Jack e arrossii un po', ricordandomi di ciò che stava per accadere. Grazie mille papà!
Mi lamentavo. "Io... Devo andare..."
"Ti accompagno a casa?"
Scossi la testa. "No, non serve... piuttosto rimani qui con tua madre"
"Sì, perché secondo te ti lascio tornare a casa da sola, a quest'ora?" Ha detto camminando verso la sua moto.
"Ma-"
"Dai vieni!" Mi interruppe.
Idiota!


...
Circa 10 minuti più tardi, Jack si fermò con la moto davanti casa mia.
Scesi dalla moto goffamente, mentre giocherellavo con una ciocca di capelli, non sapevo bene che fare.
Imbarazzo...
"Ehm... io... devo andare..." Dissi indicando casa mia.
Imbarazzo al quadrato...
Jack non disse nulla.
"Ciao..." Dissi voltandomi.
"Kim". Jack mi chiamò dopo pochi passi.
Mi girai e guardai verso di lui.
"Grazie." Mi disse con un piccolo sorriso e sapevo perfettamente per cosa mi stava ringraziando.
Annuii con un piccolo sorriso.
Jack mi guardò dolcemente, mentre mi chiedevo a che stesse pensando. Poi si mise il casco e si allontanò a gran velocità sulla sua moto.
Mi voltai verso casa, presi un respiro profondo, preparandomi per l'ira di mio padre che mi stava aspettando...


...
"Chi è quel tizio che ti ha accompagnato a casa in moto?"
"Jack."
"Jack chi?"
"Jack Brewer."
"Quanti anni ha?"
Prima che potessi rispondere, mia mamma ridacchiò. "Caro, non sei un detective. E questo non è un interrogatorio."
Mio padre guardò mia madre e poi tornò con lo sguardo verso di me. "Che stavi facendo con lui?"
"Papà!" Mi lamentavo. "Per la terza volta, sua madre non si è sentita bene e sono andata all'ospedale con lui."
Questa è stata la prima domanda di mio padre, appena messo piede in casa. Poteva benissimo dirmi qualcosa tipo 'Oh, ecco la mia piccolina.' o 'Guarda come è cresciuta mia figlia!'o qualsiasi altra cosa. Insomma non mi vede da un sacco di tempo. Invece no. Niente di tutto questo.
Sono stata invece attaccata dalle sue domande. Che cosa stava cercando di fare?
"Papà? Stai cercando di fare il padre severo e iperprotettivo? Beh se è così, fa schifo." Ho detto e subito mi coprii la bocca, rendendomi conto di aver appena detto tutto ad alta voce.
Mia madre mi guardò. "Kim Crawford!"
"Mi dispiace." Mormorai.
"...Mi piacerebbe incontrarlo." Papà ha detto all'improvviso.
"Eh?"
"Voglio incontrare questo Jack. Tua madre dice che è un bravo ragazzo." Ha detto.
Papà e Jack? Deglutii. Non mi suona come una buona idea.
"Ma-"
"Niente ma, voglio incontrarlo..." Ha detto ostinatamente. "…Anche se, mi sembra un po' uno di quei teppistelli poco di buono-"
"Papà!"
Alzò le mani in alto. "Scusa, scusa, mi ero dimenticato di quanto fossi scontrosa."
"Ehi, io non sono scontrosa". Mi difesi sentendomi offesa.
Papà si mise a ridere. "Sì, sì".
Si alzò, si avvicinò a me abbracciandomi. "Più tardi dobbiamo fare un discorsetto sui ragazzi, abbiamo un bel po' da recuperare..."
Sorrisi.
Non so come faccia a stare così tanto tempo senza mio padre...


...
Mio padre mi stava raccontando un po' delle sue avventure in missione, di cosa aveva fatto e cose del genere. Avrei voluto ascoltarlo un altro po' ma ero davvero tanto stanca, sono andata così a mettermi il pigiama. Adoro quando la mia famiglia è finalmente al completo, cioè quando c'è anche mio padre, davvero mi manca così tanto quando non c'è.
Una volta messo il pigiama, andai in camera mia.
Mamma mia, sono davvero stanca morta!
Mi distesi sul letto, quando sentii il mio cellulare vibrare. L'ho raccolto dal comodino per vedere un messaggio da parte di Jack. Un piccolo sorriso apparve sul mio volto.
'Apri la porta del balcone -Jack'
Guardai il mio telefono confusa. Apri la porta del balcone? Perché mi dovrebbe chiedere una cosa del genere? Ha in mente un altro scherzo?
Mai fidarsi troppo di Jack...
Il mio telefono vibrò di nuovo, un altro messaggio di Jack.
'Smetti di fissare il telefono e aprimi la porta! -Jack'
I miei occhi si spalancarono leggendo quel messaggio.
Jack era qui?
Guardai verso il balcone e vidi una figura in piedi lì davanti. Corsi davanti alla porta-finestra e la aprii ancora con il cellulare in mano.
"C'è voluto tanto?!" Disse Jack appena ho aperto.
"Credevo volessi farmi qualche scherzo." Mi difesi mentre incrociavo le braccia.
Lui alzò un sopracciglio.
"Aspetta." Ho detto, realizzando la cosa. "Che ci fai sul mio balcone?" Chiesi.
Non serviva chiedere come ci fosse finito qui, era abbastanza evidente che ci fosse arrivato tramite il balcone della casa di Eddie.
Si strinse nelle spalle. "Nulla."
Lo guardai.
Poi sospirai. "Come sta tua mamma?"
L'espressione di Jack cambiò in una preoccupata. "Meglio, credo. E' ancora sotto osservazione."
Annuii, e gli presi la mano per dargli coraggio.
"Tranquillo, andrà tutto bene." Dissi piano, guardandolo negli occhi, lui ricambiò lo sguardo.
Lentamente con la mano, che io gli stavo tenendo, mi tirò verso di lui e l'altra sua mano andò intorno alla mia vita. Per tutto questo tempo i nostri occhi erano bloccati a guardarsi intensamente.
Continuò a tirare fino a quando il mio corpo fu vicino al suo.
Il mio cuore batteva così forte, come se avessi appena finito di correre una maratona. Iniziai a respirare pesantemente.
L'intensità del suo sguardo mi aveva fatto letteralmente scogliere il cuore.
Posai le mie braccia sulle sue spalle, non sapendo che fare con loro. Jack si chinò, avvicinandosi a me. Le nostre labbra erano ormai a pochi centimetri e sapevo benissimo quello che stava per accadere. Chiusi gli occhi e Jack si chinò di più verso di me.
E un attimo dopo, le sue labbra erano sulle mie.
La sensazione, in quel momento, nel momento esatto in cui le nostre labbra sono entrate in contatto era inspiegabile. Una strana sensazione attraversava il mio corpo. Il mio cuore stava quasi per uscire dal petto, da quanto batteva forte. Ho smesso letteralmente di respirare.
Le nostre labbra si muovevano in perfetta sincronia e in pura beatitudine.
Il momento più bello.
Avvolsi le mie braccia intorno al collo di Jack, proprio in quel momento sentii il mio telefono vibrarmi tra le mani. L'ho buttato prontamente giù dal balcone, facendo attenzione a non allontanare le mie labbra da quelle di Jack.
Lui ridacchiò attraverso il bacio. Mi ha fatto sorridere. Il telefono probabilmente aveva colpito un gatto o qualcosa del genere, sentimmo un forte miagolio.
Ma nulla avrebbe potuto rovinare quel momento.
Il bacio fu dolce, innocente, e tutto ciò che una ragazza vorrebbe dal suo primo bacio.
E poi finì. Troppo presto per i miei gusti.
Tirammo indietro i nostri visi.
Ero troppo timida per guardare verso di lui, così mi misi a guardare il pavimento. Dopo pochi istanti, Jack mi mise un dito sotto il mento e mi fece guardare verso di lui.
"Kim". Disse, mentre mi fissava negli occhi.
Lo guardai speranzosa.
Jack aprì la bocca un paio di volte, ma poi la richiuse. Poi finalmente chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
Aprì gli occhi e mi guardò.
"Kim, credo proprio di essermi innamorato di te."


Fine del capitolo!

  
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