CAPITOLO 8
John
Sherlock
Sherlock, grazie per le scuse. E’ stato così dolce, così poco da te.
Ora, benvenuto nel nostro ultimo giorno! Verrai? Dà solo una semplice risposta: sì o no. Vivo nel piccolo appartamento vicino al St Bart. Secondo piano, porta 15. Conoscendoti, non avrai bisogno di altro. Sì o no?
Sì!
Sarà un incontro breve. Dai due ai cinque minuti, al massimo. Voglio darti una cosa: un souvenir. Non durerà più di pochi secondi e poi, Sherlock Holmes, sarai libero di vivere con il tuo Greg.
E ora vieni.
Sarò lì fra dieci minuti.
Oggetto: segni di vita
Ciao John, come stai? Sono passate quasi tre settimane, penso a te ogni giorno. E penso al regalo che mi hai dato. Grazie.
Sherlock
Ciao, Sherlock. Ti sei sentito come allora, vero? La verità è stata detta, non mi sento abbastanza bene da chiederti come stai. Non voglio tu ti senta bene con Greg. Oh! Per caso Greg è abbastanza alto, con i tipici capelli grigi dei detective? Più o meno della mia età, due, forse tre anni più vecchio. Volevo prendere del caffè da Speedy’s e mi è capitato di essere nei paraggi. Un uomo molto attraente entrava al 221B, come se fosse sul punto di risolvere un crimine o qualcosa di simile. Stava parlando con un’anziana signora e aveva un accento. Francese. Doveva essere lui. Puoi immaginare la mia sorpresa, è come se alla fine il mondo non fosse poi così grande.
I miei migliori auguri, John
P.S. Non preoccuparti, ho preso il caffè. Non dovrei avere bisogno di venire lì per un po’.
Caro John, so che non posso chiederti di farlo, ma, ti prego, puoi non venire nella mia zona? A cosa servirebbe?
Anche io ti faccio i migliori auguri, Sherlock
Calmati, ok? Non è come se gli avessi parlato. Vorrei avere giorni tranquilli. Sono in vacanza.
Tuo, John