Capitolo 4
Quando la
carrozza di Bingley arrivò a Meryton, l’uomo si
guardò lieto intorno. Aveva
sempre trovato Hertfordshire un luogo piacevole, e la conoscenza che
questo
posto aveva cresciuto una donna eccellente come il suo angelo, Jane
Bennet, lo
faceva divenire ai suoi occhi ancora più meraviglioso. Il
solo guardarsi
attorno al piccolo villaggio e vedere i suoi abitanti lo riempiva con
un senso
di pace e felicità che non provava da molti mesi.
La felicita,
comunque, non era il sentimento provato da Miss Caroline Bingley
durante il
viaggio. Mentre il fratello l’osservava come fissava con
occhi duri come pietra
fuori della carrozza per tutto il viaggio, si chiese se fosse veramente
possibile per una persona gelarsi da sembrare sempre corrucciata e in
tal caso,
quale fosse la probabilità che Caroline soccomba a un male
del genere.
Bingley
sogghignò
tra se, pensando con dispetto che il disagio o dispiacere che Caroline
provava
era la giusta ricompensa per la parte che aveva avuto nel suo strazio
di questi
mesi, perché aveva creduto alle bugie raccontategli sul
conto di Jane Bennet –
dalla propria sorella! E provocare dolore al suo dolce
angelo… no, meritava
ogni disagio che le procurava il fissare arrabbiata fuori della
finestra.
Alla maniera di
ogni fratello minore, Bingley la stuzzicava occasionalmente urtando il
piede o
il gomito contro la sorella, facendola sussultare e allontanarsi dal
contatto,
ma allo stesso tempo sforzandosi di ignorarlo e continuando a fissare
fuori.
Le emozioni di
Bingley durante il viaggio da Londra a Hertfordshire erano passate da
un
ottimismo estremo alla disperazione, mentre s’inventava
scenari orrendi nei
quali Jane Bennet gli diceva che l’aveva amato moltissimo ma
ora non più, o
scenari idilliaci nei quali Jane diveniva la signora Bingley con molti
baci
rubati lungo la strada. Comunque, vedendo le scene campestri sulla
strada da
Meryton a Netherfield non potè trattenersi dal sentirsi
eccitato e si sentì sicuro
che il suo sogno più grande si sarebbe realizzato.
Alcuni giorni
più
tardi però con lui sistemato a Netherfield, Bingley non era
più così sicuro. Il
giorno dopo il suo arrivo, iniziando con la visita iniziale di Sir
William
Lucas, la maggior parte dei gentiluomini del circondario erano venuti a
fargli
visita. Non così il signor Bennet che non mandò
nemmeno un biglietto. Bingley
lo trovò sconcertante, e smorzò considerevolmente
il proprio ottimismo. Il
signor Bennet lo evitava di proposito? Il signor Bennet provava astio
nei suoi
confronti per aver deluso sua figlia l’autunno scorso? A Jane
Bennet importava
che era tornato a Netherfield? Forse la famiglia Bennet non riteneva
necessario
prendere atto della sua presenza in Hertfordshire. Forse la famiglia
era
divenuta indifferente verso di lui e quindi non riteneva importante il
suo
ritorno a Netherfield. Possibilmente avevano desiderato che rimanesse a
Londra.
La famiglia
Bennet era anche assente dalle feste date nel vicinato, e persino non
andarono
in chiesa la domenica dopo l’arrivo di Bingley. Questo era
molto strano, e
risvegliò in larga misura la sua curiosità,
dandogli il coraggio necessario per
chiedere di loro. Per fortuna, lui e Caroline erano stati invitati a
cena
insieme a un piccolo gruppo a Lucas Lodge.
“Sir William,
siamo molto grati di essere a casa vostra questa sera, e vi
ringraziamo,
signore, per la vostra gentile accoglienza. Difatti, tutti i nostri
vicino sono
stati molto accoglienti.”
“Ah signor
Bingley,” sorrise Sir William radiosamente, “non
posso esprimere che piacere
provo nel riavere voi e la vostra graziosa sorella nella contea e a
casa mia.”
Bingley annuì
a
mo’ di ringraziamento. “Devo dire, Sir William, che
sono rimasto sorpreso nel
notare che la famiglia Bennet non è qui stasera. Non ho
ancora avuto il piacere
di salutare il signor Bennet dal mio arrivo e sono ansioso di rinnovare
la
nostra conoscenza.” Il signor Bingley pregò
silenziosamente che Sir William,
siccome aveva notato durante il suo soggiorno precedente, era a
conoscenza di
tutto quello che si diceva al villaggio, avrebbe capito
l’allusione e gli
raccontava tutto dei Bennet e di una figlia in particolare.
Rimase scioccato,
però, nel veder apparire un’espressione
genuinamente addolorata sulla faccia
dell’uomo più anziano. Ripensando alla sua
conoscenza passata di Sir William,
ricordò di avere sempre visto due emozioni espresse da
quest’ultimo: entusiasmo
contenuto ed entusiasmo sfrenato. Bingley non aveva mai visto Sir
William
triste, come invece era divenuto adesso.
“Oh, non avete
sentito allora. Avevo supposto che voi già sapeste di Miss
Eliza. Una tragedia
veramente grande, oh la povera famiglia, nessuno si è mosso
da Longbourn da
quando è successo, Miss Bennet in particolare è
così tanto addolorata e deve
essere costretta dal fianco della sorella per
riposarsi…”
“Sir William,
vi
chiedo scusa,” interruppe Bingley impaurito. “Non
ho sentito questa notizia
angosciosa. Prego ditemi, Miss Elizabeth sta molto male?”
Sir William si
ricompose con un brivido e si raddrizzò in una maniera che
Bingley sotto
circostanze normali avrebbe trovato divertente, e si preparò
a divulgare i
dettagli della tragedia della famiglia Bennet. “Miss Eliza
è stata coinvolta
alcune settimane fa in un incidente con una carrozza a Meryton. Tutti
quelli
che lo videro pensarono che fosse sicuramente morta, ma è
riuscita a
sopravvivere all’incidente, solo di cadere in un coma,
muorendo a poco a poco.
Veramente terribile – molto penoso – sono sicuro
che io non debba dirvi di
quanto la famiglia sia distrutta da tutto questo.
Bingley sentì
un
dolore acuto al pensiero della sofferenza che la sua povera Jane doveva
provare
così come un profondo dispiacere per la sorte di Miss
Elizabeth. Miss Elizabeth
gli era sempre piaciuta, e il pensiero di un tale destino orribile per
lei lo
faceva sentire male. “Ditemi, c’è motivo
di sperare? Certamente la gioventù e
la forza di Miss Elizabeth le saranno di aiuto.”
Sir William
divenne più triste di prima e parlò con un tono
di voce abbattuto che Bingley
non aveva mai creduto l’uomo possedesse.
“è stato fatto tutto il possibile,
signor Bingley. Sono stati chiamati i migliori medici da Londra e tutti
hanno
detto la stessa cosa, che è molto improbabile che
sopravviva. Dovete capire, le
sue ferite sono molto seri, ha molte ossa rotte, tagli, contusioni e
probabilmente anche ferite interne. È veramente un miracolo
che non è morta al
luogo dell’incidente. E forse penso, anche se mi addolora
molto doverlo dire,
sarebbe stato meglio per lei se fosse morta subito. I Bennet non lo
credono,
continuano a curarla, aggrappandosi alla convinzione che
finchè c’è vita
c’è
speranza, ma a mio giudizio non è
così.” Sir William si scusò per andare
a
salutare un nuovo arrivato.
Bingley fu
lasciato solo a considerare la triste notizia. Era una tale tragedia!
Povera
Miss Elizabeth. Sentì il desiderio immediato di precipitarsi
a offrire la sua
assistenza, a sedere con Jane e confortarla mentre soffriva per
l’adorata
sorella. Poteva farlo? Certamente non aveva nessun diritto, concluse.
Non aveva
avuto contatti con la famiglia da quasi sei mesi e anche prima i suoi
rapporti
con loro non erano stati tali da autorizzare un suo coinvolgimento in
affari
così personali.
Però, ammise,
anche se la cortesia dettava che non era possibile, non poteva negare
il suo
desiderio di essere con la famiglia, in particolare con Jane. Non
riusciva a
sopportare che Jane fosse angosciata – era insopportabile! Il
suo angelo era
sicuramente profondamente afflitta per la sorella preferita.
Bingley gettò
uno
sguardo a Caroline, improvvisamente molto infastidito. Se non fosse
stata per
la sua interferenza, Jane adesso sarebbe sua moglie. E lui
l’avrebbe potuta
confortare come più gli piaceva.
Inoltre,
ragionò
tra se, infervorandosi, siccome lui aveva buone intenzioni ed era
sicuro che
Jane Bennet sarebbe diventata un giorno la signora Bingley, non si
terrà
lontano da lei durante la sua tristezza. Non che la
corteggerà o chiederà la
sua mano a questo punto, non era così rozzo. Comunque,
andrà a far visita alla
famiglia, dando a vedere una costanza che avrebbe dovuto dimostrare fin
dall’inizio.
Così
risoluto,
Bingley cercò di godere la cena di Sir William, preparandosi
nel frattempo per
la sua visita a Longbourn l’indomani.
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“Charles, non
puoi fare sul serio. Certamente non intendi far visita a Longbourn. Non
ti
faranno entrare, ti assicuro. Credo che il fatto di avere una figlia
vicina
alla morte reprimerebbe persino i piani matrimoniali della signora
Bennet,
benchè solo temporaneamente. Anche lei a questo punto
avrà in mente solo la
condizione di Miss Eliza.” Caroline non riusciva a decidere
cosa la sconvolgeva
di più, che Charles davvero aveva l’intenzione di
far visita ai Bennet o che
voleva che lei l’accompagnava. Uh! Non le piaceva stare con
persone che erano
in lutto o che erano malate.
"Caroline,"
esclamò Bingley con fermezza, con un tono di voce che le
fece capire che per
una volta non avrebbe permesso di essere contradetto, “i
Bennet sono nostri
vicini e stanno vivendo una tragedia famigliare. Mi sarei aspettato
più carità
cristiana da parte tua e più desiderosa di fare ammenda,
specialmente dopo il
tuo trattamento Miss Bennet quest’inverno. Per favore, va a
prepararti; andremo
via subito.”
Caroline lo
congedò con una leggera alzata di spalle.
“D’accordo, forse domani; ho molto da
fare oggi. La casa è stata vergognosamente trascurante
durante la mia assenza.
La servitù non sa proprio fare il suo lavoro e io devo
mettere le cose a
posto…”
"Caroline,"
la voce di Bingley divenne autoritaria. “Noi partiremo tra un
quarto d’ora per
fare visita ai Bennet. Tu salirai nella carrozza, anche se ti
dovrò trascinare
io stesso e buttarti dentro.”
Caroline
fissò il
fratello che la fissò intrepidamente e rigido di rimando.
“Oh, va bene, va
bene!” Caroline si affrettò a prendere il suo
cappottino e il cappellino, la
sua rapida acquiescenza era più dovuta alla minaccia di
Charles di tagliare la
sua spesa mensile piuttosto che in risposta al suo tono fermo.
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Il cuore di
Bingley sembrò quasi voler scoppiare dentro il suo petto
quando uscirono dalla
carrozza di fronte a Longbourn. Era pieno di ansietà, paura,
nervosismo ed
eccitazione; rischiando di sommergerlo.
La signora Hill
aprì la porta e fu la prima foriera del grande dolore che
affliggeva la casa.
La brava governante, che durante le visite precedenti era sempre stata
gentile
e allegra, ora appariva stanca e pallida, svolgendo i propri doveri
correttamente ma senza entusiasmo. “Per favore permettetemi
un momento per
annunciarvi al padrone e alla padrona, signore, signora.” La
donna fece un
inchino e si voltò per andare.
“Signora
Hill.”
La fermò Bingley. La governante lo guardò
sorpresa. “Vi prego di perdonarmi, ma
voglio prima fare una domanda franca. Siamo ritornati di recente nel
vicinato e
ci hanno raccontato del terribile incidente di Miss Elizabeth. Siamo
qui oggi
per esprimere il nostro dispiacere alla famiglia e offrire un
po’ di conforto.
Comunque, non vogliamo intrudere in alcun modo, e vorrei che ci dicesse
se
possiamo entrare o no. Non voglio essere un peso per la
famiglia.”
La signora Hill
divenne più cordiale dopo questo discorso. Aveva pensato che
il signor Bingley
fosse un gentiluomo bello e gentile quando era venuto
l’autunno scorso in
Hertfordshire, ma aveva capito, attraverso i pettegolezzi della
servitù e
conversazioni udite per caso, che la sua partenza improvvisa aveva
lasciato
Miss Jane abbastanza affranta. Era rimasta sbalordita nel vederlo e si
chiedeva
che intenzioni avesse. Però siccome i sentimenti che aveva
espresso erano della
massima gentilezza, si sentì lieta e pensò che
forse la sua presenza avrebbe offerto
un poco di sollievo al pianto incessante di Miss Bennet.
La donna
annuì la
sua approvazione e disse semplicemente,
“comunicherò i vostri sentimenti,
signore, e penso che la famiglia sarà onorata dalla vostra
considerazione per
il loro dolore. Vi prego di permettermi di condurvi al
salotto.” Accanto a lui,
Caroline sbottò per la delusione, avendo desiderato
sinceramente di essere
congedati, sentendola suo fratello le lanciò una breve
occhiata d’avvertimento.
Al contrario
delle visite precedenti di Bingley il salotto era vuoto, ma dopo alcuni
minuti
apparve il signor Bennet. Il cuore di Bingley si restrinse nel vederlo.
L’uomo
beffardo, sardonico che manteneva sempre un’aria divertita
non c’era più.
Invece, qui c’era un uomo consumato dal dolore, la sua
disperazione era quasi
palpabile, come entrò lentamente nella stanza e
cercò di costringersi a
sorridere mentre salutava i suoi ospiti.
“Signor
Bingley,
Miss Bingley. Avevo sentito che siete tornati in Hertfordshire.
Bentornati e vi
chiedo di scusarmi se non sono venuto a farvi visita. Per favore siate
certi
che mi fa veramente piacere vedere che voi e Miss Bingley siete
ritornati a
Netherfield.”
“Signor
Bennet,”
anche Bingley parlò sommessamente, “vi assicuro,
signore, che una volta saputo
della tragedia che è accaduta alla vostra famiglia, niente
altro ha occupato le
nostre menti. Vi prego di permettermi di esprimere il mio profondo
dolore per
quello che è successo a Miss Elizabeth.”
“Sì,
bene…” il
signor Bennet s’interruppe. “Prego,
sedetevi,” disse, indicando delle sedie
vicino al caminetto. I tre si sedettero e Caroline, che era rimasta in
silenzio
fino ad ora, decise di parlare. “Signor Bennet, spero che la
nostra visita in
un momento del genere non vi rechi disturbo. Non vogliamo essere un
peso.”
Il signor Bennet
le sorrise. “Miss Bingley, non preoccupatevi, ci fa piacere
quando qualcuno ci
viene a trovare. Ci fa bene pensare a qualcos’altro per un
po’ di tempo.
Altrimenti sono sicuro che tutta la famiglia divenga pazza.”
Bingley era
compiaciuto del tentativo della sorella a essere cortese e si
unì a lei.
“Comprendo che non ci siamo sentiti da un po’, ma
voglio assicurarvi che se c’è
alcuna cosa che noi possiamo fare, vi prego di non permettere alla
formalità di
venire tra noi. Vorrei…” Bingley smise
all’improvviso di parlare, sbalordito,
perché nella stanza era entrato il suo angelo, il suo amore,
la sua Jane.
Anche
profondamente addolorata, Jane era bella. Il suo dolore le conferiva
una
fragilità che riempì Bingley con il forte
desiderio di correre da lei, tenerla
tra le sue braccia e prometterle che non doveva più avere
paura, perché avrebbe
fatto tutto il possibile affinchè tutto si aggiusti. Come
entrò nella stanza
guardò su e quando incontrò gli occhi di Bingley,
offrì un debole sorriso e
Bingley immediatamente fu perso. L’amava più di
quando era possibile amare
un’altra persona, e giurò in
quell’attimo che non avrebbe lasciato
Hertfordshire senza lei al suo fianco. Si alzo, offrendole un inchino,
mentre
lei e Caroline si salutarono in modo appropriato.
“Signor
Bingley,
Miss Bingley, è molto gentile da parte vostra venire a
condolervi con noi.”
Jane abbassò gli occhi, non sopportando la comprensione che
vedeva negli
sguardi dei fratelli Bingley.
La conversazione
ricominciò dopo ciò, e continuò in una
maniera ampollosa e difficile,
attribuibile più alla tragedia che stavano affrontando i
Bennet che la mancanza
di riguardo dei partecipanti. Il signor Bingley era lieto di notare che
la
sorella stava esibendo il massimo della cordialità verso
Miss Bennet e suo
padre. Fu anche più lieto quando notò che durante
i preparativi per la
partenza, Caroline aveva richiesto dei fiori dal giardino di
Netherfield e ora
li propose a Jane dicendole che erano per la stanza della cara Miss
Eliza.
In questo aveva
fatto un errore tattico, per lo meno per quanto riguardava i propri
desideri.
Appena mostrò i fiori a Miss Bennet, quest’ultima
si alzò, diede i fiori a Hill
per metterli in un vaso e offrì a Miss Bingley di
accompagnarla a vedere Elizabeth.
Miss Bingley rimase troppo sbalordita perché offra un
diniego; non aveva preso
in considerazione una tale possibilità e si credeva inadatta
a stare vicino a
un’ammalata. Il solo pensiero di vedere Miss Eliza in tale
stato le faceva
venire il panico. Però, ragionò tra se,
camminando di malavoglia verso la
camera di Miss Eliza, lei non è cosciente. Certamente posso
fare alcuni
commenti innocui sul suo stato e andarmene senza cadere in disgrazia.
Entrarono nella
stanza, dove Miss Eliza era rimasta sotto la cura di Miss Mary che
apparentemente aveva passato il tempo leggendo ad alta voce ad
Elizabeth. Miss
Bingley si ricompose gettando uno sguardo sulla camera di Eliza,
respirando
profondamente prima di guardare la paziente stessa. Ciò che
vide la turbò.
Il rapporto di
Sir William, l’atteggiamento della famiglia Bennet, tutto
aveva indicato che
Miss Eliza si trovasse in una situazione difficile, ma essere
confrontata con
la realtà di una giovane donna ferita era tutta
un’altra cosa. Miss Bingley non
riuscì a trattenersi; un grido le scappò prima
che potesse riacquistare la
compostezza. Guardò vergognandosi verso Miss Bennet,
perché la sua angoscia era
stata così evidente.
Miss Bennet
sorrise solo tristemente al suo grido. “Non vi angosciate,
Miss Bingley,
capisco che ha un aspetto scioccante.”
Caroline si
scusò
in fretta genuinamente. “Mi dispiace, non ho
anticipato…”
“Non potevate
anticipare una cosa del genere, sono sicura.” Jane si sedette
sul letto di
Elizabeth, facendo segno ad Caroline di prendere una sedia vicina.
“Mary, puoi
andare a riposare ora.” Mary si alzò e
uscì dalla stanza.
Jane prese una
spazzola e iniziò a pettinare amorosamente i capelli di
Elizabeth. Eliza ha dei
bei capelli, pensò Caroline distrattamente mentre osservava
la devozione di
Jane verso la sorella. Non sapendo cosa esattamente dire per portare
conforto,
Miss Bingley offrì un luogo comune. “spero
sappiate, Miss Bennet, che Miss
Eliza è sempre nelle nostre preghiere.”
Jane la
ringraziò
sorridendo e rispose, “vi ringrazio, Miss Bingley. Voglio
dire anche che,
sebbene questo sia un tempo triste per noi, ci fa molto piacere che voi
e il
signor Bingley siate tornati a Netherfield. Ditemi, intendete passare
molto
tempo qui?” questo fu detto in maniera piacevole, senza
malevolenza o astuzia.
A queste parole,
Miss Bingley la guardò attentamente. Era ben consapevole
delle intenzioni di
suo fratello. Sarebbe rimasto là, finchè
necessario per vincere la mano di Miss
Bennet, anche se doveva rimanerci per anni.
Miss Bingley
improvvisamente giunse a una realizzazione: Miss Bennet, come moglie di
suo
fratello – che certamente sarebbe divenuta un giorno
– governerà il suo futuro.
Una volta sposati, era probabile che alla nuova signora Bingley non
sarebbe
piaciuto avere una cognata quasi zitella per casa. La vita di Miss
Bingley
sarebbe potuta divenire una danza bizzarra mentre veniva trascinato da
un
sfortunato parente all’altro. Comunque, vedendo la devozione
di Miss Bennet per
Miss Eliza… le suggerì che con un piccolo sforzo
da parte sua, avrebbe potuto
assicurarsi un posto dove stare in casa dei signori Bingley.
Sì, a questo punto
Caroline doveva guardare in faccia la realtà, e assicurarsi
il proprio futuro,
anche se ciò voleva dire accattivarsi il favore di Miss
Bennet.
Caroline sorrise
a Jane e mosse la sedia più vicino al letto.
“Spero di rimanere il più a lungo
possibile per aiutare la vostra famiglia in questa tragedia. Vi farebbe
piacere
parlarne con me? Sono avversa al curiosare, ma sono disposta ad
ascoltarvi se
lo volete. Sembrate esausta, mia cara, per favore permettetemi di
aiutarvi.”
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Subito dopo il
ritorno di Caroline dalla sua visita a Miss Elizabeth, i Bingley si
congedarono.
Bingley era rimasto un po’ deluso. Aveva sperato di poter
passare più tempo con
Jane, ma in complesso avevano ristabilito la loro conoscenza e come
inizio
poteva bastare. Aiutando la sorella a salire in carrozza e poi entrando
lui
stesso, Bingley non si sorprese nel vedere sua sorella che fissa di
nuovo fuori
della finestra, come se qualche mistero stesse accadendo sul prato di
Longbourn. Rimase stupito, invece, quando Caroline iniziò
improvvisamente a
piangere.
"Caroline!
Che cosa c’è? È successo
qualcosa?”
Anche Caroline
stessa rimase sorpresa nel vedersi scoppiare in lacrime. Era dovuto,
lei
supponeva, all’ansia di essere al cospetto di una malata
combinato con lo shock
dell’aspetto di Miss Eliza. Era stato sconvolgente vedere
Miss Eliza, che lei aveva
sperato tante volte che andasse via, ora veramente quasi andata. La
faceva
sentire quasi in colpa di averla trattata così male.
Caroline non
riuscì a smettere di piangere per alcuni attimi,
impossibilitata a dare una
risposta. “Oh, Charles, è terribile. Povera Miss
Eliza! Cosa succederà se lei
dovesse morire?”
Charles provò
dispiacere per la sorella, ma anche uno strano senso di piacere.
Caroline non
era sempre stata la bisbetica arrampicatrice sociale che era divenuta
quando la
prima stagione era terminata senza che Darcy chiedesse la sua mano. Di
fatto
questa era Caroline che aveva conosciuto prima che divenisse
ossessionata con
condizione sociale, il signor Darcy e diventare la padrona di
Pemberley.
“Cara, non
piangere.”
Bingley la strinse tra le braccia mentre continuava a piangere.
“Non puoi
immaginare le sue lesioni. È ferita molto gravemente! I
Bennet stanno
illudendosi; nessuno può guarire da tale
situazione.”
“Lo credi
veramente?” chiese Charles preoccupato. “Immagino
vedere Miss Elizabeth ti avrà
sconvolto terribilmente, ma forse sono solo le ferite e i tagli che
sembrano
così brutti?”
Caroline si
calmò, sospirando profondamente. “Miss Eliza ha
certamente molte ferite e molti
lividi. Comunque, penso che la cosa più dolorosa
sia… ebbene, sembra
semplicemente morta. Mi dispiace essere così schietta, ma
vedendola non si
hanno dubbi sul quale sarà la conseguenza. Alla sua
carnagione manca il solito
splendore e il suo viso è divenuto dolorosamente magro. Ha
un aspetto
spettrale.” Caroline rabbrividì.